1985 San Vendemiano: 60 anni di vita alpina a Conegliano
Attività
GRUPPO SAN VENDEMIANO
60 anni di vita alpina a Conegliano
1985Il saluto del capogruppo
Pensando al 60° di vita della Nostra Sezione, una quantità grande di ricordi, di idee, di sentimenti e di emozioni traboccano confusamente nella mia mente e nel mio animo. È dal 1959 che partecipo spesso con molta forza ed impeto esuberante, dato il mio temperamento, alle attività dell'Associazione: da 25 anni come capogruppo e per parecchi anni come consigliere sezionale. Non mi è possibile, pertanto, cancellare fatti ed avvenimenti, situazioni, che via via hanno caratterizzato lo sviluppo e l'affermarsi della vita associativa alpina nel nostro territorio. Non mi è possibile dimenticare persone, colleghi consiglieri e colleghi capigruppo, soci, con i quali ho avuto modo di stringere costantemente rapporti di collaborazione e di amicizia.
Ricordo con gioia e pensosa riflessione che in Sezione ho vissuto momenti di serena semplicità in clima di cordiale, ampia e aperta partecipazione, momenti di conflitto e di tensione per opinioni e visioni di modi operativi, diversi nella soluzione dei problemi che la nostra sezione dovette affrontare in questo lungo cammino; anche nella critica, si è operato comunque secondo i principi che animano e guidano questa nostra bella associazione.
Ed ora soddisfatto della meta raggiunta dalla Nostra Sezione, esprimo prima di tutto il mio apprezzamento e la mia stima agli operatori, Presidenza e Segreteria, ai componenti il Consiglio che sono succeduti nel tempo; ho sempre ammirato il loro senso di responsabilità e vivo disinteresse personale. Desidero ringraziare tutti per la comprensione e l'aiuto datomi; un grazie particolare per quei contributi e suggerimenti che ho ricevuto in questi ultimi dieci anni, in cui il mio gruppo ha vissuto un'attività intensa per manifestazioni e realizzazioni di opere, E per questo un sentito ringraziamento giunga anche ai componenti il Direttivo e i capiborgata del mio gruppo, a tutti i soci sanvendemianesi. Prendendo commiato, porgo indistintamente il miglior saluto, unito ad un rinnovato ringraziamento.
Pensando al 60° di vita della Nostra Sezione, una quantità grande di ricordi, di idee, di sentimenti e di emozioni traboccano confusamente nella mia mente e nel mio animo. È dal 1959 che partecipo spesso con molta forza ed impeto esuberante, dato il mio temperamento, alle attività dell'Associazione: da 25 anni come capogruppo e per parecchi anni come consigliere sezionale. Non mi è possibile, pertanto, cancellare fatti ed avvenimenti, situazioni, che via via hanno caratterizzato lo sviluppo e l'affermarsi della vita associativa alpina nel nostro territorio. Non mi è possibile dimenticare persone, colleghi consiglieri e colleghi capigruppo, soci, con i quali ho avuto modo di stringere costantemente rapporti di collaborazione e di amicizia.
Ricordo con gioia e pensosa riflessione che in Sezione ho vissuto momenti di serena semplicità in clima di cordiale, ampia e aperta partecipazione, momenti di conflitto e di tensione per opinioni e visioni di modi operativi, diversi nella soluzione dei problemi che la nostra sezione dovette affrontare in questo lungo cammino; anche nella critica, si è operato comunque secondo i principi che animano e guidano questa nostra bella associazione.
Ed ora soddisfatto della meta raggiunta dalla Nostra Sezione, esprimo prima di tutto il mio apprezzamento e la mia stima agli operatori, Presidenza e Segreteria, ai componenti il Consiglio che sono succeduti nel tempo; ho sempre ammirato il loro senso di responsabilità e vivo disinteresse personale. Desidero ringraziare tutti per la comprensione e l'aiuto datomi; un grazie particolare per quei contributi e suggerimenti che ho ricevuto in questi ultimi dieci anni, in cui il mio gruppo ha vissuto un'attività intensa per manifestazioni e realizzazioni di opere, E per questo un sentito ringraziamento giunga anche ai componenti il Direttivo e i capiborgata del mio gruppo, a tutti i soci sanvendemianesi. Prendendo commiato, porgo indistintamente il miglior saluto, unito ad un rinnovato ringraziamento.
cav. Igino Citron
Consiglio direttivo del 1985
Capogruppo
Citron cav. Iginio
Vicecapogruppo
Cadorin Giuseppe, Dal Pos Giorgio
Segr. e tesoriere
Pizzol Eugenio
Revisori dei conti
Dottor Giuseppe, Salamon Valerio
Alfieri del gruppo
Dal Pos Francesco, Zago Attilio
Consiglieri
Allegranzi Bruno, Bortolotto Ruggero, Breda Angelo, Casagrande Walter, Cisotto Umberto, Dario Pietro, Da Rios Fortunato, Dal Pos Antonio, Dal Pos Giovanni, Fadelli Franco, Faraon Giovanni, Grando Luigino, Mazzer Davide-Tullo, Manente Egidio,
Michelet Ferdinando, Pessotto Mario, Rosolen Felice, Steffan Mario, Zago Luigi.
