1986 San Vendemiano: Al Bivacco Borgonero
Attività
GRUPPO SAN VENDEMIANO
AL BIVACCO “BOSCONERO” PER L’INAUGURAZIONE
Fiamme Verdi Dicembre 1986
Con la gioia di recarsi ad operare in alta montagna, ambiente sempre caro ai sentimenti e all’animo degli alpini, il gruppo aderì all'invito di partecipazione all'inaugurazione del bivacco alpino "Bosconero".
L’opera, fermamente voluta e condotta a termine da un Comitato giovanile presieduto da Gabriele Bignù, per desiderio degli amici è stata dedicata alla memoria di Andrea Daccò, Carlo Canciani (di Conegliano) e Carlo Fava (di San Vendemiano) deceduti durante una scalata sulle Pale di S. Martino di Castrozza.
Di buon mattino, domenica 21 settembre, un animato e generoso gruppetto di circa 30 soci partì frettoloso con mezzi propri e a pieno carico dal piazzale di S. Vendemiano. Giunti in Val Zoldana allago Pontesei prima sosta e ammirazione fugace del verdeggiante paesaggio.
Salendo lungo il sentiero, a volte erto e scivoloso, per circa due ore; dai volti traspariva quella gioia che nasce dalla consapevolezza di impegnare tutti se stessi, energie fisiche e mentali, come richiede la montagna.
Lassù a circa 1500 metri d’altezza ci accolse una dolce aria settembrina, un paesaggio sereno, una bellezza ridente, resa ancora più suggestiva e incantevole dai raggi del sole che filtrano dalle schiette e graziose masse rocciose, che a gruppi piramidali campeggiano a sfondo della panoramica zona del “Bosconero”. Bellezze naturali, emozioni per aver azzardato tanti sentimenti e ricordi verso coloro che per la montagna diedero la propria vita a poco a poco si impadronirono degli animi dei presenti, stendendo un velo di mesta tristezza; non mancarono momenti di silenzioso e personale raccoglimento, di riflessiva meditazione. Presenti e commossi in volto i genitori dei tre giovani deceduti.
Durante la messa, celebrata sul poggiolo del nuovo ed accogliente bivacco, furono ricordati i caduti della montagna stessa e i suoi rischi. E tra gli alti abeti, a cui fecero eco le pareti rocciose, si diffusero i canti del Corocastel e come preghiera di suffragio e di ringraziamento salirono alle cime.
Verso mezzogiorno, ristoro per tutti con una succosa e abbondante pastasciutta, pane e la piacevole bevanda della “pianta storta”; lo ripeteva anche un montanaro, che pur amando di vivere in mezzo alla natura “in mezzo alle piante dritte”, che il vino era buono.
A completare il frugale pranzo, il gruppo offrì pure il caffè alla grappa.
Anche il buon Ettore Calissoni del CAI di Conegliano - salito con il fiatone per i suoi 78 anni suonati - azzardò assaporarne più volte il robusto sapore, replicando le dosi.
Il primo pomeriggio fu animato da canti alpini, da brevi passeggiate in mezzo alla natura e da una schietta amicizia tra giovani, ragazze e adulti.
Con il proposito di ritornarci ancora, si concluse il soggiorno di una indimenticabile domenica di settembre al bivacco “Bosconero”, un ambiente che merita di essere visitato e frequentato.
IN NOME DI UNA “INDELEBILE AMICIZIA”
“Con indelebile amicizia”: è questo il motto inciso su una targa-ricordo, donata il 6 settembre 1981 dal gruppo alpini di Campeglio di Faedis nel Friuli a quelli di S. Vendemiano.
E una frase che fa riflettere per l’impegno che racchiude in sé.
Fatti, però; non mentiscono: l’amicizia tra i due gruppi e tra le due comunità, nata il 6 gennaio 1977, festa dell’Epifania continua è durevole.
Quest’anno per 2 volte il gruppo è andato a Campeglio, ricevendone un’accoglienza schietta e genuina da tutta la popolazione.
Il primo incontro avvenne domenica 8 giugno, in occasione della celebrazione del 50° anniversario di fondazione di quel gruppo.
Durante la cerimonia ufficiale il segretario del gruppo sanvendemianese ebbe parole di sentito ringraziamento rivolto ai gruppo ospitante e alla popolazione di Campeglio, ricordando alcune tappe significative che portarono a consolidare i legami e i rapporti tra i due paese. Il capogruppo Giuseppe Cadorin fece omaggio di una caraffa e di un libro, ricordanti il 60° di fondazione della sezione di Conegliano, alle autorità presenti: a Calligaris Luciano, presidente della Seziono Cividale, a Lao Filigoi, capogruppo di Campeglio, il sindaco di Faedis al generale Egidio Grusovin e al ten. col. Cagnasso della Brigata Julia.
I 128 partecipanti di S. Vendemiano, tra soci, familiari e simpatizzanti; quella domenica furono ospiti per il pranzo locale del gruppi alpini, che con atto generoso e risoluto non volle accettare alcuna ricompensa.
Il secondo invito venne per il 31 agosto, giornata del ringraziamento con la diocesi gemellata di Vittorio Veneto.
Riconosciuta la magnanimità di quel gruppo e consapevoli che in qualche modo si doveva arrivare ad un pareggio... si riuscì ad escogitare, come simbolo concreto di amicizia, un gesto di solidarietà sociale, in favore delle persone anziane.
E per la manifestazione giunti a Campeglio in due pullman e con noi un omaggio del valore di circa un milione per Casa di Riposo locale, costruita con i contributi degli emigrati friulani in Venezuela e di altri enti, dopo il terremoto. Ospitante una ventina di anziani, la casa era sprovvista di attrezzature per un soggiorno all’aperto.
Al mattino del 31 agosto, appena giunti, presenti gli anziani, il locale gruppo alpini, una rappresentanza dell’Amministrazione di Faedis e di S. Vendemiano, venne fatto dono del complesso di mobili da giardino: sedie e tavoli, panchine con struttura in metallo e plastica.
Ebbe luogo poi in piazza del paese la cerimonia ufficiale del ringraziamento, sotto un grande capannone, nelle vicinanze della chiesa parrocchiale ancora da ricostruire.
Anche nella circostanza i partecipanti di S. Vendemiano, in totale 110, usufruirono del pranzo offerto dal gruppo del luogo, consumato con quanti giunsero dalla diocesi vittoriese.
Sentimenti di fraternità e di ringrazia mento verso coloro che hanno aiutato il paese durante il periodo dell’emergenza del bisogno morale e materiale, hanno coronato la manifestazione.
Eugenio Pizzol