2005 Collalbrigo: 70 anni di penne nere
Attività
GRUPPO COLLALBRIGO
Penne nere: settant’anni a Collalbrigo
Fiamme Verdi Dicembre 2005
Ricordati i soci fondatori, i momenti più intensi dell’attività del Gruppo, la posa di una stele al Bosco delle Penne Mozze, la colletta alimentare e tante altre iniziative.
Interventi del Capogruppo Gianfranco Armellin, dell’Assessore Enzo Perin e del Presidente sezionale Antonio Daminato
Seguendo le orme di quanto fatto dalla nostra Sezione la cui eco, a due mesi di distanza, non s’è ancora spenta, il Gruppo Collalbrigo ha voluto festeggiare il 70° della sua costituzione.
Fermo restando che il responsabile primo di ogni cerimonia alpina è sempre il Capogruppo che, al fine di non essere distratto da altre incombenze, ha nominato un responsabile del coordinamento, ovvero il cerimoniere. La scelta è caduta sulla mia persona, incombenza che ho cercato di tradurre nel migliore dei modi come già per il 60°.
In quell’occasione rammentavo che c’era un posto nel Veneto, ad un tiro di schioppo dall’autostrada, dove era possibile fare un salto nel passato, dove gli unici rumori che si sentivano era l’eco della gente al lavoro sui campi ed il cinguettio degli uccelli: questa era COLLALBRIGO, la più piccola frazione dei coneglianese.
Inutile cercare occasioni diverse dalle passeggiate, dalla contemplazione della natura; questo microcosmo collinare è un’isola verde tanto diversa
che dalla pianura coneglianese, brulicante di case e fabbriche si stende poco distante; basta lasciare alle spalle l’abitato, fare qualche curva e da dietro le quinte di vigneti e faggeti si profila l’Arcipretale con il suo campanile e le poche case che la attorniano: qui ha sede il Gruppo Alpini Collalbrigo con i suoi 125 Soci che fa capo a Gianfranco Armellin attorniato da una schiera di validi collaboratori.
E’ qui che il Gruppo Collalbrigo ha voluto festeggiare i suoi 70 anni di costituzione il 18 e 19 giugno 2005.
Certo, festeggiare 70 anni di vita associativa non è cosa da poco, è un retaggio di storia e di tradizioni da rivivere in modo adeguato, non futile e passeggero.
Il 70° ha suggerito queste riflessioni ed è su questa base che al direttivo è nata l’idea di dare il via ai festeggiamenti con una rassegna corale. Non possedendo di una sala capiente e tantomeno di un teatro, Collalbrigo ha approfittato della disponibilità e comprensione del suo parroco che ha messo a loro disposizione l’arcipretale, che nulla v’era di dissacrante in una rassegna di cori.
La due giorni collalbrighese iniziava il sabato sera con l’esibizione del “Coro alpino di San Vendemiano” ed il “Coro Conegliano”. Superba l’esibizione delle cante accolte da scroscianti applausi dal pubblico presente nell’arcipretale.
Si è esibito per primo il Coro alpino, diretto dal m° Giacinto Feletto. Questo coro, nato nel maggio del ‘94, può essere ormai considerato un punto fermo all’interno della realtà associativa. Anche se di recente costituzione ha già praticato varie iniziative sfruttando tradizioni di altre compagini più illustri, calamitando la simpatia e l’attenzione del pubblico.
Gli ha fatto seguito il “Coro Conegliano” composto da elementi che hanno già maturato una lunga esperienza corale all’interno di altri gruppi presenti nel coneglianese. La passione per il canto e la volontà di crescere, dal punto di vista tecnico-vocale ed espressivo sta alimentando nel nuovo gruppo, formatosi all’inizio del 2005, il piacere di stare assieme e la volontà di inserirsi nel mondo della coralità, con serietà e determinazione sotto la guida del m° Diego Tomasi, già noto nell’ambiente del canto corale tradizionale.
