2001 M.O. Maset: Inaugurazione della nuova sede
Attività
GRUPPO M.O. PIETRO MASET
29 Aprile 2001: Raduno sezionale e festa grande per
l'INAUGURAZIONE DELLA NUOVA SEDE
l'INAUGURAZIONE DELLA NUOVA SEDE
Fiamme Verdi Giugno 2001
Raduno sezionale e festa grande nel Gruppo M.O. MASET per l'inaugurazione della nuova sede
A 17 anni dalla sua fondazione, per il Gruppo Alpini M.O. Maset è arrivato il giorno più importante: l'inaugurazione della nuova sede. Si è concretizzato così un sogno cullato da tempo e voluto e perseguito con tenacia. Seguendo uno stile tipicamente alpino, le Penne Nere del "Maset" hanno fatto tutto da sé, impegnandosi in prima persona dalle fondazioni al tetto, pietra su pietra, come se fosse la loro casa. Si è trattato di una operazione che, coinvolgendo tutti i soci, veci e boce, ha finito per rafforzare lo spirito del Gruppo.
Questo avvenimento, le Penne Nere di via Lourdes hanno voluto festeggiarlo con tutti gli amici, in pieno spirito alpino.
Il risultato è stata una manifestazione perfettamente organizzata e straordinaria sotto tutti i punti di vista.
I primi a meravigliarsi di una partecipazione da "grandi numeri" sono stati gli stessi Alpini del Gruppo, da sempre abituati a lavorare in silenzio.
Ma ne valeva la pena perché è stata una grande, bella festa alpina.
Le celebrazioni sono cominciate sabato 28 aprile con la riconsegna all'Amministrazione Comunale di Calle Scoto de Scoti, recentemente ripulita dai soci del "Maset".
Dopo il taglio del nastro, accompagnato dalle note festose della nostra Fanfara Alpina il corteo ha percorso la storica Calle e molti convenuti hanno potuto constatare come non si finisca mai di scoprire quanti siano i luoghi suggestivi del vecchia Conegliano. Per l'occasione è stato inaugurato dal sindaco Floriano Zambon un Belvedere di recente realizzazione, situato sulla strada che porta al Castello, da dove è possibile spaziare su un vasto panorama della città. Ringraziando gli Alpini del "Maset" per la pulizia di Calle degli Asini, il sindaco ha ricordato anche il recente intervento della Sezione sulle mura del Castello. Al rinfresco in piazza Cima è seguito il tanto atteso concerto della Fanfara della Julia, che ha finito per coinvolgere non solo gli Alpini, ma tantissimi coneglianesi.
Precedute dall'inno nazionale, le note di marce militari e brani popolari hanno presto lasciato il posto ad impegnative arie d'opera, come l'Ouverture del Nabucco, a dimostrazione che non di solo "33" vivono gli Alpini.
Il concerto si è concluso con un toccante "silenzio" fuori ordinanza, eseguito in onore di un componente della fanfara prossimo al congedo.
Le note cariche di significato del brano particolarmente amato dagli Alpini hanno letteralmente zittito piazza Cima e dintorni.
La giornata si è conclusa con una interessante rassegna corale nella palestra del Colnù, con il Coro Castel ed il Coro Alpino della Julia, cui si è unito, nel finale, il gruppo degli ex coristi della stessa Brigata.
Erano una autentica valanga le Penne Nere che nella mattina di domenica 29 aprile hanno invaso la città per partecipare al raduno sezionale organizzato per l'inaugurazione della sede del Gruppo Maset.
Alla sfilata lungo via Lourdes, aperta dai bambini delle scuole elementari del quartiere accompagnati dalle loro insegnanti, hanno partecipato, oltre agli Alpini di Conegliano, anche amici delle Sezioni di Vittorio Veneto, Treviso, Valdobbiadene, Cadore, Belluno, Pordenone e Cividale, rappresentate dai gagliardetti di 83 Gruppi.
Numerose le autorità civili e militari presenti, e tra queste i rappresentanti dei tre reparti alpini nati nella nostra città: 6° e 7° Reggimento Alpini e del Gruppo Artiglieria Conegliano.
Non ha voluto mancare la signora Caterina Zanette, che da sempre custodisce la medaglia d'oro, oltre che la memoria, del mitico comandante "Maso". Presente la madrina del Gruppo, signora Gilda Dalla Cia ved. Longhino.