La fondazione
Secondo le testimonianze dirette raccolte, l'anno di fondazione e di formazione del gruppo risale al 1926. Ne fu primo capogruppo Pase Michele, coadiuvato dall'azione animatrice, instancabile, "accanita", come confermano i coetanei ancora viventi, del consigliere Tanelli Gino, di Rumor Lorenzo e di Sanson Luigi, che con altri soci partecipò nel 1922 anche alla Adunata Nazionale di Napoli. È ancora conservato, anche se molto logoro, il gagliardetto, confezionato dalla ditta F. Mauri - Corso Vittorio Emanuele, 26 - Milano.
La ricostituzione
Il Gruppo, terminata la 2a Guerra mondiale, venne ricostituito nel 1959. l soci fondatori, secondo voci assai attendibili, furono 27; promotore principale ne è stato il tenente degli alpini Battei Camillo di Saccon, che svolse per due anni la mansione di vice capogruppo finché passò nel 1961 a Vittorio Veneto a dirigere la sezione dell'Ispettorato Agricolo: morì nel 1983 e conforme al suo desiderio la sua salma riposa nel cimitero di San Vendemiano. Venne invece stimolato, incitato, spronato ad accettare la carica di capogruppo il trentenne Citron Igino, il quale accettò con molta trepidazione. Nato il 10 gennaio 1929, militò da soldato di leva a Cividale del Friuli con l'8° della Julia, della cui appartenenza ne è ancor assai fiero. Egli, con spirito indomito e magnanimo, pensoso ideatore e solerte promotore di iniziative, atavicamente attaccato all'amore del luogo natio, da "valoroso" guida il gruppo da 25 anni senza interruzione. Tramite la sezione di Conegliano, gli è stato conferito il titolo di cavaliere della Repubblica Italiana. Come soci rifondatori si distinsero e si manifestarono validi sostenitori degli ideali della nostra Associazione: Feltrin Augusto, Gava Augusto, Huster Livio, Sacco Zirio Libero, che per molti anni adempì generosamente alla funzione di segretario, Dal Pos Francesco - instancabile alfiere, e Sanson Luigi. Con atto generoso e pronto i soci fondatori Cuzziol Antonio e Saccon Walter donarono al gruppo nascente il nuovo gagliardetto.
Nell'anno successivo il gruppo ebbe una rapida crescita, si affermò pienamente per stima e fiducia in mezzo alla popolazione, contando oltre un centinaio di iscritti; attualmente il numero dei soci oscilla tra 230/250, estendendosi la sua azione nell'ambito di tutto il territorio comunale: capoluogo, Zoppè e Saccon. Tra le iniziative attuate nel primo decennio di vita ricostituita, oltre alle consuete gite sociali e al rancio in comune, si ricorda con gioia e con piacere il «S. Nicolò» ai bambini degli asili funzionanti nel comune, ricorrenza rinnovata annualmente con un certo folclore, quasi senza Interruzione fino agli anni 80; nei locali dell'asilo di San Vendemiano centro inoltre sovente veniva allestito e predisposto il rancio sociale in allegra, sincera ed ossequiosa amicizia paesana.
L'anniversario del «10° del Costituente Gruppo San Vendemiano», come si legge in un invito del tempo, venne celebrato con singolare manifestazione e con l'animo rivolto ai Combattenti della guerra del 1915-18, ai quali, nel salone del cinema di San Vendemiano da parte dell'Amministrazione comunale, vennero conferite le insegne dell'ordine di Vittorio Veneto ed il libretto dell'assegno vitalizio. Il gruppo ANA offrì ai festeggiati e a tutti i presenti un brindisi. Dopo cena la messa, con atto significativo e sentito, quasi a suggello e a chiusura di un periodo storico del suo sviluppo interamente dedicato a coloro che amarono e combatterono per la patria, perendo sul campo o riportandone indelebili ferite nel compimento del dovere, con cerimonia mesta e devota si deposero corone d'alloro ai monumenti e si benedissero due lampade votive: erano il dono del gruppo in memoria di tutti gli Alpini caduti in pace e in guerra del capoluogo e della frazione Zoppè.
Secondo le testimonianze dirette raccolte, l'anno di fondazione e di formazione del gruppo risale al 1926. Ne fu primo capogruppo Pase Michele, coadiuvato dall'azione animatrice, instancabile, "accanita", come confermano i coetanei ancora viventi, del consigliere Tanelli Gino, di Rumor Lorenzo e di Sanson Luigi, che con altri soci partecipò nel 1922 anche alla Adunata Nazionale di Napoli. È ancora conservato, anche se molto logoro, il gagliardetto, confezionato dalla ditta F. Mauri - Corso Vittorio Emanuele, 26 - Milano.
