1984 Soligo: Inaugurazione sede nel 30° di fondazione
Attività
GRUPPO SOLIGO
Il gruppo di Soligo nel 30° di fondazione inaugura la Casa dell’Alpino
Fiamme Verdi Dicembre 1984
Il crescente numero degli iscritti, determinato dalla consistente adesione di alpini delle recenti leve, ha posto anche ai soci del gruppo di Soligo il problema della «casa », e lo hanno ottimamente risolto nella ricorrenza del 300 anniversario della propria costituzione che abbiamo festeggiato il 27 maggio.
La serata precedente à stata allietata dal Coro di Sernaglia della Battaglia con un concerto che ha ottenuto tanti applausi e lusinghieri apprezzamenti. Alla mattina della seguita domenica, ci siamo recati in corteo, accompagnati dalla fanfara della Sezione, diretta dal m° Zorgno, e partendo dal campo sportivo siamo arrivati alla nuova « Casa degli Alpini », dove, dopo la cerimonia della benedizione impartita dal parroco, il presidente della sezione con il sindaco, ha provveduto al taglio del nastro. E a proposito della nuova sede riportiamo un brevissimo inserto. « Il piccolo immobile era un rudere di proprietà del Comune, il quale ne ha concesso l’uso al gruppo di Soligo. Nel corso di 2 anni il gruppo con grande sacrificio ha provveduto alla sistemazione di parti strutturali, modifiche interne e dotazione di servizi igienici; consta di un corpo principale nel quale al piano terra è stata ricavata un’unica sala - di modeste dimensioni - per le riunioni del consiglio direttivo, con un nuovo caminetto, ed una adiacenza adibita ad uso di magazzino—ripostiglio, del quale è stato sostituito completamente il tetto in legno ».
Sempre in corteo, ci siamo portati al piazzale delle Scuole per assistere alla Messa officiata dal parroco don Martino Sanson, il quale durante l’omelia, ha indicato negli Alpini un esempio di senso di responsabilità, di fedeltà alla Patria ed alle sue istituzioni, di solidarietà umana, nei ricordo di Coloro che per esse sono morti.
Dopo la Messa sono stati menzionati i seguenti soci deceduti dalla fondazione del gruppo: Mori Ugo, Magro Antonio, Moschetta Luigi, Viviani Pietro, De Faveri Giovanni, Donadel Eugenio, Cietto Vincenzo, Dorigo Giovanni, Dorigo Federico, Mori Giovanni, Nardi Luigi, Viezzer Luigi, De Faveri Angelo, Donadel Ernesto, Donadel Livio, Dorigo Desiderio, Ballancin Agostino, Dozza Angelo, Casagrande Vittorio, Dorigo Giuseppe, Ballancin Giovanni, Da Rold Giovanni, Toffoli Giacomo, Donadel Liberato, Dorigo Mario, Bisson Antonio, Ballancin Ano, Viezzer Vincenzo, Donadel Pietro, Busetti Mario Naibo Arturo, De Conto Giuseppe, Stella Tarcisio, Zago Pietro, Bottega Angelo, Berti Giovanni, Ballancin Sante, Viezzer Giobatta, Cietto Giuseppe De Conto Dionisio, Dorigo Giacomo, De Conto Giacinto, Nardi Gregorio.
Ai seguenti soci fondatori sono stati consegnati attestati di riconoscimento: prof. Desiderio Viezzer - capogruppo fondatore; Nazzareno Moschetta; Costante De Conto; Giuseppe Moschetta;
Simeone Ballancin; Giuseppe Donadel e Ermenegildo Naibo.
Ha aperto la serie degli interventi - per la verità molto brevi - il capogruppo arch. Gianfranco Calderari, che ha dato il benvenuto a tutti i presenti, in particolare ai vecchi soci fondatori, tra cui il prof. Desiderio Viezzer, che dalla fondazione e fino all’anno scorso ha diretto il sodalizio, a tutte le autorità, e al sindaco alpino, al quale ha poi dato la parola.
Il dr. Citron dichiarandosi felice d’essere sindaco alpino, ha rivolto il saluto personale e della Amministrazione Comunale a tutti gli alpini, venuti da paesi vicini e lontani ed un saluto anche alla popolazione di Soligo, che ha partecipato numerosa a quell’incontro festoso. Un saluto e un ringraziamento a coloro che tanti anni fa hanno voluto far sorgere a Soligo il gruppo alpini e a coloro che finora l’hanno condotto con accortezza e disponibilità.
Riferendosi al suo periodo di «naja» alpina, vissuto vent’anni fa nell’80 Reggimento, egli ha riconosciuto che è stato un momento propizio della sua vita, perchè quei valori che tra gli alpini c’erano e ci sono, valori di solidarietà, di fraternità, di amicizia e di sacrificio ci devono aiutare a superare i momenti difficili che inevitabilmente incontriamo nella vita. E se tali principi potessero espandersi sempre ed ovunque saremo certi, anzi siamo certi che il mondo andrebbe certamente meglio. Concludendo ha affermato, che, con lo spirito che ci anima, e con profonda gioia viveva la nostra festa.
Prima di iniziare il discorso ufficiale il presidente della sezione prof. Vallomy ha letto il telegramma inviatogli da S.E. il Prefetto di •Treviso: « Impossibilitato presenziare significativa cerimonia, ringrazio cortese invito, bene augurando: Corrado Scivoletto ».
Quindi con lo stile efficace, che lo contraddistingue ha proseguito: « Signore, signori ed alpini, quando, alcuni giorni fa il neo capogruppo arch. Calderari mi ha gentilmente invitato a parlare in questa circostanza mi ha anche raccomandato di tenere un bel discorso, mentre poco fa ho incontrato un « vecio » - più o meno della mia stessa età - alfiere della sezione di Valdobbiadene, che mi ha pregato di « tagliarla corta». Chi, a questo punto devo ascoltare? Io mi comporterò come sempre.
