2002 San Vendemiano: In ricordo di Gino e Bepi - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI
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2002 San Vendemiano: In ricordo di Gino e Bepi

Attività
GRUPPO SAN VENDEMIANO
In ricordo di GINO e BEPI
Fiamme Verdi Giugno 2002
16 e 17 marzo 2002:
L’annuale festa del Gruppo è stata dedicata alla memoria dei due indimenticabili capigruppo

Igino Citron


Tu eri una valanga irresistibile di entusiasmo.
Eri la sorgente limpida e cristallina
dei ghiacciai eterni.
Eri il calore della baita che ci rianima
Eri sempre di guardia.
Eri la sentinella sensibile e pronta.
Quante volte con noi hai cantato.
Quante volte hai corso
per portare ai bisognosi il tuo sorriso.
Lassù sulle cime innevate,
accanto alla Madonna delle nevi
dove il tuo spirito si inebria.
Noi vecchi amici vogliamo dirti
Grazie dalla Associazione Nazionale Alpini
che hai onorato.
Grazie dalla Sezione
che hai servito e per la quale hai lavorato.
Grazie dagli amici di Campeglio
Grazie di cuore
dagli alpini del Tuo Gruppo
che hai rifondato ed amato.

Capogruppo fino al 1984
Giuseppe Cadorin


La tua dedizione, il tuo esempio,
la tua generosità, il tuo buonumore,
la tua lealtà. la tua paterna amicizia,
la tua spontaneità, la tua alpinità,
sono state la carica che ci ha spronato
Sei stato fiero ed orgoglioso di guidarci.
I principi lasciateci in eredità
garantiranno il futuro del gruppo.
Hai sempre accompagnato i tuoi soci
ad andare avanti.
Una pacca sulle spalle
un sorriso ed un abbraccio
erano il segno di riconoscenza
verso i più bisognosi.
Tra i ragazzi del Centro Don Gnocchi e te
non servivano tante parole
eri sempre attento, premuroso e gioioso.
Sei stato padre per chi l'ha perso troppo presto.
Hai lavorato con i tuoi alpini per darci una "casa".
Grazie di cuore da tutti noi.