La ricostituzione
Il Gruppo, terminata la 2a Guerra mondiale, venne ricostituito nel 1959. l soci fondatori, secondo voci assai attendibili, furono 27; promotore principale ne è stato il tenente degli alpini Battei Camillo di Saccon, che svolse per due anni la mansione di vice capogruppo finché passò nel 1961 a Vittorio Veneto a dirigere la sezione dell'Ispettorato Agricolo: morì nel 1983 e conforme al suo desiderio la sua salma riposa nel cimitero di San Vendemiano. Venne invece stimolato, incitato, spronato ad accettare la carica di capogruppo il trentenne Citron Igino, il quale accettò con molta trepidazione. Nato il 10 gennaio 1929, militò da soldato di leva a Cividale del Friuli con l'8° della Julia, della cui appartenenza ne è ancor assai fiero. Egli, con spirito indomito e magnanimo, pensoso ideatore e solerte promotore di iniziative, atavicamente attaccato all'amore del luogo natio, da "valoroso" guida il gruppo da 25 anni senza interruzione. Tramite la sezione di Conegliano, gli è stato conferito il titolo di cavaliere della Repubblica Italiana. Come soci rifondatori si distinsero e si manifestarono validi sostenitori degli ideali della nostra Associazione: Feltrin Augusto, Gava Augusto, Huster Livio, Sacco Zirio Libero, che per molti anni adempì generosamente alla funzione di segretario, Dal Pos Francesco - instancabile alfiere, e Sanson Luigi. Con atto generoso e pronto i soci fondatori Cuzziol Antonio e Saccon Walter donarono al gruppo nascente il nuovo gagliardetto.
Nell'anno successivo il gruppo ebbe una rapida crescita, si affermò pienamente per stima e fiducia in mezzo alla popolazione, contando oltre un centinaio di iscritti; attualmente il numero dei soci oscilla tra 230/250, estendendosi la sua azione nell'ambito di tutto il territorio comunale: capoluogo, Zoppè e Saccon. Tra le iniziative attuate nel primo decennio di vita ricostituita, oltre alle consuete gite sociali e al rancio in comune, si ricorda con gioia e con piacere il «S. Nicolò» ai bambini degli asili funzionanti nel comune, ricorrenza rinnovata annualmente con un certo folclore, quasi senza Interruzione fino agli anni 80; nei locali dell'asilo di San Vendemiano centro inoltre sovente veniva allestito e predisposto il rancio sociale in allegra, sincera ed ossequiosa amicizia paesana.
L'anniversario del «10° del Costituente Gruppo San Vendemiano», come si legge in un invito del tempo, venne celebrato con singolare manifestazione e con l'animo rivolto ai Combattenti della guerra del 1915-18, ai quali, nel salone del cinema di San Vendemiano da parte dell'Amministrazione comunale, vennero conferite le insegne dell'ordine di Vittorio Veneto ed il libretto dell'assegno vitalizio. Il gruppo ANA offrì ai festeggiati e a tutti i presenti un brindisi. Dopo cena la messa, con atto significativo e sentito, quasi a suggello e a chiusura di un periodo storico del suo sviluppo interamente dedicato a coloro che amarono e combatterono per la patria, perendo sul campo o riportandone indelebili ferite nel compimento del dovere, con cerimonia mesta e devota si deposero corone d'alloro ai monumenti e si benedissero due lampade votive: erano il dono del gruppo in memoria di tutti gli Alpini caduti in pace e in guerra del capoluogo e della frazione Zoppè.
La veglia verde
Negli anni successivi il gruppo, animato da coraggiosa vitalità per un sempre più consolidato consenso, si affermò in modo adeguato e conforme alle richieste del momento con l'obbiettivo generale di instaurare tra la popolazione gli ideali di un semplice e dignitoso amor di patria e di affermare concretamente i valori dell'amicizia, dell'umana e sociale solidarietà, della gioia di trovarsi insieme, allargando i rapporti oltre i confini abituali, sempre avendo come coronamento esteriore le finalità di portare "una nota di allegria" vissuta insieme. Dagli anni 70 agli anni 81 organizzò quasi annualmente la "Veglia verde", manifestazione ceduta dalla sezione e allestita come elegante e prestigiosa serata danzante destinata agli alpini, ai familiari e ai simpatizzanti.
Negli anni successivi il gruppo, animato da coraggiosa vitalità per un sempre più consolidato consenso, si affermò in modo adeguato e conforme alle richieste del momento con l'obbiettivo generale di instaurare tra la popolazione gli ideali di un semplice e dignitoso amor di patria e di affermare concretamente i valori dell'amicizia, dell'umana e sociale solidarietà, della gioia di trovarsi insieme, allargando i rapporti oltre i confini abituali, sempre avendo come coronamento esteriore le finalità di portare "una nota di allegria" vissuta insieme. Dagli anni 70 agli anni 81 organizzò quasi annualmente la "Veglia verde", manifestazione ceduta dalla sezione e allestita come elegante e prestigiosa serata danzante destinata agli alpini, ai familiari e ai simpatizzanti.
L'ospitalità del gruppo verso i lavoratori all'estero.
