2006 Sernaglia: Sebastiano Parussolo
Attività
GRUPPO SERNAGLIA DELLA BATTAGLIA
SEBASTIANO PARUSSOLO
Fiamme Verdi Ottobre 2006
Cerimonia di consegna del premio speciale conferito dal Consiglio Nazionale A.N.A. al socio Sebastiano Parussolo e inaugurazione della nuova Sede del Gruppo Alpini di Sernaglia della Battaglia.
SABATO 18 MARZO: MIANE
Concerto CORO MONTE CIMON e CORALE DI SERNAGLIA.
Proiezione di un breve filmato riguardante Malga Mont, gestita dal socio Sebastiano Parussolo.
DOMENICA 19 MARZO 2006: SERNAGLIA D.B
Alzabandiera, e deposizione corona al Monumento ai Caduti; S. Messa; Sfilata fino alla sede nel Viale Divisione Julia, consegna del premio speciale al socio Sebastiano Parussolo e inaugurazione della sede del Gruppo
DA L'ALPINO
L’alpino Parussolo, esempio di attaccamento ai più autentici valori della montagna
Mercoledì, 03 Maggio 2006 - Gli è stato assegnato un premio speciale “Fedeltà alla montagna”.
Sei vessilli, settanta gagliardetti, le bandiere di altre associazioni d’Arma, dell’ANCR, dell’AVIS e dell’AIDO, nonchè quella dell’associazione emigrati non sono poca cosa per un’adunata sezionale. Se vi si aggiunge la presenza dei ragazzi della scuola elementare (con Bandiera) e dei bimbi di una scuola materna il quadro è completo. Siamo a Sernaglia della Battaglia , sul Piave, città martire della Grande Guerra. Dal libro “Piave” di Azzalini e Visentin – recensito da L’Alpino nel dicembre 2005 – leggiamo che: “Occupata dagli austriaci, per oltre un anno Sernaglia subì la furia devastatrice della guerra, ebbe case e campi distrutti e i suoi figli profughi. Numerosi i morti tra i civili: 17 per cause belliche, 169 per fame (!)”.
Erano presenti il vice presidente nazionale Giorgio Sonzogni, cinque consiglieri nazionali (Arrigo Cadore, Ivano Gentili, Ornello Capannolo, Marco Valditara e Attilio Martini), il sindaco di Sernaglia, Giovanni Balliana e altri quattro sindaci del territorio, il rappresentante della Provincia di Belluno, il presidente dell’associazione Penne Mozze e tantissimi alpini. Il capogruppo Bertot può ben dirsi soddisfatto per questa risposta, così come presidente della sezione Conegliano, Antonio Daminato. La cerimonia si svolge all’insegna dei più schietti valori alpini, quelli della montagna e della natura.
È stata infatti organizzata per premiare un alpino, Sebastiano Parussolo, per la tenacia, sua – e della sua famiglia: moglie, un figlio, due figlie – con la quale ha caparbiamente lavorato per far rivivere la montagna realizzando un’azienda agricola sopra Miane. Parussolo era fra i candidati al “Premio nazionale fedeltà alla montagna” (la cui Commissione è composta dai cinque consiglieri nazionali sopra citati), premio che viene assegnato ogni anno nel corso di una solenne cerimonia, presente il Labaro e il presidente nazionale. Onore al vincitore, dunque, ma spesso ci sono storie molto simili e altrettanto meritorie che purtroppo non vengono – non certo per negligenza – proposte all’attenzione di tutti. Di qui l’esistenza di un “premio speciale”, che vuole essere un riconoscimento e la dimostrazione che non è un caso isolato quello dell’alpino che assurge agli onori della cronaca una volta l’anno, ma che ci sono anche altre testimonianze di alpinità compiuta.
Una testimonianza sintetizzata nella pergamena firmata dal presidente Corrado Perona, che il vice presidente Sonzogni ha consegnato a Parussolo: “Per l’attaccamento dimostrato al tuo territorio ed alle tradizioni locali e per il tuo contributo al recupero ambientale”. La cerimonia era iniziata davanti al municipio con l’arrivo nello schieramento del Gonfalone, del vessillo della sezione di Treviso e del gagliardetto del gruppo. Preceduto dalla fanfara di Conegliano, il corteo ha raggiunto il monumento agli Arditi, unico in Italia, che ricorda quei soldati che, guidati dal generale Ottavio Zoppi comandante della 1ª divisione d’assalto, il 27 ottobre 1918 scompaginarono le difese nemiche e posero le basi per la vittoriosa avanzata su Vittorio Veneto. L’omaggio successivo è andato al monumento ai Caduti.
Nel procedere verso la chiesa, si sfiora un terzo monumento, dedicato all’emigrante, commovente nella sua semplicità: un giovane con una lanterna nella mano sinistra e una valigia “da emigrante” nella destra, mentre sale alcuni gradini che lo portano verso l’ignoto: tra i tantissimi veneti rappresentati da questa statua, innumerevoli gli alpini che iniziavano, così, la loro seconda naja. La messa è stata officiata da mons. Visentin, che ha avuto parole di elogio per gli alpini citando a più riprese la nostra Preghiera come espressione dello spirito cristiano che pervade l’alpino; gli era al fianco il parroco, don Silvano che, non ci si sorprenda, ha avuto la vocazione dopo tredici anni trascorsi come sottufficiale dei Carabinieri.
Ci sono cerimonie in cui un particolare apparentemente secondario assume connotati speciali: al suono dell’attenti all’elevazione, e poi anche alla lettura della nostra Preghiera, il ragazzino portabandiera della Scuola elementare ha alzato subito il vessillo ponendosi sugli attenti; un gesto che non ci è sfuggito e per il quale ci complimentiamo con l’insegnante che gli era al fianco. Al termine, il corteo si è spostato alla nuova sede del gruppo sita in via Divisione Julia, per la sua inaugurazione.
Essa è stata eretta dal capogruppo e dagli alpini di Sernaglia su un terreno messo a disposizione dal Comune: una costruzione elegante, a livello, arredata con buon gusto. Nel suo discorso il sindaco Balliana ha voluto ricordare che la donazione ebbe l’unanime consenso del consiglio comunale. A sua volta il vice presidente Sonzogni, prima del taglio del nastro, ha sottolineato l’alto valore simbolico di tale realizzazione. Particolare di rilevante importanza: la Bandiera issata sul pennone è stata donata dal Comune. Ultimo atto – a suggellare il momento clou della cerimonia – la premiazione dell’alpino Sebastiano Parussolo per il suo attaccamento alla terra e per la forza d’animo con la quale conduce la sua esemplare famiglia. Un atto dovuto per un nostro associato che, secondo il materialistico concetto della vita odierna, va controcorrente.
È quanto ha sottolineato il vice presidente Sonzogni, certo che l’esempio fornito da Parussolo sia da stimolo a tanti altri alpini, e un incentivo a credere nei valori della tradizione alpina. Sonzogni ha rivolto un saluto particolare ad alcuni reduci presenti alla consegna del premio, che sono la testimonianza della nostra storia e la ricchezza dell’Associazione.