La serata ha avuto termine con il fondersi in perfetta simbiosi dei due cori nell’esibizione di una celebre preghiera, dove Bepi De Marzi è riuscito a colorare di straordinaria intensità espressiva questa supplica. Ed è con “Signore delle Cime” che è calato il sipario su questa rassegna di canti alpini dove, attraverso l’armonia dei cantori abbiamo potuto sentire e rivivere un pezzo di storia delle nostre genti: dall’alpino solo e lontano dall’amata alle nostalgiche fantasie popolari; ed è, a questo punto che il gruppo alpini Collalbrigo ringraziava i maestri Feletto e Tomasi per le loro magistrali esecuzioni, i coristi che con le lo cante ci hanno fatto passare ore di lieta spensieratezza offrendo loro cesto con alcuni prodotti nel cui sapido aroma è racchiuso lo spirito della loro terra, a volte arcigna ma pur sempre generosa.
Per celebrare degnamente il 70° di fondazione del Gruppo, domenica 19 giugno ha avuto luogo il tradizionale raduno con una numerosa partecipazione e con la presenza del Vessillo sezionale e la quasi totalità dei Gagliardetti a cui si sono aggiunti quelli delle rappresentanze d’arma e combattentistiche. Il corteo, preceduto dalla Fanfara Alpina, ha sfilato sino all’Arcipretale per gli onori al Tricolore ed ai Caduti, solennizzati dall’Alzabandiera e dalla deposizione della Corona alla Lapide dei Caduti.
Tra le autorità intervenute citiamo, oltre allo staff dirigenziale sezionale, formato dal presidente Daminato e dai tre vice: Visentin, Bozzoli e Tuan, la Madrina del Gruppo signora Albertina Casagrande ved. Mason e per l’Amm. Comunale l’assessore Renzo Perin.
Dopo la S.Messa il corteo s’è portato sul sagrato della chiesa dove si sono succeduti gli interventi delle Autorità.
Prende la parola per primo il Capogruppo che, dopo aver ringraziato i numerosi presenti e quanti hanno collaborato per la riuscita della manifestazione, ha ricordato le origini e l’impegno del Gruppo con le iniziative e le manifestazioni promosse nell’ambito del territorio.
“Autorità, amici Alpini, compaesani e quanti ci onorano con la loro presenza. Per noi, alpini di Collalbrigo, oggi è una gran bella festa: il 70° di fondazione del Gruppo che celebriamo con tanto orgoglio.
Questa festa la facciamo uniti a tutti i gruppi della sezione, alle nostre famiglie, agli amici, alle autorità comunali, alla nostra Comunità Parrocchiale. Per l’occasione desidero brevemente ricordare un po’ la storia del Gruppo, sorto, come da documento ufficiale, il 16 giugno 1935, quando nella chiesetta Alpina di Calalzo in Cadore, fu benedetto il primo gagliardetto.
Il primo capogruppo e fondatore è stato l’alpino Giovanni Cancian, classe di leva 1911, che salutiamo affettuosamente.
Dopo la guerra, per molti anni il Gruppo trovò sede presso l’osteria Mason vicino alla Scuola Enologica.
Nel 1960 fu eletto capogruppo Nino Mason, purtroppo non più tra noi. Cominciò un periodo ricco di iniziative: la lapide che ricorda i caduti delle ultime due guerre. l’innalzamento del pennone per la bandiera tricolore, l’organizzazione di gite sociali e tant’altro.
Sul finire degli anni 60, in un locale della canonica concesso dalla Parrocchia fu realizzata la Taverna Alpina, che diventò la sede del Gruppo.
Nel 1971 nasce un nuovo Gruppo: Parè, che attinge linfa vitale dal nostro.
Nel 1980, Paolo Da Ruos fu eletto capogruppo e Nino Mason nominato capogruppo onorario. Fu questo un periodo denso di iniziative con sempre soddisfacenti partecipazioni alle manifestazioni ed attività alpine e ben riusciti i festeggiamenti per il 50° e 60° di fondazione.