Il gruppo, annoverando parecchi soci già rimpatriati dall'estero e perdurando legami di affetto e di amicizia con i rimasti, ebbe occasione di assecondare il desiderio sensibilmente manifestato e !a nostalgia di molti lavoratori in Svizzera di trascorrere delle giornate in patria in lieta compagnia ed in spirito di fraterna italianità. Questi gesti altamente educativi e significativi per il loro valore intrinseco, per quei sentimenti di italianità, di calda e solidale umanità che recano reciprocamente agli uni ed agli altri, si concretizzarono particolarmente mediante quattro incontri. Il primo venne attuato il 29 maggio 1976: sostenitore il socio alpino Silvio Zancanaro, da poco rimpatriato dalla Svizzera. Il gruppo ospitò per una domenica intera 55 nostri connazionali emigrati ad Herisau: al pomeriggio si tenne un incontro di calcio e alla sera una cena conviviale, offerta dagli alpini. Il secondo avvenne il 5 giugno 1976; l'incontro ebbe il suo momento culminante in una rassegna di cori della montagna alla Villa Dall'Armi con le esibizioni canore del Corocastel e del Coro San Gallo-Svizzera; in un clima di serena primavera inoltrata. Il terzo incontro accadde in concomitanza con l'arrivo di numerosi abitanti del paese terremotato di Campeglio, il 29 maggio del 1977.
Il gruppo proveniente dalla vicina Svizzera era composto da circa 60 persone, lavoratori e lavoratrici italiani, turchi e spagnoli alcuni, che subito si distinsero per il loro linguaggio. Interiormente stimolati, come ebbero da affermare gli emigrati italiani, dalla nostalgia per la patria, per l'Italia, erano rimpatriati brevemente da Liestal-Basilea: molti facevano parte della A.C. Virtus, squadra formata particolarmente da emigrati italiani. Quel giorno, al pomeriggio, lo stadio accolse un incontro a tre: San Vendemiano, Campeglio, Liestal-lavoratori all'estero. In un clima di fusione europea, di solidarietà, di cordiale amicizia, Il Direttivo con la collaborazione di tutti i suoi soci, diede nuovamente ospitalità domenica 3 giugno 1979 a una cinquantina di nostri connazionali di varie regioni, con insieme ancora lavoratori turchi e spagnoli, emigrati a Liestal. Dopo il pranzo consumato insieme agli alpini, la manifestazione si articolò in un incontro amichevole di calcio ed in una serata musicale con scambio di targhe e di doni.
Il gruppo, annoverando parecchi soci già rimpatriati dall'estero e perdurando legami di affetto e di amicizia con i rimasti, ebbe occasione di assecondare il desiderio sensibilmente manifestato e !a nostalgia di molti lavoratori in Svizzera di trascorrere delle giornate in patria in lieta compagnia ed in spirito di fraterna italianità. Questi gesti altamente educativi e significativi per il loro valore intrinseco, per quei sentimenti di italianità, di calda e solidale umanità che recano reciprocamente agli uni ed agli altri, si concretizzarono particolarmente mediante quattro incontri. Il primo venne attuato il 29 maggio 1976: sostenitore il socio alpino Silvio Zancanaro, da poco rimpatriato dalla Svizzera. Il gruppo ospitò per una domenica intera 55 nostri connazionali emigrati ad Herisau: al pomeriggio si tenne un incontro di calcio e alla sera una cena conviviale, offerta dagli alpini. Il secondo avvenne il 5 giugno 1976; l'incontro ebbe il suo momento culminante in una rassegna di cori della montagna alla Villa Dall'Armi con le esibizioni canore del Corocastel e del Coro San Gallo-Svizzera; in un clima di serena primavera inoltrata. Il terzo incontro accadde in concomitanza con l'arrivo di numerosi abitanti del paese terremotato di Campeglio, il 29 maggio del 1977.
Il gruppo proveniente dalla vicina Svizzera era composto da circa 60 persone, lavoratori e lavoratrici italiani, turchi e spagnoli alcuni, che subito si distinsero per il loro linguaggio. Interiormente stimolati, come ebbero da affermare gli emigrati italiani, dalla nostalgia per la patria, per l'Italia, erano rimpatriati brevemente da Liestal-Basilea: molti facevano parte della A.C. Virtus, squadra formata particolarmente da emigrati italiani. Quel giorno, al pomeriggio, lo stadio accolse un incontro a tre: San Vendemiano, Campeglio, Liestal-lavoratori all'estero. In un clima di fusione europea, di solidarietà, di cordiale amicizia, Il Direttivo con la collaborazione di tutti i suoi soci, diede nuovamente ospitalità domenica 3 giugno 1979 a una cinquantina di nostri connazionali di varie regioni, con insieme ancora lavoratori turchi e spagnoli, emigrati a Liestal. Dopo il pranzo consumato insieme agli alpini, la manifestazione si articolò in un incontro amichevole di calcio ed in una serata musicale con scambio di targhe e di doni.
La solidarietà con i terremotati di Campeglio e Faedis.
