2022 Barbisano: 60° e Inaugurazione sede
Attività
GRUPPO BARBISANO
RADUNO SEZIONALE A BARBISANO
60° di Fondazione del Gruppo e inaugurazione della Sede
60° di Fondazione del Gruppo e inaugurazione della Sede
Fiamme Verdi Dicembre 2022 di Giuseppe Pol
La tre giorni di ricorrenza del 60° di Fondazione del Gruppo Alpini di Barbisano, è un evento che non sarà dimenticato.
Tre giorni che hanno coinciso con il Raduno Sezionale e l'inaugurazione della Sede del Gruppo.
Tre giorni che hanno coinciso con il Raduno Sezionale e l'inaugurazione della Sede del Gruppo.
Ripercorriamo le giornate del 10, 11 e 12 giugno scorso.
Venerdì 10 giugno, presentazione Campi Scuola, dopo l'aperitivo in “grigio verde” di benvenuto e un paio di cante iniziali eseguite dai Cantori della Tradizione, il Coordinatore Nazionale della Protezione Civile A.N.A l'ingegnere Andrea Da Broi, ha illustrato i Campi Scuola Ana, rivolti ai ragazzi dai 16 ai 25 anni con il motto: mettere il Noi prima dell'Io, un'iniziativa che anno dopo anno cresce ed è sempre più partecipata.
I Campi Scuola Ana, hanno la durata di 15 giorni e i ragazzi che vi partecipano, possono scegliere tra 12 campi base dislocati in tutto il territorio nazionale come a Linguaglossa in Sicilia, o all'Aquila, sino ai più vicini Merano, Bassano o Feltre. Si tratta di condividere, descriveva Da Broi, un'esperienza con ragazzi della stessa età, che vengono suddivisi in gruppi, dove non prevale l'abilità del singolo ma la capacità di procedere assieme; è un modo per collaborare, sostenersi, crescere. Attraverso prove reali, i ragazzi dei Campi Scuola Ana, hanno conosciuto le attività della Protezione Civile e pratiche di Primo Soccorso, si sono cimentati con le discipline della montagna ed incontrato le Truppe Alpine.
Coadiuvato da una proiezione, Da Broi, ha mostrato lo svolgimento della giornata tipo dei ragazzi e l'intervista ad alcuni di essi, entusiasti dell'esperienza vissuta.
È poi intervenuto il Generale di Brigata Stefano Fregona, testimoniando, quale organizzatore per molti anni dei Campi Scuola Ana, la valenza di tale opportunità per i ragazzi, volta a maturare e a condividere l'esperienza nel rispetto degli altri. In un secondo filmato, si visionava l'addestramento, le attività e i mezzi dell'attuale Esercito che opera in montagna.
Oggi, lo strumento militare, passato da leva a professionale, ha un assetto numerico più contenuto ma professionalmente più moderno ed adeguato. Nella proiezione, infatti, si vede come, operare oggi in montagna sia una specializzazione a 360 gradi che va' da interventi su terreni impervi e con clima sfavorevole, operando in campo internazionale, o di Soccorso Alpino, sino al servizio di Meteomont. Due ragazzi, Emiliano Rossi e Margherita Lorenzet, hanno ascoltato gli interventi e visionato i filmati con attenzione, incuriositi per tutto ciò che riguardava l'iniziativa perché in procinto di parteciparvi ma spronati dalla testimonianza di Marco Villanova che ha preso parte gli anni scorsi in qualità di istruttore ai Campi Scuola Ana. Hanno allietato il momento conviviale conclusivo, i canti alpini e della nostra tradizione popolare, dei Cantori da Filò. La bella e riuscita serata è stata concertata da Nicola Stefani.
I Campi Scuola Ana, hanno la durata di 15 giorni e i ragazzi che vi partecipano, possono scegliere tra 12 campi base dislocati in tutto il territorio nazionale come a Linguaglossa in Sicilia, o all'Aquila, sino ai più vicini Merano, Bassano o Feltre. Si tratta di condividere, descriveva Da Broi, un'esperienza con ragazzi della stessa età, che vengono suddivisi in gruppi, dove non prevale l'abilità del singolo ma la capacità di procedere assieme; è un modo per collaborare, sostenersi, crescere. Attraverso prove reali, i ragazzi dei Campi Scuola Ana, hanno conosciuto le attività della Protezione Civile e pratiche di Primo Soccorso, si sono cimentati con le discipline della montagna ed incontrato le Truppe Alpine.
