Libro 60-33 Gruppo Falzè di Piave
60 ANNI DI VITA ALPINA A CONEGLIANO
I GRUPPI NELLA STORIA DELLA SEZIONE


GRUPPO FALZE' DI PIAVE

Mi sento onorato di essere a capo del Gruppo Alpini di Falzè di Piave da oltre 12 anni e ringrazio tutti i soci del gruppo che mi hanno aiutato a mantenere alto il nome, impegnandosi fervidamente per la riuscita di ogni manifestazione che abbiamo organizzato. Per me è un onore appartenere alla grande famiglia alpina e mi sento di esprimere il mio grazie a tutti gli alpini d'Italia per quello che hanno fatto in guerra e che fanno in periodo di pace impegnandosi per un domani migliore.
BREDA PIETRO
NOTIZIE STORICHE
Per chi proviene dal Ponte della Priula verso il Quartier del Piave, giunto in prossimità della Villa di Jacur, vede il fiume Piave formare una grande curva a forma di falce "messora". Qui, fin dai tempi antichi sorge Falzè di Piave. Molto probabilmente la toponomia del paese deriva appunto dalla configurazione del luogo in cui è sorto, altri la fanno derivare da "Falde" cioè scarpate verso il fiume Piave; infatti il paese si trova su un rialzo che scende verso il fiume ora dolcemente ora quasi a strapiombo; altri ancora la fanno derivare dalla parola latina "felix" cioè felice. Abitato sin dal periodo paleo-veneto, come dimostrano alcuni reperti archeologici di tombe rinvenuti in località Palliaghe e successivamente dai Celto-Retici di cui rimane una lapide, tuttora allo studio degli esperti, rinvenuta presso l'oratorio di S. Antonio Abate in località Chiesuola. Assunse notevole importanza durante l'impero romano trovandosi alla intersezione di due importanti vie di comunicazione: quella militare la Claudia Augusta Altinate che da Altino, presso la laguna veneta, portava, attraverso il passo di Praderadego, a Cesio presso Merano e poi nella zona del Danubio, e quella commerciale la Opitergium-Tridentum che da Oderzo raggiungeva Feltre lungo il corso del Piave.
Distrutta, secondo la tradizione popolare, dalle orde barbariche di Attila, come potrebbe dimostrare il palazzo "Dantomio" detto "la luminaria" così chiamato perchè abitato da persone che si occupavano della Chiesa e simili e dove tuttora si vedono sculture dell'epoca sulla loggia, cadde in un periodo di oscurantismo durante il periodo medioevale e riprese nuovo vigore durante il periodo della Repubblica Serenissima, essendo il "Porto" ossia l'ultimo punto di arrivo degli "zatteri" che dal Cadore portavano i tronchi destinati per i lavori di Venezia e che ritornava al paese attraverso una via che ancor oggi porta il loro nome: via "Cal Zattera"; nonché centro di smistamento delle merci che confluivano da tutto il Quartier del Piave nei suoi magazzini per Venezia e la pianura Padana. Eretta parrocchia verso la fine del XV secolo, la cui chiesa era eretta probabilmente sul greto del fiume Piave in località "Pedre" dove durante alcuni lavori di disboscamento è affiorato qualche resto di muro, con la fine della Repubblica Serenissima, cadde in un periodo oscuro di cui non abbiamo molte tracce.

Diventato centro prettamente agricolo, la sua popolazione, agli inizi dell'ottocento era di circa 564 abitanti, verso la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, fu costretta ad emigrare verso altri centri sia italiani che stranieri per trovare lavoro. Centro di prima linea durante la 1a guerra mondiale, fu praticamente rasa al suolo dai bombardamenti delle truppe italiane attestate sul Montello e la sua popolazione nel 1917 fu costretta ad evacuare e ad andare profuga verso il Friuli, purtroppo per molte persone non è stato possibile questo esodo, chi perchè morta di fame e chi perchè troppo attaccato alla sua terra. Morti durante i bombardamenti: Stella Ettore, De Vecchi Giuseppina, Casagrande Pasqua, Zecchinel Luigia, Mulotto Ada, Mulotto Ernesto, Fregolent Giuseppe, Leon Anna, Rasera Filomena, Bertazzon Guglielmo, Soldan Paolo, Breda Benvenuto, Zamai Elisabetta, Breda Alba, Villanova Luigia, De Vecchi Luigi, Frare Marco, De Vecchi Remigia, Casagrande Rosa, Zecchinel Giuseppe, Begnù Anna, Milotto Felice, Fregolent Luigi, Fregolent Angelo, Zilli Elisa, Breda Antonio, Villanova Serafina, Martinotto Teresa, Zamai Ippolito, Zambon Regina, Giotto Barnaba, Frare Maria, Casagrande Luigia, Milanese Maria, Mulotto Giovanni, Bignù Maria, Meneghin Giacinto, Andreola Domenico, Rasera Andrea, Bertazzon Caterina, Soldan Giovanni, Breda Anna, Zamai Teresa, Breda Regina, Zardetto Maddalena, Spironelli Domenico.
