Libro 60-41 Gruppo Pieve di Soligo - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

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Libro 60-41 Gruppo Pieve di Soligo

60 ANNI DI VITA ALPINA A CONEGLIANO
I GRUPPI NELLA STORIA DELLA SEZIONE

GRUPPO PIEVE DI SOLIGO

SALUTO DEL CAPOGRUPPO
Sono veramente onorato di trovarmi, in occasione della celebrazione del 60° della Sezione di Conegliano, in qualità di capogruppo Alpini di Pieve di Soligo: primo per poter dire loro tutto il grazie della popolazione pievigina per la preziosa opera di collaborazione non solo in seno al gruppo, ma nelle numerose attività delle varie società ed Enti; secondo per l'entusiasmo che anima tutto il gruppo senza nessuna distinzione tra "veci" e "boce"; terzo per il sano orgoglio che suscita in molti cuori l'essere Alpini o il "segreto" pensiero di diventarlo presto. Per questi motivi mi unisco, a nome di tutti gli Alpini di Pieve di Soligo, alla gioia della celebrazione, calcando, insieme a loro, in testa il nostro cappello alpino, fieri di essere tali perchè utili alla comunità.
cav. PAOLO GAI

NOTIZIE STORICHE
Pieve di Soligo, la più importante cittadina del Quartier del Piave, è situata nell'anfiteatro di colline che delimitano a nord-est la zona che da alcuni secoli è propriamente detta del Quartier del Piave. Ritrovamenti archeologici provano un probabile insediamento ancora in epoca romana. Ne fa fede pure l'etimo: Pieve da "plebs". Anche la cura d'anime è ritenuta molto antica ed è assai probabile che, all'inizio, dipendesse dal Vescovo di Oderzo per passare poi a quello di Ceneda. La parrocchia si suppone sia sorta prima del mille. La Pieve di S. Maria aveva un territorio vastissimo ed è matrice di Farrò, Barbisano, Falzè, Solighetto, Collalto e forse anche Soligo, come proverebbe la prolungata questione a lungo discussa nei secoli XVIII e XIX.

