1995 Ogliano: Inaugurazione sede e ristrutturato monumento
Attività
GRUPPO OGLIANO
INAUGURATI IL RISTRUTTURATO MONUMENTO E LA NUOVA SEDE
PENNE NERE DI OGLIANO E SCOMIGO
DUE INDIMENTICABILI GIORNATE
PENNE NERE DI OGLIANO E SCOMIGO
DUE INDIMENTICABILI GIORNATE
Fiamme Verdi Giugno 1995 di Renato Brunello
Il più vecchio gruppo della sezione ricorda i suoi emblematici alpini scomparsi:
m.o. Pietro Maset, m.b. Luigi Chies, c.d.g. Stefano Masut e Giuseppe Grosso
m.o. Pietro Maset, m.b. Luigi Chies, c.d.g. Stefano Masut e Giuseppe Grosso
Sono trascorsi molti anni da quando Ogliano e Scomigo, attraenti paeselli, estesi tra le ridenti colline di Conegliano, ospitarono un cosi numeroso stuolo di penne nere, come in questa circostanza.
E le motivazioni c'erano e le coincidenze anche. Non a caso il più vecchio Gruppo della Sezione coneglianese ha scelto tali date per festeggiare i suoi sessantotto anni di vita. Infatti il Gruppo, che da tempo stava lavorando per ristrutturare il monumento dedicato ai propri Caduti in guerra e la propria sede, ha accelerato i tempi delle sue opere per inserire le celebrazioni in un contesto programmatico che vede la Sezione celebrare il 70° di Fondazione e ricordare il 50° della tragica morte del suo prestigioso Alpino il capitano medaglia d'oro Pietro Maset - detto il “Maso” - comandante della Brigata partigiana “Osoppo”, avvenuta pochi giorni prima della Liberazione d'Italia, presso la “Malga Sauc” di Piancavallo.
Sono state due giornate intense, all'insegna dello spirito alpino che unisce uomini dagli stessi ideali, protesi in opere socio-umanitarie.
Sabato 1° aprile alle ore 16.30 (non è stato un pesce d'aprile) il presidente nazionale dott. Leonardo Caprioli, accompagnato dal vice vicario geom. Lino Chies, dal presidente sezionale enot. Luigi Basso, dal capogruppo Ugo Frassinelli e da altri dirigenti, ha inaugurato la mostra dei lavori degli alunni della scuola elementare di Scomigo, sul tema suggerito dalle lettere di Pietro Maset inviate alla sua fidanzata Caterina, ora ottantenne, e da lei gelosamente custodite.
Successivamente è stato deposto un mazzo di fiori sulle tombe di Pietro Maset, medaglia d'oro (Scomigo); di Luigi Chies, medaglia di bronzo (capogruppo fondatore, che resse il gruppo dal 1927 al 1979); Stefano Masut, croce di guerra, (capogruppo dal 1979 al 1982); e il socio benemerito Giuseppe Grosso (colui che donò al gruppo una porzione di casa per la costruzione della sede alpina).
Erano presenti oltre a Nardo Caprioli, Lino Chies e Luigi Basso, il presidente dell'ASPEM dott. Lorenzo Daniele, il presidente della sezione di Vittorio Veneto gen. Carlo Giovannini, il presidente onorario della sezione prof. Giacomo Vallomy, i veterani avv. Francesco Travaini e il comm. Giovani Daccò.
E' seguito un incontro conviviale dei capigruppo e dello staff dirigenziale della sezione con il presidente nazionale dott. Caprioli.
E' stato un cordiale e simpatico simposio, durante il quale Caprioli ha rivolto ai presenti il saluto ed espresso l'augurio di una buona riuscita delle celebrazioni.
“Sono imbarazzato e stupito - egli ha esordito - per la calda ed affettuosa accoglienza riservatami... non so più che cosa dire.
Di solito quanto sono con i miei alpini - ha proseguito - prendo l'occasione per tirare una stoccatina a qualcuno. Adesso con la “par condicio” mi trovo imbarazzato, perché se parlo male di Tizio, protestano Caio e Sempronio, se parlo di Caio e Sempronio protesta Tizio. Non so più che pesci pigliare. Mi rendo conto stando in mezzo a voi, che forse siamo noi l’unica espressione della “par condicio” - che è una cosa stranissima, e penso che anche voi seguiate i programmi televisivi dove ogni tanto c’è qualcuno che spara bordate spaventose contro quelli che non vorrebbero la “par condicio”, ma approfitta della sua posizione per dire di tutti i colori a carico degli altri, allora che “par condicio” è? Siamo noi alpini il migliore esempio, come quando vi ho chiesto di andare in Russia a costruire l'asilo a Rossosch. Non ho chiesto a voi se votavate per Bossi, o per Buttiglione, o per D'Alema, o per Berlusconi, o chi sa per chi, vi ho detto solo: noi alpini dobbiamo andare in Russia a fare una straordinaria opera, mi avete risposto di “sì” tutti; e questa è la più bella cosa del mondo, questo è quello che forse in Italia nessuno ha ancora capito.