In prima fila alcuni reduci della Sezione Conegliano e tra questi Antonio Covre, interprete "reale" di "Centomila gavette di ghiaccio", unico tra i personaggi del famoso libro di Bedeschi ad essere citato con il suo nome e protagonista, successivamente, di una toccante e singolare vicenda umana con l'autore.
La cerimonia si è aperta con l'alzabandiera, che è stata issata per la prima volta sul pennone antistante la sede dall'alpino Tommaso Luca, per la commozione del padre Mario.
La santa messa, celebrata dall'ordinario militare don Sandro Capraro, è stata accompagnata da suggestivi brani alpini interpretati del coro della Brigata Julia.
Le Penne Nere amano atteggiarsi a gente dalla scorza dura ma poi possono sciogliersi sentendo una canta alpina. E così una lacrima ha velato le guance di qualche vecio, quando, all'inizio della rito, sono risuonate le note di stelutis alpinis.
Prendendo la parola, il capogruppo Mario Luca si è detto toccato della grande partecipazione ed ha confessato di essere un po' smarrito da tanto clamore.
Ha ringraziato l'Amministrazione comunale per aver concesso l'area dove il Gruppo ha potuto realizzare il sogno di una sede tanto voluta, una sede che fino da ora è a disposizione delle attività della cittadinanza ed aperta a tutti coloro che vorranno essere "alpini" con gli alpini del "Maset".
Il capogruppo ha ribadito un concetto a lui caro: "gli Alpini in silenzio sanno fare cose importanti: perché solo Dio sa dove arrivano le persone semplici quando ci credono".
E li ha ringraziati, i suoi alpini, e con loro tutti quelli che hanno collaborato alla realizzazione dell'opera. Ha auspicato poi che tra il Gruppo e l'Amministrazione comunale ci sia sempre collaborazione per il bene della città.
Il sindaco Zambon ha elogiato la grande vivacità e disponibilità del Gruppo che, oltre alle varie attività in favore della comunità, ora fa della sua casa un luogo di aggregazione: "Gli Alpini sono un grande patrimonio di cui non si può fare a meno".
Dopo le parole del Presidente Paolo Gai, fiero dell'operato del Gruppo e degli Alpini della sua Sezione, con la colonna sonora del "33" magistralmente interpretato dalla Fanfara Alpina, il taglio del nastro tricolore ha aperto ai presenti la nuova, bellissima sede.
Da "grandi numeri" anche il rancio alpino allestito nei capannoni del piazzale per la festa seguita all'inaugurazione.
Gli Alpini di via Lourdes hanno fatto le cose in grande, senza badare a spese. La straordinaria partecipazione ed il calore di cui sono stati ricambiati testimoniano quanto il Gruppo sia apprezzato.
Si è trattato di una corale manifestazione di stima nei confronti di un Gruppo che - come ha affermato il sindaco Floriano Zambon - sta diventando un punto di riferimento.
E non solo per la città di Conegliano.
Alzabandiera a cura dell'alpino Tommaso Luca
Che ci fa una sposa in mezzo alla sfilata?
Il concerto della Fanfara delle Julia in piazza Cima
Quanti erano?
8 Sezioni e 83 Gruppi: sono questi i numeri della sfilata
A destra del capogruppo: il presidente Gai, il Gen. Gadia, ultimo comandante della Cadore, e il sindaco Zambon. A sinistra i reduci Minet, Padoin, Giacuzzo e Covre. In basso il cerimoniere Nino Geronazzo
IL PERCHE' DI UNA SEDE GRANDE E LUMINOSA
Se Alpinità significa amicizia, solidarietà, gratuità, condivisione, amore per la propria terra e le proprie tradizioni, allora vuol dire che le Penne Nere hanno un ruolo importante nelle comunità in cui operano. Importante e straordinariamente attuale al punto che, forse, la storia dell'Associazione Alpini è, per buona parte, ancora tutta da scrivere.
"La nuova sede per noi non è un punto di arrivo ma un punto di partenza" tiene a sottolineare Mario Luca, da anni alla guida del Gruppo. La realizzazione della sede consentirà infatti agli Alpini del "Maset", non solo di dedicare maggior attenzione alle attività in cui da sempre sono impegnati, ma di essere fulcro di nuove iniziative.
Gli Alpini tengono in gran conto il ricordo rispettoso del passato e delle sofferenze, del sacrificio di chi ha dato la vita per il dovere ed il bene prezioso della pace: quella pace di cui le generazioni di oggi possono godere.