Il mio pensiero, - egli ha proseguito - in questa giornata nuvolosa, nel ricordo del 300 di vita del gruppo di Soligo, corre al piazzale della vostra bella Chiesa dove in una meravigliosa giornata di sole, nel giugno deI 1954, ho avuto l’onore di partecipare al battesimo di questo gruppo, con altri amici: quindi mi considero un po’ il « santolo » - non traduciamolo in italiano perchè è una brutta parola - sono un « santolo » assieme all’avv. Travaini, con il prof. Viezzer e tanti altri. Ebbene, di quella giornata io vorrei rievocare non le parole che dissi, che oggi non saprei ripetere, anche perchè trent’anni di vita possono aver giovato al gruppo, ma non al sottoscritto e la baldanza giovanile se ne è andata. Comunque la memoria è ancora fresca - ringraziando Dio - cd alla memoria mi torna l’immagine paterna e buona di mons. Pasin, accanto al quale io ho predicato, in quel giorno. E insieme a quei soci morti, menzionati prima, io ricordo, per particolare simpatia, Luigi Viezzer sempre sorridente e buono. Poi rivolgendosi al prof. Desiderio Viezzer, Vallomy, ha detto: « caro preside e capogruppo onorario, il peso che hai portato per trent’anni, ti ha reso grande benemerito nei confronti non solo del gruppo, ma di tutta l’Associazione Nazionale Alpini, perchè oltre che insegnante di scuola sei stato educatore fra gli alpini. Oggi è la tua festa - sebbene hai detto: zaino a terra - e noi siamo qua per dimostrarti gratitudine ed affetto per le tue benemerenze ed augurare a te e famiglia ogni bene.
Quindi ha seguitato elogiando il nuovo capogruppo arch. Calderari, che con semplicità, ha accettato l’incarico e con schiettezza lo conduce; incarico non facile, perchè - ha detto Vallomy - lui che è da molti anni appartenente alla nobilissima Associazione Alpini, afferma che ci sono anche teste quadre. Perchè non basta mettere sul « zuccone » un cappello e la penna nera per essere un vero alpino, ma ci vuole qualcosa dentro la «zucca» e nel cuore. Io penso - ha detto - che queste cose negli alpini di Soligo e degli intervenuti ci siano. Il parroco durante la predica; - afferma - ha ricordato, con molta cortesia ed appropriate parole gli alpini, tessendo elogi, e ci ha esortati a resistere al clima di cattiveria, di odio di violenza che serpeggia nella povera Italia. E’ un’esortazione che accettiamo di vero cuore. Consentite che ora - terra-terra - ve ne faccia un’altra. Ho tagliato il nastro della bellissima sede, la realizzazione della quale torna a merito di Viezzer e di tutti coloro che hanno collaborato con lui: ebbene, è stata benedetta, sono state dette delle preghiere: alpini, le stanze di quella casa non conoscano la voce della minaccia e della bestemmia, perchè noi siamo facili, qualche volta, nel nostro linguaggio. E tanto per rimanere nei comandamenti di Dio, vi cito il quinto, anche se non vi riguarda; non ammazzare. In Italia si ammazza, con tanta semplicità, a tutto spiano, per poco denaro, per molto denaro con i sequestri, per odio e per vendetta. E si ammazza anche legalmente, purtroppo; se andiamo di questo passo le scuole rimarranno vuote e ci saranno pochi alpini. Mi compiaccio per la magnifica riuscita di questa festa, auguro che il gruppo prosegua come ha fatto in questi trent’anni, con aumentata vitalità e che domini la concordia sempre, conservando le tradizioni. Terminando il suo discorso il presidente Vallomy, a proposito della pace, per la quale si fanno a destra e a sinistra lunghi cortei, ha voluto dire cosa pensano gli alpini della pace:
« Gli alpini già indomabili combattenti bene esperti di guerra, proprio per averne toccato il fondo orrendo di sofferenze, di ingiustizie e di morte, per istintiva vocazione, ripudiano ogni violenza e diffondono pace intorno a sé. Questo è stato il messaggio ch’egli ha voluto lasciare agli alpini a Soligo, con la speranza che giungesse ancor più lontano.
Oltre al presidente della sezione prof. Vallomy, erano presenti i vice presidenti Basso e Brunello, l’avv. Travaini, il comm. Daccò, i presidenti delle sezioni di Treviso comm. Cattai, di Vittorio Veneto dr. Daniele e di Valdobbiadene pi. Rossi; il tenente della Finanza di Conegliano dr. Battaglini, il sindaco di Farra di Soligo dr. Citron e l’ex
ufficiale superiore della polizia stradale gen. Mazzocco. Presenti pure i Vessilli delle sezioni di Valdobbiadene e di Conegliano; i gagliardetti di altre sezioni:
Pordenone, Colbertaldo, Vidor Cison di Valmarino, Moriago, Farra di Soligo, Col S. Martino, S. Pietro di Barbozza, Guia, Nogarè, S. Giovanni e S. Stefano di Valdobbiadene; i gagliardetti della nostra sezione: Barbisano, Bibano-Godega, Collalto, Colfosco, Collalbrigo, Corbanese Conegliano, Falzè di Piave, Mareno di Piave, Gaiarine, Orsago, Parè, Pieve di Soligo, Ogliano, Solighetto, Refrontolo, S. Lucia di Piave, S. Maria - S. Michele, S. Pietro di Feletto, S. Fior, S. Vendemiano, Susegana, Fontigo, Sernaglia, Vazzola e Soligo.R. E.