1973 Colfosco: Raduno per il 15° anniversario - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

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1973 Colfosco: Raduno per il 15° anniversario

Attività
GRUPPO COLFOSCO
RADUNO PER IL 15° DI FONDAZIONE

Fiamme Verdi Gennaio 1974

Il Gruppo di Colfosco, retto dall’esemplare Capo Gruppo Cav. Trentin - il «Padre dei Poveri » per la sua proverbiale generosità ha festeggiato l’inizio del secondo Centenario delle truppe alpine e il 15° Anniversario di fondazione,
Il Gruppo non ha tante pretese; è modesto, tranquillo, ma quando suona l’adunata non scherza. Dal Capo Gruppo,
Consiglieri, all’ultimo alpino (in ordine alfabetico s’intende) sono tutti presenti; si rimboccano le maniche e fanno le cose sul serio, con bravura, serietà e impegno. Così è avvenuto domenica 27 maggio.
Pertanto, domenica adunata della Sezione a Colfosco, nel piazzale antistante la Chiesa, dove là bella mostra un chiosco tipo casetta tirolese montato su un automezzo e dove la distribuzione è completamente gratuita. Cosa si distribuiva? Avete fatto male a non venirci. Se foste stati presenti avreste ammirato con quale grazia e gentilezza certe carine e gentili fanciulle offrivano biscotti e dell’ottimo prosecco.
Allietava la festa la perfetta banda di Pederobba che si può dire ormai essere di casa nelle nostre manifestazioni.
Ore 9,15 ammassamento e sfilata per deporre al Monumento dei Caduti la corona che esprime il nostro doveroso
deferente pensiero. Un minuto di raccoglimento, mentre la banda suonava il Piave, poi ritorno per incontrarci con la popolazione nel piazzale del Cristo dell’Isonzo, ove è stato eretto l’altare per la celebrazione della Messa. Davanti all’enorme statua, viene deposta una corona per ricordare i Caduti civili del paese deceduti per cause belliche nella 1° e 2° guerra mondiale. La Messa viene celebrata dal Cappellano della Sezione Don Bepi che al Vangelo ha rivolto agli alpini brevi parole di saluto, di incitamento a volersi bene, a comprendersi ad amarsi, e portando infine a tutti i convenuti il pensiero auspicante del Vescovo di Vittorio Veneto.
Ultimato il suo dire, ha preso la parola Don Guido Frare Arciprete di Colfosco per ringraziare gli alpini della loro presenza e rivolgendo ad essi - lui che aveva visto e assistito purtroppo alle tragedie delle due guerre, nelle loro brutture e nei loro orrori - lui che la pensa come noi, che ha i nostri stessi sentimenti di biasimo per tutto ciò che in questi momenti corrode l’anima ed il cuore del nostro popolo - parole di fede, di fraternità, di tale amore per la nostra terra, per la nostra tormentata Patria, per il nostro tricolore, e di tale levatura patriottica e sentimentale, di gratitudine verso i nostri Caduti, che se non fosse per il ritegno e rispetto che incuteva la cerimonia e il monumento, i nostri alpini gli avrebbero battuto le mani.
Ultimata la Messa, sotto la statua del Cristo dell’Isonzo, si porta l’oratore ufficiale della cerimonia, il Ten. Col. Piasenti, che rivolge ai presenti le seguenti parole:
«Vi porto il pensiero ed il saluto del Presidente la Sezione Comm. Curto, che purtroppo ancora indisposto si rammarica non poter essere oggi presente in mezzo a Voi.
Dissi una volta, in occasione di analogo raduno, che noi alpini portiamo nei nostri paesi il tricolore e non ci peritiamo di mostrare a tutti i nostri sentimenti di attaccamento al dovere ed ai valori dello spirito. Abbiamo sempre fatto il nome di Patria perché questa è la nostra politica e l’Italia è il nostro partito.
In queste due parole è compendiato tutto il nostro amore per la terra che ci ha dato i natali, è compresa tutta la storia della nostra millenaria civiltà, tutte le vicende liete e tristi del nostro paese, il rispetto, stima e devozione per chi ha fatto olocausto della vita per l’onore della Bandiera, per l’impegno di una parola, per la fermezza di un ideale.
Davanti a questo monumento dedicato al Cristo dell’Isonzo, noi vediamo l’immagine della bontà Divina, stendere le sue braccia in un gesto di paterno abbraccio a tutti i soldati non solo dell’Isonzo, ma del Carso e del Piave che da qui si domina e comprendere in questo abbraccio anche le vittime civili di un conflitto che lente vite umane ha distolto all’affetto delle famiglie,
E come davanti a questa immagine noi ci fermiamo per celebrare con gli Alpini di Colfosco l’iniziato secondo Centenario delle truppe alpine e il 15°anniversario della fondazione del Gruppo, così sarebbe bene che tanti altri si fermassero per meditare sulle iscrizioni riportate e incise nei suoi quattro lati.
Dopo aver illustrato il significato delle dediche incise sui lati del monumento, l’oratore ha ricordato quanto il nostro linguaggio parli di pace, di fraternità, dì comprensione e di amore, e a tale proposito ha sottolineato l’apporto dito dagli alpini in occasione della catastrofe del Vajont e nelle numerose altre recenti calamità naturali; ha inoltre affermato che ciò costituisce la continuazione dell’esempio di sacrificio dato dalle Penne nere fin dall’epoca della fondazione, ed ha proseguito dicendo che a questi Stessi ideali gli alpini vogliono informare la loro partecipazione alla Vita democratica che vogliono realmente tale in un clima di libertà e di ordine. L’oratore ha poi così concluso:
Alpini, amici e commilitoni, in alto i cuori; davanti a quanto il mondo ci offre di brutto, di vergognoso e scandaloso, noi volgiamo lo sguardo ai nostri monti e respiriamo da questi la purezza dei nostri sentimenti, poiché nulla può soddisfare l’animo umano come la grandezza e l’armonia del creato,
Prima di consegnare alla Madrina del Gruppo di Colfosco, signora Trentin Maria vedova Zanco, l’attestato del centenario come Madrina e Vedova, consentite mi ancora due sole parole: Scriveva anni or sono il fondatore delle Truppe Alpine,
il Generale Perrucchetti: “Passeranno i secoli, scompariranno le iscrizioni monumentali, gli obelischi e gli archi, ma quelle rupi, nell’austero ammonimento dei siti che furono teatro a gesta gloriose, continueranno a ricordare quelle imprese, fino a che sia caro ed onorato il sangue versato per la Patria”».
Viene poi consegnato alla Madrine del Gruppo signora Trentin, vedova di un alpino, un quadro contenente la pergamena delle Madrine del Centenario.
Erano presenti l’avv. Travaini Vice Presidente la Sezione, il prof. Vallomy allora Consigliere Sezionale, il Ten. Col. Fragasso comandante la Sez. Staccata Artiglieria, il rag. Biscaro Segretario Comunale di Susegana in rappresentanza del Sindaco, il maresciallo dei Carabinieri Comandante la stazione di Susegana, il Presidente la Sez. Combattenti di Susegana cav. De Zan, il Presidente la Sez. Combattenti di Ponte Priula cav. Battistella, il sig. Menegon Presidente la Pro Loco di Susegana, il labaro della Sezione moltissimi gagliardetti dei nostri Gruppi.
La cerimonia pienamente riuscita a tutto merito degli organizzatori, ha riscosso l’entusiasmo e l’approvazione dei partecipanti.
AL.PI.
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