Capogruppo fino al 1999
Ci sono alpini che all’associazione riservano il loro tempo libero, altri il cui impegno si spinge oltre, e che per dedicarsi agli impegni associativi rubano il tempo al lavoro ed alla famiglia. Ce ne sono altri, poi, che alla causa alpina dedicano tutto, mettendo l’alpinità in cima a tutti i loro pensieri e facendone il loro primo impegno di vita.
Gino Citron e Bepi Cadorin appartenevano a quest’ultima categoria. Li accomunava l’amore per il cappello alpino, che li portava a mettere in campo la loro passione ed il loro impegno in ogni manifestazione, oltre che la dedizione ed il grande attaccamento al Gruppo.
Gli alpini di San Vendemiano hanno voluto ricordare queste due indimenticabili figure, che alla vita del Gruppo hanno dedicato parte della loro esistenza e che con il loro impegno negli anni hanno reso il locale Gruppo alpini parte importante della variegata realtà di questo paese.
Erano, tra l’altro, anche due grandissimi amici, e si velava di commozione la voce di Bepi quando ricordava Gino.
L’occasione per rendere omaggio alla loro memoria è stata la festa del Gruppo, celebrata il 17 marzo 2002.
La manifestazione prevedeva l’inaugurazione di tre pennoni e la ricollocazione del gruppo scultoreo a fianco della sede, e lo scoprimento, all’interno della stessa, di due bronzi raffiguranti i due carismatici personaggi.
Preceduta da numerosi responsabili sezionali, la sfilata ha percorso il centro del paese cadenzata dalla nostra fanfara alpina. Erano presenti rappresentanze di 35 gruppi e gagliardetti e labari di tre sezioni: Conegliano, Belluno e Cividale.
Nella breve omelia della messa celebrata nel piazzale antistante la sede, il nostro don Domenico ha ripreso quello che era il tema della manifestazione, e cioè la grande generosità di Bepi e Gino, due alpini che noi dobbiamo ringraziare e prendere ad esempio. Sottolineando che è l’impegno generoso lo spirito che deve caratterizzare l’operato degli alpini, ha esortato le penne nere ad essere costruttori di ponti, simbolo di legami, di amicizia e solidarietà.
Numerose le autorità civili e militari presenti, assieme agli alpini del Gruppo e a tanti amici. Particolarmente significative le presenza dei disabili di Don Gnocchi e di una delegazione di Campelio, guidata dal sindaco. La cerimonia era animata dai canti del Coro ANA di Vittorio Veneto. Cerimoniere Nino Geronazzo.
Manuele Cadorin, nuovo capogruppo, ha salutato i presenti, ringraziandoli per non aver voluto mancare a questo incontro importante per gli alpini di San Vendemiano. Ha reso omaggio ai due alpini che hanno dato una impronta indelebile a questo impegnatissimo Gruppo e che hanno fatto dell’alpinità il loro stile di vita. Davanti ai suoi alpini si è poi impegnato in una promessa solenne e nello stesso tempo coinvolgente per il Gruppo di San Vendemiano: di voler camminare sempre sulla strada da essi tracciata. Il che significa impegno al servizio della comunità nello spirito di quella fratellanza che per gli alpini è la regola. E la voce del nipote di Cadorin si è velata di malcelata commozione quando il giovane capogruppo si è detto sicuro che, lassù, Gino e Bepi stavano anch’essi festeggiando.
Nel discorso ufficiale di commemorazione, il capitano Cesare Antiga ha ricordato Gino e Bepi come “due figure nobili e generose, esempio di raro altruismo, che, messo il cappello, non lo hanno più abbandonato”. Ha ricordato il loro impegno a capo del Gruppo nell’opera di soccorso a Campelio, paese devastato dal terremoto del 76 in Friuli, ribadendo come il patto di gemellaggio con il locale Gruppo Alpini sia cementato da quella fraternità che si crea quando gli uomini, dopo la catastrofe, si mettono a ricostruire insieme. I toni della commemorazione si sono poi fatti appassionati quando Antiga, oltre che i due alpini, ha voluto ricordare anche i due amici.
Il sindaco di San Vendemiano ha ringraziato i soci del Gruppo per il loro impegno nei confronti della comunità, per tutto quello che fanno e significano: “Gli alpini sono una grande realtà a San Vendemiano, lavorano a fianco di tutte le associazioni e sono vicini, con grande discrezione, ai più deboli”. Chiaro il riferimento di Dussin alla costante presenza del Gruppo nel centro disabili del paese. Ed il ricordo è andato inevitabilmente ad una tristissima sera di luglio di 3 anni fa, quando Cadorin chiudeva la sua vicenda umana proprio mentre festeggiava con i suoi amatissimi ragazzi del centro Don Gnocchi.
Molto toccante l’intervento del sindaco di Faedis, che ha portato il saluto della frazione di Campelio: “ I fradis alpins non dimenticano mai!”. E, se anche dopo 26 anni la popolazione non ha dimenticato la scosse interminabili del terremoto, dopo 26 anni rimane altrettanto indelebile il ricordo di quel fiume di amici che dal Veneto arrivarono per portare soccorso ed aiutare a ricostruire.
Il sindaco Gentilini ha ricordato la sua amicizia con Gino e Bepi negli anni della giovinezza a San Vendemiano. Appassionati e calorosi come sempre i toni con cui ha parlato degli alpini. “Tasi e tira”: è questo una dei comandamenti della filosofia alpina, lavorare senza aspettarsi “l’onda di ritorno”. “La nostra è una associazione invidiata perché non chiediamo mai nulla ed andiamo orgogliosi di non chiedere nulla e siamo sempre a disposizione della gente” ha poi ribadito il sindaco alpino più famoso d’Italia, che ha concluso il suo intervento affermando con orgoglio di sentirsi prima alpino e poi sindaco.
Per Antonio Daminato, era questa la prima uscita in veste di presidente della Sezione. Dopo aver confessato di aspettarsi più oneri che onori, ha avuto parole di elogio e di ringraziamento per Paolo Gai. Prendendo a sua volta la parola, l’ex presidente ha ricordato il grande impegno del Gruppo San Vendemiano, le cui generose iniziative sono sempre state di stimolo per la Sezione. Ha ricordato l’apporto di Cadorin come vice presidente e la sua presenza in tutti gli interventi programmati a livello sezionale.
Si è svolta infine, all’interno della sede, la cerimonia di scoprimento di due bronzi raffiguranti i volti dei due indimenticabili capogruppo, donati dal socio Antonio Cuzzuol. Dopo aver ringraziato, a nome delle due famiglie, il vecchio amico del padre, il figlio di Gino Citron, riprendendo le parole di Gentilini, ha ricordato come sia vero che gli alpini non si aspettano “l’onda di ritorno”. Osservando però la grande marea di amici arrivati a rendere tributo a Gino e Bepi, ha concluso che, a volte, anche se inaspettata l’onda ritorna. Ed in effetti non si potevano contare le penne nere presenti, tanto che solo una piccola rappresentanza poteva avere accesso all’interno della sede.
Ha chiuso la cerimonia Toni Cuzzuol augurandosi, da vecchio alpino, che le nuove generazioni sappiano seguire l’esempio tracciato da queste due nobili figure.
E così Gino Citron e Bepi Cadorin sono ritornati nella loro sede per rimanervi per sempre. Le loro qualità di uomini e di alpini sono ancora vive in chi li ha conosciuti e non dimentica la loro dinamicità, i loro sentimenti nobili e signorili, l’impareggiabile capacità di comunicare, la forte e coinvolgente carica umana, il loro stile e soprattutto la grande disponibilità, testimoniata dei segni indelebili da essi lasciati.
Gianfranco Dal Mas

