2021 Bibano-Godega: San Bartolomeo
Attività
GRUPPO BIBANO-GODEGA
San Bartolomeo 2021
Fiamme Verdi Dicembre 2021 di Giorgio VisentinGiornata memorabile e da incorniciare, quella del 24 agosto, per l’intera
comunità godeghese
Proprio in concomitanza della consolidata e tradizionale festa alpina di San
Bartolomeo a Bibano di Sotto (semplicemente San Bórtol per gli amici), è stato
riaperto il suggestivo percorso naturalistico su passerelle lignee, “foss, rivai
e zhiese” a lato delle risorgive della Zigana, che porta all’antica chiesetta.
Il transito pubblico, inaugurato nel 2000 in presenza dell’allora giovane neo
presidente provinciale Luca Zaia e del nostro compianto presidente sezionale
Paolo Gai, da alcuni anni era stato interdetto causa il pericoloso
deterioramento del materiale impiegato, divenuto ormai marcescente. Un
ripristino, tanto richiesto e atteso dalla popolazione, voluto
dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Paola Guzzo, per un impegno
economico complessivo di circa 90 mila euro.
La cerimonia, per ovvi motivi
organizzativi connessi alla pandemia Covid, è stata programmata in due momenti
distinti: amministrativo e religioso.
Il primo si è quindi incentrato sul taglio
del nastro del manufatto, alla presenza delle più alte autorità civili del
territorio, in particolare il governatore del Veneto Luca Zaia, bibanese e
cresciuto proprio all’ombra di San Bórtol, il presidente della Provincia Stefano
Marcon, il sindaco di Godega Paola Guzzo e tanti altri esponenti del mondo
politico locale.
l secondo, invece, si è articolato sul ricordo commosso degli
alpini del Gruppo “andati avanti” con la partecipazione della Sezione di
Conegliano nella figura del presidente Gino Dorigo, del comandante del 3° Art.
Mont. col. Romeo Tomassetti, accompagnato dal maresciallo Mian suo Aiutante di
Battaglia, e del comandante emerito gen. Antonino Inturri. La parte iniziale ha
visto la formazione del corteo, in testa il gonfalone comunale seguito dai
vessilli delle Sezioni di Conegliano, Pordenone e Gemona, dai tanti gagliardetti
intervenuti, da un centinaio di alpini composti e inquadrati, a chiudere infine
la comunità di fedeli e cittadini. Il tutto sotto l’attenta predisposizione del
capogruppo, per l’occasione anche cerimoniere, Christian Diana mentre Giorgio
Visentin fungeva da speaker della cerimonia. Il sindaco Paola Guzzo,
visibilmente emozionata, ha tratteggiato brevemente la storia delle passerelle
annunciando che il percorso naturalistico ciclo-pedonale di San Bartolomeo ora è
riconosciuto nel territorio delle Colline del Prosecco, patrimonio universale
dell’Unesco. Inoltre ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alla sua
realizzazione, quali la Regione e un anonimo benefattore, le famiglie Brunetta e
Lisetto, mentre agli alpini del Gruppo ha rivolto un plauso per la costante
manutenzione dell’area.
Nel suo intervento, il presidente Luca Zaia ha ricordato
i momenti della sua giovinezza quando attorno alla chiesetta si svolgeva una sagretta con l’inconfondibile profumo di fragranti spumiglie e la spensieratezza
di semplici giochi paesani. E proprio con questo spirito alla fine della
cerimonia sono state distribuite a tutti i presenti, a cura
dell’Amministrazione, confezioni di spumiglie quasi a voler riannodare le
sottili trame che legano tutti noi al nostro passato e alle nostre radicate
tradizioni popolari e religiose. Dopo le orazioni ufficiali si è proceduto alla
benedizione delle passerelle da parte di don Alessio Magoga, parroco dell’Unità
Pastorale, direttore del settimanale diocesano L’Azione, nonché “teologo,
filosofo e poeta” e al rituale taglio del nastro.
Quindi l’ordinato corteo si è
snodato alla volta dell’antica chiesetta di San Bartolomeo, solitaria gemma di
storia e d’arte immersa nel verde e ricamata dai riverberi opalescenti delle
acque circostanti.
