Libro 60-50 Gruppo Soligo
60 ANNI DI VITA ALPINA A CONEGLIANO
I GRUPPI NELLA STORIA DELLA SEZIONE


GRUPPO SOLIGO

Nel 60° anniversario della fondazione della Sezione di Conegliano, il capogruppo degli Alpini di Soligo rivolge un saluto cordiale al presidente della Sezione, a tutti gli Alpini della Sezione ed in particolare ai "veci e bocia" del Gruppo di Soligo, con i quali ha vissuto e vive gioie e dolori. La fiaccola che si è accesa nel lontano 1925, pur nell'alternarsi degli eventi storici e nelle vicende umane, non si è mai spenta ed ha sempre brillato di luce e di calore, punto di riferimento preciso per la vita e lo sviluppo della Sezione, ai quali ha indicato la via maestra della rettitudine, dell'amor patrio delle solidarietà umana e sociale. Per questo il Gruppo Alpini di Soligo è entrato alla Sezione di Conegliano, che festeggia il suo sessantennio e fa voti per le sue glorie future, a difesa della libertà e del progresso civile e sociale.
GIAN FRANCO CALDERARI
NOTIZIE STORICHE
Per la presentazione del paese di Soligo e per alcuni brevi cenni storici, nulla è più valido che riportare quanto su di esso scrive Mons. Giovanni Pasin, che fu parroco per oltre un quarantennio, nel suo libro "Soligo e la sua storia". "Soligo è paese amenissimo: addossato ad un appoggio del sistema collinoso, che staccandosi dal Piave a Valdobbiadene, corre fino a Vittorio Veneto, proprio là dove il fiume Soligo esce dalla Val Mareno, esso domina e quasi signoreggia la vasta campagna che a destra del fiume stesso, si estende ubertosa fino al fiume Piave. L'orizzonte si allarga in ampie e stupende visioni: spiccano a mezzogiorno la bella cittadina della Pieve e le ridenti borgate di Collalto, di Sernaglia ed in fondo il dorso a lento pendio del Montello; a oriente si profilano come vaga siepe ondulata, le colline di Refrontolo, di Feletto, di Conegliano; ad occidente sorride l'Asolano pittoresco e grandeggia il massiccio del Grappa, mentre alle spalle s'alza, con i suoi fianchi erbosi, tondeggianti ed erbosi, il Cesen.

Chiunque giunga a Soligo, avverte subito queste caratteristiche di amenità, alla quale aggiungono un tono di morbida e riposante freschezza le varie colture della terra, messe ad alberi, a viti, a biada a prati. E salubre l'aria, benigno il cielo, mite il clima, carezzevole il sole, che vi prodiga più che altrove, i tesori dei suoi raggi, tanto che a questo perpetuo riso di luce e di bellezza, sembra il paese debba il suo nome. Alcuni infatti riconnettono il nome Soligo alla espressione greco-latina aicos solis (casa del sole) o a quella di fatta fisionomia romana sol hic (qui il sole) e solis vicus (paese del sole). Ma se la nostra Soligo ci si mostra bella ed interessante nella sua cornice, non meno interessante e ricca di sorprese si rivela la nostra storia. Soligo, pur non essendo fra i più rinomati castelli della marca Trevigiana, ebbe nondimeno dal 900 al 1400, non piccola parte nelle vicende fortunose che agitarono queste regioni e gli storici ne fanno più volte menzione".
Quale l'origine prima e lontana di Soligo? Forse il luogo era abitato fin dai tempi dell'Impero Romano... Il primo segno di una vita che si affermava piena e complessa, fu certo il Castello sorto sulla vetta del monte sovrastante al paese attuale, se non proprio agli albori del V° secolo, ai tempi di Alarico, come vuole l'abate Bernardi, certo non più tardi del IX° o X° secolo. Attualmente Soligo è una frazione del Comune di Farra di Soligo, con una popolazione di circa 2000 abitanti, che in gran parte si dedicano all'industria.
ATTUALE CONSIGLIO DIRETTIVO
Capogruppo onorario Viezzer prof. Desiderio
Capogruppo Calderari Gian Franco
Vice capogruppo Donadel Alfonso e Dozza Giocondo
Segretario Cietto Lino
Tesoriere Economo De Conto Costante
Consiglieri Ballancin Simeone, Bortot Umberto, De Conto Gildo, De Conto Luigi, Dorigo Antonio, Donadel Giuseppe, Dorigo Domenico, Dorigo Emilio, Moschetta Carlo, Moschetta Luigi, Moschetta Giuseppe, Moschetta Nazzareno, Naibo Erminio, Nardi Gregorio, Stella Angelo, Stella Giulio, Titton Nazzareno, Barisan Arduino, Pansolin Pietro, Busetti Luigi, Donadel Franco, Cietto Sante.
Il Gruppo Alpini di Soligo, intitolato alla M. O. Sante Dorigo, ufficiale degli Alpini è stato costituito con una imponente manifestazione il 29/6/1954 alla presenza della vedova e della figlia della M.O.
Da IL GAZZETTINO del 29 Giugno 1954 - FESTA DI ALPINI A SOLIGO
Costituito il gruppo intitolato alla medaglia d'oro Sante Dorigo
Presenti numerose autorità e rappresentanze delle Sezioni della Provincia - Messa al campo e benedizione delle "Fiamme Verdi" - Musiche e "bevute"
Si diceva che la data per questa adunata alle pendici dei colli di Soligo era stata scelta male; che il caldo e i lavori improrogabili dei campi avrebbero arrischiato di compromettere la manifestazione che gli scarponi del Gruppo Soligo con a capo il ten. Viezzer, andavano da lunghi giorni preparando. Invece il richiamo della penna è stato ancora una volta il più forte ed i robusti contadini di questi colli, che han dato alla Patria Alpini leggendari come De Luca, hanno lasciato ancora per un giorno il grano maturo ad indorare al sole, hanno abbandonato falci e pompe, e indossato il cappello sono scesi all'adunata. A dar loro man forte sono venuti i gruppi nutriti di Conegliano e Vittorio Veneto e rappresentanze d'ogni Sezione di Treviso e provincia, sicché il piccolo paese, ch s'era parato a festa per ricevere gli Alpini (e non v'era davanzale da cui non pendesse il simbolo della Patria) incominciò ancor di buon mattino a vivere la sua gran giornata. Eran presenti il gen. Ghe, i colonnelli del 7" Lucchetta e Longana, il presidente della Sezione di Conegliano col. Zava, di Vittorio Veneto comm. Marinotti, la Medaglia d'Oro Zigliotti, i sindaci di Conegliano e del quartier dei Piave, il ten. dei Carabinieri Deledda, il ten. della guardia di Finanza Fiocca e molti ufficiali degli Alpini.
La colonna, fanfara in testa, dopo aver percorso la via principale del paese, salì al sagrato posto a mezza costa del colle di S. Gallo dove mons. Sartor, arciprete di Conegliano, celebrò la Messa al campo e rivolse umane parole di fede e di fraternità ai presenti. La pioggia della sera precedente aveva lavato ogni cosa ed il colle stupendo nell'opulenza del suo verde rigoglioso, faceva da fondale a questo tempio immenso aperto al cielo ed a Dio. Al termine della Messa, mons. Pasin, vicario foraneo ed arciprete di Soligo, con voce rotta dalla commozione, lesse la lunga lista degli Alpini Caduti o Dispersi del paese, alle famiglie dei quali il col. Zava consegnò le tessere ad honorem. Mons. Pasin lesse quindi la motivazione della medaglia d'oro a Sante Dorigo, magnifico ufficiale degli Alpini, copertosi di gloria nel¬la guerra 1915/18,. La vedova, madrina la gentile contessa Cristina di Bellegarde in Brandolini, ha appuntato sulla Fiamma Verde l'aureo simbolo che segna la nascita ufficiale del nuovo Gruppo di Soligo nel nome del suo alpino più eroico.