A queste persone il gruppo Alpini di Falzè di Piave ha voluto dedicare un cippo in memoria con questa dedica: «Pietà volle raccolta su questo duro masso memoria dei nostri avi, vittime umili ed anonime degli anni 1915-1918 che nella sofferenza e nel sangue misero le sementi di giustizia e di pace per una società più giusta e prospera». Nel XXV della sua fondazione il gruppo Alpini di Falzè di Piave.
La ricostruzione fu lunga e dura. La Chiesa, distrutta durante la guerra fu ricostruita nel 1923 in altro luogo e precisamente sul lato sinistro della provinciale che porta a Sernaglia e fu consacrata nel 1925. IL campanile fu invece inaugurato il 23 marzo 1930. Nel 1921 ebbe luogo l'inaugurazione del monumento bronzeo, opera del maestro Giovanni Possamai di Solighetto, raffigurante tre arditi all'assalto. Riprende purtroppo ancora il fenomeno della emigrazione (ancora si ricorda una storica partenza di circa 300 persone verso le Americhe all'inizio del secolo). L'emigrazione, un fatto che purtroppo il paese di Falzè ha continuato a vivere fino ai giorni nostri. Come tutto il Quartier del Piave, anche Falzè ha dato il suo contributo di vittime e di case distrutte durante la seconda guerra mondiale. Verso la fine degli anni Cinquanta, con la nascita delle prime industrie soprattutto nel settore del legno e del giunco, il fenomeno dell'emigrazione si arresta, anzi molti ritornano dall'estero per vivere nel loro paese natale. Oggi il paese è quasi esclusivamente industriale con fabbriche di mobili, di giunco e metalmeccaniche.
Da ricordare sono il monumento ai Caduti, dedicato agli Arditi d'Italia che per primi attraversarono il Piave durante la Prima Guerra Mondiale e che ci portarono alla vittoria; la Chiesa parrocchiale dedicata a S. Martino di Tours ed affrescata dal pittore G. Modolo; l'oratorio di S. Antonio Abate, dove durante alcuni lavori di restauro è stato rinvenuto un affresco del 1515.

Il presidente Curto alla cerimonia inaugurale

Il primo capogruppo Luigi Antoniazzi
L'ATTUALE CONSIGLIO DIRETTIVO
Capogruppo Breda Pietro
Segretario Masutti Lucio
Consiglieri Zanco Luigi, Paset Amelio, Bertazzon Dino, Bertazzon Lino, Bertazzon Sergio, Donadel Enrico, Frare Lionello, Breda Pietro, Milanese Pietro, Papa Pietro, Bertazzon Giuseppe, De Vecchi Egidio, Frare Elia, Giotto Egisto, Mariotto Luciano

Il capogruppo e la signora Signorotto, madrina
FONDAZIONE DEL GRUPPO
Il gruppo Alpini di Falzè di Piave è stato costituito per volontà e capacità del suo primo capogruppo Antoniazzi Luigi, classe 1895, volontario nei reparti alpini del Cadore, il 13 novembre 1956. Il giorno dell'inaugurazione il gruppo ebbe un grande successo vista la grande partecipazione di alpini in congedo e di autorità, tra i quali l'attuale presidente sezionale Vallomy prof. Giacomo (in qualità di oratore ufficiale), l'allora presidente comm. Guido Curto, l'allora Vicepresidente Travaini, monsignor Sartor (Cappellano di sezione) che ha officiato la Santa Messa, il sindaco di Sernaglia Villanova Eugenio. La cerimonia di inaugurazione è stata accompagnata ed allietata dalla Banda Musicale di Moriago della Battaglia e si è conclusa con il pranzo preparato dal gruppo, e per il quale tuttora il Gruppo Alpini di Falzè di Piave va fiero ed è conosciuto per il modo in cui riesce ad organizzarlo.
