1998 Bibano-Godega: Il vescovo Alfredo a San Bartolomeo
Attività
GRUPPO BIBANO-GODEGA
Il nuovo Vescovo di Vittorio Veneto Mons. Alfredo Magarotto, ha fatto visita alla restaurata Chiesetta campestre di San Bartolomeo a Bibano di Sotto.
Fiamme Verdi Dicembre 1998
Giornata importante e densa di soddisfazioni
Lunedì 24 Agosto 1998
Ad un anno esatto dall'inaugurazione, coronata allora da una grande e festosa festa alpina, il nuovo Vescovo di Vittorio Veneto Mons. Alfredo Magarotto, accogliendo l'invito del Parroco Don Battista, ha fatto visita alla restaurata Chiesetta campestre di San Bartolomeo a Bibano di Sotto.
Chiesetta di San Bartolomeo
Un'operazione alquanto complessa ed articolata che, a cavallo tra il 1996 ed il 1997, ha richiesto 14 mesi di pressante lavoro per un totale di quasi 3.500 ore di manodopera , tra volontariato qualificato e generico, ma che ha permesso di salvare San Bartolomeo da un'ingloriosa fine, vista la precarietà delle strutture ormai al limite del crollo .
Il primo nucleo dell'antica chiesetta, di cui troviamo traccia in atti storici del XII secolo, fu probabilmente eretto da una piccola comunità di contadini liberi (cioè emancipati dalla servitù della gleba esposta dal feudatario) che in pieno Medio Evo si lanciarono alla conquista dei terreni incolti, bonificando e dissodando vaste aree boschive, drenando quelle acquitrinose e paludose, bilanciando l'economia agricola e sociale dell'intera zona .
La struttura odierna è il risultato di ritocchi ed ampliamenti fatti nel corso del secoli. L'ultimo significativo intervento porta la data nel 1756, come si evince dal graffito trovato casualmente ai lati dell'altare.
Da allora la chiesetta, essendo in posizione decentrata rispetto alle principali vie di comunicazione di Bibano, viene lentamente dimenticata ed il culto di San Bartolomeo rinnovato solo una volta l'anno.
Così, abbandonato a se stesso e privato delle periodiche manutenzioni, l'edificio si venne a trovare ormai al limite del collassamento quando il nostro gruppo ne decise il radicale restauro.
Con il ritorno ad un decoro ottimale di uno dei simboli locali più caratteristici della religiosità popolare, gli Alpini hanno voluto riallacciare il legame storico con il proprio passato e ricucire cosi quelle invisibili trame che indissolubilmente legano tutti noi alle fonti della nostra fede, della nostra cultura e dell'attuale emancipazione sociale ed economica.
E proprio questa valenza ha voluto sottolineare il Vescovo con la sua visita (anzi la prima che un alto prelato abbia mai fatto) a San Bartolomeo, celebrandovi poi una messa solenne coadiuvato dai parroci di Bibano e Pianzano, Don Battista e Don Sisto, dal preside del collegio Dante di Vittorio Veneto Don Gino Buttazzi e dall'allora diacono Don Andrea che da tempo opera nell'unità pastorale di Godega.
Ad accogliere Mons. Magarotto vi erano tanti Alpini del gruppo, particolarmente commossi ed orgogliosi, soprattutto coloro che sono stati gli artefici più attivi del restauro.
Un lavoro che ora si rispecchia e si esalta nella sobrietà delle linee architettoniche tardo romaniche dell'edificio dal caratteristico piccolo campanile a vela. Stringendo loro le mani, il Vescovo ha avuto per ognuno una parola di elogio e di ammirazione per il risultato ottenuto.
Presenti vi erano, inoltre, il neo Presidente della Provincia Dott. Luca Zaia che abita proprio a pochi passi da San Bartolomeo , il Sindaco di Godega Andrea Peruch e diversi amministratori civici che hanno voluto così onorare e gratificare il meticoloso ruolo che gli Alpini di Bibano-Godega hanno ricoperto in questa iniziativa mirata a valorizzare uno dei siti ambientali più caratteristici ed intatti della zona delle risorgive.
Una grande e composta cornice di fedeli ha seguito la cerimonia religiosa accompagnata dal coro parrocchiale con l'esecuzione di inni sacri in gregoriano ("la musica degli angeli" come l'ha definita il Vescovo) mentre le prime ombre della sera giocavano a rincorrersi ed a fondersi con gli ultimi raggi solari, disegnando suggestivi riverberi di luce nelle tremule acque del laghetto antistante.
Nell'omelia, Mons. Magarotto ha ringraziato gli Alpini e quanti hanno contribuito alla rinascita della chiesetta, per aver risollevato il culto di San Bartolomeo ad un livello degno della sua tradizione storica (il santo era particolarmente venerato nelle zone umide, paludose e ricche d'acqua) e dell'affetto che la gente del luogo ha sempre nutrito verso la sua figura.
