2004 Fontigo: 35° anniversario di fondazione - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI
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2004 Fontigo: 35° anniversario di fondazione

Attività
GRUPPO FONTIGO
35° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE
Fiamme Verdi Dicembre 2004

Sabato 25 Settembre 2004
** Apertura Chiosco presso impianti sportivi. ** LA "LUCCIOLATA" (partenza dagli impianti sportivi), accompagnati dal Corpo Bandistico di Moriago della Battaglia. ** Presentazione del libro "Noi Alpini del Gruppo di Fontigo", a cura di Giorgio Visentin, opera di Gilmo Mariotto

Domenica 26 Settembre 2004
** Ammassamento "Piazza del Popolo" e Alzabandiera. ** S. Messa ** ONORE AI CADUTI e inaugurazione "Vicolo degli Alpini" ** Rancio ** Ammainabandiera


Fontigo è una piccola borgata adagiata nella plaga del fiume divenuto nella storiografia nazionale Sacro alla Patria, lungo la linea di pura risorgiva delle fontane bianche, che guarda verso il dolce profilo del Montello. Su questa scabra landa ghiaiosa la gente del paese per secoli ha vissuto al confine tra mondi diversi ed ostici. Da sempre, si può dire, questa gente si è misurata con un’ipotesi esistenziale fatta di sacrifici, di sudore, di lacerazioni, di emigrazione verso i quattro angoli del mondo per sfuggire alla pellagra ed ad un futuro senza speranza. Uomini dalla tempra dura, quindi, figli di una grande terra, terra di alpini.

E proprio con questo spirito Fontigo, il più piccolo gruppo della sezione di Conegliano, con una grande manifestazione il 26 settembre scorso, ha solennemente ricordato una data importante della sua storia: il 35° anniversario di fondazione. Una parentesi temporale breve, ma sufficiente per tirare somme e conclusioni esaustive..

Breve cronistoria del gruppo
Il 22 dicembre 1968, una sessantina di alpini di Fontigo, già iscritti ai Gruppi vicini di Sernaglia e di Moriago, decideva di dare vita ad un Gruppo autonomo incardinato nella Sezione di Conegliano. Ciò avveniva il 2 marzo 1969 con una memorabile cerimonia alla presenza del presidente sezionale comm. Curto e di altri grandi personaggi che hanno lasciato segni indelebili nell’alpinità locale quali l’avv.Travaini e il prof. Vallomj.
In qualità di primo capogruppo venne designato Ernesto Sartori al quale seguì, tre anni dopo, Virginio Marsura.
Dopo questo primo periodo di naturale assestamento, il Gruppo per ben sedici anni si affidò alla sapiente ed oculata direzione di Fermo Stramare raggiungendo importanti traguardi tra cui il solido gemellaggio con il Gruppo torinese di Alpette, la consegna del tricolore alle scuole elementari, il recupero nel 1986 della chiesetta di S. Rocco e lo scoprimento del monumento “Messaggio di Libertà”, opera pregevole dello scultore alpino Mario Balliana, meglio conosciuto come Marbal.
Sempre nello stesso anno il Gruppo ebbe l’onore di aprire la sfilata della Sezione alla 59ª Adunata Nazionale tenutasi nella cornice straordinaria di Bergamo.
Poi fu il turno di Luciano Mariotto, per sei anni, che si prodigò al recupero strutturale dell’antico santuario di Santa Libera e al compimento del parco giochi con pista di pattinaggio presso gli impianti sportivi del paese.
Gli successe, dal 1995 al 2002, Gino Benedetti il quale nel 1998 inaugurò, presso le ex scuole elementari, la sede del Gruppo e nel 1999 organizzò grandi cerimonie di contorno per il 30° di fondazione.
L’attuale Consiglio Direttivo è guidato per la seconda volta da Luciano Mariotto. Ultimamente il Gruppo ha supportato i lavori di restauro delle pitture del coro della parrocchiale, opera dell’artista Modolo, e del tetto di San Rocco,
Monumento ai Caduti e che ricorda, tra l’altro, l’epica impresa degli Arditi che nell’ottobre del ’18 aprirono la “Porta della Vittoria” scardinando l’ultima, strenua e disperata difesa austro-ungarica nella Piana di Sernaglia.

