1965 Orsago: Inaugurazione del Gruppo MO Giovanni Bortolotto
Attività
GRUPPO ORSAGO
Giovanni Bortolotto
MOTIVAZIONE DELLA MEDAGLIA D’ORO AL V.M.:
Capo pezzo di leggendario valore già distintosi sul fronte greco. Durante un sanguinoso combattimento contro preponderanti forze avversarie era esempio superbo di sprezzo del pericolo e senso del dovere. Benché ferito ad un braccio sostituiva il puntatore caduto e nonostante il martellante fuoco avversario, che stroncava altri due serventi, falciava dapprima col fuoco il nemico incalzante e poi contrassaltava con bombe a mano riuscendo a respingerlo. Riprendeva in seguito il tiro benché esausto per il sangue perduto, fino a quando nuovamente colpito si abbatteva sul suo cannone.
Russia, 30 dicembre 1942.
Capo pezzo di leggendario valore già distintosi sul fronte greco. Durante un sanguinoso combattimento contro preponderanti forze avversarie era esempio superbo di sprezzo del pericolo e senso del dovere. Benché ferito ad un braccio sostituiva il puntatore caduto e nonostante il martellante fuoco avversario, che stroncava altri due serventi, falciava dapprima col fuoco il nemico incalzante e poi contrassaltava con bombe a mano riuscendo a respingerlo. Riprendeva in seguito il tiro benché esausto per il sangue perduto, fino a quando nuovamente colpito si abbatteva sul suo cannone.
Russia, 30 dicembre 1942.
Fiamme Verdi Ottobre 1965
Inaugurazione ad Orsago del Gruppo «M.O. GIOVANNI BORTOLOTTO»
Le avversità atmosferiche non hanno impedito il successo che si attendeva dalla manifestazione indetta ad Orsago per l’inaugurazione del locale nuovo Gruppo e per la benedizione del gagliardetto.
Sono infatti giunti molti alpini persino dalla Val Zoldana e dalla «Bassa» ferrarese per non dire della nostra Sezione e di quelle vicine.
Oltre al gonfalone del Comune e alle bandiere delle sezioni di Orsago dell’Associazione Combattenti e Reduci e della Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra, erano presenti i vessilli delle Sezioni di Treviso, Vittorio Veneto e Conegliano, i gagliardetti dei Gruppi «Val Zoldana», Treviso-città, Vittorio Veneto-città, Oderzo, Motta di Livenza, Follina, Cordignano, Cappella Maggiore, Lago, Sernaglia della Battaglia, S. Fior, Solighetto, Ogliano, Mareno di Piave, Collalbrigo, Falzè di Piave, S. Vendemiano ed altri che non abbiamo potuto annotare.
La Sezione di Valdobbiadene — impegnata in altra propria manifestazione — ha inviato un caloroso messaggio di saluto ai nostri dirigenti e di augurio per il nuovo Gruppo.
Tra le Autorità abbiamo notato il Ten. Col. Manlio Francesconi intervenuto in rappresentanza del Generale Renzo Apollonio Comandante della Brigata «Julia», il Ten. Col. Cesare Rossato per il Comandante del 7° e il Magg. Luigi Rotanti per il Comandante dell’8°, il Ten. Col. Alberto Piasenti Comandante della Sezione Staccata di Artiglieria a Conegliano, numerosi altri Ufficiali alpini, il Presidente della Sezione di Treviso Cav. Rag. Bruno Manfren, familiari (il fratello Francesco e la sorella Augusta) della M. O. Giovanni Bortolotto cui il Gruppo è intitolato; tra le Autorità locali: il Sindaco Rag. Cipriano Zanin con assessori e consiglieri, il Parroco Don Attilio Durigon, il Presidente della Sezione locale dell’ A.N.C.R. Gino Anselmi, il Fiduciario della Associazione Mutilati ed Invalidi di Guerra Giuseppe Ceschel.
