2003 San Fior: Torneo di bocce - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

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2003 San Fior: Torneo di bocce

Attività
GRUPPO SAN FIOR
SAPORE ANTICO DI UN TORNEO DI BOCCE
Fiamme Verdi Maggio 2004
A San Fior la 12ma edizione della Gara Sezionale "Trofeo comm. Alfredo Battistella"

E chi non ricorda il gioco delle bocce? Nel nostro paese ce n’era praticamente uno ogni osteria ed erano punto fisso di ritrovo, particolarmente la domenica, dopo il Vespro.
Quello che adesso è il bocciodromo allora era, più semplicemente, al dogo dee bae. A Castello Roganzuolo, per esempio, ve n’erano sei, uno ad ogni osteria, tutti ben curati e ombreggiati da pergolati di vite. Uno si trovava davanti all’osteria Segat, uno era a fianco dell’osteria del Tita, un altro ancora nel cosiddetto dopolavoro Gardin. Quello all’osteria “da Luca” era situato a sud della Pontebbana, come pure quello a fianco dell’osteria Santantonio (Coldemanda). L’ultimo, forse il più caratteristico, era quello dell’osteria “ai Gai”. Situato in basso rispetto alla sede stradale, gli scorrevano a fianco le fresche e pulite acque del Menarè Vecio, torrente che, immerso tra due fitte siepi, nel suo percorso segnava il confine tra Castello e San Vendemiano. Chi non giocava si sedeva sul basso parapetto del ponte che serviva anche come base d’appoggio a portate di copiosi boccali di vino. Ed erano proprio questi a far da esca per coloro che transitavano sulla Pontebbana, i quali, fermatisi per un bicchiere, finivano poi per aggregarsi alla compagnia.
C’erano però allora anche bocciodromi privati, nel senso che ogni strada e ogni cortile poteva trasformarsi in dogo dee bae, con bocce di legno che con il tempo e l’umidità si trasformavano da tonde in bisdolthe.
Chi non aveva soldi in tasca o desiderava in qualche maniera partecipare al gioco, faceva il sior, e cioè annotava il punteggio e sentenziava, nei casi controversi, di chi era il punto, dopo aver misurato la distanza tra le bocce. In questa maniera si garantiva l’ombra, pagata per tale prestazione dai giocatori. Non rientravano certo nei compiti del sior le espressioni di meraviglia che questi elargiva per sottolineare le abili giocate dei bocciatori. Era captatio benevolentiae, arte poco nobile e di cui spesso i poveri sono maestri. La povertà e la ricchezza (se mai di ricchezza si poteva parlare) non erano distribuite in maniera uniforme, ma non frenavano mai il consolidarsi dell’abitudine alle relazioni tra le persone.
Di solito la partita a bocce andava poi a concludersi attorno ad un tavolo e ad una bottiglia a discutere delle vicende del paese e del mondo, fino a quando qualcuno partiva con un canto.

E chi se le ricorda più le bocce? Non c’è più il Tita, personaggio d’altri tempi, sparita la sua osteria, persa nella memoria anche l’osteria Segat, rimane il vecchio dopolavoro Gardin, ma senza più nessuna traccia del rettangolo sabbioso, sparite le cose semplici di un tempo, eliminato anche il Vespro, sparito tutto, tutto diventato storia…

In realtà a San Fior opera una società bocciofila, ma il bocciodromo è molto isolato rispetto al centro, dove è forte invece la passione per il ciclismo ed il calcio, con un tifo che spazia nella gamma del vasto firmamento calcistico italiano: e cioè Milan, Juve e Inter (…). Ed a riprova di ciò si contano ben tre club di calcio, ognuno con sede propria.

L’organizzazione proprio a San Fior presso il bocciodromo “Alla Camillotta” del 12° Trofeo Sezionale di bocce a coppie “Comm. Alfredo Battistella”, ha provocato, quindi, non poca curiosità ed attesa. E le attese non sono andate deluse.
Ogni anno un gruppo chiede di ospitare la prestigiosa manifestazione, riservata ad alpini della sezione, curata con grande impegno dalla collaudata perizia di quei tre inguaribili appassionati di bocce che rispondono al nome di Egidio Morbin, Franco De Stefani e Ugo Frassinelli.

24 le coppie iscritte, appartenenti a 13 gruppi: San Fior, Pianzano, Corbanese, Oliano, Mareno, Vazzola, Solighetto, Pieve di Soligo, Bibano-Godega, Santa Maria, Falzè, Maset e Santa Lucia.
Oltre che in quello di San Fior di Sotto, le gare preliminari si sono svolte nei bocciodromi Venturin di Conegliano e della bocciofila “La Pontese” di Cordignano. L’arbitro del torneo, Frassinelli, non ha dovuto faticare più di tanto a controllare una gara, che pur si è svolta all’insegna della grande competitività e dall’esito incerto fino all’ultimo, essendo il meccanismo di queste competizioni ampiamente collaudato e disciplinato da un regolamento che non ammette interpretazioni.

Questa la classifica finale:
1° Mortara - Di Paolo (Pianzano)
2° Da Ros - Garbet (Mareno)
3° Botteon – Zanella (Pianzano)
4° Tomasella - Zambon (Bibano-Godega)

Quattro le coppie classificate al quinto posto pari merito:
5° Botteon - Da Ros (Pianzano)
5° Frare - Frare Falzè)
5° Tonon - Poloni (San Fior)
5° Battistella - Ciotta (Solighetto)

La consegna dell’ambìto trofeo e le premiazioni dei vari classificati si è svolta alla presenza della figlia del compianto Comm. Alfredo Battistella, signora Carla, del presidente Toni Daminato e di alcuni membri del direttivo sezionale, cui ha fatto gli onori di casa il capogruppo di San Fior, Aldo Tonon. Come consuetudine vuole, il rinfresco finale è stato offerto a tutti i presenti dal gruppo ospitante.

Le gare sono state seguite da un pubblico via via sempre più numeroso, a riprova che questo antico gioco, che da tempo chiede di essere riconosciuto come sport a tutti gli effetti, affascina ancora.
Arrivato per assistere ad un trofeo di bocce, qualcuno ha finito per perdersi nei ricordi. Del gioco di cui parlavamo è sparita l’approssimazione; e la precaria bacchetta, rubata alla siepe, con cui si misuravano le distanze nei casi controversi, è stata sostituita da strumenti di precisione. Sparita anche la figura del sior, sovrintende allo svolgimento della gara un arbitro con tanto di patentino federale.
Ma è rimasto intatto il fascino del gioco di un tempo.
Gli spettatori, notevole la partecipazione di amici e familiari, hanno potuto assistere ad incontri altamente spettacolari. Le gare si sono svolte nel segno dell’amicizia, sportività e lealtà tra i concorrenti: ecco spiegato perché quella delle bocce è una disciplina sportiva adottata dagli alpini. E non è mancato, poi, un tocco di poesia, visto che in nessun torneo di bocce al mondo i concorrenti gareggiano col cappello alpino in testa, così come è successo in alcuni spezzoni di gara nel bocciodromo “alla Camillotta” di San Fior di Sotto.
Dlmgfr
I vincitori Mortara e Di Paolo (gruppo Pianzano) ricevono il trofeo dalla signora Carla Battistella

Garbet e Da Ros (gruppo Mareno), secondi classificati


gara di bocce … con cappello
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