Il libro
I festeggiamenti sono iniziati il sabato sera precedente, al termine della lucciolata di solidarietà alla quale hanno partecipato il sindaco Balliana e Ivano Gentili, consigliere nazionale, con la presentazione del libro di Gilmo Mariotto, già segretario e attuale consigliere, intitolato “Noi alpini del Gruppo di Fontigo”.
“Un titolo - come ha tenuto a spiegare Giorgio Visentin nella prefazione, - che non è così semplicistico come potrebbe sembrare. La prima metà, ossia Noi alpini rivendica l’orgoglio di appartenenza ad una associazione che ha fatto della connotazione sociale la propria regola di vita.
Un’alpinità vissuta e permeata di volontariato, di altruismo, di laboriosità nel ricordo di chi li ha preceduti. Il tutto però fatto senza enfasi e grancasse, ma in silenzio, in punta di piedi, in umiltà come è consuetudine tra gli alpini.
La seconda parte del titolo ribadisce la simbiosi, l’identità indissolubile con il proprio paese, Fontigo, riscoprendo le radici parentali e familiari che hanno accompagnato questa comunità nella progressione storico-sociale degli ultimi decenni. Ora, se l’esplorazione del passato significa ricostruire come in un mosaico la precisa identità di un popolo, è indubbio che la vita alpina del Gruppo per questo paese ne rappresenti senza dubbio uno dei tasselli più noti ed appariscenti, non tanto nell’evidenziare le tante iniziative di carattere aggregativo,
anche se tanto hanno contribuito a migliorare la realtà rurale e ad allietarne o alleviarne le fatiche, quanto come compendio e sintesi del lavoro e del progresso dell’uomo nel lento scorrere della quotidianità.”
Mariotto tratteggia i profili di tutti i soci del Gruppo, soffermandosi particolarmente sui reduci e su coloro che, nel frattempo, sono“andati avanti” .
“Voci e volti che salgono dalla memoria e che vengono impressi indissolubilmente nella storia dagli scritti puntuali e minuziosi dell’autore e che qui trovano il giusto risalto prima che comincino a fumigare nell’oblio dei tanti anni ormai sgranati. Vicende, a volte dolorose, presentate senza enfasi o forzature interpretative, suffragate solo da documenti scritti ed iconici.
Personaggi che si ergono dall’anonimato in tutta la loro statura morale, capaci di affrontare situazioni contingenti, anche le più drammatiche, come nei periodi bellici, o impossibili, come nelle calamità naturali, con dignità, forza e coraggio commoventi.”

La cerimonia
Una stupenda giornata autunnale con trasparenze di cobalto e che lasciava spaziare lo sguardo sul dolce profilo del Montello che degradava verso le grave del Piave,
il Fiume testimone di ben tre battaglie nel periodo 1917-18 e tanto
caro alle nostre genti, ha accolto gli alpini all’ammassamento davanti la sede del Gruppo. A rappresentare l’Amministrazione comunale vi era il sindaco Giovanni Balliana, per la sezione il vice Giorgio Visentin, cerimoniere d’eccezione Nicola Stefani, speaker nazionale.
Presenti i labari di Conegliano, di Valdobbiadene, di Belluno e di Torino con il gruppo amico di Alpette guidato dal vulcanico Bruno Bianco, e quasi tutti i gagliardetti sezionali.
Dopo l’alzabandiera, il corteo preceduto dalle note della banda di Moriago si è diretto in chiesa per la consueta celebrazione liturgica officiata dall’anziano, ma sempre schietto, don Sergio Bortolomiol il quale nell’omelia non ha lesinato elogi per l’opera solidale degli alpini.
Successivamente il corteo si è diretto al Monumento ai Caduti, dove alle note struggenti del “Piave” le autorità hanno deposto una corona d’alloro per tutti coloro che hanno sacrificato la loro giovane vita per la grandezza e l’Unità d’Italia.
Ricompattati i ranghi, la sfilata si è quindi diretta alle Caiselle per il taglio del nastro e l’inaugurazione del “Vicolo degli Alpini”. Prima si trattava di un sentiero in terra battuta, una scorciatoia tra i broli del borgo, polverosa d’estate e buia e fangosa d’inverno. Oggi, dopo l’intervento radicale degli alpini di Fontigo, si presenta in una veste preziosa, tutta lastricata ed illuminata, con tanto di panchine per “polsar un attimin” o per scambiare due “ciacole” in santa pace.
Davvero singolare questa iniziativa: il lavoro doveva farlo il Comune, ma poi arrivano gli alpini e dicono al sindaco: “Alt, lo facciamo noi. Sarà il nostro dono alla comunità intera per onorare degnamente i nostri morti, i nostri amici”. Infatti, all’imbocco del vicolo vi è ora un grande cappello alpino fatto con i sassi sacri del Piave. E le cose fatte con amore riescono sempre bene!
Con la voce incrinata dall’emozione, il capogruppo Luciano Mariotto ha così salutato e ringraziato i presenti: “Il nostro Gruppo Alpini oggi consegna alla comunità di Fontigo questa via che era in terra battuta e chiamata Caselle. Con circa 400 ore di lavoro l’abbiamo messa a nuovo facendo questo lastricato in betonelle. Alla fine della via, ora Vicolo degli Alpini, abbiamo eretto un capitello, benedetto dal nostro parroco don Sergio, dedicato a Santa Maria Signora della Neve, inoltre abbiamo Rinfrescato le pareti e rifatto la copertura della chiesetta di San Rocco, monumento ai Caduti. Ringrazio tutti gli Alpini e gli altri volontari che vi hanno lavorato rubando delle ore al loro tempo libero“.
Il capogruppo, dopo aver ringraziato le autorità e i gruppi presenti, ha concluso: “Grazie ancora Alpini, zaini in spalla perché abbiamo ancora tante idee in testa da concretizzare”.