Oltre che da parte del Generale Umberto Cavanna Comandante della Brigata «Cadore»e, sono giunti numerosi messaggi di adesione di alti comandi militari e di autorità civili.
Il Consiglio direttivo sezionale era pressoché al completo: da Mons. Francesco Sartor che malgrado i numerosi impegni non ha voluto mancare dimostrando di avere sempre l’entusiasmo del giovane ufficiale dell’«Exilles» (e sempre «Ragazzo del ‘99»), al Presidente Comm. Guido Curto, oltre ai Vice Presidenti Avv. Comm. Francesco Travaini e Cav. Giovanni Daccò e i consiglieri Giacomo Soravia, Giovanni Mason, Igino Citron, Adriano Moretti e Gaspare Baccinello; erano inoltre presenti quasi tutti i Capigruppo della Sezione e persino quel mezzo disertore di Altarui alla cui eccezionale partecipazione va forse attribuita la causa di tutta la pioggia ch’è venuta giù.
Le nuvole hanno però retto abbastanza nel corso della cerimonia, consentendo l’effettuazione di una bella sfilata al passo dell’ottima fanfara del 3° Reggimento di Artiglieria da Montagna.
Nella chiesa parrocchiale il Cappellano della nostra Sezione — Mons. Sartor — ha celebrato la
S. Messa illustrando ai fedeli le parole del Vangelo e il significato della particolare cerimonia che si aggiungeva in occasione della benedizione del nuovo gagliardetto.
Monsignor Sartor ha ricordato ai presenti le Messe celebrate al campo e in guerra dai cappellani militari, sottolineando quanto esse richiamassero i soldati in armi ad un crescente affratellamento, al ricordo della famiglia, ed infine alla bontà della fanciullezza d’ognuno, in modo che il sacro rito — seguito con questi riferimenti di pace e di affetti — infondeva maggiore serenità agli spiriti e una accresciuta fermezza nei propri doveri.
Oltre che tutti questi sentimenti — ha continuato Mons. Sartor — l’odierna Santa Messa vuole in particolare ricordare i nostri Soldati caduti, i nostri compagni d’arme coi quali abbiamo insieme combattuto e sofferto per la difesa e la dignità della Patria; nel gagliardetto che viene oggi benedetto dobbiamo vedere l’immagine della Patria, dobbiamo saper leggere i nomi di tutte le Penne Mozze di Orsago, dobbiamo sentire l’incoraggiamento che da essi ci viene per tenere sempre valido il triplice ideale di amore verso Dio, la Patria e la Famiglia.
E’ poi seguito il rito della benedizione del gagliardetto gentilmente offerto al Gruppo dalla Madrina Signora Alba Piasenti consorte del Ten. Col. Alberto Piasenti Comandante della Sezione Staccata di Artiglieria di Conegliano; la Madrina ha inoltre appuntato sul gagliardetto la medaglia d’oro dell’eroica Penna Mozza Sergente Giovanni Bortolotto al quale il Gruppo viene intitolato. Ad uso di coloro che si preoccupano delle disposizioni statutarie, apriamo una parentesi per assicurare che la medaglia è stata appuntata al gagliardetto per comprensibili e validi motivi di formalità rituale, per figurare poi sul vessillo sezionale come è previsto dalle disposizioni vigenti.
Dopo la cerimonia della benedizione il Capogruppo di Orsago Luigi Battistuzzi ha offerto alla gentile Madrina un mazzo di fiori legato con un nastro tricolore.
Al termine della S. Messa, Mons. Sartor ha recitato la Preghiera dell’Alpino e ringraziato il reverendo Parroco per l’ospitalità offerta, la Madrina Signora Piasenti, le Autorità intervenute e la popolazione presente.