155 era il numero dei soci più 15 Amici degli Alpini.
Nel 1994 tramite la nostra Sezione abbiamo partecipato alla iniziativa di umana solidarietà, adottando un bambino russo di Rossosch.
Tra le varie attività,in quel periodo, il “Primo Trofeo Collalbrigo”: gara di “bajneto” giunto oggi alla 19° edizione. Questa in breve la storia del Gruppo che, stimolato dalla lunga penna nera, per mantenere vivo lo spirito alpino è entrato a far parte della Protezione Civile, ha collocato nel “Bosco” le stele a ricordo dei Caduti di Collalbrigo ed è annoverato tra i primi aderenti la giornata della “Colletta alimentare” promossa dalla Presidenza nazionale dell’A.N.A. ed organizzata dalla nostra sezione fin dal 1999; una iniziativa assistenziale per la raccolta di generi alimentari a favore delle persone bisognose”.
Termina, rivolgendo anche a nome del Consiglio Direttivo e degli Alpini tutti, un riconoscente ringraziamento a quanti in questi 70 anni di alpinità hanno offerto la loro disponibilità generosa, per aver dato vita, per aver fatto crescere e averci dato in eredità questo bel Gruppo E poiché sono tanti si limita a ricordare i Capigruppo che l’hanno preceduto: Giovanni Cancian, Nino Mason, Paolo Da Ruos e Renato Perenzin, rivolgendo un saluto e pensiero affettuoso a quanti sono andati avanti.
Per l’Amministrazione Comunale prende la parola l’assessore Enzo Perin che porta i saluti del Sindaco, ricordando l’importanza di questo giorno che segna un tratto di percorso di una storia sotto il segno dell’amicizia in questa terra veneta e quindi nei piccolo paese di Collalbrigo, dove le penne nere hanno scritto una buona parte della storia onorando la loro appartenenza al Corpo, alla città e alle loro famiglie.
Gli alpini, animati da forte tensione morale e quindi umana, capaci di unire
i ricordi del passato a un solidale impegno per il presente ed il futuro, che hanno compiuto enormi imprese a difesa della patria, ancor oggi, sanno sottolineare continuamente, con atti semplici nella sostanza ma di grande valore simbolico, ogni iniziativa utile per la crescita civile.
Basta pensare agli interventi realizzati nel comune di Conegliano, nelle zone terremotate, nella protezione civile, all’silo di Rossosch denominato “operazione sorriso” voluto per testimoniare la fedeltà verso i Caduti ma soprattutto per avviare nuovi rapporti di amicizia con coloro che erano stati considerati i nemici.
“Cari amici del Gruppo Collalbrigo - continuava l’Assessore - la vostra appartenenza all’Associazione Nazionale Alpini vi deve inorgoglire, siete ambasciatori pacifici delle sue migliori virtù, le virtù non si nascondono, fate lavorare ciò che di meglio c’è in voi e tutto il mondo migliorerà. Oggi dopo 70 anni dalla sua fondazione, il Gruppo Alpini di Collalbrigo, ma anche tutti gli altri Gruppi devono sentirsi pronti a rinnovarsi, a cogliere le occasioni che si presentano per progredire, per crescere, per ricordare e anche per ringraziare. Soprattutto per ringraziare coloro che hanno dato e anche coloro che sono andati avanti, perchè uno dei mali della nostra società è la poca riconoscenza verso coloro che hanno dato o che hanno fatto, oppure che hanno sacrificato. Riprendiamoci la carica umana di un tempo, abbandoniamo quella situazione di insicurezza che pervade la società, non creiamo con il nostro comportamento un uomo del futuro più insicuro perché di conseguenza anche la famiglia sarà insicura e quindi anche lo Stato sarà più fragile. Non è possibile che le certezze dei nostri nonni e dei nostri genitori stiano diventando insicurezze.
