2020 San Vendemiano: Un anno diverso - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI
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2020 San Vendemiano: Un anno diverso

Attività
GRUPPO SAN VENDEMIANO
2020 Un anno diverso
Fiamme Verdi 2020

L’ultimo anno trascorso è stato un anno diverso per ognuno di noi, e ognuno è stato toccato da una condizione sanitaria che mai, avremmo pensato di vivere. Di fatto, quando nel marzo dello scorso anno siamo stati travolti dagli eventi, alla richiesta di chi è chiamato a gestire la cosa pubblica, abbiamo scelto di esserci e di reagire! Dalla distribuzione delle mascherine, alla distribuzione di generi alimentari a Pasqua… ma potremmo aggiungere l’opera di taglio alberi nel parco giochi Parrocchiale, la giornata dell’Ambiente e così via, per quel che si è potuto, è stato dato. Moltissimo però... è stato tolto. Basti solo pensare ai numeri che tra poco sentiremo; numeri che hanno determinato inevitabilmente uno stress finanziario che, se pur si è cercato di arginare, ha visto terminare l’anno in disavanzo. In merito al contenimento delle perdite, sono a ringraziare coloro che hanno contribuito con quanto hanno potuto, per rimpinguare le nostre casse, non da ultimi Voi Alpini che avete lasciato un’offerta maggiore rispetto all’aliquota di tesseramento. Tesseramento che ha avuto due risvolti positivi, quello appena detto e l’aver registrato tutti nel rinnovo all’iscrizione, non perdendo nessuno.
Sappiamo molto bene quanto sia vitale, soprattutto ora, mantenere i numeri e per questo oltre ad essere fiero di Voi, vi ringrazio. Di qui, la prima riflessione. Siamo condannati nostro mal grado ad una riduzione drastica dei nostri numeri. Nei prossimi 20 anni vedremo una diminuzione sostanziale degli Alpini. Una lenta diminuzione iniziata da anni, con leggi e decisioni che non ci sono piaciute, alle quali abbiamo reagito manifestando il nostro dissenso. Ma un dissenso serio, non una protesta chiassosa e disordinata , come spesso registriamo dalle cronache. Una protesta seria e composta come seri e composti siamo essere quando siamo chiamati ai doveri dai principi. Alpino è sinonimo di Buon Cittadino, e permettetemi di dire che, questa Italia, sempre più povera di doveri e più ricca di diritti, ha ancora bisogno di noi. Di quella iniezione di positività che sappiamo infondere, di buon senso, di senso civico e di dare senza chiedere nulla in cambio.
Ci aspetta una repentina mutazione. So che abbiamo le capacità di mantenere la nostra autenticità. Ne sono convinto perché conosco gli Alpini e le loro risorse, ma sono anche convinto che il modo di continuare a garantire la nostra identità, com’è stato sin ora, passa attraverso la qualità. La qualità del nostro operato; saremo in meno? faremo meno, ma facciamolo bene!!! scegliamo le attività, quelle che aiutano le nostre comunità e chi è più sfortunato. Dedichiamo tempo nel divulgare nei giovani la nostra storia, perché sappiano chi siamo e in futuro chi eravamo. Chi erano e cosa hanno fatto i loro nonni e i loro bisnonni. Rendiamoci operosi tra la nostra gente nell’attirare l’attenzione praticando buon senso, e poi sì, anche a dimostrare che dopo aver lavorato, si può essere sereni tra un bicchiere ed una canta in compagnia. Ciò che spero e mi auguro avvenga nell’imminente è che si torni ad essere come eravamo prima della parentesi con la mascherina. Sarà importante, soprattutto per la nostra Associazione non disperdersi e non perdere le abitudini che avevamo. L’aggregazione, la compagnia, la forza comune è nel nostro DNA e non può venir meno. Non appena è possibile, ma il giorno dopo senza perdere tempo, torniamo ad esercitare e a riprenderci “con gli interessi” ciò che ci è stato tolto. Non reagire sarebbe per noi irreparabile. Le occasioni non mancheranno!
Una opportunità nel futuro e nella qualità ad esempio, la offre la Nostra Protezione Civile , che può operare nella comunità, tra prevenzione e pronto intervento a supporto delle istituzioni e a fianco dei cittadini. Un comparto di specializzazione dell’ANA che, organizzato com’è, tutti invidiano. Ricordo tra l’altro, che la prima squadra di Protezione Civile ANA Comunale , nacque proprio qui da noi, a San Vendemiano, il 18 maggio del 2002 Il prossimo anno potremmo proprio festeggiarne degnamente i 20anni magari con una esercitazione nelle scuole o cmq in San Vendemiano. Ricordo come fosse ora, quel sabato in sala Consigliare, con Il Sindaco Dussin, l’allora presidente della Provincia Zaia e il Presidente Daminato. Ricordo bene gli Alpini, Speranza, Antiga, Cisotto, solo per citare alcuni di chi tra loro non c’è più. Quella squadra nacque dall’esigenza delle amministrazioni comunali di dotarsi di un nucleo di Protezione Civile, e la nostra amministrazione, ne siamo orgogliosi, optò per gli Alpini. Com’è comprensibile la squadra non è più com’era, si sono aggiunti nuovi volontari ed altri non ci sono più. E’ successo anzitempo quello che succederà su larga scala in Associazione. Quindi abbiamo già un esempio. Avvicendamenti che per fortuna ci sono stati, ma che ci obbligano a tenere la barra diritta sugli ideali, la genesi e le finalità della Nostra Protezione Civile nata in un maggio come questo a seguito del disastroso terremoto in Friuli. Chi entra a far parte della Protezione Civile dell’ANA entra di fatto nell’Associazione Nazionale Alpini. E sia ben chiaro ! Non si entra in Associazione per Portare un Cappello o una Divisa si entra perché si ha qualcosa nel Cuore.