Ancora con la fanfara del 3° Artiglieria da Montagna (che anche durante la S. Messa ha eseguito significativi brani musicali alpini) si sono ricomposte le fila sebbene avesse iniziato a piovere; giunti alla lapide-monumento ai Caduti, è stata deposta una corona d’alloro alla quale la Signora Piasenti ha aggiunto— con squisita sensibilità — il mazzo di fiori ricevuto in omaggio dagli Alpini di Orsago.
Ha quindi preso la parola il Presidente Comm. Curto il quale ha ricordato che quello di Orsago è il ventesimo Gruppo che viene a far parte della nostra Sezione: ultimo in ordine di tempo ma non d’importanza in quanto esso risulta già numeroso e compatto.
Il Comm. Curto ha poi ricordato quanto gli alpini gradiscono ritrovarsi dopo tante dure prove incontrate in guerra e che ancora continuano in pace, ed ha illustrato la caratteristica delle nostre adunate alpine fatte di mestizia ma anche di serenità e,... ad una certa ora, di un po’ fragorosa allegria.
Le adunate alpine possono sembrare talvolta contrastanti per l’eterogeneità dei sentimenti che suscitano e che si susseguono, che vanno dal raccoglimento alla contentezza esplosiva, dalla lacrima trattenuta a fatica allo spensierato scherzo al vecchio commilitone.
Ma c’è tutto in un’adunata delle nostre, come di tutto avveniva sotto la naja e soprattutto in combattimento, quando l’alternarsi rapidissimo delle gioie e dei dolori, delle speranze e delle ansie, era tanto frequente da far conoscere all’alpino magari in un solo giorno, la vittoria e il lutto: meglio è dire che ciò avveniva con contemporaneità perchè ogni conquista materiale ed
ogni nuova acquisizione di onore son sempre state ottenute con falciate di Penne Nere e con sovrumani sacrifici dei superstiti.
Le nostre adunate fanno rivivere tutto questo (mentre molti altri son troppo propensi a voler dimenticare) e fanno capire soprattutto ai giovani che ogni meta esige dedizione, coraggio e sofferenza, come ogni rapporto umano richiede collaborazione, fraternità e comprensione. Gli alpini sono quindi ben lontani dal sentire nostalgia della guerra — come qualche insensato ancora stupidamente crede — ma vogliono invece far capire a sufficienza la lezione che le guerre han dato, poiché non si può pensare alla pace finché questa lezione non verrà interamente compresa da tutti i popoli.
Il Presidente sezionale si è quindi rivolto ai Soci di Orsago ricordando loro l’impegno che, nel nome di Giovanni Bortolotto, hanno suggellato con l’istituzione del Gruppo; egli ha infine rivolto il proprio ringraziamento a Mons. Sartor, alla gentile Madrina, alle numerose Penne Bianche giunte in rappresentanza degli alti Comandi alpini, al Sindaco veramente gentile ed ospitale — e alle altre autorità oltre che ai bravi dirigenti del nuovo Gruppo, e a tutti gl’intervenuti.
Mentre la pioggia cadeva insistentemente ma abbastanza... educatamente (il peggio è venuto quando tutte le cerimonie all’aperto eran concluse) ha preso la parola l’oratore ufficiale Ten. Col. Alberto Piasenti il quale ha detto che «un nuovo gagliardetto si aggiunge alla innumerevole schiera di quelli che segnano l’apparire, sulle nostre piazze, delle Penne Nere di ogni guerra. Esso esprime la continuità di una tradizione di disciplina, di tenacia e di coraggio, che sono la caratteristica della nostra specialità».
E innalzate il vostro gagliardetto — ha Continuato il Ten. Col. Piasenti — proprio in questo cinquantesimo anniversario del1915, significando così che quei ricordi lontani sono ancora ben vivi, non solo nel cuore di chi partecipò all’eroica vicenda, ma anche in tutti quelli che nelle guerre successive, con maggiore o minore fortuna, diedero tutti se stessi alla Patria, in nome di un dovere sentito come legge fondamentale del cittadino.