Nel 1977 spontanei ed improvvisi, in forma autonoma, sorsero e si svilupparono gli incontri di una sociale solidarietà tra i soci del gruppo ed i terremotati di Campeglio di Faedis sopra Udine nel Friuli, essendo il paese gemellato con la nostra diocesi. Gli incontri furono caratterizzati da una partecipazione cordiale ed unanime della popolazione delle due comunità: San Vendemiano-Campeglio: nacquero e si svilupparono sentimenti di reciproca amicizia, di duratura simpatia che si consolidarono e sussistono ancor oggi nel 11984, da corrispondere completamente al vero la scritta incisa su una targa donata dal gruppo alpini di Campeglio a quello di San Vendemiano, dove il 6 settembre 1981 ebbe luogo l'incontro denominato «Una domenica insieme»: ...«con gratitudine ed indelebile amicizia».
Gli incontri, gli appuntamenti, dapprima rivolti a portare uno stimolo alla fiducia, a riprendere con animo rinnovato il ritmo quotidiano della vita, si concretizzarono poi in un'opera di sociale solidarietà in favore della Signorina Bruna D'Andrea, poliomielitica e terremotata. Nel settembre del 1978 il gruppo alpini apre un piccolo cantiere di lavoro per procedere alla sistemazione interna della casa della cordiale signorina, doppiamente svantaggiata; da tempo erano state costruite le quattro mura, ma per mancanza di fondi la giovane da due anni continuava a vivere con la madre anziana nel prefabbricato o baracca, resa poco agibile dalle intemperie e per lei maledettamente disagevole. Per tre sabati consecutivi - nei giorni 6,16,23 settembre - alpini e simpatizzanti si portarono a Campeglio. Sotto la guida del capogruppo, la loro valida e gioiosa opera si concretizzò in 29 giornate lavorative per un totale di 230 ore di presenza. La realizzazione fu possibile anche per il dono, in generosa collaborazione, di parecchio materiale da parte di alcune ditte di San Vendemiano, come piastrelle e parchetti, calce e cemento e l'uso gratuito di mezzi di trasporto e di attrezzature varie. A scopo informativo, riportiamo alcuni dati statistici sugli incontri avvenuti.
Nel 1977 spontanei ed improvvisi, in forma autonoma, sorsero e si svilupparono gli incontri di una sociale solidarietà tra i soci del gruppo ed i terremotati di Campeglio di Faedis sopra Udine nel Friuli, essendo il paese gemellato con la nostra diocesi. Gli incontri furono caratterizzati da una partecipazione cordiale ed unanime della popolazione delle due comunità: San Vendemiano-Campeglio: nacquero e si svilupparono sentimenti di reciproca amicizia, di duratura simpatia che si consolidarono e sussistono ancor oggi nel 11984, da corrispondere completamente al vero la scritta incisa su una targa donata dal gruppo alpini di Campeglio a quello di San Vendemiano, dove il 6 settembre 1981 ebbe luogo l'incontro denominato «Una domenica insieme»: ...«con gratitudine ed indelebile amicizia».
Gli incontri, gli appuntamenti, dapprima rivolti a portare uno stimolo alla fiducia, a riprendere con animo rinnovato il ritmo quotidiano della vita, si concretizzarono poi in un'opera di sociale solidarietà in favore della Signorina Bruna D'Andrea, poliomielitica e terremotata. Nel settembre del 1978 il gruppo alpini apre un piccolo cantiere di lavoro per procedere alla sistemazione interna della casa della cordiale signorina, doppiamente svantaggiata; da tempo erano state costruite le quattro mura, ma per mancanza di fondi la giovane da due anni continuava a vivere con la madre anziana nel prefabbricato o baracca, resa poco agibile dalle intemperie e per lei maledettamente disagevole. Per tre sabati consecutivi - nei giorni 6,16,23 settembre - alpini e simpatizzanti si portarono a Campeglio. Sotto la guida del capogruppo, la loro valida e gioiosa opera si concretizzò in 29 giornate lavorative per un totale di 230 ore di presenza. La realizzazione fu possibile anche per il dono, in generosa collaborazione, di parecchio materiale da parte di alcune ditte di San Vendemiano, come piastrelle e parchetti, calce e cemento e l'uso gratuito di mezzi di trasporto e di attrezzature varie. A scopo informativo, riportiamo alcuni dati statistici sugli incontri avvenuti.
Festa dell'Epifania.
Un totale di 130 persone di San Vendemiano - Alpini, donne, fanciulli, simpatizzanti, una ventina di giovani con proprie auto - si recarono a Campeglio per trascorrere insieme una giornata in allegra compagnia: 210 persone pranzarono insieme nella baracca adibita a Chiesa, a centro sociale, a tutto. Il ritorno fu a sera molto inoltrata.
29 Maggio 1977
Sul piazzale della chiesa di San Vendemiano un caloroso applauso di benvenuti venne dato ad uno stuolo di abitanti di Campeglio, composta di 312 persone. Erano presenti le autorità amministrative dei due paesi. Dopo la messe ebbe luogo uno scambio di parole di circostanza e la presentazione di un contributo da parte dei giovani sanvendemianesi, frutto di una grossa raccolta di carte e roba vecchia. AI pranzo, predisposto e offerto dal gruppo alpini agli ospiti, si trovarono insieme 400 persone, compresi gli emigrati all'estero di Liestal di Basilea, Nel pomeriggio la manifestazione-incontro si svolse allo stadio comunale e si articolò in partite amichevoli di calcio, in esibizioni folcloristiche friulane e tanta allegria e cordialità.