Il Cappello agli Alpini, la Divisa la possiamo condividere con chi condivide i nostri ideali e decide di fare il percorso con noi. Non surrogati, i surrogati non ci interessano. Patti chiari, amicizia lunga ma i nostri trascorsi e le fatiche che abbiamo “nello zaino” ci obbligano a difendere una storia che a San Vendemiano dura da 87anni. Siamo disposti ad aprirci ai tempi moderni, ma chi arriva si deve anche adeguare! Questo vale per tutti. Guardando ancora al futuro… Andiamo a scovare i dormienti, ve ne sono e non pochi. Sono certo che molti di loro, non sono con noi perché non hanno avuto l’opportunità di avvicinarsi, di conoscerci e lavorare con noi, di fatto chi si è avvicinato, non se n’è più andato. Prendiamoci l’onere di scovarne uno a testa, e vedrete che presto potremmo avere nuove forze. Mettiamo a calendario una giornata da dedicare alle scuole, il prossimo anno il monumento del Pennone (li alle scuole) a settembre compie 40anni, cogliamo l’occasione per festeggiare, magari diventa un annuale inizio di anno scolastico.
Sforziamoci inoltre di istituire una giornata annuale di cultura Alpina nelle scuole. Teniamo salde le tradizioni, come il San Nicolò presente nonostante tutto anche a dicembre scorso. Teniamo saldi i rapporti con i Gemellati di Campeglio, con Borsoi in Alpago. Non perdiamo questa eredità stupenda. Certo non potrà essere come quando è nata, ma sono cose nostre , che fanno parte di noi, delle quali e per le quali dobbiamo essere orgogliosi e gelosi.
Teniamo per mano i ragazzi del Don Gnocchi, che tanto sono mancati in questo ultimo anno. A loro va il nostro pensiero più affettuoso e un A PRESTO detto a gran voce. Ed ancora, si può costituire una squadra di uscite settimanali, abbiamo una morfologia del territorio che è una palestra qui intorno, potrebbe essere un’attività che tiene in vita (e in salute) il Gruppo.
Invito il consiglio e voi soci a stimolare e suggerire qualsiasi attività ci tenga vivi. Tra di noi, dobbiamo e dovremmo cercare di stare vicini, di lavorare in armonia. Gli screzi e i dispetti lasciamoli a chi ha più tempo di noi. Non ne avremo da perdere in liti o incomprensioni, ma qualora ve ne fossero, diciamoci le cose in faccia e troviamo un accordo, come quando da bocia vedevo Alpini discutere animatamente la sera e il giorno dopo lavorare insieme. Si abbia a cuore la nostra Associazione. Limpida, Trasparente ed Altruista. Della quale e per la quale possiamo presentarci innanzi a chiunque.
I problemi non li crea l’Associazione, li creano gli iscritti, quando ragionano senza il Cappello. A tal proposito, questa sera vi sarà un avvicendamento alla guida del Gruppo. Chi è designato ad esserlo ha le capacità per farlo e troverà, ne sono certo una squadra efficiente e collaborativa. In quanto all’onere di guidare il Gruppo, (che è ancor prima un Onore!) basti non si dimentichi i nostri trascorsi, e ci si affidi allo statuto, il resto viene da se.
Posso testimoniare, che in un anno alla guida del Gruppo sono stato più supportato che da supporto. Tante sono state le occasioni dove, Vicecapigruppo o consiglieri mi hanno anticipato, suggerito, sostituito, o risolto problemi prima che si creassero. Questo è un segno di grande maturità e responsabilità. E’ veramente un ONORE servire alla guida questo Gruppo. Concludo con vivi ringraziamenti per quanti si adoperano costantemente per la vita del Gruppo. Abbiamo un segretario invidiabile (non ce ne un altro così), una tesoreria affidabile, ci sono Vicecapigruppo presenti, un consiglio direttivo all’altezza, Capiborgata in gamba. Grazie a tutti per il lavoro che fate. Grazie a chi bada alla Sede, a chi si adopera in cucina e a chi opera in silenzio, senza pretese, anche per le mansioni apparentemente meno importanti. Grazie a chi si spende per il giornale di Gruppo, grazie a Voi soci, poiché alla fine, se non ci foste Voi, non avrebbe senso. Congedandomi saluto con sentita deferenza il Gagliardetto, rientro tra le fila a disposizione e a servizio. W gli Alpini. W il Gruppo di San Vendemiano.
Il Capogruppo Manuele Cadorin

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