Coadiuvato da una proiezione, Da Broi, ha mostrato lo svolgimento della giornata tipo dei ragazzi e l'intervista ad alcuni di essi, entusiasti dell'esperienza vissuta.
È poi intervenuto il Generale di Brigata Stefano Fregona, testimoniando, quale organizzatore per molti anni dei Campi Scuola Ana, la valenza di tale opportunità per i ragazzi, volta a maturare e a condividere l'esperienza nel rispetto degli altri. In un secondo filmato, si visionava l'addestramento, le attività e i mezzi dell'attuale Esercito che opera in montagna.
Oggi, lo strumento militare, passato da leva a professionale, ha un assetto numerico più contenuto ma professionalmente più moderno ed adeguato. Nella proiezione, infatti, si vede come, operare oggi in montagna sia una specializzazione a 360 gradi che va' da interventi su terreni impervi e con clima sfavorevole, operando in campo internazionale, o di Soccorso Alpino, sino al servizio di Meteomont. Due ragazzi, Emiliano Rossi e Margherita Lorenzet, hanno ascoltato gli interventi e visionato i filmati con attenzione, incuriositi per tutto ciò che riguardava l'iniziativa perché in procinto di parteciparvi ma spronati dalla testimonianza di Marco Villanova che ha preso parte gli anni scorsi in qualità di istruttore ai Campi Scuola Ana. Hanno allietato il momento conviviale conclusivo, i canti alpini e della nostra tradizione popolare, dei Cantori da Filò. La bella e riuscita serata è stata concertata da Nicola Stefani.
Sabato 11 giugno, protagonista della seconda giornata dei festeggiamenti del Gruppo, è stata la nostra Sede, aperta a tutti, alpini e compaesani che numerosi sono affluiti a visitarla, in ogni locale era presente uno o più pannelli con diverse foto che documentavano i lavori svolti e permettevano un confronto di com'era e com'è diventata la stanza. Dinnanzi a certe foto, lo stupore dei visitatori per la trasformazione del locale e per il risultato ottenuto, appagava delle tante ore, delle tante fatiche, dedicate alla Sede, un risultato reso possibile dalla coralità delle Penne Nere di Barbisano e alle numerose persone che a vario titolo hanno collaborato per rendere meravigliosa la nostra Casa Alpina.
È stata una sfida, e soprattutto quando l'impresa sembra ardua, emerge il carattere e la tenacia degli alpini nel portare a compimento quanto prefigurato. Una sfida, consolidare parte dell'edificio, donato dal Sig. Filiberto Fornasier (Ennio) ed eredi, rifare completamente il tetto (in procinto di cedere a causa di infiltrazioni d'acqua), valutare la collocazione storica dell'edificio nel contesto globale del borgo, togliendo il cupo color grigio piombo a favore di una tinteggiatura color ocra scuro, preservare stipiti e nicchie per lucerne.
Ma è sicuramente l'inaspettato ritrovamento dell'arco del 1700 a suscitare maggior curiosità e stupore. Si tratta, senza dubbio di un materiale “di spoglio” cioè recuperato da altra struttura edilizia che non è dato sapere dove fosse (e probabilmente non lo sapremo mai con certezza) ma sicuramente di carattere religioso. Nella scritta in latino, riportata nell'arco si legge “Quantum potes tantum aude” ovvero “Osa tanto quanto puoi” (fai il possibile, metticela tutta) nei confronti del dogma della transustanziazione, cioè della trasformazione del corpo di Cristo in pane ed il sangue un vino. “Quantum potes, tantum aude: quia maior omni laude, nec laudare sufficis”, recita il versetto tratto dal salmo Lauda Sion Salvatorem di San Tommaso d'Aquino che la compose attorno al 1264 e che oggi leggiamo in parte nell'arco ritrovato; evidenziamo che Quantum è scolpito senza N, però è presente la lineetta di abbreviazione. Alla sommità dell'arco la sigla T.P significa Tempus Posuit, riferito all'anno di posa, il 1703 (l'ultima cifra è in parte scalfita ma si intuisce il 3 finale). Immaginiamo lo stupore, dei soci Franco e Graziano che in fase di rifacimento intonaco esterno Sede, hanno intuito la presenta di tale manufatto, preservandolo e renderlo fruibile a tutti; un valore storico che rende la nostra Sede unica.