Scoprimento dei bronzi di Gino Citron e Bepi Cadorin alla presenza dei rispettivi figli

L'intervento del capogruppo Manuele Cadorin

Il saluto di Antonio Daminato e Paolo Gai

Nino Geronazzo presenta i tre sindaci presenti

L'alzabandiera
Il Gruppo di San Vendemiano ha sentito in maniera particolare questa manifestazione. Lo si è capito da come è stata preparata e curata. La festa naturalmente non si è limitata alle cerimonia di domenica mattina, ma è continuata con il rancio che ha visto veci e bocia uniti nel segno della più profonda amicizia alpina. Di rilievo il concerto della sera precedente, con l’intervento dei prestigiosi cori ANA di Oderzo e Vittorio Veneto.

Oltre ai due carismatici ed indimenticabili capigruppo, gli Alpini di San Vendemiano vogliono render omaggio alla memoria dei soci passati avanti in questi ultimi anni. Li accomunava tutti il grande amore per il Gruppo e l’attaccamento a quella bella sede che Gino aveva voluto e Bepi portato a termine.

RINO DA RE, EMILIO BET, PIETRO TONON, WALTER DAL POS, ANGELO MAZZER E ANTONIO MAZZER (Angelo e Antonio erano accomunati dal coraggio con cui avevano reagito alle avversità della vita e dalla grande dedizione alla famiglia, ed erano stati testimoni al taglio del nastro dell’inaugurazione della sede), ALBERTO DE POLO (ha voluto leggere Fiamme Verdi fino all’ultimo). GIOVANNI FREGONESE, ENRICO PIZZINATO, GINO DEL PIERO, FERDINANDO BALDO, ADELIO FURLAN, GIUSEPPE BERTON, ANTONIO NICARETTA.

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