La chiesetta di origini medievali, riportata all’antico
splendore dal volontariato alpino, custodisce al suo interno un pregevole
affresco rinascimentale “Madonna in trono con Santi”, finissima opera attribuita
a Francesco da Milano o a Pellegrino da San Daniele. Per questo fin dal 1997,
anno della riconsegna alla comunità, essa è diventata l’ideale luogo di culto
dove gli alpini di Bibano- Godega tutti gli anni ricordano gli amici che hanno
“posato lo zaino a terra per salire più spediti e leggeri verso la montagna di
Cantore, attesi da nostro Signore delle Cime per ricevere il meritato premio
eterno”. In particolare, il capogruppo Diana ha rivolto un commosso pensiero
agli amici che ci hanno lasciato da poco: Francesco Feltrin e Dante Battistuzzi.
Nel raccolto sagrato gremito di fedeli si è quindi celebrata la Santa Messa in
onore dell’Apostolo. Durante l’omelia, l’officiante ha invitato i tanti
convenuti ad affrontare il futuro, pur in questo periodo contrassegnato da tante
incertezze legate alla prolungata pandemia, con “sguardo illuminato dalla
speranza cristiana e sostenuto da un responsabile impegno individuale”. È
toccato poi al capogruppo Christian Diana portare il saluto dei suoi alpini,
ricordando la loro pronta e fattiva presenza nel tessuto comunitario. Una
disponibilità sempre manifestata in prima linea anche nelle iniziative
sezionali, ruolo confermato dal presidente Gino Dorigo che ha affermato come il
gruppo Bibano-Godega si distingua in ogni frangente tra i più attivi della
Sezione di Conegliano.
L’artigliere alpino Guido Da Re, deceduto nel sisma del
1976, è stato ricordato da Flavia Verrilli, assessore di Gemona, figlia
dell’indimenticabile Giuseppina, anima dell’Associazione che tiene viva la
fiamma della memoria dei giovani alpini deceduti allora nel rovinoso crollo
della caserma Goi di Gemona del Friuli. Alta e oltremodo qualificata la presenza
dei rappresentanti del 3° Artiglieria da Montagna nelle figure del Gen. Antonino
Inturri che ha ricordato la missione del Reggimento ad Herat, in Afghanistan, e
dell’attuale Comandante, Col. Romeo Tomassetti il quale ha sottolineato i forti
legami che uniscono il suo reparto, nello specifico le gloriose Batterie del
Conegliano, al nostro territorio, storico bacino di reclutamento e da sempre
culla di fieri montagnini.
Interventi molto apprezzati ed applauditi, segno di
una comunità viva, affiatata e unita nella stima verso gli alpini e le loro
idealità di impegno solidale, di rispetto verso il passato, di amore e umile
servizio per il proprio territorio.
Poi la tromba dà l’attenti e le struggenti
note del Silenzio si spargono dolci e lievi ad attanagliare nella commozione i
cuori dei presenti, raccolti in silente e reverente preghiera. La cerimonia
volge al termine, si sciolgono tra calorosi saluti gli ultimi capannelli, tutta
l’area lentamente si svuota mentre ormai s’allungano le ombre del crepuscolo e
dal laghetto s’alzano delicati aloni vaporosi.
Alcuni alpini sollevano con
precauzione la statua lignea di San Bartolomeo, esposta per l’occasione alla
pubblica devozione sul sagrato, e la ricollocano all’interno della chiesetta,
davanti l’altare.
Prima di chiudere il portoncino si getta tutt’intorno l’ultimo
sguardo per controllare che tutto sia in ordine… nella penombra la mano alzata
dell’Apostolo sembra quasi un solenne gesto benedicente, un discreto saluto
riconoscente per tanto affetto, un tacito arrivederci al prossimo anno per una
nuova grande festa alpina.
Il capogruppo con il governatore Zaia e il trombettiere
L'aiutante Mian, il gen. Inturri, il Col. Comandante Tommasetti, il governatore
Zaia