2006 Pianzano: La storia per immagini - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

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2006 Pianzano: La storia per immagini

Attività
GRUPPO PIANZANO
"Sui luoghi della memoria, la storia per immagini"
UN INCONTRO DI STORIA E DI CULTURA PER NON DIMENTICARE
Fiamme Verdi Ottobre 2006

Il 25 Marzo 2006 il Gruppo Alpini di Pianzano, ha organizzato presso il Palaingresso di Godega di S.U. , una serata Storico-Culturale dal titolo "Sui luoghi della memoria, la storia per immagini”. Patrocinata dalla Pro Loco e dal Comune di Godega di S.Urbano, è stata effettuata con la collaborazione di ben 3 sezioni Alpine, e cioè, quella di Conegliano a cui il nostro Gruppo appartiene, quella di Pordenone a cui appartengono gli scalatori Alpini del Gruppo di Pasiano che hanno proiettato le diapositive in merito, e quella di Vittorio V. a cui appartiene il coro Mesulano di Cordignano che ha accompagnato in modo sublime con i suoi canti questa meravigliosa serata.
Abbiamo avuto l’onore ed il piacere di avere una presenza massiccia sia di Alpini che di non Alpini, con circa 300 persone in sala, fra cui le autorità e personalità che hanno fatto il loro discorso prima e dopo della proiezione, e cioè: il Sindaco di Godega di S.U. signora Donatella Santambrogio, il Presidente della Sezione Alpini di Conegliano Dr. Antonio Daminato, l’ultimo Comandante della Brigata Alpini Cadore Generale Primo Gadia, il Presidente della Pro Loco Dr. Pierluigi Dal Cin, ed il Presidente dell’Associazione “Lotta contro i tumori Renzo e Pia Fiorot”  sig. Silvano Fiorot, a cui sono state poi devolute interamente le offerte raccolte nel corso della serata.
La presentazione della serata è stata curata da Claudio Botteon, capogruppo del Gruppo Alpini di Pianzano. Con questa manifestazione, il nostro Gruppo ha voluto rendere merito al tema dell’adunata nazionale alpina di quest’anno (ad Asiago) che è: “sulle orme dei padri, per non dimenticare”, proiettando una sequenza di diapositive dei percorsi della Grande Guerra sulle Dolomiti, eseguiti da alcuni Alpini-Alpinisti del Gruppo di Pasiano, capitanati dalla guida alpina Ernesto Sandrin di Brugnera, e ripercorrendo gli stessi itinerari e luoghi di guerra dei nostri Alpini che hanno combattuto in quelle zone nella 1° Guerra Mondiale.
Le odierne immagini di quei luoghi storici, sono state intervallate da immagini dell’epoca degli stessi luoghi, in modo da poter valutarne la contrapposizione in tempi diversi, e poterci quindi rendere conto di cosa hanno dovuto fare quei nostri grandi progenitori Alpini negli inverni più freddi del secolo scorso. Ricordiamo solamente che il loro sacrificio in vite umane fu enorme, dovuto sia alla lotta contro un nemico ben preparato ed equipaggiato, e sia a quella contro una natura dura ed ostile, vivendo e combattendo a quote sopra i 3.000 metri di altezza, fino ad allora impensabili da poter utilizzare per i combattimenti di grossi reparti.
Con queste immagini e con questi ricordi, il nostro Gruppo ha voluto suggellare il grande spirito di solidarietà che lega gli Alpini delle nostre zone, ed il grande senso del ricordo e della memoria di cui siamo ormai tra i pochi a portare avanti ed a cercare di trasmettere in tutti i modi ai nostri figli, insieme a quei valori di sacrificio, di coraggio, del senso del dovere, e dell’amor di Patria che i nostri “veci” ci hanno insegnato.
Uno scrittore Francese un giorno disse: “…odio la guerra, ma amo coloro che l’hanno fatta” ; e Camillo Berti (corrispondente di Guerra ed Alpino nella 1° Guerra Mondiale sulle Dolomiti) disse: “…ebbene odiamo pure tutti la guerra, ma proprio perché la consideriamo la più grande calamità per la nostra società umana, consideriamo con profonda ammirazione ed amore l’opera di coloro che, pur certamente esecrando la violenza così come la esecriamo noi, seppero affrontarla con animo di veri uomini; inchiniamoci di fronte ad un eroismo che ha onorato la montagna al di sopra di ogni confine di Nazione”. E continua il Berti : “… Ambedue gli eserciti produssero individuali e collettivi eroismi e sacrifici e donazioni di sangue e di vita, tali da rendere quell’ammasso di pietre un Tempio, al cospetto del quale chineremo sempre la fronte reverenti e rapiti…”.
Claudio Botteon
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