1968 Mareno: Raduno per il 10° anniversario
Attività
GRUPPO MARENO DI PIAVE
IL RADUNO DI MARENO
Fiamme Verdi Febbraio 1969
Domenica 1 dicembre il Gruppo di Mareno ha organizzato, in concomitanza con il decimo anniversario della propria fondazione, le manifestazioni conclusive per il 50° anniversario della Vittoria.
In precedenza, il 10 novembre, il paese aveva vissuto un’altra giornata intensamente patriottica in occasione dell’inaugurazione del monumento (opera dello scultore Righetti di Verona) dedicato ai Caduti ed eretto in località Soffratta. Oltre alla rappresentanza in armi erano presenti numerose autorità tra cui il Gen. di div. comm. Davide Tosi - già presidente provinciale del Nastro Azzurro e dell’Associazione del Fante - il quale ha tenuto la commemorazione ufficiale.
Una nuova folla di alpini e di popolazione è intervenuta a questa rinnovata manifestazione dell’1 dicembre alla quale erano presenti il Sindaco dott. Angelo Peruzza, i membri dei consiglio direttivo sezionale e molti alpini anche di altre Sezioni.
Erano infatti presenti numerosi gagliardetti della Sezione di Vittorio Veneto (Tovena, Colle Umberto, Cordignano, Cison di Valmarino), della Sezione di Treviso (Spresiano, Gaiarine, Ormelle, Tempio, S. Polo di Piave), e quali dei nostri Gruppi di S. Vendemiano, Pieve di Soligo, Falzè di Piave, Ogliano, Godega-Bibano, Collalbrigo, S. Fior, Colfosco di Susegana, Pianzano, Corbanese, S. Lucia di Piave, Vazzola, e quello dei Gruppo organizzatore di Mareno.
E’ intervenuto il gonfalone del Comune e larghe rappresentanze delle associazioni del Fante, dei Bersaglieri, degli Artiglieri e dell’Associazione Combattenti e Reduci.
Oltre alle signore Verri e Piasenti, abbiamo notato Franco Nino, Luigi Marcon e il capogruppo di Rauscedo enot. Mario Pollastri.
Dopo la sfilata per le vie del centro, al seguito della fanfara alpina di S. Pietro di Feletto, e la celebrazione della Messa da parte dell’ex cappellano degli alpini don Giuseppe Tonon, è seguita la deposizione di una corona di alloro al monumento ove hanno preso la parola il Vice Presidente sezionale avv. comm. Francesco Travaini e il Sindaco. Gli intervenuti hanno poi ascoltato ed applaudito il discorso commemorativo tenuto dal ten. col. cav. Alberto Piasenti il quale ha così esordito:
Signor Sindaco, Signore, Signori,
Amici alpini e combattenti
E’ la prima volta che io vengo nel vostro paese e già mi sento di casa, poiché quando si ha da fare con uomini che hanno la Stessa penna sul cappello o con commilitoni che hanno fatto la guerra o che comunque hanno portato le stellette, nessuno si deve sentire estraneo, ma tutti fratelli.
Voi oggi alpini dl Mareno commemorate il decimo anniversario della fondazione de Gruppo e nello stesso tempo celebrate il cinquantenario della Vittoria. Cerimonie tutte due piene di alto significato, dì passione, di esaltazione e di amore per la Patria. Le Associazioni d’Arma che riuniscono in un blocco di volontà tutti i combattenti, nelle loro varie specialità, corpi e servizi, hanno lo scopo di tener desto in tutti quelli che hanno Servito la Patria, sia in pace che in guerra, il loro spirito di corpo, la passione per le loro fiamme o mostrine, l’esaltazione delle loro glorie, il ricordo dei loro caduti, dei loro morti.