Il primo Consiglio era così composto:
Capogruppo Antoniazzi Luigi
Consiglieri Mori Mario, Frare Giuseppe, Mulotto Pietro,Fregolent Secondo, Giotto Giuseppe, Stella Sante, Giotto Andrea, Villanova Giovanni, Breda Pietro, Del Favero Ambrogio
Nel 1959 con il seguente consiglio:
Capogruppo Mori Mario
Consiglieri Mulotto Pietro, Fregolent Secondo, Del Favero Ambrogio, Giotto Giuseppe, Villanova Giovanni, Breda Elvinio, Breda Pietro, Frare Giuseppe, Sfoggia Virginio, Papa Vittorio
Il gruppo Alpini di Falzè inizia a partecipare alla Adunate nazionali e ad organizzare le prime gite per i soli e i loro familiari. Nel 1960, dopo una breve parentesi come capogruppo di Breda Elvinio, con il seguente Consiglio:
Capogruppo Breda Pietro
Consiglieri Bernardi Giovanni, De Vecchi Attilio, Mori Mario, Papa Pietro, Rusalen Danilo, Fregolent Secondo, Frare Giuseppe, Rasera Antonio, Stella Sante, Soldera Primo, Del Favero Giuseppe, Giotto Egisto
Ebbe le seguenti iniziative: nel 1966 in occasione del decennale "La consegna agli Alpini di Falzè di Piave combattenti la I Guerra mondiale del simbolo del nostro corpo IL CAPPELLO". Nel 1968 in occasione del 50° della vittoria, con la collaborazione dell'amministrazione comunale, si è assunto il compito di organizzare un pranzo per gli arditi ed i combattenti la I Guerra mondiale; il pranzo è stato organizzato con uno spiedo gigante e la presenza di circa 1500 persone. Animatore della manifestazione il geom. Attilio De Vecchi. Nel 1969 durante l'annuale festa di gruppo avviene la consegna delle croci di Guerra assegnate agli Alpini del gruppo partecipanti alla seconda Guerra mondiale. Sempre lo stesso anno il 9 novembre organizza l'inaugurazione della Scuola Elementare Statale di Falzè intitolata al Brigadiere Generale Comandante il 1° Raggruppamento d'assalto cav. Oreste De Gasperi. Nel 1970 vi è un cambiamento al vertice e capogruppo diventa il sig. Rusalen Danilo.
Dal 1972 con il seguente consiglio:
Capogruppo Breda Pietro
Segretario Breda Claudio
Consiglieri Rusalen Danilo, Papa Pietro, Bertazzon Lino, Zanco Luigi, Meneghello Giampietro, Bertazzon Giuseppe, Frare Lionello, Soldera Gino, Paset Amelio, Frare Elia, Breda Pietro, Giotto Egisto, Del Favero Giuseppe, Zamai Giovanni, Bertazzon Franco, Bertazzon Sergio
Intraprende le seguenti iniziative:
1975 - Il Gruppo si presta ad organizzare il chiosco a Conegliano in occasione del raduno Triveneto per la inaugurazione della sede sezionale.
1976 - In occasione della cerimonia delle Penne Mozze a Cison di Valmarino ha fatto erigere, con l'apporto dei familiari, le stele commemorative per i sottonominati alpini del nostro paese caduti durante le due guerre mondiali: Breda Pietro, Zuccolotto Martino, Rasera Attilio, Breda Ermenegildo, Mulotto Antonio, Meneghin Giacinto, Caronello Augusto, Signorotto Fausto, Breda Ottorino.
1979 - Nell'ambito dell'annuale pranzo sociale il Gruppo ha consegnato a tutti i soci una trascrizione di tutti gli avvenimenti successi nel paese di Falzè durante la 1a Guerra mondiale.
1981- Nel 25° della fondazione del Gruppo, in un ampio programma di manifestazioni, ha voluto realizzare un cordiale incontro tra Alpini, ex combattenti e la popolazione per ricordare le vittime civili della grande guerra, donando un Cippo, opera dello scultore P. Steffan. Una iniziativa che ha seriamente impegnato tutto il gruppo ma che ha dato grandi soddisfazioni. Nell'ambito di questa manifestazione, essendo il Cippo eretto presso le scuole elementari, le maestre della classe V si sono gentilmente prestate a far fare un compito ai loro alunni su questo tema: «La guerra costituisce sempre, in ogni occasione, un dramma per la popolazione di uno stato sia esso vincitore che vinto.