Questa giornata riunisce dunque i vivi ed i Morti. Riunisce attorno al nuovo gagliardetto ricordi che vivono in ognuno di voi tanto vivamente che sarò certo io a ripresentarli. Li avete anche troppo limpidi nella memoria, e con essi rivivono i nomi delle battaglie combattute dalle ambe africane, alla steppa russa, alle giogaie balcaniche, in sintonia di fedeltà e di sacrificio con i valorosi dell’Ortigara, dell’Adamello, del Monte Nero».
Il Ten. Col. Piasenti ha poi commemorato il Capo-pezzo Giovanni Bortolotto dando lettura della superba motivazione con la quale Gli venne conferita la Medaglia d’oro; nato a Vittorio Veneto nel glorioso 1918, predestinato all’eroismo — ha continuato l’oratore — Giovanni Bortolotto era primo cugino di un’altra Medaglia d’oro della Sezione: il Capitano Pietro Maset caduto combattendo nel 1945.
Dopo aver ricordato le tradizioni comuni degli alpini e degli artiglieri da montagna di ieri e di oggi e che saranno pure vanto delle Penne Nere di domani, il Ten. Col. Piasenti ha in particolare incitato gli Alpini di Orsago a tenere sempre alto il nuovo gagliardetto, ed ha concluso — vivamente plaudito — con un evviva alle truppe alpine.
La cerimonia alla lapide-monumento è terminata con le parole di elogio del Sindaco Rag. Zanin il quale ha espresso un cordiale saluto anche a nome dell’Amministrazione comunale di Orsago alle autorità e rappresentanze intervenute, alle Penne Nere in armi e in congedo, compiacendosi infine con gli Alpini locali che — come quelli di tutta Italia e all’estero — «sono
riusciti a riunirsi per ricordare i tempi andati, quando vestivano la divisa militare, ma anche per ritrovarsi assieme in un ambiente al di sopra delle contese sociali spesse volte motivo di inasprimento degli animi».
«L’ansia di migliorarsi — ha continuato il Sindaco Zanin — cioè di trovare condizioni più rispondenti ad un concetto di giustizia sempre in movimento, ci fa ardere in petto passioni che ci contrastano. Ebbene, voi Alpini, con il vostro incontrarvi in un clima al di fuori della politica, ci ricordate (e lo terremo presente) che al di sopra della ideologie che ci animano e ci differenziano, c’è la necessità di intesa che ci deve invece affratellare. Questo é l’ideale che si identifica con la Patria, alla quale dobbiamo essere orgogliosi di appartenere, e a cui tutti, nella nostra posizione, memoria anche di quanti sono caduti per essa, dobbiamo un personale contributo per renderla di esempio al mondo».
Al suono dell’instancabile fanfara dei «montagnini», i convenuti si sono avviati al luogo in cui era stato predisposto un ricco rinfresco.
Il Presidente Comm. Curto ha consegnato al Sindaco del Comune di Orsago tre fotografie di Giovanni Bortolotto, incorniciate e corredate dalla riproduzione della motivazione della medaglia d’oro allo stesso conferita; esso verranno esposte in municipio e nelle sedi dei due plessi scolastici di Orsago. Il Sindaco ha ringraziato per il dono tanto significativo, destinato a ricordare alle giovani, generazioni l’eroico sacrificio di Giovanni Bortolotto; erano pure presenti i pur valorosi superstiti della gloriosa 13° Batteria del Gruppo «Conegliano» che furono con Bortolotto in Grecia e in Russia: il Sergente Bruno Zanni, Isaia Pasianotto, Primo Prosdocimo e Annibale Pivetta oltre a vari suoi commilitoni tra i quali Gigio Citton.
