2004 SantaMaria: Storia di un capitello in onore a Maria
Attività
GRUPPO SANTA MARIA
STORIA DI UN CAPITELLO IN ONORE A MARIA
Fiamme Verdi Luglio 2005
Il 13 giugno 2004 è stato inaugurato e benedetto dal parroco don Nilo Tonon e da altri tre sacerdoti, il capitello in onore a Maria, S. Antonio e beato Claudio, situato in località Crevada. E’ stata questa un’idea del signor Ugo Granzotto, padre del socio tesoriere Maurizio, che ha voluto così onorare la memoria e il desiderio del papà Giovanni.
La nuova costruzione si trova sulla strada che da Pieve di Soligo scende verso Parè di Conegliano, in un tratto di strada in cui a volte si tende a pigiare il piede sull’acceleratore, questa costruzione diventa, perciò, importante oltre che per la pietà nei confronti dei santi raffigurati e per l’impegno profuso nella realizzazione, anche perché diventa monito per ogni passante per riflettere sul valore individuale della vita.
Tutto è bene quel che finisce bene e naturalmente la festa si è conclusa con la vivace collaborazione del gruppo alpini di S, Maria e S. Michele di Feletto.
Storia
Sono numerosi i capitelli dislocati nei nostri paesi. Dietro ad ognuno di essi ci sono piccole grandi storie, storie di contrade che si ritrovano per pregare, storie di lavoro, di vita, di pericoli scampati, di suoni e voci ormai perdute, storie di pause festive, storie di gioie e a volte di lacrime.
In molti casi i capitelli costituivano le tappe delle rogazioni e facevano parte del paesaggio rurale. Spesso erano collocati lungo le strade a ricordare l’antica sacralità del viaggiare ed erano il frutto di quella religiosità contadina che affidava a santi e madonne il controllo dei campi e la protezione sugli uomini e sugli animali.
I capitelli hanno perso il ruolo che avevano nello scenario del vecchio mondo contadino. Eppure non possiamo passarci accanto senza che affiorino le immagini del tempo di pace, del rosario recitato a maggio, le ore del vino e del pane, un ricordo di giornate festose, di odori pungenti, del fresco verde dell’erba. E senza avvertire un lontano brusio di voci che tornano e si riperdono.
Ora stanno scomparendo, divorati dall’asfalto o rovinati dall’incuria dell’uomo, dalla ruggine del tempo, dall’invadenza della polvere. Ed al degrado spesso si aggiunge l’opera dei vandali.
In tale contesto la realizzazione di un nuovo capitello rappresenta una curiosa novità, o forse solo un profondo legame a certi valori tanto cari alla civiltà contadina. Un gesto controcorrente che ci ricorda quell’andare controcorrente che è anche nel fare degli alpini.
Da qualche tempo il viandante non troppo frettoloso che percorre la strada che unisce Parè a Pieve di Soligo, superata località Crevada potrà scorgere su un lembo di terreno attorniato da una natura intatta ed ancora bellissima una grazioso capitello. Il piccolo sacello è stato realizzato da Ugo Granzotto, padre di Maurizio, tesoriere della Sezione, in onore di Sant’Antonio da Padova, la Madonna di Lourdes ed il Beato Claudio Granzotto, ed è stato inaugurato il 13 giugno scorso.
E’ stato lo stesso Maurizio, nel corso della cerimonia di inaugurazione, a ripercorrere le motivazione che hanno portato alla realizzazione del tempietto.
Tutto inizia nel 1948, anno in cui i nonni di Maurizio, Giovanni ed Amalia, fanno un voto a San’Antonio da Padova, alla Madonna ed al Beato Claudio Granzotto, di cui la famiglia è particolarmente devota. I nonni non possono vedere attuato il loro desiderio e già da tempo non sono più in mezzo a noi. Alla fine ci pensa il figlio Ugo a realizzare il voto: prepara il progetto e porta a termine la costruzione con le proprie mani. E, proprio in onore al Beato Claudio, le pitture che abbelliscono l’interno sono state realizzate dall’artista Ivan Ceschin prendendo spunto dalle sculture del frate di Santa Lucia di Piave, da tutti riconosciuto anche come eccellente scultore.
Maurizio Granzotto è iscritto al Gruppo di Santa Maria di Feletto, allo stesso Gruppo il padre Ugo ed un altro fratello sono iscritti come soci aggregati. E sono stati gli Alpini di Santa Maria a fornire la loro vivace collaborazione nel giorno dell’inaugurazione.
Nel corso della cerimonia, presieduta da don Oreste Nespolo, Nilo Tonon, Rino Bechevolo e don Brunone de Toffol, le numerose persone convenute hanno avuto l’occasione di rivivere qualcosa di antico in questo lembo di terra di remote e radicate tradizioni. Alla preghiera attorno al capitello, infatti, è seguito l’immancabile incontro conviviale sotto l’ombra degli alberi, sull’erba. Così come era un tempo, così come fanno sempre gli Alpini.
GianFranco Dal Mas