In questo, cari Alpini, dobbiamo impegnarci tutti se vogliamo che il sacrificio di tanti nostri genitori ed Alpini abbia avuto senso.
Grazie per questa bella giornata che state regalando agli Alpini anziani; grazie perchè tutti i giorni vi onorate di appartenere ad una tra le Associazione più care ai veneti, quella degli Alpini. Grazie per il bene che fate alla vostra Città anche a nome del Sindaco che più tardi vi raggiungerà.”.
Credere nei valori della Patria, parole che in questi ultimi anni sembrano avere sapore di muffa e che i campioni del momento credono di cancellare sbottando in una sonora risata al solo sentirla (li avete mai visti cantare l’inno nazionale?) eliminandola come un concetto fuori moda; è un’altra forza che spinge gli alpini a ritrovarsi per affermare che la Patria, i Morti, non possono passare di moda. La gente forse non capisce tutte queste motivazioni, ma le sente, le avverte e, stando alle manifestazioni di partecipazione sincera e di simpatia, sembra riscoprire i valori nei quali gli Alpini, montanari che vanno adagio senza lasciarsi spostare né dal vento, né dalla tempesta, sono i continuatori contro ogni moda.
Con questo spirito il presidente Antonio Daminato chiude gli interventi.
“Cari amici del Gruppo Collalbrigo, festeggiare 70 anni è una data importante se pensiamo che una volta si diceva che a 70 anni uno era vecchio, vuol dire che qualcosa è successo qui a Collalbrigo, vuol dire che si sono succeduti Capigruppo in gamba; infatti le sezioni vanno avanti perchè ci sono dei Capigruppo che tengono in piedi tutta l’attività, in realtà loro hanno quotidianamente in mano il polso della situazione: conoscono, stimolano, radunano, spingono e quindi è a loro che va il ringraziamento.
Qui al mio fianco ho un capogruppo storico, ha fatto per più di vent’anni il Capogruppo. Io sono un alpino come voi, un alpino a cui è stato dato l’onore e l’onere di presiedere questa Sezione, un peso pesante che però è alleviato dalle soddisfazioni; vuol dire che alle spalle c’è un lavoro fatto con coscienza e capacità.
I Soci della nostra Sezione sono appena 5000, per cui siamo abbastanza piccoli al confronto di quelle che ne hanno 25/30000.
In occasione della 4° Giornata della Solidarietà abbiamo avuto la visita del presidente nazionale Corrado Perona ed in quella occasione abbiamo consegnato il ricavato della serata corale a due Enti benefici della zona, manifestazione che ha avuto il plauso di tutti ed il merito va soprattutto a voi che vi siete comportati in maniera esemplare.
Quando ho visto Piazza Cima con le Penne Nere ordinate e composte, mi avete dato, veramente, una grande soddisfazione. Auguro che il Gruppo Collalbrigo vada avanti sempre con buona capacità e con questa attività svolta in maniera corretta ed esemplare”.
In questa occasione il direttivo desidera esprimere gratitudine a tutti ma in particolare ad alcuni soci (chiamiamoli pure i più anziani o i fondatori del Gruppo) perchè desideriamo che il loro impegno, il loro sacrificio non vada perduto e perchè possa insegnare per il futuro ad altri l’amore di Patria ,la solidarietà, la condivisione ed anche l’obbedienza. Ed è con la consegna di una pergamena e di una medaglia d’oro che vengono premiati dal Presidente sezionale, dal Capogruppo e dall’Assessore alle Politiche Sociali i soci: Giovanni Cancian (fondatore e primo Capogruppo), Mario Bortot, Carlo Casagrande, Giusto Ceschin, Giobatta Corrocher, Giovanni Da Dalt, Giovanni Dal Bo, Gino Da Lozzo, Mario Da Lozzo, Antonio Foltran, Paolo Gallon, Teofilo Gallo, Rino Piai, Giovanni Possamai, Giovanni Pradal e Francesco Teot.
Steno