Civilmente, già in epoca medioevale e fino al secolo scorso, Pieve risultava divisa in due parti: del Trevisan appartenente al Circondario di Treviso nel Cantone di Valdobbiadene e del Contà che era unita alla Gastaldia di Solighetto nel Cantone di Ceneda e circondario di Cison di Valmarino; erano cioè due domini, ognuno dei quali era soggetto ad osservare statuti diversi ed a pagare gabelle e dazi diversi. Queste due pievi per secoli furono oggetto di attenzione da parte delle autorità religiose e civili che intervennero più volte a causa di continue accese diatribe sfociate talvolta in fatti di sangue, motivate da supposti diritti di giurisdizione che l'una affermava di vantare sull'altra.
Questa situazione fu interrotta, una prima volta, durante l'epoca napoleonica alla cerimonia quando il generale Fiorella, nome di Napoleone, che elesse Pieve di Soligo (23 luglio 1797) a sede di municipalità e di giudice di pace, nel Cantone e distretto di Treviso. Con l'istituzione della provincia di Treviso il territorio delle due pievi venne a formare, con la Gastaldia di Solighetto il Comune di Pieve di Soligo al quale venne aggregato nel 1862 il territorio della frazione storica di Barbisano e Barbisanello, appartenente fino allora ai comuni di San Pietro di Feletto e di Refrontolo.
Da allora Pieve di Soligo divenne punto di gravitazione socio economica di gran parte del quartiere del Piave, ma solo per la sua posizione geografica, favorita dalle vie di comunicazione, a cui si deve il ritorno del mercato settimanale di Follina, dov'era stato trasferito nel secolo XVII per l'importanza dei locali settori tessile laniero, ma anche per la solerzia la sagacia di Valenti amministratori della cosa pubblica.
Personalità come Girolamo e Marco Giulio Balbi Valier, Antonio Gaetano Schiratti, Carlo Ghetti, Giovanni Dalla Bertola ed i loro successori diedero al paese un nuovo assetto urbanistico, trasformando la fisionomia del piccolo borgo medievale caratterizzato da un ponte di legno tinto di rosso è coperto da una singolare tettoia, con imponenti palazzi, come quelli dei Ciassi nei pressi dell'arcipretale, delle scuole elementari in piazza Vittorio Emanuele, del Palazzo Sammartini nella piazza Balbi-Vvalier. Quando più continuo appariva il progresso della cittadina, giunse drammatico il primo conflitto mondiale a segnare una inevitabile tutta dal resto del cammino della comunità pievigina. L’occupazione austro tedesca della zona seminò panico, distruzione, rovine. La popolazione fu costretta ad abbandonare le proprie case. Le poche persone rimaste subirono, oltre agli orrori della guerra lo spettro della fame che portò alla tomba più vittime della stessa guerra. Dopo la battaglia del Piave e la fine della guerra riprese l'attività di ricostruzione con l'aiuto del genio militare, con la costituzione di cooperative di lavoro e delle prime leghe bianche e rosse dei lavoratori.
La popolazione riacquista fiducia di vivere. Il fascismo fece i flussi anche a Pieve di Soligo. Dopo il ventennio, in piena seconda guerra mondiale, nell'estate del 1944, a Pieve di Soligo sorse un folto gruppo di partigiani. In quel periodo la cittadina subì con i paesi vicini una ripida bersaglia tedesca incendi (96 case distrutte), deportazioni e fucilazioni. Dopo la liberazione di impresa il triste fenomeno dell'immigrazione che si attenuò verso gli anni 1950/60 con un nuovo fermento di vita e con il passaggio dell'economia di tipo agricolo a quella prevalentemente piccolo-industriale. Proliferarono le piccole e medie aziende, le botteghe artigiane, le industrie meccaniche e soprattutto del legno, dell'edilizia, del settore terziario e del turismo. Pieve di Soligo veniva così decisamente sviluppare il suo ruolo secolare di centro di riferimento del Quartier del Piave.

Inaugurazione della vecchia sede

STORIA DEL GRUPPO
Il gruppo alpini Pieve di Soligo venne formato nel lontano 1929 da un gruppo di reduci della grande guerra 1915/18. Ne fu a capo il maggiore medico Ferrazzi Floriano, segretario il rag. Berto Frassetto e alfiere l'alpino Piero Todesco. Il gruppo si distinse subito per la sua omogeneità per la partecipazione alle varie adunate nazionali quali quella di Roma del 1929 e in molte altre. Non per niente era formato da alpini combattenti come: Villanova Luigi cl. 1896 che combatté sul Monte Antelao, Le Tofane, Castelletto Altissimo,  Bainsizza, e fu ferito sul Monte Solarolo-Monte Grappa; Bortolini Vincenzo cl. 1893 cap. magg. del Batt. Cadore; Bellè Giovanni cl. 1898, ardito del Batt. Montebaldo ferito sugli altipiani della Bainsizza e sul Monte Grappa; Bernardi Antonio cl. 1893, arruolato nel 1913, congedato il 19/04/1919 in operazioni di guerra dal 1915 al 1918, ferito due volte (detto Cauriol); Bernardi Ettore cl. 1891, maresciallo combattente sulle Cime di Lavaredo, Croda rossa, Tofane e Montegrappa; D’Altoè Antonio cl. 1896 del Batt. Monte Antelao guerra 1915/18.
 
Un fatto che va ad onore di questi magnifici Alpini lo compì l'alfiere Piero Todesco che per salvare il gagliardetto del Gruppo dalla cupidigia nazi-fascista nascose lo stesso dentro il tubo della grondaia. A fine conflitto il gagliardetto venne tolto dal nascondiglio in pessime condizioni. La figlia Santina lo ricucì con amore e dopo molte insistenze il comm. Alfredo Battistella riuscì a farselo consegnare dall'alfiere per sistemarlo tra le cornici di un quadro, dove ancora adesso fa bella mostra di sé nella nuova sede del Gruppo.
 