L'ultimo meraviglioso esempio è quello di quando vi ho chiesto di intervenire in Piemonte ad aiutare quella povera gente colpita dall'alluvione: siete corsi tutti.
Ad Asti andremo senza particolari problemi. Ci troveremo, ci guarderemo negli occhi e canteremo le nostre canzoni. Pensate un po’ al grande dilemma di quelli che non sapranno più cosa cantare. Noi viceversa canteremo le nostre canzoni, che parlano della mamma, della nostra morosa, di quelli che sono morti in Albania, in Grecia e sui nostri monti; che parlano dei nostri paesi, delle nostre contrade, delle nostre meravigliose montagne; che parlano di noi e della nostra Italia”.
Caprioli ha concluso affermando che certe scelte devono essere fatte in nome dell’Italia, e non del proprio sporco interesse; e che dobbiamo guardare avanti con quello spirito che da sempre animano gli alpini.
Successivamente sono interventi il presidente onorario prof. Giacomo Vallomy e il presidente sezionale Luigi Basso per ringraziare Caprioli di aver accettato l'invito e dell'onore che ci ha riservato con la sua presenza.
Hanno espresso la loro soddisfazione di come si stanno svolgendo le celebrazioni del 70° di fondazione della sezione, che vedrà il 4 giugno l’apice della manifestazione con il giuramento del Battaglione “Belluno”, il conferimento della cittadinanza onoraria alla Brigata “Cadore” da parte della Città di Conegliano e il Raduno Triveneto delle Penne Nere.
Precedentemente era stato rivolto al socio di Ogliano geom. Lino Chies , da quest’anno vice presidente vicario nazionale, l’augurio di un buon e proficuo lavoro, come da sempre è nel suo stile, con la certezza che l'impegno profuso lo riempirà di soddisfazioni. Poi sono stati consegnati a lui, ai soci alpini Massimo Colomban e Luigi De Lucca, al signor Campodall'Orto della ditta S. Giuseppe e al Gruppo Alpini di Ogliano un attestato di benemerenza con medaglia d'argento, per l'opera svolta a Rossosch.
Alle ore 21 nella Chiesa parrocchiale di Ogliano si sono esibiti il Corocastel di Conegliano diretto da Diego Tomasi e il Coro ANA di Vittorio Veneto diretto da Stefano Da Ros; mentre i singoli brani sono stati presentati dal dott. Toni Battistella, già direttore del Corocastel. Alla presenza di un numeroso pubblico, i Cori sono stati interpreti magnifici di canti popolari, di vita vissuta in guerra e in pace, di vita dura, di morte anche, di amori dolci e malinconici; il tutto inquadrato nello scenario delle nostre contrade, delle nostre vallate e delle nostre stupende montagne.
E' inutile dire quanto sia stato apprezzato il compimento vocale e la scelta dei brani.
Ad ogni pezzo cantato dal Coro ANA di Vittorio Veneto il presidente nazionale Caprioli ha voluto proporre una particolare intenzione in omaggio a personaggi alpini, alla loro storia, alla loro cultura, al loro senso di solidarietà e di abnegazione, con profonde e significative allocuzioni, molto apprezzate, e commoventi.
La domenica successiva ci siamo puntualmente ritrovati ad Ogliano per testimoniare con gioia e serenità i sessantotto anni di vita del Gruppo; il quale, più che organizzare feste, si è espresso nell'ambito sezionale e nazionale - attraverso i suoi prestigiosi soci - in meravigliose opere di solidarietà: dall’intervento immediato a Longarone dopo la tragedia del Vajont, alla costruzione del laboratorio guidato per i disabili de “La Nostra Famiglia” a Mareno di Piave; in tutte quelle calamità che hanno colpito l’Italia ed altre nazioni: vedi il terremoto in Friuli, in Irpinia; l’alluvione in Valtellina e in Piemonte a soccorrere quella povera gente; in Armenia ad aiutare quel popolo funestato dal terremoto, e in quella stupenda “Operazione Sorriso"”a Rossosch in Russia.
Questo è stato ed è lo spirito degli alpini di Ogliano.
Abbiamo sfilato lungo la via principale del paese, preceduti dalla Fanfara Alpina della Brigata “Cadore”, dai vessilli delle sezioni di Vittorio Veneto (con il vice presidente Ennio da Rè), di Marostica (con il presidente Luigi Menegotto), e di Conegliano (con i vice presidenti Nino Geronazzo, Battista Bozzoli e Nicola Stefani); dai Labari di diverse associazioni benemerite e da numerosi gagliardetti.
Presenti pure il ten. col. Vittorio De Nart (comandante del Battaglione “Vicenza” a Codroipo), Guido Biasiol e De Angelis della Brigata “Cadore”.