È stata una sfida, e soprattutto quando l'impresa sembra ardua, emerge il carattere e la tenacia degli alpini nel portare a compimento quanto prefigurato. Una sfida, consolidare parte dell'edificio, donato dal Sig. Filiberto Fornasier (Ennio) ed eredi, rifare completamente il tetto (in procinto di cedere a causa di infiltrazioni d'acqua), valutare la collocazione storica dell'edificio nel contesto globale del borgo, togliendo il cupo color grigio piombo a favore di una tinteggiatura color ocra scuro, preservare stipiti e nicchie per lucerne.
Ma è sicuramente l'inaspettato ritrovamento dell'arco del 1700 a suscitare maggior curiosità e stupore. Si tratta, senza dubbio di un materiale “di spoglio” cioè recuperato da altra struttura edilizia che non è dato sapere dove fosse (e probabilmente non lo sapremo mai con certezza) ma sicuramente di carattere religioso. Nella scritta in latino, riportata nell'arco si legge “Quantum potes tantum aude” ovvero “Osa tanto quanto puoi” (fai il possibile, metticela tutta) nei confronti del dogma della transustanziazione, cioè della trasformazione del corpo di Cristo in pane ed il sangue un vino. “Quantum potes, tantum aude: quia maior omni laude, nec laudare sufficis”, recita il versetto tratto dal salmo Lauda Sion Salvatorem di San Tommaso d'Aquino che la compose attorno al 1264 e che oggi leggiamo in parte nell'arco ritrovato; evidenziamo che Quantum è scolpito senza N, però è presente la lineetta di abbreviazione. Alla sommità dell'arco la sigla T.P significa Tempus Posuit, riferito all'anno di posa, il 1703 (l'ultima cifra è in parte scalfita ma si intuisce il 3 finale). Immaginiamo lo stupore, dei soci Franco e Graziano che in fase di rifacimento intonaco esterno Sede, hanno intuito la presenta di tale manufatto, preservandolo e renderlo fruibile a tutti; un valore storico che rende la nostra Sede unica.
Nell'area dinnanzi la nostra Casa Alpina, sabato 11 giugno, la Sezione di Conegliano, attraverso la Protezione Civile Alpina, ha esposto un modellino di come viene organizzato un campo emergenza in caso di calamità ed elencato i numerosi interventi svolti dopo terremoti, alluvioni e dissesti geologici. Anche il Museo Alpino di Conegliano, ha messo in mostra diversi preziosi cimeli della Grande Guerra e non solo, incuriosendo e coinvolgendo gli ospiti, infine il Gruppo Sportivo della Sezione, attraverso filmati e attrezzature sportive esposte, raccontava le tante gare e ottimi piazzamenti ottenuti nelle manifestazioni sportive alpine. La prossima manifestazione sportiva, il 3° Trofeo Sezionale Ana Memorial Bressan-Cenedese, Marcia di regolarità, si terrà a Barbisano il 25 settembre 2022 con un suggestivo percorso di 12 km sulle colline tra Barbisano e Collalto con partenza e arrivo dalla Sede Alpini Barbisano. La serata di sabato 11 giugno, prevedeva l'apericena in “grigio verde” allietata dalla chitarra di Nicola Boattin e la fisarmonica suonata da Lorenzo Villanova.
Intorno alle ore 23,00 dal buio è sbucata, preceduta dalle note musicali, l'omaggio che alcuni congedati della Fanfara Julia ha riservato al nostro Gruppo, rendendo unica la serata.