Solo così si spiega il grande impegno che mettono nelle cerimonie rievocative degli eventi che costituiscono la memoria delle Penne Nere. E non si può spiegare altrimenti la venerazione di cui circondano i reduci ed il grande affetto per i loro veci.
Ma gli Alpini vivono con grande impegno anche il presente e vogliono essere parte attiva e vitale nelle loro comunità.
La pulizia di Calle Scoto de Scoti, nel cuore della vecchia Conegliano, che ha visto impegnati gli Alpini del Gruppo Maset, è solo l'ultimo di tanti interventi di salvaguardia del patrimonio storico della nostra città messi in atto dalla Sezione. Tali interventi hanno anche valenza culturale, perché non si è trattato solamente di una risposta al degrado e all'abbandono ma anche di un'opera tesa a iscrivere lo stesso processo di sistemazione nel più ampio fronte della tutela e della valorizzazione dei caratteri originali.
Anche Calle Scoto de Scoti è stata riconsegnata pulita e rinnovata al patrimonio storico ed artistico della città affinché il cittadino di domani possa godere intatto uno squarcio di storia e di cultura di Conegliano e possa, se lo vuole, trarre quegli elementi che lo aiutino ad un sempre migliore rapporto tra sé e l'ambiente in cui vive.
Perché non esiste davvero la possibilità di progettare il futuro là dove ben radicate non sussistono le fondamenta del passato e della memoria.
I lavori di pulizia degli argini e del letto del Monticano rappresentano, oltre che l'umile e civile impegno di tanti uomini, anche l'amore ed il rispetto per la natura e il dovere di lasciare alle generazioni future un ambiente sereno e vivibile: valori questi che sono alla base dell'essere alpini.
Vivono il presente, gli Alpini, un presente che nella confusione di questo inquieto inizio di millennio sembra pieno di nuove paure. E' un presente in cui la gente tende a chiudersi nelle proprie case, dove i paesi vanno scomparendo, sopraffatti dalle città, e le città tendono a diventare luoghi senza più amicizie, dove nessuno più si conosce, e dove spesso l'unica compagna è la solitudine.
In questo contesto gli Alpini vogliono avere un grande ruolo, vogliono essere una voce controcorrente, contagiando il mondo del loro buonumore e delle loro festosità, bonarietà, allegria ed ottimismo.
Ecco spiegata l'attenzione degli Alpini del "Maset" per il disagio, le situazioni di emarginazione e sofferenza, e per gli anziani del loro quartiere.
"La nostra sede in Colnù sarà anche la sede di tutti coloro che vorranno condividere lo spirito del nostro Gruppo.
Ecco - ribadisce Mario Luca - perché l'abbiamo voluta grande e luminosa".
Taglio del nastro
L'omaggio del sindaco al Gruppo Maset
CALLE DEGLI ASINI
Gli Alpini risalgono la storica via della vecchia Conegliano
Calle Scoto de Scoti è detta anche Calle degli Asini.
La ricorda con tale nome un documento del 1549.
Un tempo era una mulattiera tracciata in ripida salita fino al Castello, ma la leggenda volle intestarvi nientemeno che un episodio delle vecchie lotte fra Trevigiani e Coneglianesi e precisamente l'impresa fortunata sostenuta dai nostri concittadini sul fiume Piave nel 1233, quando i vincitori sarebbero saliti in castello per la Calle degli Asini sul dorso dei prigionieri nemici.
"Marca Gioiosa", è detta la nostra terra.
Ed il pensiero corre ad una terra ricca di bellezze paesaggistiche ed architettoniche dove una miriade di paesi e di piccole città cariche di storia danno corpo e sostanza ad uno spirito comunitario e ad una profonda identità culturale.
La Gioiosa Marca è attraversata dal Piave, che sembra fondere le culture delle due sponde più che dividerle, spiegandone la ricchezza di umori, dalla montagna al piano, giù fino alle rive del mare.
Eppure ci fu un tempo in cui il Piave, che da quasi cent'anni la Storia ha eretto a simbolo di unità non di una terra ma di un'intera nazione, alimentava le diversità ed era simbolo di divisione e discordie.
Così tra le opposte sponde spesso echeggiava l'urlo della guerra.
Ed erano guerre devastanti, con battaglie sanguinose e feroci: e la "Marca Gioiosa" era ancora tutta da inventare.