Ha poi sottolineato come le molteplici iniziative degli Alpini nel variegato campo della solidarietà, del volontariato e dell'impegno civile si pongano come un esempio altamente positivo non solo per le più giovani generazioni, sempre più aride di sani valori ideali e , per contro, ammaliate da falsi miraggi, ma anche per l'intera società attuale sempre più distratta ed insensibile verso le problematiche altrui.
"Gravissima perdita sarebbe - ha concluso il Vescovo - se questi slanci morali andassero perduti e se ognuno si richiudesse nel proprio egoistico particolare".
Dopo la messa, la cerimonia è proseguita sul sagrato della chiesetta dove il Sindaco ha scoperto una lapide in marmo che suggellerà nel tempo l'opera prestigiosa degli Alpini di Bibano-Godega.
Dopo le foto di gruppo, le autorità convenute e gli ospiti hanno visitato una piccola ma significativa mostra fotografica curata dal Dott. Sbrojavacca che illustrava la storia della Chiesetta negli ultimi decenni, rimarcandone il preoccupante degrado, per poi ripercorrere tutte le fasi del restauro, dalle fondamenta al tetto.
Infine, come da tradizione, la serata si è conclusa con un lauto rinfresco allestito per tutti dalla famiglia Brunetta.
Ma "l'operazione San Bartolomeo" non è la sola che onora il gruppo. Proprio in questo periodo, i soci Pietro Giusti, Domenico Ros e Giuseppe Dall'Ava (mentre altri sono in lista d'attesa smaniosi di portare il loro contributo) hanno partecipato alle prime fasi del "progetto S. Quirico" di Assisi coordinato dalle sezioni di Conegliano e Vittorio Veneto.
Il progetto consiste nel restauro dell'antico convento delle suore clarisse di Assisi, costrette dal terremoto del 1997 a sfollare in altra sede.
In questo modo, oltre a contributi diretti in denaro, il direttivo del gruppo ha voluto essere presente ed in prima linea in seno alle complesse operazioni di aiuto e di soccorso alle comunità umbre sconvolte dal sisma e che ancor oggi si dibattono tra mille difficoltà, ingarbugliati iter burocratici e ritardi vergognosi nega ricostruzione.
Tramite questa pubblicazione, le 31 suore clarisse di Assisi, beneficiarie dell'intervento, vogliono pertanto ringraziare tutti coloro che generosamente, con offerte di denaro e di manodopera, hanno contribuito alla realizzazione del loro prossimo rientro ed alla riapertura del loro antico monastero per opere di accoglienza.
Infatti, grande è da sempre l'attenzione delle suore clarisse per tutti coloro che bussano alla loro porta: barboni, disperati, ragazze-madri, giovani in difficoltà, persone vogliose di immergersi nel silenzio e nell'ascesa alla ricerca di un nuovo cammino di spiritualità.
In particolare durante la II guerra mondiale, quando sull'Italia si abbatté la ferocia nazista, il convento accolse e salvò centinaia di persone ricercate dalle SS e dai fascisti: perseguitati politici, partigiani e soprattutto ebrei che evitarono così la deportazione nei campi di sterminio.
Umili suore capaci di gesti coraggiosi che ora chiedono il nostro aiuto. Esse hanno bussato alla nostra porta, e noi abbiamo risposto!
L'attività del gruppo, inoltre, quest'anno si é concretizzata in altre iniziative di carattere socio-ricreativo:
- a Maggio: la grandiosa adunata nazionale a Padova che ci ha visti presenti in numero elevato in un clima di grande festa collettiva;
- a Luglio: la gita sociale di Aquileja, Redipuglia ed Osoppo (240 partecipanti) sui luoghi della grande guerra nell'80° Anniversario della Vittoria;
- a Ottobre: il pranzo sociale (260 convenuti) negli accoglienti spazi della Fiera di Godega;
- a Novembre: la partecipazione ai festeggiamenti di Salvatoronda in onore alla Madonna della Salute, la cui chiesetta fu restaurata proprio dagli Alpini una decina d'anni fa, con sfilata alpina al seguito della fanfara sezionale.
Appuntamenti, questi ultimi, finalizzati ad accrescere e cementare i vincoli di amicizia e di aggregazione tra i soci e l'intera cittadinanza, proprio nello spirito vero e genuino che sta alla base dell'essere Alpino oggi!
Giorgio Visentin
1998: Visita pastorale del vescovo Magarotto
Foto di gruppo con il vescovo, mons. Alfredo Magarotto, il presidente della provincia, dott. Luca Zaia e il sindaco Andrea Peruch