2011 Codognè: Un alpino in armi alla cena sociale
Attività
GRUPPO CODOGNE'
“Un alpino in armi alla cena sociale”
Fiamme Verdi Maggio 2011
Sabato 26 febbraio 2011, quasi 250 persone tra soci, amici e simpatizzanti, con varie autorità locali civili, religiose, militari, insieme ai vertici ANA della Sezione di Conegliano, hanno partecipato alla tradizionale “cena sociale” del Gruppo Alpini Codognè, che si è svolta in un noto ristorante locale.
Il convegno per l’apertura dell’anno sociale 2011 è iniziato come sempre con la S. Messa in suffragio di tutti i soci defunti, celebrata dal nostro parroco-alpino don Stefano Sitta.
Ad impreziosire l’appuntamento di quest’anno, la gradita presenza di un alpino in armi il caporale Giovanni Giacomazzi, fuciliere della 66ª compagnia, del 7° alpini di stanza alla caserma Salsa di Belluno, rientrato recentemente dalla missione di pace in Afghanistan.
Un “bocia” di 21 anni da Cimadolmo che come altri giovani ha deciso di arruolarsi volontario nel corpo degli Alpini, al servizio della Patria in forma diversa da quanti l’hanno fatto con la cartolina di leva, ma animato dagli stessi ideali e valori che hanno contraddistinto i nostri “veci”.
Pensiamo che a quella età bisogna avere una buona dose di coraggio per partire volontario, anche se preparato,anche se retribuito, ma consapevole che in cambio ti possono togliere la vita e non è una ipotesi lontana, visto i suoi commilitoni che dalle missioni son tornati in Patria, nelle bare.
Li portiamo tutti nel cuore e speriamo che quel Tricolore che sventola lontano, protegga ogni figlio d’Italia fino al suo ritorno.
Nel suo intervento il sindaco di Codognè, avv. Roberto Bet ha espresso al giovane alpino, sentimenti di apprezzamento e gratitudine per questa sua scelta di vita e per aver partecipato alla missione di pace in Afghanistan, compito difficile e rischioso, portato a termine con grande senso del dovere e professionalità, orgoglio per gli alpini, per le istituzioni e per tutti noi italiani, che vediamo in questi nostri giovani la migliore espressione dell’Italia, cioè manifestarsi non come forza occupante, ma come interlocutori di riferimento, alla ricerca di una pacifica soluzione delle divergenze.
Visibilmente emozionato e grato per queste dimostrazioni di stima e affetto il “bocia”Giovanni ha motivato le ragioni della sua scelta di vita e raccontato anche alcuni particolari della recente missione in Afghanistan, ma soddisfatto di essere utile per una giusta causa sia pur con i suoi rischi e pericoli.
Ha poi ricordato i compagni che hanno perduto la vita in questi compiti di pace, svolti in una terra dove vita e morte hanno lo stesso valore, dove l’odio e l’intolleranza sono radicate negli animi, ma con la ferma convinzione che un mondo senza guerre ed ingiustizie, sia pur sempre un traguardo possibile da raggiungere.
A sottolineare questa certezza gli si sono affiancati in un abbraccio anche i nostri “veci” presenti, Evaristo Barazza ed Egidio Pin, che ne avevano pieno titolo, essendo reduci di Grecia e Russia, rappresentanti di quel tragico passato,che si confronta con il duro presente ma sperando in un sereno futuro.
Agli alpini e a quanti ne condividono i valori va l’appello di cogliere questa sfida, per stimolare il risveglio delle coscienze, l’amor di Patria, il dialogo costruttivo per il bene comune, ed essere quindi parte viva di un Italia migliore.
Angelo Tonon