Giunta l’ora del rancio, i convenuti si sono raccolti in un buon ristorante locale dove è stato offerto da mangiare e bere: buona pastasciutta, ottimo ed abbondante vitello con contorno, squisito vino locale ed infine il panettone. Un non meglio identificato «Piero»
cuoco e socio del Gruppo — ha provveduto ad organizzare lavorando sodo dalla sera precedente: e bevendo con altrettanta solerzia da mettere su una «piomba» fuori ordinanza ma... tenuta bene.
La fanfara del 3° ha suonato a lungo appena tornato il sereno, e il Coro «La Genzianella» del nostro Gruppo di Solighetto ha eseguito, nella sala dell’Asilo, un applaudito repertorio di canzoni della montagna.
Al bravo Capogruppo Luigi Battistuzzi, ai consiglieri e al segretario Ghirard oltre che ai loro validi collaboratori, va rinnovato il compiacimento della Sezione per la serietà e l’ottima organizzazione dimostrata, nella certezza che sapranno portare il Gruppo ad un crescente sviluppo e alla più efficace fratellanza alpina.
Sono infatti giunti molti alpini persino dalla Val Zoldana e dalla «Bassa» ferrarese per non dire della nostra Sezione e di quelle vicine.
Oltre al gonfalone del Comune e alle bandiere delle sezioni di Orsago dell’Associazione Combattenti e Reduci e della Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra, erano presenti i vessilli delle Sezioni di Treviso, Vittorio Veneto e Conegliano, i gagliardetti dei Gruppi «Val Zoldana», Treviso-città, Vittorio Veneto-città, Oderzo, Motta di Livenza, Follina, Cordignano, Cappella Maggiore, Lago, Sernaglia della Battaglia, S. Fior, Solighetto, Ogliano, Mareno di Piave, Collalbrigo, Falzè di Piave, S. Vendemiano ed altri che non abbiamo potuto annotare.
La Sezione di Valdobbiadene — impegnata in altra propria manifestazione — ha inviato un caloroso messaggio di saluto ai nostri dirigenti e di augurio per il nuovo Gruppo.
Tra le Autorità abbiamo notato il Ten. Col. Manlio Francesconi intervenuto in rappresentanza del Generale Renzo Apollonio Comandante della Brigata «Julia», il Ten. Col. Cesare Rossato per il Comandante del 7° e il Magg. Luigi Rotanti per il Comandante dell’8°, il Ten. Col. Alberto Piasenti Comandante della Sezione Staccata di Artiglieria a Conegliano, numerosi altri Ufficiali alpini, il Presidente della Sezione di Treviso Cav. Rag. Bruno Manfren, familiari (il fratello Francesco e la sorella Augusta) della M. O. Giovanni Bortolotto cui il Gruppo è intitolato; tra le Autorità locali: il Sindaco Rag. Cipriano Zanin con assessori e consiglieri, il Parroco Don Attilio Durigon, il Presidente della Sezione locale dell’ A.N.C.R. Gino Anselmi, il Fiduciario della Associazione Mutilati ed Invalidi di Guerra Giuseppe Ceschel.
Oltre che da parte del Generale Umberto Cavanna Comandante della Brigata «Cadore»e, sono giunti numerosi messaggi di adesione di alti comandi militari e di autorità civili.
Il Consiglio direttivo sezionale era pressoché al completo: da Mons. Francesco Sartor che malgrado i numerosi impegni non ha voluto mancare dimostrando di avere sempre l’entusiasmo del giovane ufficiale dell’«Exilles» (e sempre «Ragazzo del ‘99»), al Presidente Comm. Guido Curto, oltre ai Vice Presidenti Avv. Comm. Francesco Travaini e Cav. Giovanni Daccò e i consiglieri Giacomo Soravia, Giovanni Mason, Igino Citron, Adriano Moretti e Gaspare Baccinello; erano inoltre presenti quasi tutti i Capigruppo della Sezione e persino quel mezzo disertore di Altarui alla cui eccezionale partecipazione va forse attribuita la causa di tutta la pioggia ch’è venuta giù.