E chi le capisce le bizzarrie della Storia…
L'inaugurazione di Calle degli Asini
Gli Alpini risalgono la storica via della vecchia Conegliano
L'inaugurazione di Calle degli Asini
L'ATTIVITA' SILENZIOSA DELLE PENNE NERE DI VIA LOURDES
Il Gruppo M.O. Maset viene fondato il 13 ottobre del 1984. E' promosso da un comitato con a capo Giovanni Carlet e nasce dalla scoperta che nel popoloso quartiere di via Lourdes tanti alpini non sono iscritti all'Associazione. E' il quinto Gruppo della città di Conegliano (alla guida si succederanno Giovanni Carlet, Emilio Maschietto e Mario Luca) e, su consiglio della Sezione, viene intitolato ad una delle nostre quattro medaglie d'oro: Pietro Maset, il mitico "Maso", fondatore e comandante della Brigata Osoppo, che operava in Consiglio ed in Piancavallo. Oltre che dalla zona di via Lourdes, i soci provengono da Costa e Bagnolo. E, proprio per rispetto delle varie provenienze, la festa del Gruppo, che coincide con l'assemblea e la cena sociale, si è sempre svolta in sedi diverse, a rotazione.
Numerose le manifestazioni annuali di rito. Tra queste, la partecipazione, sempre numerosa, all'Adunata nazionale ed a quelle sezionali, la gita sociale, la castagnata di San Simon (l'ultima domenica di ottobre) la visita di fine anno agli anziani della Casa di Riposo "Immacolata di Lourdes", con Babbo Natale, musica e balli, e dono agli ospiti. Un importante appuntamento è rappresentato dal Panevin, organizzato in collaborazione con il Circolo ENARS di via Lourdes. Le varie adozioni a distanza sono solo uno dei modi con cui il Gruppo dimostra la sua sensibilità e solidarietà nei confronti di chi ha meno. Spicca per il grande impegno, che coinvolge in maniera massiccia i soci, l'intervento di pulizia del Monticano, operazione che si svolge periodicamente tra le due passerelle. Tale intervento è stato istituzionalizzato dalla convenzione con l'Amministrazione Comunale in occasione dell'assegnazione del terreno per la sede.
Tra le opere realizzate dal Gruppo vanno senz'altro ricordate il "Percorso Vita" presso la Nostra Famiglia, la realizzazione di un capitello nella sede dei Dehoniani a Costa e la costruzione della struttura del tempietto "Del Buon Pastore" nella Comunità di Gigi Vian e Antonio Zuliani. Se tali interventi scaturiscono dall'attenzione per il disagio e la sofferenza, con la pulizia di Calle degli Asini le Penne Nere del "Maset" hanno voluto dimostrare l'amore per la loro città. Si è trattato di un lavoro impegnativo che, secondo una ormai consolidata prassi alpina, i soci hanno voluto abbinare alle manifestazioni per l'inaugurazione della nuova sede.
La posa della prima pietra in Colnù, tre anni fa, è stata l'inizio di un sogno, perché, per gli Alpini di un Gruppo, la sede sta in cima ad ogni altro pensiero. I soci hanno lavorato con tenacia tipicamente alpina e, in ossequio alla moda scarpona, hanno fatto tutto da sé, con il loro lavoro volontario, con impreste imprestade e l'aiuto ed il contributo di amici e sostenitori. Vi hanno partecipato tutti, veci e boce, ed al cantiere della "sua" sede nonno Ernesto Morbin (classe 1912, il più anziano del Gruppo) era attaccato con la stessa passione con cui, da una vita, lo è al cappello e a tutti ciò che è alpino.
Il sogno si è concretizzato ed il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Come ha tenuto più volte a ribadire Mario Luca, la sede dovrà imprimere una nuova accelerazione alla attività del Gruppo (250 i soci) che vuole avere un ruolo sempre più importante nel quartiere.
Avvicinandoci al "Maset" in occasione dell'inaugurazione della sede, abbiamo scoperto un Gruppo affiatatissimo, una organizzazione mossa da meccanismi collaudati e da un grande spirito alpino. Chi non era di casa in via Lourdes ha confessato di essersi accorto solo ora che il "Maset" è un grande Gruppo.
Ma è sempre così con gli Alpini. Ed il motivo è semplice: le Penne Nere lavorano sempre in silenzio. Quando fanno festa si fanno sentire, eccome, se è vero che poche manifestazioni al mondo sono così chiassose come una adunata nazionale. Ma quando lavorano lo fanno al di fuori di ogni clamore. Gli Alpini sanno che questa è una loro contraddizione, …e ne vanno fieri.
GIANFRANCO DAL MAS