27 Marzo 1978
Nel pomeriggio il gruppo alpini con 275 partecipanti ritorna a Campeglio: questa volta viene accolto con uno festoso scampanio, perché le campane hanno ripreso a suonare. Svolto un amichevole incontro di calcio, a sera gli alpini dispongono la cena all'aperto ai piedi della collina, allietata da tanto ramandolo. Sono queste le manifestazioni di umana solidarietà promosse e sostenute dal gruppo a carattere pubblico, ma tante altre si moltiplicarono a livello di famiglie
Un totale di 130 persone di San Vendemiano - Alpini, donne, fanciulli, simpatizzanti, una ventina di giovani con proprie auto - si recarono a Campeglio per trascorrere insieme una giornata in allegra compagnia: 210 persone pranzarono insieme nella baracca adibita a Chiesa, a centro sociale, a tutto. Il ritorno fu a sera molto inoltrata.
29 Maggio 1977
Sul piazzale della chiesa di San Vendemiano un caloroso applauso di benvenuti venne dato ad uno stuolo di abitanti di Campeglio, composta di 312 persone. Erano presenti le autorità amministrative dei due paesi. Dopo la messe ebbe luogo uno scambio di parole di circostanza e la presentazione di un contributo da parte dei giovani sanvendemianesi, frutto di una grossa raccolta di carte e roba vecchia. AI pranzo, predisposto e offerto dal gruppo alpini agli ospiti, si trovarono insieme 400 persone, compresi gli emigrati all'estero di Liestal di Basilea, Nel pomeriggio la manifestazione-incontro si svolse allo stadio comunale e si articolò in partite amichevoli di calcio, in esibizioni folcloristiche friulane e tanta allegria e cordialità.
27 Marzo 1978
Nel pomeriggio il gruppo alpini con 275 partecipanti ritorna a Campeglio: questa volta viene accolto con uno festoso scampanio, perché le campane hanno ripreso a suonare. Svolto un amichevole incontro di calcio, a sera gli alpini dispongono la cena all'aperto ai piedi della collina, allietata da tanto ramandolo. Sono queste le manifestazioni di umana solidarietà promosse e sostenute dal gruppo a carattere pubblico, ma tante altre si moltiplicarono a livello di famiglie
Le attività sportive del gruppo.
Nel settore dello sport il gruppo realizzò e curò due iniziative, accolte con simpatia dalla popolazione: il "Trofeo ANA" e lo "Sci-Club ANA" - gruppo sportivo di San Vendemiano. La manifestazione denominata "Trofeo ANA", consistente in una gara ciclistica per ciclo-amatori di categoria A e B, fu organizzata per la prima volta il 14 settembre del 1975 e si continuò la disputa fino alla 8a edizione del 3 settembre 1982: dapprima veniva promossa sotto il patrocinio della Pro Loco e successivamente con la collaborazione della nuova Associazione Velo Club composta da numerosi soci alpini; ultimamente la società ciclistica volle autogestirla, modificandone la denominazione, per cui il gruppo lasciò perdere per evitare contrasti. È da rilevare che il trofeo di soggetto alpino fu in tutte le edizioni opera e dono del Maestro del Lavoro nonché socio alpino Luigi Zago, Per un disguido il gruppo sportivo degli appassionati degli sport invernali sulla neve ebbe tale denominazione: conta oltre un centinaio di iscritti ed è guidato dal socio alpino Edoardo Dal Pos. Il nuovo sodalizio venne presentato al pubblico nella sala parrocchiale di San Vendemiano-centro il 29 novembre del 1980 durante una amichevole serata alpina allietata dalle esibizioni canore del coro Monte Cimon di Miane.
Nel settore dello sport il gruppo realizzò e curò due iniziative, accolte con simpatia dalla popolazione: il "Trofeo ANA" e lo "Sci-Club ANA" - gruppo sportivo di San Vendemiano. La manifestazione denominata "Trofeo ANA", consistente in una gara ciclistica per ciclo-amatori di categoria A e B, fu organizzata per la prima volta il 14 settembre del 1975 e si continuò la disputa fino alla 8a edizione del 3 settembre 1982: dapprima veniva promossa sotto il patrocinio della Pro Loco e successivamente con la collaborazione della nuova Associazione Velo Club composta da numerosi soci alpini; ultimamente la società ciclistica volle autogestirla, modificandone la denominazione, per cui il gruppo lasciò perdere per evitare contrasti. È da rilevare che il trofeo di soggetto alpino fu in tutte le edizioni opera e dono del Maestro del Lavoro nonché socio alpino Luigi Zago, Per un disguido il gruppo sportivo degli appassionati degli sport invernali sulla neve ebbe tale denominazione: conta oltre un centinaio di iscritti ed è guidato dal socio alpino Edoardo Dal Pos. Il nuovo sodalizio venne presentato al pubblico nella sala parrocchiale di San Vendemiano-centro il 29 novembre del 1980 durante una amichevole serata alpina allietata dalle esibizioni canore del coro Monte Cimon di Miane.
Incontro familiare alpino.
