Libro 60-27 Gruppo Colfosco
60 ANNI DI VITA ALPINA A CONEGLIANO
I GRUPPI NELLA STORIA DELLA SEZIONE


GRUPPO COLFOSCO

Colgo l'occasione dei festeggiamenti del 60º anniversario della fondazione della sezione di Conegliano per salutare i soci tutti ed in particolar modo il presidente della sezione prof. Vallomy e un pensiero va a tutti gli alpini caduti e dispersi di tutte le guerre. Il mio pensiero in particolare va rivolto al nostro defunto capogruppo onorario e fondatore del gruppo Colfosco cav. Virginio Trentin, il quale diede il suo cuore e la sua opera incessante a favore del gruppo. Per molti anni fu il capogruppo saggio, la guida amorevole, il commilitone solerte e festoso. E un saluto Io porgo ai consiglieri e soci che con Lui collaborarono alla fondazione ed alla crescita del gruppo. Da tale esempio il nuovo direttivo ha cercato di continuare con molta disponibilità e umiltà in spirito di collaborazione perché insieme si possa mantenere alto il valore della tradizione alpina.
ANGELO COLLOTTO

NOTIZIE STORICHE
Colfosco, paese collinare situato sulla riva sinistra del Piave, domina dai suoi punti più alti: il colle della Tombola e cima Torai la pianura trevigiana e la sacra collina del Montello. La zona ha indirizzo prevalentemente di carattere agricolo ed artigianale. Le origini di Colfosco sono molto antiche, basti pensare che il paese è attraversato in tutta la sua lunghezza da una strada romana, il cui tracciato è testimoniato dalla presenza di alcuni ponti romani restaurati di recente. Storia più recente parla del castello di Colfosco posseduto intorno all'anno 1000 la il Conte Valfredo di Colfosco del casato dei Collalto. Tra i più noti successori sia annovera la contessa Sofia che aveva sposato nel 1154 il Conte Guecellone II da Camino di origine longobarda. Nota costei per aver combattuto Federico Barbarossa e per aver fondato e fatto costruire il monastero di Follina, inaugurato da lei stessa nel 1170; muore nel 1175 ed è sepolta nella chiesa abbaziale di Follina.
Nel 1201 il Podestà Danese acquista il castello a nome della comunità di Treviso che nel 1245 viene donato al Conte di Treviso Schenella; in seguito passa alla dinastia dei Collalto che già possedevano il nuovo castello di San Salvatore a Susegana. Ecclesiasticamente Colfosco apparteneva alla parrocchia di San Daniele profeta de Colle Fusco nella diocesi di Ceneda; l'antica chiesa sorgeva presso il castello di Colfosco. Dopo l'elezione della nuova chiesa, iniziata dal principe Antonio di Collalto dal nipote Ottaviano, il 25 Aprile 1846 la vecchia divenne oratorio pubblico intitolato a Santa Maria della Guardia in Daniele-Vetere, terminata nel 1855 e consacrata il 6 settembre 1874 dal Vescovo Corradino Maria dei marchesi Cavriani. Fu completamente distrutta durante la grande guerra e quindi rifatta a nuovo. Esiste un altro oratorio presso la località Mina ed è dedicato a Santa Maria della Salute ed a San Pietro D'Alcantara. Tombola, il nome del colle, deriva dal Iatino tumulus,cioè rialzo di terra, dal greco tymbos, mucchio di terreno. Un po' a valle s'apre una caverna detta el Bus delle Fade, che si può esplorare per quasi un centinaio di metri. Il colle della Tombola ebbe sempre una grande importanza strategica. Vi convenivano i membri del comitato segreto che cospiravano per I’unità della patria. Il paese era in prevalenza agricolo; funzionava pure un'officina artigianale, resa meccanizzata utilizzando l'acqua della Piavicella, un ramo de Piave, officina avviata nel 1880 da Agostino Collotto, in cui si costruivano gli attrezzi necessari nei lavori agricoli.
Ne 1906 adiacente al maglio sorse una centralina idroelettrica o turbina, fatta costruire dal conte di Collalto per il fabbisogno dell'energia elettrica e motrice, alle prime industrie sorte in seno alIl'ammistrazione: stabilimento bacologico ed enologico, caseificio, filande da seta, fornace da laterizi. I maggiori mezzi di trasporto rimanevano il cavalli e la bicicletta; per maggior celerità nel raggiungere Nervesa dove si svolgeva il mercato, il passaggio del Piave veniva tramite barca, tuttora la via prende il nome di passo Barca. Durante l'invasione Colfosco fu occupata dalla 6° armata austriaca. In quell'occasione il paese conobbe gli orrori della guerra, con distruzione di quasi tutte le case e abbandono delle campagne. Allora contava 444 unità. Alla fine del conflitto nel 1918 si iniziò la ricostruzione e la ripresa agricola ed artigianale. Oggi Colfosco conta 2.260 abitanti. La terra destinata all'agricoltura viene lavorata con mezzi meccanici d'avanguardia. Sul greto del Piave si trovano le draghe per Io scavo e la lavorazione della ghiaia; una fabbrica di tubi in cemento; vi operano imprese edili e lattoniere, laboratori di maglieria, e una fabbrica per la costruzione di gruppi elettrogeni. Queste ed altre aziende sono in grado di occupare una parte delle forze lavorative del paese.