Le nuvole hanno però retto abbastanza nel corso della cerimonia, consentendo l’effettuazione di una bella sfilata al passo dell’ottima fanfara del 3° Reggimento di Artiglieria da Montagna.
Nella chiesa parrocchiale il Cappellano della nostra Sezione — Mons. Sartor — ha celebrato la
S. Messa illustrando ai fedeli le parole del Vangelo e il significato della particolare cerimonia che si aggiungeva in occasione della benedizione del nuovo gagliardetto.
Monsignor Sartor ha ricordato ai presenti le Messe celebrate al campo e in guerra dai cappellani militari, sottolineando quanto esse richiamassero i soldati in armi ad un crescente affratellamento, al ricordo della famiglia, ed infine alla bontà della fanciullezza d’ognuno, in modo che il sacro rito — seguito con questi riferimenti di pace e di affetti — infondeva maggiore serenità agli spiriti e una accresciuta fermezza nei propri doveri.
Oltre che tutti questi sentimenti — ha continuato Mons. Sartor — l’odierna Santa Messa vuole in particolare ricordare i nostri Soldati caduti, i nostri compagni d’arme coi quali abbiamo insieme combattuto e sofferto per la difesa e la dignità della Patria; nel gagliardetto che viene oggi benedetto dobbiamo vedere l’immagine della Patria, dobbiamo saper leggere i nomi di tutte le Penne Mozze di Orsago, dobbiamo sentire l’incoraggiamento che da essi ci viene per tenere sempre valido il triplice ideale di amore verso Dio, la Patria e la Famiglia.
E’ poi seguito il rito della benedizione del gagliardetto gentilmente offerto al Gruppo dalla Madrina Signora Alba Piasenti consorte del Ten. Col. Alberto Piasenti Comandante della Sezione Staccata di Artiglieria di Conegliano; la Madrina ha inoltre appuntato sul gagliardetto la medaglia d’oro dell’eroica Penna Mozza Sergente Giovanni Bortolotto al quale il Gruppo viene intitolato. Ad uso di coloro che si preoccupano delle disposizioni statutarie, apriamo una parentesi per assicurare che la medaglia è stata appuntata al gagliardetto per comprensibili e validi motivi di formalità rituale, per figurare poi sul vessillo sezionale come è previsto dalle disposizioni vigenti.
Dopo la cerimonia della benedizione il Capogruppo di Orsago Luigi Battistuzzi ha offerto alla gentile Madrina un mazzo di fiori legato con un nastro tricolore.
Al termine della S. Messa, Mons. Sartor ha recitato la Preghiera dell’Alpino e ringraziato il reverendo Parroco per l’ospitalità offerta, la Madrina Signora Piasenti, le Autorità intervenute e la popolazione presente.
Ancora con la fanfara del 3° Artiglieria da Montagna (che anche durante la S. Messa ha eseguito significativi brani musicali alpini) si sono ricomposte le fila sebbene avesse iniziato a piovere; giunti alla lapide-monumento ai Caduti, è stata deposta una corona d’alloro alla quale la Signora Piasenti ha aggiunto— con squisita sensibilità — il mazzo di fiori ricevuto in omaggio dagli Alpini di Orsago.
Ha quindi preso la parola il Presidente Comm. Curto il quale ha ricordato che quello di Orsago è il ventesimo Gruppo che viene a far parte della nostra Sezione: ultimo in ordine di tempo ma non d’importanza in quanto esso risulta già numeroso e compatto.
Il Comm. Curto ha poi ricordato quanto gli alpini gradiscono ritrovarsi dopo tante dure prove incontrate in guerra e che ancora continuano in pace, ed ha illustrato la caratteristica delle nostre adunate alpine fatte di mestizia ma anche di serenità e,... ad una certa ora, di un po’ fragorosa allegria.