E voi Alpini di Mareno, dovete in questo giorno ricordare la figura eletta, lo spirito volitivo, l’entusiasmo immenso, la dedizione completa del vostro Capogruppo e fondatore Dott. Remigio Verri - Tenente Alpino - che ha saputo trasfondere in voi, parte della sua inesauribile passione per le vicende e la storia delle truppe da montagna e rinnovarvi continuamente col suo esempio, quanto debba essere profondo, spontaneo, sincero, l’amore per la propria terra.
Egli oggi purtroppo non è con noi, ma è come se il suo spirito fosse presente, poiché in questa cerimonia c’è l’anima sua e la pratica attuazione dei suoi insegnamenti.
Il manifesto che è affisso per le strade della vostra graziosa ed accogliente cittadina, dice quanto avete fatto e quanto vi proponete di fare, con la vostra volontà che è temprata come le roccie che avete scalato, la Sezione di Conegliano è certa della continua, serena, tenace vostra ascesa.
Alpini di Mareno, in questa giornata in cui per la prima volta mi trovo in mezzo a voi, vorrei con la mia passione parlarvi delle nostre glorie, dei nostri ricordi, delle nostre fatiche, delle nostre sofferenze, dai nostri compagni d’armi che non sono più tornati, delle nostre penne mozze.
Vi dico solo: guardate i nostri monti, le nostre vette; quella è terra nostra. Ed anche se ore la neve comincia a coprirla e le stelle alpine le fioriranno, quelle terra e quelle crode, hanno visto lo stillicidio del nostro sudore, hanno collaudato la nostra resistenza, hanno assorbito il sangue dei nostri eroi e le valli hanno rimandato l’eco dei nostri scarponi e delle nostre nostalgiche canzoni. Vorrei gettarmi in questo vortice di ricordi con tutto il cuore, ma devo frenare questo impulso per non trascinare questa commemorazione in una sola ed unica esaltazione delle truppe alpine.
E’ superfluo che in questa circostanza, io riepiloghi fatti, avvenimenti e vicende storiche del conflitto 1915-18. Il ripetere nomi di reparti, nomi di comandanti e di località non ha significato se non sono inquadrati in tutto il complesso della difesa e resistenza sul Piave, sulla successiva offensiva e conseguente vittoria finale. I commenti sarebbero una ripetizione inutile dopo quanto la radiotelevisione italiana ha programmato e messo in onda da alcuni mesi a questa parte.
Il col. Piasenti ha poi ricordato quanto appaia tardivo il riconoscimento ai vecchi combattenti della guerra 1915-18, e come sia biasimevole che la riconoscenza nazionale continui sotto molti aspetti a mancare per quanti hanno combattuto e sofferto nell’ultimo conflitto che ha visto ripetuti, anche se con avversa fortuna, gli eroismi dei sempre generosi soldati d’Italia.
L’oratore si è poi soffermato sulla vergognosa ed anticostituzionale opera dei cosiddetti obiettori di coscienza, che la legge italiana continua fortunatamente a perseguire e che - in contrasto anche con
veri doveri previsti da ogni sana religione - rifiutano (e tentano di far rifiutare) il sacro dovere di difendere la Patria.
Il col. Piasenti ha concluso con un appello alla fraternità tra tutti coloro che portarono le stellette
- a qualsiasi arma, corpo, servizio o specialità si abbia appartenuto - poiché tutti, nell’ambito dei propri compiti ed attitudini, hanno servito degnamente la Patria.
La giornata si è conclusa con un incontro tra i rappresentanti dei numerosi gruppi intervenuti, e con il riuscito rancio sociale; un chiosco, ben fornito di vino oltre che di brisiole e luganeghe, ha funzionato fino a tarda sera.
L’organizzazione curata da Francesco Salvador e dai suoi bravi collaboratori, è riuscita veramente lodevole.
Un plauso meritato infine al sempre ottimo M° Ceschin e alla fanfara, Italo Breda, e Mario Maset che si sono prodigati per la buona riuscita della sfilata e delle varie manifestazioni nel corso delle quali sono stati pure festeggiati sette soci combattenti della guerra 1915-18 ed appartenenti al Gruppo di Mareno.