IL PRIMO CONSIGLIO DIRETTIVO
Capogruppo Trentin Virginio
Vice Zago Giovanni
Segretario Dal Pos Giulio
Alfiere Zoppas Angelo
Consiglieri Zanco Narciso, Zoppas Mario, Zanardo Attilio. Dalle Crode Attilio, Zanco Lino, Montesel Tiziano, Pinese Giovanni
L'ATTUALE CONSIGLIO
Capogruppo Collotto Angelo
Vice Loschi Gilberto
Segretario Cenedese Adriano
Tesoriere Trentin Renzo
Alfieri Pompeo Aldo, Casagrande Luciano
Consiglieri Ceneda Luciano, Ceotto Renato, Cenedese Franco, Montesel Lino, Ceotto Paolo, Mariotto Carlo, Mariotto Dino, Cancian Olindo, Menegon Arnaldo
Nel novembre del 1956 alcuni amici alpini di Colfosco decisero di far parte dell'Associazione Nazionale Alpini dando vita ad un gruppo, con a capo Virginio Trentin e avendo come madrina Zanco Emma, figlia del caduto in guerra Zanco Vittorio. Con una messa celebrata dal parroco don Guido Frare, vollero ricordare i caduti di tutte le guerre, venne benedetto il gagliardetto, e accompagnati dal suono della banda, l’alpino più anziano Angelo Zoppas e il più giovane Lino Zanco, portarono una corona d'alloro al monumento ai Caduti.
Il gruppo fissò la sua nuova sede presso la trattoria ”da Cisi”, dove tutt'ora si riunisce.
IL CONSIGLIO DIRETTIVO FINO AL 1975
Capogruppo Trentin Virginio
Vice Zanardo Attilio
Segretario Ceotto Lino
Alfiere Pompeo Aldo
Consiglieri Dalle Crode Attilio, Sala Carlo, Ceneda Luciano, Montesel Tiziano, De Rosso Olivo, Pulit Giorgio, Zanco Lino, Casagrande Luciano, Collotto Angelo, Menegon Arnaldo, Bortoletto Ugo
IL CONSIGLIO DIRETTIVO FINO AL 1979
Capogruppo Trentin Virginio
Vice Collotto Angelo
Segretario Cenedese Adriano
Alfieri Bortoletto Ugo, Pompeo Aldo
Consiglieri Ceneda Luciano, Moretton Silvano, Casagrande Luciano, De Rosso Narciso, Ceotto Paolo, Mariotto Dino, Mariotto Carlo, Pompeo Claudio, Pompeo Giorgio, Menegon Arnaldo
Il consiglio sopra descritto, con qualche variazione tra i consiglieri e qualche avvicendamento, rimane in carica fino al 1979, anno in cui per motivi di salute e di età il cav. Virginio Trentin lascia la carica di capogruppo, il subentrante eletto, Collotto Angelo, durante l'assemblea propone, e la proposta viene approvata all'unanimità, di conferire al capogruppo uscente, la carica di capogruppo onorario.
Con il passare degli anni il gruppo si arricchisce di nuovi iscritti e di nuove idee, partecipa ai raduni nazionali ed a manifestazioni promosse dalla sezione; organizza gite in montagna e pranzi al campo, ne nasce un'amicizia con gli alpini del gruppo di Comelico Superiore. Ogni anno il gruppo collabora con la parrocchia per organizzare le feste paesane. Un avvenimento di rilievo da ricordare è il 22 giugno 1980, alla presenza di numerose autorità civili e militari, esponenti della sezione, del presidente prof. Giacomo Vallomy, del sindaco Cursi e del nuovo parroco don Guido Frare, è stata inaugurata una nuova strada denominata ”Viale degli Alpini”; ha presenziato al taglio del nastro la seconda madrina Trentin Maria, sorella di Trentin Virginio, disperso in Russia. In quell'occasione venne consegnata una pergamena di fedeltà agli alpini più anziani: Virginio Trentin, Gino Stella, Gino Sala, Carlo Zanco, Luigi Soccal, Giuseppe Pilato, Francesco Manfren, Angelo Antoniazzi, Olivo De Rosso, Augusto Dalle Crode, Giovanni Boscaratto, Angelo Zoppas. Per completare l'opera ora il gruppo ha in serbo il desiderio di far costruire in una area adiacente il viale, un monumento all'alpino.
Il gruppo annovera i seguenti caduti o dispersi in guerra 1915-18:
Burol Valentino di Luigi - Alpino 6º reggimento. Deceduto in prigionia per malattia.
Pompeo Gaetano di Carlo - Sergente del 4º Alpini. Cadde sulla Meletta davanti a Gallio colpito da una pallottola di mitragliatrice mentre si slanciava in avanti alla testa del suo plotone.
Refrontolotto Pietro di Luigi - Alpino del 5º reggimento. Disperso in combattimento sulle pietraie deII'Ortigara.
Ruzzini Urbano di Angelo -Alpino del 2º reggimento. Venne dichiarato disperso il 27 novembre 1917 dopo aver partecipato alla ritirata dalla Carnia.
Zanco Ernesto di Domenico -Alpino deIl'8° reggimento. Deceduto in prigionia per malattia.
FORZA DEL GRUPPO 124 SOCI

Il primo capogruppo cav. Virginio Trentin

Il capogruppo Angelo Collotto con l'avv. Trentini

1956 - Cerimonia inaugurale

Manifestazione del 1980