Le adunate alpine possono sembrare talvolta contrastanti per l’eterogeneità dei sentimenti che suscitano e che si susseguono, che vanno dal raccoglimento alla contentezza esplosiva, dalla lacrima trattenuta a fatica allo spensierato scherzo al vecchio commilitone.
Ma c’è tutto in un’adunata delle nostre, come di tutto avveniva sotto la naja e soprattutto in combattimento, quando l’alternarsi rapidissimo delle gioie e dei dolori, delle speranze e delle ansie, era tanto frequente da far conoscere all’alpino magari in un solo giorno, la vittoria e il lutto: meglio è dire che ciò avveniva con contemporaneità perchè ogni conquista materiale ed
ogni nuova acquisizione di onore son sempre state ottenute con falciate di Penne Nere e con sovrumani sacrifici dei superstiti.
Le nostre adunate fanno rivivere tutto questo (mentre molti altri son troppo propensi a voler dimenticare) e fanno capire soprattutto ai giovani che ogni meta esige dedizione, coraggio e sofferenza, come ogni rapporto umano richiede collaborazione, fraternità e comprensione. Gli alpini sono quindi ben lontani dal sentire nostalgia della guerra — come qualche insensato ancora stupidamente crede — ma vogliono invece far capire a sufficienza la lezione che le guerre han dato, poiché non si può pensare alla pace finché questa lezione non verrà interamente compresa da tutti i popoli.
Il Presidente sezionale si è quindi rivolto ai Soci di Orsago ricordando loro l’impegno che, nel nome di Giovanni Bortolotto, hanno suggellato con l’istituzione del Gruppo; egli ha infine rivolto il proprio ringraziamento a Mons. Sartor, alla gentile Madrina, alle numerose Penne Bianche giunte in rappresentanza degli alti Comandi alpini, al Sindaco veramente gentile ed ospitale — e alle altre autorità oltre che ai bravi dirigenti del nuovo Gruppo, e a tutti gl’intervenuti.
Mentre la pioggia cadeva insistentemente ma abbastanza... educatamente (il peggio è venuto quando tutte le cerimonie all’aperto eran concluse) ha preso la parola l’oratore ufficiale Ten. Col. Alberto Piasenti il quale ha detto che «un nuovo gagliardetto si aggiunge alla innumerevole schiera di quelli che segnano l’apparire, sulle nostre piazze, delle Penne Nere di ogni guerra. Esso esprime la continuità di una tradizione di disciplina, di tenacia e di coraggio, che sono la caratteristica della nostra specialità».
E innalzate il vostro gagliardetto — ha Continuato il Ten. Col. Piasenti — proprio in questo cinquantesimo anniversario del1915, significando così che quei ricordi lontani sono ancora ben vivi, non solo nel cuore di chi partecipò all’eroica vicenda, ma anche in tutti quelli che nelle guerre successive, con maggiore o minore fortuna, diedero tutti se stessi alla Patria, in nome di un dovere sentito come legge fondamentale del cittadino.
Questa giornata riunisce dunque i vivi ed i Morti. Riunisce attorno al nuovo gagliardetto ricordi che vivono in ognuno di voi tanto vivamente che sarò certo io a ripresentarli. Li avete anche troppo limpidi nella memoria, e con essi rivivono i nomi delle battaglie combattute dalle ambe africane, alla steppa russa, alle giogaie balcaniche, in sintonia di fedeltà e di sacrificio con i valorosi dell’Ortigara, dell’Adamello, del Monte Nero».
Il Ten. Col. Piasenti ha poi commemorato il Capo-pezzo Giovanni Bortolotto dando lettura della superba motivazione con la quale Gli venne conferita la Medaglia d’oro; nato a Vittorio Veneto nel glorioso 1918, predestinato all’eroismo — ha continuato l’oratore — Giovanni Bortolotto era primo cugino di un’altra Medaglia d’oro della Sezione: il Capitano Pietro Maset caduto combattendo nel 1945.