La 1a Guerra mondiale ha ridotto in miseria tutti i popoli che vi avevano preso parte». Tra tutti abbiamo preso quello scritto da Monica S. della classe B. «Alla 1a Guerra mondiale presero parte molti italiani. Mia nonna mi ha raccontato che il grano era scarso, e i tedeschi controllavano tutti coloro che erano rimasti. Mancava il vestiario; si dormiva sulla paglia, tutti cercavano di postarsi alla meglio. Se una casa era crollata ci si aiutava tra amici e conoscenti. Per scacciare il pensiero della fame molte persone cantavano canti che i nostri soldati avevano inventato al fronte quali "Monte Nero", "Il ponte di Bassano", "O Dio del cielo", "Ta-pum", "La tradotta" e tanti altri. Sempre dal racconto della nonna quando la guerra finì la gente gridava di gioia, ma si chiedeva il perché di tanta malvagità. Tutti avevano vivo il desiderio che la guerra finisse ed il 4 novembre 1918 la grande guerra con l'Austria era finita. Bisognava ricominciare tutto di nuovo: non era rimasto niente, soltanto l'orgoglio di ricostruire».
Ho riportato il testo integrale del componimento per due motivi: primo perchè è il racconto di una bambina che i fatti ha raccontati dalla nonna che quei momenti ha vissuto, secondo per quell'ultima frase che ricorda molto lo spirito degli Alpini "l'orgoglio di ricostruire" e noi Alpini sappiamo cosa vuol dire e ne hanno un esempio le popolazioni del Friuli, dell'Irpinia durante i recenti e purtroppo dolorosi terremoti.
Erano presenti alla cerimonia la Fanfara della Brigata Alpina Cadore, un picchetto in armi del gruppo "Agordo", il Prefetto, il Questore, il sindaco di Sernaglia Spironelli Roberto, il sig. Odone Mainardis della sezione combattenti della Carnia, il rag. Marino Dal Moro della sezione Alpini di Vittorio Veneto, il nostro Vice presidente Luigino Basso. Erano inoltre presenti oltre a tutti i gagliardetti della sezione anche rappresentanze del Comelico Superiore, della Carnia, di Amaro e vari gagliardetti della sezione di Valdobbiadene. A mezzogiorno è stato servito il pranzo preparato, con le loro cucine, dai militari della caserma "San Marco" di Conegliano.
IL DONO Al VECI
Il Gruppo, durante l'annuale pranzo sociale, ha fatto dono a tutti i "Veci" nati prima del 1926, di una pergamena ricordo. Si è altresì fatto promotore perchè il comune di Sernaglia della Battaglia dedichi una via di Falzè agli Alpini.
Il monumento agli Arditi
I NOSTRI SOCI DECEDUTI
Cavalieri di Vittorio Veneto: Antoniazzi Luigi, Fregolent Matteo, De Facci Luigi, Papa Vittorio, Lucchetta Francesco, Zamai Natale, Zilli Giobatta, Villanova Giovanni, Signorotto Ernesto, De Vecchi Ernesto, Giotto Andrea, Giotto Giuseppe, Breda Mosè, Andreola Marino.
Gli altri: Zamai Danilo, Giotto Ruggero, Lucchetta Antonio di Giulio, Dal Bò Giovanni, Lorenzon Angelo, Breda Vittore, Del Favero Ambrogio, Sanzovo Angelo, Frare Lino, Zamai Cirillo, Lucchetta Antonio di Eugenio, De Vecchi Sante, Andreolo Luigi, Zanadel Angelo, Breda Amedeo, De Vecchi Paolo, Lorenzetto Pietro, Rusalen Giordano, Soldan Flavio, De Vecchi Guerrino, Giotto Plinio, Zanin Giuseppe, Soldan Paolo, Mori Mario, De 'seppi Paolo, Maccagnan Gianni, Milanese Paolo, Zilli Giovanni, Breda Guido, Paset Antonio, De Vecchi Bartolomeo, Fregolent Luigi, Milanese Antonio, Lucchetta Eugenio, Zuccoiotto Angelo, Breda Vittorio, Foltran Antonio, Zanin Antonio, Ciprian Ottavio.
FORZA DEL GRUPPO 140 SOCI 3 AMICI