2000 Santa Lucia: Augusto Busatto
Attività
GRUPPO SANTA LUCIA DI PIAVE
RICORDANDOTI, AUGUSTO BUSATTO
Fiamme Verdi Dicembre 2000C'è una sedia vuota nella nostra schiera. Manchi tu, Augusto, "el Moro Busatto", il bocia dei fondatori del nostro gruppo nel 1958, colonna portante dei quarant'anni della nostra vita alpina.
Sono passati alcuni mesi da quel tardo autunno scorso, quando, alla fine d'un lungo ed estenuante calvario, sei salito al "Paradiso di Cantore".
All'ultimo saluto terreno, fra la folla commossa, un folto corteo alpino con i gagliardetti della Sezione, ti ha reso l'onore, da te conquistato durante una esistenza dedicata interamente, attimo per attimo, alla famiglia, al lavoro e all'alpinità.
Il tempo, da allora trascorso, non ha lenito il dolore ed è poco dire che ci manchi.
Quarant'anni di dedizione agli alpini, collaborando con le varie generazioni succedutesi all'interno del gruppo, ti hanno fatto apprezzare e voler bene.
Sempre presente nei vari frangenti della vita di gruppo, eri il primo nel rimboccarti le maniche nei compiti meno rilucenti, in silenzio senza vantarti della tua anzianità di servizio.
Da giovane eri famoso per la tua esuberante goliardia, che sprizzava da tutti i pori, da uno maturo difendevi con grinta e tenacia quell'ideale e retta linea di condotta alpina. Corretto con te stesso e con gli altri, generoso come pochi, sino all'ultimo mai ti sei scordato di noi.
Come del resto non avevi abbandonato il gruppo quando, nei primi anni settanta ti eri trasferito da S. Lucia a San Vendemiano o come nei primi anni ottanta, quando un male ti aveva portato in punto di morte e tu, una volta vinta la tua battaglia, eri tornato pur se menomato, con l'identico spirito e la stessa disponibilità.
Ricordo la mestizia di noi tutti quando apprendemmo, circa due anni fa, della tua malattia. Nei mesi della tua lenta ed inesorabile fine, assistito amorevolmente dai tuoi cari, hai affrontato quei momenti di straziante sofferenza fisica con dignitosa pazienza, cercando di far pesare il meno possibile la tua condizione.
Ecco perché non ti dimenticheremo e anche se il vuoto sarà ben difficilmente colmabile, rimarrà il tuo esempio e le tue preghiere dall'aldilà a far sì che il nostro gruppo prosegua per la sua strada, camminando con passo sicuro, cogliendo la vitalità dai giovani e la saggezza dai vecchi.
Arrivederci Augusto.
Sono passati alcuni mesi da quel tardo autunno scorso, quando, alla fine d'un lungo ed estenuante calvario, sei salito al "Paradiso di Cantore".
All'ultimo saluto terreno, fra la folla commossa, un folto corteo alpino con i gagliardetti della Sezione, ti ha reso l'onore, da te conquistato durante una esistenza dedicata interamente, attimo per attimo, alla famiglia, al lavoro e all'alpinità.
Il tempo, da allora trascorso, non ha lenito il dolore ed è poco dire che ci manchi.
Quarant'anni di dedizione agli alpini, collaborando con le varie generazioni succedutesi all'interno del gruppo, ti hanno fatto apprezzare e voler bene.
Sempre presente nei vari frangenti della vita di gruppo, eri il primo nel rimboccarti le maniche nei compiti meno rilucenti, in silenzio senza vantarti della tua anzianità di servizio.
Da giovane eri famoso per la tua esuberante goliardia, che sprizzava da tutti i pori, da uno maturo difendevi con grinta e tenacia quell'ideale e retta linea di condotta alpina. Corretto con te stesso e con gli altri, generoso come pochi, sino all'ultimo mai ti sei scordato di noi.
Come del resto non avevi abbandonato il gruppo quando, nei primi anni settanta ti eri trasferito da S. Lucia a San Vendemiano o come nei primi anni ottanta, quando un male ti aveva portato in punto di morte e tu, una volta vinta la tua battaglia, eri tornato pur se menomato, con l'identico spirito e la stessa disponibilità.
Ricordo la mestizia di noi tutti quando apprendemmo, circa due anni fa, della tua malattia. Nei mesi della tua lenta ed inesorabile fine, assistito amorevolmente dai tuoi cari, hai affrontato quei momenti di straziante sofferenza fisica con dignitosa pazienza, cercando di far pesare il meno possibile la tua condizione.
Ecco perché non ti dimenticheremo e anche se il vuoto sarà ben difficilmente colmabile, rimarrà il tuo esempio e le tue preghiere dall'aldilà a far sì che il nostro gruppo prosegua per la sua strada, camminando con passo sicuro, cogliendo la vitalità dai giovani e la saggezza dai vecchi.
Arrivederci Augusto.