A riconoscimento di questi magnifici alpini e altri combattenti, il 4 luglio 1971 a Pieve di Soligo, dal capogruppo fu promossa una grande festa in loro onore nel Teatro Careni con la consegna delle onorificenze di Vittorio Veneto. Parteciparono le più grandi autorità del Comune e della Provincia: il Prefetto, il Sindaco, il Comandante del Distretto gen. Condini, la Medaglia d'oro al valore militare Reginato, reduce di Russia, il gen. Ridolfi reduce di Russia, il col. dei Bersaglieri Dall'Oglio, presidente dei Combattenti della Provincia di Treviso, il comm. Giusep-pe Schiratti Presidente dei Combattenti di Pieve di Soligo. Si scoprì una targa dedicata all'Alpino gen. Busolli posta nella casa dove nacque.
Intervennero i commilitoni del Generale e da Caprino Veronese giunsero altri reduci del Quartier del Piave. Dieci anni prima, il 17 settembre 1961 il Gruppo di Solighetto, nell'occasione di celebrare il centenario del'unità d'Italia in collaborazione con la Sezione Alpini di Conegliano, indice un primo raduno di tutti gli ufficiali Alpini, ex appartenenti al Batt. Val Cismon del glorioso 7° Alpini, il quale vede riuniti a Pieve di Soligo tutte le migliori Penne Nere e bianche d'Italia: dall'oratore ufficiale magg. Augusto Berti comandante del Val Cismon al fronte orientale e Albania-Grecia, dall'alpino medaglia d'oro al valor militare Ziliotti e Reginato, al ca. Corvino di Foggia, la banda militare della Brigata Julia e un'infinità di Penne Nere.

Floriano Ferrazzi (medaglia d'argento)

Alfredo Battistella
Intanto sciolto il vecchio gruppo con la morte del magg. Ferrazzi, avvenuta il 13.2.1944, e dopo le vicende della seconda guerra mondiale, gli Alpini di Pieve si uniscono al Gruppo di Solighetto. Ma nel 1963 risorse il Gruppo di Pieve di Soligo voluto insistentemente dall'alpino Alfredo Battistella.

È il 26 maggio 1963. Il Gruppo è una realtà, viene inaugurato e benedetto il nuovo gagliardetto da mons. Domenico Martin e una sede per gli Alpini: Alla Baracca. Capogruppo sarà il capitano degli Alpini Dino Grendene, madrina la sig.ra Iseppon Bertilla in Buffon figlia di un disperso in Russia del Btg. Val Cismon, nella Battaglia del Don. La festa dell'inaugurazione è bellissima con la partecipazione di tante autorità civili e militari di tutto il circondario, presente la fanfara del 7° Alpini e quella di Moriago.

Nel 1963 il Gruppo è così composto: Capogruppo geom. Dino Grendene, segretario Alfonso Dalla Betta, alfiere Tommaso Dalla Betta e i relativi consiglieri.
Il Gruppo conta 102 Alpini. II Gruppo continuerà la sua strada sempre in ascesa, portando il numero degli iscritti tra i maggiori Gruppi della Sezione, sempre presente a tutte le adunate. Intanto, venuta a mancare la vecchia sede, il capogruppo comm. Battistella provvederà a costruirne una di nuova in un locale di sua proprietà, completandola col servizio di una cucina per i vari raduni come quella degli Alpini venuti da Alpette di Torino.

Il 28 agosto 1966, altra grande festa al "Col De Fer" località di proprietà del capogruppo Alfredo Battistella, il quale volle porre un grande cappello alpino fatto in cemento di q.li 8 ed un cippo per l'alza bandiera, invitando tutte le autorità civili e militari della zona, quali l'On. Fabbri, il gen. Concini, il gen. del 5° Corpo d'Armata, il Tenente Molinari, il cap. Slom e l'Avv. Tognatto, il cap. Corvino di Foggia. Nel frattempo il capogruppo mantiene a proprie spese il Gruppo Corale "Col De Fer" formato in gran parte da Alpini, fornendo loro la divisa. Il coro sarà poi sciolto per defezione del maestro impossibilitato a dar lezioni. Altra grande festa voluta dagli Alpini in occasione del 50° anniversario della fondazione e del 15° anno della ricostituzione del Gruppo alpini di Pieve di Soligo. Dal 1979 il comando del Gruppo passa all'Alpino Paolo Gai, sotto la cui guida continuarono, si perfezionarono e sorsero nuove attività, le quali si possono dividere in due grandi parti: quelle di gruppo e quelle sociali.