È toccato poi al sindaco Balliana incarnare i sentimenti dell’Amministrazione comunale e della cittadinanza intera: “La festa odierna è di quelle particolarmente importanti e significative e questo mi rende ancor più contento e ancor più grato per l’invito ad essere qui con voi a festeggiare il 35° anniversario di fondazione.
Trentacinque anni - ha sottolineato - di presenza attiva a al tempo stesso discreta, 35 anni scanditi dall’impegno a favore non solo del nostro paese ma anche di comunità lontane, bisognose d’aiuto, 35 anni di vita insieme trascorsi nel segno della solidarietà, dell’amicizia e dell’allegria. Non è un caso quindi che anche in questa ricorrenza gli Alpini abbiano voluto iniziare la loro festa con la cucciolata a favore della Fondazione ‘Il nostro Domani’, con un gesto concreto e silenzioso di solidarietà e di sensibilità nei confronti di chi ha bisogno, di chi è insufficiente a se stesso ma che grazie al nostro contributo può continuare a stare con noi. Siete il Gruppo meno numeroso della Sezione, ma non certo quello meno attivo o impegnato, per questo esprimo a tutti voi alpini di Fontigo la stima, la considerazione
e la gratitudine della comunità sernagliese e mia personale per il vostro spirito di uomini generosi, custodi di valori civici fondamentali.
Oggi voi consegnate due opere frutto del vostro lavoro. Sono questi segni tangibili del vostro attaccamento al vostro paese ed alla sua storia; segni della vostra capacità di impegnarvi e di fare gratuitamente per il bene di tutti.
Concludo con un augurio: che siate sempre, per tutti i nostri concittadini, un esempio di ciò che possono fare la concordia, la solidarietà, la collaborazione e l’amicizia; vi auguro buon anniversario, alpini di Fontigo, vi auguro di festeggiare tanti altri traguardi come questo, con la stessa voglia e con la stessa capacità di trasformare ogni occasione in una festa“.

Infine, il vice Giorgio Visentin, portando il saluto del presidente Daminato ha sottolineato: “Quando durante l’omelia sentiamo il parroco che parla bene degli alpini e li ringrazia apertamente per quello che fanno; quando al termine della cerimonia religiosa la corale di Fontigo esegue il Signore delle Cime e il Piave per onorare i nostri Caduti; quando il sindaco dimostra con i fatti di condividere e supportare le nostre idealità; quando la gente del paese ci accoglie con il sorriso e ci fa sentire tutto il suo calore, allora noi ci sentiamo graditi ospiti, ci sentiamo bene, ci sentiamo tra amici. E qui a Fontigo ci sentiamo veramente a casa. Ed è proprio da questa sinergia di intenti che poi scaturiscono opere pregevoli come questo vicolo caratteristico, questa suggestiva passeggiata, questo dono che ricorderà in modo indelebile il lavoro e la dedizione degli alpini di Fontigo alla propria comunità. E sono proprio queste iniziative che fanno grande, unica, ammirata la nostra Associazione. A voi, quindi, il plauso dell’intera sezione di Conegliano.”
Conclusa la parte ufficiale, la festa del Gruppo si è trasferita sotto il tendone per il consueto rancio alpino allietato dalla coralità dei canti alpini e popolari (memorabile l’Oselin de la comare di Lionello Frare) e dalla straordinaria, coinvolgente, bravura della banda di Moriago.
Giorgio Visentin
Inaugurazione Vicolo degli Alpini
Taglio del nastro per il Vicolo degli Alpini

Scambio di doni tra Fontigo e Alpette

Onore ai caduti in Piazza S. Rocco

Saluto del Vicepresidente Visentin

Il capitello degli Alpini di Fontigo
Fontigo 26 Settembre 2004
Il Capogruppo Luciano Mariotto coadiuvato dal Sindaco Giovanni Balliana e dal Vicepresidente Sezionale Giorgio Visentin inaugura il “vicolo degli Alpini”



Consiglio Direttivo in carica. 10 Luglio 2004
Da sx. Mariotto Eddi, Stramare Fermo, Pupetti Emilio, Mariotto Luciano, arsura Matteo, Andreatta Eddi, Mazzero Graziano. Sotto: Mariotto Gilmo, Lorenzon Dino,Benedetti Libero, Peruccon Ivano, Frezza Edi

25 Settembre 2004. Il socio Gilmo Mariotto con il suo poster e libro sul Gruppo Alpini di Fontigo
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