Dopo aver ricordato le tradizioni comuni degli alpini e degli artiglieri da montagna di ieri e di oggi e che saranno pure vanto delle Penne Nere di domani, il Ten. Col. Piasenti ha in particolare incitato gli Alpini di Orsago a tenere sempre alto il nuovo gagliardetto, ed ha concluso — vivamente plaudito — con un evviva alle truppe alpine.
La cerimonia alla lapide-monumento è terminata con le parole di elogio del Sindaco Rag. Zanin il quale ha espresso un cordiale saluto anche a nome dell’Amministrazione comunale di Orsago alle autorità e rappresentanze intervenute, alle Penne Nere in armi e in congedo, compiacendosi infine con gli Alpini locali che — come quelli di tutta Italia e all’estero — «sono
riusciti a riunirsi per ricordare i tempi andati, quando vestivano la divisa militare, ma anche per ritrovarsi assieme in un ambiente al di sopra delle contese sociali spesse volte motivo di inasprimento degli animi».
«L’ansia di migliorarsi — ha continuato il Sindaco Zanin — cioè di trovare condizioni più rispondenti ad un concetto di giustizia sempre in movimento, ci fa ardere in petto passioni che ci contrastano. Ebbene, voi Alpini, con il vostro incontrarvi in un clima al di fuori della politica, ci ricordate (e lo terremo presente) che al di sopra della ideologie che ci animano e ci differenziano, c’è la necessità di intesa che ci deve invece affratellare. Questo é l’ideale che si identifica con la Patria, alla quale dobbiamo essere orgogliosi di appartenere, e a cui tutti, nella nostra posizione, memoria anche di quanti sono caduti per essa, dobbiamo un personale contributo per renderla di esempio al mondo».
Al suono dell’instancabile fanfara dei «montagnini», i convenuti si sono avviati al luogo in cui era stato predisposto un ricco rinfresco.
Il Presidente Comm. Curto ha consegnato al Sindaco del Comune di Orsago tre fotografie di Giovanni Bortolotto, incorniciate e corredate dalla riproduzione della motivazione della medaglia d’oro allo stesso conferita; esso verranno esposte in municipio e nelle sedi dei due plessi scolastici di Orsago. Il Sindaco ha ringraziato per il dono tanto significativo, destinato a ricordare alle giovani, generazioni l’eroico sacrificio di Giovanni Bortolotto; erano pure presenti i pur valorosi superstiti della gloriosa 13° Batteria del Gruppo «Conegliano» che furono con Bortolotto in Grecia e in Russia: il Sergente Bruno Zanni, Isaia Pasianotto, Primo Prosdocimo e Annibale Pivetta oltre a vari suoi commilitoni tra i quali Gigio Citton.
Giunta l’ora del rancio, i convenuti si sono raccolti in un buon ristorante locale dove è stato offerto da mangiare e bere: buona pastasciutta, ottimo ed abbondante vitello con contorno, squisito vino locale ed infine il panettone. Un non meglio identificato «Piero»
cuoco e socio del Gruppo — ha provveduto ad organizzare lavorando sodo dalla sera precedente: e bevendo con altrettanta solerzia da mettere su una «piomba» fuori ordinanza ma... tenuta bene.
La fanfara del 3° ha suonato a lungo appena tornato il sereno, e il Coro «La Genzianella» del nostro Gruppo di Solighetto ha eseguito, nella sala dell’Asilo, un applaudito repertorio di canzoni della montagna.
Al bravo Capogruppo Luigi Battistuzzi, ai consiglieri e al segretario Ghirard oltre che ai loro validi collaboratori, va rinnovato il compiacimento della Sezione per la serietà e l’ottima organizzazione dimostrata, nella certezza che sapranno portare il Gruppo ad un crescente sviluppo e alla più efficace fratellanza alpina.