2008 Santa Lucia: Salisburgo e Mathausen - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

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2008 Santa Lucia: Salisburgo e Mathausen

Attività
GRUPPO SANTA LUCIA DI PIAVE
SALISBURGO E MAUTHAUSEN
Fiamme Verdi Dicembre 2008


Sabato 9 agosto un pullman di alpini santalucesi molti dei quali accompagnati dalle rispettive consorti sono partiti di buon’ora alla volta di Tarvisio e dell’Austria. Il cielo alla partenza prometteva molto bene ma fatta una breve tappa tecnica all’autogrill di Tarvisio ed addentratici nella repubblica Austriaca ci siamo imbattuti in una grossa perturbazione che ci ha accompagnati fino a Salisburgo. Abbiamo pranzato in centro città, gustato la loro cucina, il solito Nerio, per la verità, si è bonariamente lamentato perché il vino non era compreso nel prezzo e così abbiamo assaporato anche l’ottima birra di produzione locale. Nel pomeriggio purtroppo ancora sotto una pioggerellina che a tratti ha rovinato la visita abbiamo passeggiato per il centro della bellissima città assaporando le spiegazioni della guida (nativa di Venezia ma da molti anni trasferitasi a Salisburgo). Intanto verso sera il tempo è finalmente migliorato per cui ripreso il pullman ed arrivati in albergo abbiamo potuto rilassarci un po’. A cena, per primo è arrivato il “brodet”, non certo nella nostra tradizione, così che il solito Nerio oltre che per il vino brontola anche per il “brodet”, ma non importa perché si è poi sorbito il “brodet” con relativa replica ed ha recuperato poi con il secondo a base di ottima ed abbondante carne. Per finire la giornata e favorire la digestione i meno stanchi hanno passeggiato fino in riva al fiume. Domenica 10 siamo partiti in mattinata da Salisburgo per la cittadina di Mauthausen (circa 100 km) tristemente nota per il campo di concentramento più grande dell’Austria. Era una meta che tanti alpini santalucesi avevano ripetutamente espresso la volontà di voler visitare per poter rendersi conto di persona di quali e quante malvagità possa a volte macchiarsi l’essere umano. Alle 10,30 circa, ai cancelli del campo ci attendeva la guida, un uomo di origine croata ma che parlava molto bene l’italiano, che ci ha subito introdotto con una prefazione di cosa erano i vari tipi di campo e come erano organizzati. Abbiamo visto dal di fuori la parte occupata dalle SS di guardia e poi siamo entrati nel campo vero e proprio visitando le baracche ove erano “alloggiati” a centinaia per baracca, siamo passati nella parte in pietra ove è sistemato il museo e successivamente alle camere a gas e i forni crematori. E’ inutile che mi soffermi a scrivere quanto abbiamo udito nella spiegazione della guida, non è possibile scrivere quanto di criminale è stato capillarmente organizzato in quei luoghi durante la 2^ guerra mondiale. Resta il fatto che sarebbe opportuno che tutti facessero visita a questi luoghi, specialmente le giovani generazioni nate ormai a tanti anni da quegli eventi, affinché resti di monito e di auspicio a tutti che cose del genere non abbiano più a verificarsi.
Certo nessuno del gruppo fiatava, qualcuno domandava solo qualche spiegazione, tutti intenti a guardare e rendersi conto delle cose. Poi usciti dal campo e salutata la guida ci siamo diretti alla zona ove ogni singola nazione ha eretto nel tempo un monumento a ricordo dei propri caduti. Abbiamo fatto un doveroso momento di raccoglimento e preghiera deponendo un mazzo di fiori davanti al monumento italiano uno spesso muro lungo circa 50 metri ove nel corso degli anni sono state affisse targhe e ricordi da parte di congiunti ed associazioni italiane. Il Capogruppo Claudio Bernardi a chiuso questo momento con una breve allocuzione.
E’ cominciata poi la fase del ritorno con il pranzo che abbiamo consumato a Graz (circa 20 km da Mauthausen) in un bel locale tipico e relativa passeggiata in centro città che come tante altre dell’Austria è veramente bello. Abbiamo poi ripreso la strada per l’Italia che attraverso Tarvisio ci ha portato a Santa Lucia per le 10 di sera.
Un gran bel viaggio che ci ha permesso da una parte di fare un po’ di turismo e dall’altra di fare anche un po’ di approfondimento culturale.
Flaviano Franceschin
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