Il gruppo, in questi ultimi anni, con lo scopo di allargare i rapporti con gli altri gruppi, aderì all'iniziativa, avente per titolo «Incontro familiare alpino». Il primo incontro si svolse a Selva di Cadore il 20 luglio 1980: vi aderirono il gruppo ospitante, il gruppo città di Vittorio Veneto e quello di San Vendemiano. Il secondo fu tenuto a Fagagna di Udine l'11 luglio 1982: oltre al gruppo ospitante, vi aderirono il gruppo città di Vittorio Veneto ed il nostro. I due incontri furono caratterizzati da una festa prettamente alpina con cerimonie religiose e patriottiche al mattino nel centro del paese, mentre il pranzo e le manifestazioni pomeridiane, imperniate sull'amicizia e la solidarietà e la conoscenza tra i gruppi, si tenevano tra i monti o sulle colline a contatto con la natura e il fascino delle nostre montagne.
Il gruppo, in questi ultimi anni, con lo scopo di allargare i rapporti con gli altri gruppi, aderì all'iniziativa, avente per titolo «Incontro familiare alpino». Il primo incontro si svolse a Selva di Cadore il 20 luglio 1980: vi aderirono il gruppo ospitante, il gruppo città di Vittorio Veneto e quello di San Vendemiano. Il secondo fu tenuto a Fagagna di Udine l'11 luglio 1982: oltre al gruppo ospitante, vi aderirono il gruppo città di Vittorio Veneto ed il nostro. I due incontri furono caratterizzati da una festa prettamente alpina con cerimonie religiose e patriottiche al mattino nel centro del paese, mentre il pranzo e le manifestazioni pomeridiane, imperniate sull'amicizia e la solidarietà e la conoscenza tra i gruppi, si tenevano tra i monti o sulle colline a contatto con la natura e il fascino delle nostre montagne.
La celebrazione del 20° di fondazione
Il 1979 il gruppo celebrò con tanto calore e con larga partecipazione della popolazione il ventennale della ricostituzione. Un atto altamente significativo verso i soci anziani caratterizzò la cerimonia ufficiale, il dono di un distintivo d'oro della nostra associazione al socio più anziano del gruppo, Antonio Pillon, della classe 1905.
Il 1979 il gruppo celebrò con tanto calore e con larga partecipazione della popolazione il ventennale della ricostituzione. Un atto altamente significativo verso i soci anziani caratterizzò la cerimonia ufficiale, il dono di un distintivo d'oro della nostra associazione al socio più anziano del gruppo, Antonio Pillon, della classe 1905.
Il primo raduno alpino intersezionale
Con ardire tenace e generoso e singolari iniziative, nel 1982 il gruppo promosse, organizzò sostenne il 1 ° Raduno Alpino Intersezionale, una manifestazione tutta alpina: vi parteciparono alpini delle quattro sezioni provinciali ed altre del Veneto e del Friuli e numerosi gli interventi di autorità. Il raduno si tenne sabato 25 e domenica 26 settembre: intento fondamentale promuovere una crescita sociale ed umana, sviluppare concretamente un semplice e dignitoso amor di patria da integrare, ovviamente in conformità ai tempi, con il concetto dell'amor universale in mezzo alle popolazioni, in cui vive ed opera il gruppo. Come momenti salienti sono da evidenziare l'inaugurazione di una serie di iniziative, realizzate con tanto coraggio e anche personale sacrificio del Direttivo e di tutti i soci.
1° - Un cippo con pennone alzabandiera presso il centro scolastico del capoluogo. La cerimonia inaugurale si svolse sabato 25 in mattinata, alla presenza di tutte le scolaresche del Comune, elementari e medie, allietata dalla Minibanda di Cison di Valmarino. Progettò l'opera l'architetto A. Schiavetto, mentre il pennone-alzabandiera, di stile avveniristico ed anticonformista, uscì dalle mani del socio alpino Luigi Zago, Maestro del Lavoro in ferro battuto. L'orazione ufficiale venne tenuta dal cav. dott. Mario Candotti, reduce di Russia e Presidente della Sezione di Pordenone, direttore didattico in pensione. Ed in quel appartato angolo del paese, centro di educazione e di formazione intellettuale, morale, sociale e civile di tanti fanciulli e ragazzi, cominciò a sventolare con commossa e sensibile adesione dei presenti, alto nel cielo, il vessillo Tricolore.
2° - Il Viale degli Alpini.
3" - Un monumentale Gruppo Scultoreo o Memoriale degli Alpini. Progettista Luigi Da Re e artista Luigi Cillo, l'opera illustra la vita dell'Alpino di ieri, di oggi e di domani; ne esalta il patriottismo e le feconde iniziative nel campo sociale, intraprese nella speranza di un futuro migliore di pace e di benessere.