ATTIVITÀ DEL GRUPPO
Attività in seno al gruppo. Sono ormai divenute tradizionali e convalidati dall'abitudine il pranzo sociale con l'immancabile lotteria, le gare di pallinetto e di tressette, la degustazione annuale di trippe (asciutte o in brodo) in occasione dl tesseramento, la "crostolada" di metà Quaresima con i dolci tipici preparati dalle mogli degli Alpini. la gita lavoro (ormai annuale) al Bosco delle Penne Mozze di Cison con i familiari e rancio, la partecipazione sistematica alle adunate nazionali, provinciali e zonali. La partecipazione è sempre stata buona ed entusiasta, ottima e deliziosa la cucina del nostro "Maso" (Tommaso Dalla Betta) e dei suoi "cuocheti" (Sacco!l Dino, Chiappinotto Ernesto, Angelo e altri).
Attività sociali. Prima di tutto deve essere ricordata la fraterna ed attiva collaborazione in occasione della annuale giornata dell'anziano, delle attività della Pro-Loco e dell'Associazione Filarmonica il cui presidente è lo stesso capogruppo. Aggiungiamo pure la partecipazione alle pulizie ecologiche del Soligo e del Lierza, all'assistenza alla pulizia del Bosco delle Penne Mozze di Cison. Cinque attività però meritano un ricordo più specifico: a) la messa a punto della nuova sede, opera tutta del lavoro degli Alpini del Gruppo la quale oggi accoglie, in un ambiente perfettamente alpino, le riunioni e gli incontri del gruppo e delle Associazioni; b) il monumento alla Madonna degli Alpini al Bosco delle Penne Mozze di Cison; c) gemellaggio con il Gruppo Alpette Canavese Sezione di Torino. Il Gruppo Alpini Alpette Canavese e quello di Pieve di Soligo sotto la guida del neo eletto capo-gruppo Gai Paolo, passarono in perfetta allegria la giornata del 7 Settembre 1980, non dimenticarono però di fare doveroso pellegrinaggio al Bosco delle Penne Mozze. Nella stessa sera furono presi gli accordi per la partecipazione al 50° della fondazione del Gruppo di Alpette. Gemellaggio consolidato nel 1983. d) Su iniziativa di tutto il Gruppo è sorto a Pieve di Soligo il Monumento alla Madonna degli Al¬pini, posto ai piedi dell'artistico campanile. Domenica 29 maggio 1983, in occasione del 55° anniversario della fondazione del gruppo e del 20° della sua ricostituzione è stata inaugurata la nuova sede e benedetto e inaugurato un sacello, dono di un concittadino alpino, dedicato alla Madonna di tutti gli Alpini.
La dedica significativa merita di essere letta:
"A tutti gli alpini caduti in tutte le guerre
che con il loro sacrificio hanno additato
alle generazioni future
gli eterni valori di umana civiltà
di libertà
contribuendo alla conquista
ed al consolidamento del progresso civile e sociale,
affinché la Madre di Dio e degli uomini vigili
perchè il loro olocausto
non sia stato vano".
L'Alpino comm. Alfredo Battistella a perenne memoria dedica.
e) La rassegna annuale dei Cori Alpini, ormai giunta alla sua settima edizione, dal 1978 ad oggi.
Hanno partecipato nel 1978 il Gruppo Corale Vallegra, Monti di Sole Corocastel; nel 1979 Corale Zumellese, Genzianella e Corocastel; nel 1980 El Scarpon del Piave, Agordo e Brentegnan; nel 1981 Corocastel, Soldanella e Rosalpina"; nel 1982 Corocastel, Coro Brigata Alpina Julia e Coro Val Canzoi Bepi Cocco; nel 1983 Corocastel, Vos di Ospedalet e T.L. De Victoria; nel 1984 Monte Cismon, Brigata Alpina Cadore e La Baita.
La partecipazione numerosa del pubblico ha consolidato la bontà dell'iniziativa e le sue finalità socio culturali: far sentire e gustare della buona musica, far pensare e rivivere situazioni presenti e lontane, trasmettere con il canto messaggi di umanità, fratellanza e pace.