Il corteo è transitato davanti ad un piccolo palco sul quale c’erano il presidente nazionale Nardo Caprioli, il vice Lino Chies e il sindaco di Conegliano Flavio Silvestrin, per giungere poi alla Chiesa, nella quale è stata celebrata la S. Messa dal nostro cappellano don Raffaele Lot, assistito dal parroco don Gianfranco Armellin.
Significative le parole pronunciate dal celebrante durante l'omelia. Successivamente è stata deposta al monumento ai Caduti - ristrutturato - una corona di alloro e resi gli onori attraverso anche le note musicali della Fanfara della Cadore.
Poi il presidente Caprioli ha rivolto poche parole ai presenti. Egli ha richiamato alla memoria i valori della vita, il valore di quei ragazzi che la tragedia della guerra li ha visti immolati sull'altare della Patria, costretti ad obbedire anche a richiami assurdi ed inesplicabili, come paradossali ed oscure sono tutte le guerre. Si è chiesto se il sacrificio di tutti quei giovani morti in terra, in cielo e in mare è valso a far riflettere gli uomini, quanto immenso sia il valore della pace, e se la loro immolazione abbia portato l'Italia e il mondo intero in un clima di serenità e fratellanza. Caprioli ha concluso il suo breve discorso con un concetto metaforico. “C’era - egli ha detto - tanto tempo fa, una affascinante signorina, graziosamente vestita, adornata di preziosi, con sulla testa una corona di diademi, tutti l'ammiravano e la rispettavano. Poi avvenne che ne approfittarono di lei, la spogliarono di tutto, la denudarono quasi completamente. Ora la vorrebbero vestire chi di rosso, chi di nero, e chi sa di qual'altro colore, rendendola cosi ridicola. Povera nostra Italia!
I nostri colori sono quelli della nostra bandiera. Noi le vogliamo bene, noi alpini la rispettiamo, la vogliamo vedere sorridere, la vogliamo vedere serena e fiduciosa dei suoi figli. Noi vogliamo ridarle il suo legittimo splendore”.
Formato nuovamente il corteo, e preceduti sempre dalla Fanfara Alpina della Cadore, ci siamo recati presso la nuova sede per l'inaugurazione.
Il presidente dott. Nardo Caprioli ha tagliato il nastro inaugurale assistito dal sindaco rag. Flavio Silvestrin, dal geom. Lino Chies, dal presidente Luigi Basso, dal capogruppo Ugo Frassinelli e dalla madrina del Gruppo Augusta Chies figlia del fondatore Luigi Chies. Frassinelli si è rivolto ai presenti per un saluto e per un ringraziamento: “... non ho la pretesa di trattenervi con un discorso, ma soltanto desidero rivolgervi un caloroso saluto a nome mio personale e di tutto il gruppo alpini di Ogliano, che comprende gli alpini delle comunità di Ogliano e di Scomigo”, ha detto. Poi ha proseguito: “In occasione dell'inaugurazione della nostra sede, realizzata grazie alla donazione del socio Giuseppe Grosso, con la collaborazione degli alpini e con il sacrificio di tutti, è presente la massima autorità dell'associazione nazionale alpini, il presidente dott. Leonardo Caprioli. Abbiamo voluto per l'occasione ristrutturare il monumento ai nostri caduti, collocando nello stesso anche un po’ di terra raccolta nei luoghi di battaglia dell'ultima guerra mondiale, in Russia, e precisamente a Nikolajewka. Nessuno più del nostro Presidente nazionale, reduce da quel fronte, è qualificato ad inaugurare l'opera.
Grazie Presidente Caprioli! Grazie per tutto quello che hai fatto e per quello che ancora potrai fare per la nostra meravigliosa associazione.
La tua presenza dà lustro all'avvenimento, onora il gruppo Alpini di Ogliano, e sottolinea quale sia la tua sensibilità nei confronti di quegli iscritti che si dedicano attivamente alle iniziative dell'ANA.
Un sentito, profondo grazie pure a quanti hanno voluto unirsi a noi in questa splendida cerimonia... Buona giornata a tutti”. Infine il sindaco Silvestrin si è compiaciuto con le penne nere del gruppo per la realizzazione della loro nuova sede, e per l'esemplare disponibilità ad intervenire sollecitamente in opere umanitarie, sia nell'ambito locale che in quello comunale, nazionale ed oltre confine. Si è dichiarato orgoglioso di appartenere all’ANA, sodalizio ammirato, rispettato ed imitato da tutti, per i valori che sa conservare ed esprimere ovunque. Anch'egli ha voluto manifestare la sua gratitudine e quella dell’amministrazione comunale al presidente nazionale Caprioli, per aver onorato, con la sua presenza, la Città di Conegliano. Un graditissimo “rancio” come sempre preparato dagli alpini e dalle loro gentili signore, ha posto fine alle manifestazioni del gruppo di Ogliano. Alle penne nere di Ogliano un sincero grazie, per averci dato l’opportunità di trascorre due giornate nel ricordo degli alpini che ci hanno preceduto e nella gioiosa serenità.