«L'Alpino in armi ed in opere di umana solidarietà», questa è la sua denominazione maggiore, consiste in quattro statue di bronzo, raffiguranti simbolicamente la sentinella, la difesa, il sacrificio, il lavoro per la patria: rappresentano quasi una sintesi vitale per la nostra Associazione secondo la sua crescita ed i suoi sviluppi storici. Momenti qualificanti di domenica 26 sono stati proprio la meravigliosa sfilata delle sezioni e dei gruppi intervenuti, l'inaugurazione del Viale degli Alpini, e lo scoprimento del gruppo scultoreo con un contemporaneo lancio di paracadutisti, recanti mazzi di fiori multicolori a coronamento delle bronzee statue, di forma e stile conforme al verismo veneto. La meravigliosa e splendida manifestazione resta per il gruppo un costante punto di riferimento, simbolo tangibile e vivo della sua crescita, della sua "alpinità" e del suo amore alla propria terra. Ed ora con orgoglio, dopo tanto operare, il gruppo si prepara con animo pago e soddisfatto a celebrare, in quest'anno 1984, il suo 25° anniversario.
Con ardire tenace e generoso e singolari iniziative, nel 1982 il gruppo promosse, organizzò sostenne il 1 ° Raduno Alpino Intersezionale, una manifestazione tutta alpina: vi parteciparono alpini delle quattro sezioni provinciali ed altre del Veneto e del Friuli e numerosi gli interventi di autorità. Il raduno si tenne sabato 25 e domenica 26 settembre: intento fondamentale promuovere una crescita sociale ed umana, sviluppare concretamente un semplice e dignitoso amor di patria da integrare, ovviamente in conformità ai tempi, con il concetto dell'amor universale in mezzo alle popolazioni, in cui vive ed opera il gruppo. Come momenti salienti sono da evidenziare l'inaugurazione di una serie di iniziative, realizzate con tanto coraggio e anche personale sacrificio del Direttivo e di tutti i soci.
1° - Un cippo con pennone alzabandiera presso il centro scolastico del capoluogo. La cerimonia inaugurale si svolse sabato 25 in mattinata, alla presenza di tutte le scolaresche del Comune, elementari e medie, allietata dalla Minibanda di Cison di Valmarino. Progettò l'opera l'architetto A. Schiavetto, mentre il pennone-alzabandiera, di stile avveniristico ed anticonformista, uscì dalle mani del socio alpino Luigi Zago, Maestro del Lavoro in ferro battuto. L'orazione ufficiale venne tenuta dal cav. dott. Mario Candotti, reduce di Russia e Presidente della Sezione di Pordenone, direttore didattico in pensione. Ed in quel appartato angolo del paese, centro di educazione e di formazione intellettuale, morale, sociale e civile di tanti fanciulli e ragazzi, cominciò a sventolare con commossa e sensibile adesione dei presenti, alto nel cielo, il vessillo Tricolore.
2° - Il Viale degli Alpini.
3" - Un monumentale Gruppo Scultoreo o Memoriale degli Alpini. Progettista Luigi Da Re e artista Luigi Cillo, l'opera illustra la vita dell'Alpino di ieri, di oggi e di domani; ne esalta il patriottismo e le feconde iniziative nel campo sociale, intraprese nella speranza di un futuro migliore di pace e di benessere.
«L'Alpino in armi ed in opere di umana solidarietà», questa è la sua denominazione maggiore, consiste in quattro statue di bronzo, raffiguranti simbolicamente la sentinella, la difesa, il sacrificio, il lavoro per la patria: rappresentano quasi una sintesi vitale per la nostra Associazione secondo la sua crescita ed i suoi sviluppi storici. Momenti qualificanti di domenica 26 sono stati proprio la meravigliosa sfilata delle sezioni e dei gruppi intervenuti, l'inaugurazione del Viale degli Alpini, e lo scoprimento del gruppo scultoreo con un contemporaneo lancio di paracadutisti, recanti mazzi di fiori multicolori a coronamento delle bronzee statue, di forma e stile conforme al verismo veneto. La meravigliosa e splendida manifestazione resta per il gruppo un costante punto di riferimento, simbolo tangibile e vivo della sua crescita, della sua "alpinità" e del suo amore alla propria terra. Ed ora con orgoglio, dopo tanto operare, il gruppo si prepara con animo pago e soddisfatto a celebrare, in quest'anno 1984, il suo 25° anniversario.
(a cura del segretario EUGENIO PIZZOL)
DATI INFORMATIVI DEL GRUPPO
- Anno di Ricostituzione del Gruppo: mese di settembre 1959.
- Madrina del nuovo gagliardetto (si conserva ancora quello di fondazione) Sig.na Danila Lovatello
Motivo: il padre alpino, Lovatello Umberto della classe 1914, combattente sul fronte russo durante il secondo conflitto mondiale, dapprima venne dato per disperso durante la ritirata del Don nel gennaio 1943, successivamente per morto in combattimento il 21-1-1943.
- Forza del Gruppo 229 soci e 5 amici.
- Anno di Ricostituzione del Gruppo: mese di settembre 1959.
- Madrina del nuovo gagliardetto (si conserva ancora quello di fondazione) Sig.na Danila Lovatello
Motivo: il padre alpino, Lovatello Umberto della classe 1914, combattente sul fronte russo durante il secondo conflitto mondiale, dapprima venne dato per disperso durante la ritirata del Don nel gennaio 1943, successivamente per morto in combattimento il 21-1-1943.
- Forza del Gruppo 229 soci e 5 amici.