Domenica 12 giugno, celebrazione ufficiale, i Vessilli delle Sezioni di Conegliano, Treviso, Vittorio Veneto, Valdobbiadene, Bergamo ed Alessandria, i numerosi Gagliardetti della nostra Sezione e di Gruppi Alpini nostri amici, il Gonfalone della Città di Pieve di Soligo, il Comandante Carabinieri di Pieve di Soligo Bosco Alberto, numerosi Stendardi delle associazioni, quali AVIS, AIDO Artiglieri D'Italia Sezione di Pieve di Soligo, l'associazione Paracadutisti d'Italia Sezione di Santa Lucia di Piave, Associazione Aeronautica Nucleo Quartier del Piave, la Protezione Civile Alpina della Sezione, uniti ai numerosi alpini ed ospiti, dopo l'alza bandiera e deposizione corona floreale ai Caduti, presso il monumento dinnanzi alla Scuola Primaria, hanno formato un corteo lungo Via Kennedy per confluire al piazzale della Sede dov'è stata celebrata la Santa Messa “al campo”. Nell'omelia, il cappellano sezionale Don Stefano Sitta, ha citato Papa Francesco, che incoraggia gli alpini a rimanere una grande Famiglia che opera per la solidarietà, e il bene della Comunità, valorizzando le proprie radici e il proprio passato ma con lo sguardo rivolto al futuro. La Corale di Barbisano ha accompagnato la Santa Messa con canti, tra cui l'ultimo dedicato a noi alpini: Stelutis Alpinis. La cerimonia è proseguita con la benedizione del nuovo Gagliardetto e della Sede, con il taglio del nastro effettuato dal Capogruppo Calderari Bruno e la piccola Gerlin Corinne che cinque anni fa, ha ricevuto il battesimo lo stesso giorno in cui il Gruppo ha festeggiato i cinquantacinque anni di fondazione.
Gli interventi delle autorità sono iniziati con il discorso del nostro Capogruppo Bruno dando il benvenuto a tutti i convenuti al Raduno Sezionale ringraziandoli della presenza e ha sottolineato l'impegno degli alpini del Gruppo nel ristrutturare la Sede e ricordato gli alpini andati avanti e il lavoro svolto in questi sessant'anni. Ha poi preso la parola il Sindaco della Città di Pieve di Soligo, Soldan Stefano ricordando la proficua collaborazione con l'Amministrazione Comunale e si è complimentato per la bella ristrutturazione della Sede. Nell'intervento del Consigliere Regionale Villanova Alberto in evidenza è stato messo il radicato rapporto del Gruppo con il territorio, apprezzato soprattutto nel salvaguardare le nostre radici e tradizioni.
“Un piccolo Gruppo ma dal cuore grande” con queste parole il nostro Presidente Sezionale Dorigo Gino, ha sintetizzato l'operosità instancabile degli alpini di Barbisano.
Infine, ha preso la parola il Comandante del glorioso 8° reggimento Alpini, il Colonnello Colussi David, che si è commosso mentre è stata eseguita Stelutis Alpinis ed ha elogiato la scelta della Santa Messa “al campo” proprio davanti alla Sede, quasi un ritrovo in un cortile di una casa colonica, atmosfera raccolta, intima, un raduno familiare. Ricomposto il corteo, abbiamo sfilato in una cornice di tricolori e sulle note della Fanfara Alpina di Conegliano sino al cimitero, dove è avvenuta la deposizione di un omaggio floreale in ricordo di tutti gli alpini che non ci sono più ma che hanno contribuito a far “vivere” il Gruppo nei sessant'anni di vita. Presso l'area verde, ci attendeva un rancio alpino dal menù importante, come importante è stata per gli alpini di Barbisano questa festa di compleanno.
Un ringraziamento speciale al Gruppo Barbisano (festa della Birra), alle mamme della Scuola dell'Infanzia, ai cuochi Massimo e Renato, per la preziosa collaborazione.
Con l'ammaina bandiera alle ore 18,00 si è conclusa la tre giorni di festa, tre giorni intensi di grande e profonda amicizia alpina.