Rossi Ampelio (medaglia d'argento)
Rossi Ampelio, classe 1914 del 9° Alpini Battaglione "Val Cismon", che è stato per quindici anni segretario del Gruppo, è decorato di Medaglia d'Argento con la seguente motivazione: "Comandante di squadra fucilieri, con esemplare energia, trascinava, i suoi uomini al contrattacco dando prova di grande iniziativa e spirito combattivo eccezionale. Per ben tre volte si impegnava corpo a corpo con nemico al quale catturava armi e prigionieri, prendeva parte all'attacco generale e validamente contribuiva al felice esito dell'azione, finché ferito, doveva essere allontanato dalla lotta. Esempio di ab-negazione e spirito combattivo. Quota 205/6 di Selenij Var-Deresowka (fronte russo) - 24 dicembre 1942.


IL CONSIGLIO DIRETTIVO NEL 1965
Capogruppo Battistella comm. Alfredo
Segretario Rossi Ampelio, medaglia d'argento guadagnata sul fronte russo
Alfiere Dalla Betta Tommaso
Madrina Sig.ra Iseppon Bertilla
Consiglieri: Balbinot Giacomo, Bernardi Antonio, Bertazzon Albino, Dalla Betta Tommaso, D'Agostin Pietro, Grendene geom. Dino, Franzotto Francesco, Gai Paolo, Lucchetta Pietro, Masutti Guido, Marchesin Antonio, Piccin Girolamo, Stella Emilio, Benincà Girolamo, Bernardi Giuseppe, Boito prof. Giovanni, Canzian Mario, Bottegal Prof. Giuseppe.


Iseppon Bertilla (madrina del gruppo)

Alpini Caduti e Dispersi dal 1940 al 1945 ricordati con Stele al "Bosco delle Penne Mozze" di Cison di Valmarino:
Bellè Bernardi Giuseppe, Bellè Pietro, Bottega Olimpio, De Marchi Arturo, De Zanet Giuseppe, Gallon Emilio, Gosetto Luigi, Nardi Antonio, Padoin Giovanni, Pansolin Luigi, Pilloni Pietro, Mazzero Pietro, Teo Sante, Vidoret Eugenio, Zambon Adamo, Zambon Virgilio.

Alpini Caduti e Dispersi dal 1914 al 1918 ricordati con Stele al "Bosco delle Penne Mozze" di Cison di Valmarino:
Bertazzon Francesco, Bertazzon Giovanni, Bonora Mario, D'Agostin Luigi, Dal Toè Giocondo, De Biasio Giuseppe, Gaiotto Giovanni Battista, Garati Antonio, Mura Ugo, Padoin Giovanni, Teo Sante.


ATTUALE CONSIGLIO DIRETTIVO
Capogruppo Gai Paolo
Vice capogruppo Rossi Ampelio
Segretario Rusalen Marsilio
Consiglieri: Chiappinotto Angelo, Manzato Attilio, Chiappinotto Ernesto, Bernardi Natale, Lorenzon Emilio, Dalla Betta Tommaso, Marcon Paolo, Saccol Dino, Padoin Albino, Franceschet Roberto, Collodet Giuseppe, De Biasio Mario, Masutti Guido, Bertazzon Albino, Scapol Angelo, D'Agostin Pietro, Battistella Alfredo, Bottegal Giuseppe, Lorenzon Mario, Lucchetta Valentino.

FORZA DEL GRUPPO 186 SOCI 9 AMICI
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Via Beccaruzzi 17 - tel. 0438 21465
C.F. 00852290261
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