Cerimonia della fondazione del Gruppo

Il prof. Vallomy parla ai convenuti
Dopo il saluto del prosindaco Balliana, il prof. Vallomy, che ha saputo parlare da alpino ad alpini, ha puntualizzato efficacemente il valore ed il significato profondamente umano e fraterno di queste manifestazioni, che non sono mai una esaltazione della guerra, poiché nessuno l'odia come gli Alpini. Essi amano più d'ogni altro la loro casa sul colle, o sul monte, per quel senso di intimità, di proprietà di calore e di stabilità che è proprio colui che nato e cresciuto nello stesso luogo ed uso ad avere sempre davanti a sè gli stessi volti, lo stesso paesaggio, la stessa vita immutabile, ma rinnovatasi col volger d'ogni stagione, Eppure, anche se partono moccolando, gli Alpini sanno fare fino in fondo il loro dovere nel silenzio e nella semplicità delle loro anime che ignorano il compromesso e la viltà. La cerimonia ebbe termine dopo la deposizione di una corona d'alloro al sacello votivo che ricorda i molti caduti di Soligo di questa e di quell'altra guerra, mentre le fanfare spandevano nell'aria le note del Piave. Poi gli Alpini scesero in paese e s'affollarono attorno al banco di mescita dove si distribuiva gratuitamente e a volontà, un vino di color giallo paglierino che faceva schioccar la lingua. "Ma qual'è el me capitano!" E nelle osterie, dopo aver ricordato i pidocchi e le gallette ammuffite, ufficiali e soldati cantarono: "Sul Ponte di Perati". Il comitato aveva anche provveduto al rancio. Cento coperti erano sistemati in un salone mentre tutte le osterie s'erano convenientemente attrezzate. Nel pomeriggio due fanfare si dettero una lunga, estenuante battaglia davanti al chiosco, fra i commenti divertiti dei presenti. Più le ore passavano, più vino ingurgitavano i suonatori, seduti su panche o sedie, e più sonore echeggiavano le arie dei vecchi, eterni motivi della montagna. Particolarmente notata la colonna motorizzata formata in prevalenza da ufficiali che in rapide puntate, guidata da un esperto capitano-furiere della zona, scovava nei recessi più reconditi, il vino migliore.
Verso sera i più duri erano ancora attorno ai chioschi a bere e una fanfara rimasta finalmente padrona del campo, ancora suonava. Una breve sosta tra una suonata e l'altra per l'ennesimo bicchiere e poi ancora daccapo sul tempo battuto dal suonatore della grancassa, il quale non aveva ancora perduto il ritmo, nonostante che il capo gli ciondolasse ostinatamente da una parte all'altra. I canti echeggiarono ancora nelle osterie e per le strade; e benché nei piccoli crocchi gli alpini si sostenessero solo in virtù di un vicendevole puntellamento, non v'era la benché minima stonatura nelle voci spiegate. Si chiudeva così una giornata, che i solighesi non dimenticheranno e della quale possono andar fieri. Il gusto, la generosità con cui hanno accolto gli "scarponi" della Marca, è un esempio che dimostra ancora una volta il cuore di questo popolo provato più di ogni altro nelle due guerre, che qui hanno seminato tutti e rovine senza fine, popolo che ha saputo riscoprire il silenzio del suo duro, quotidiano lavoro, la forza per rivivere, progredire e sperare. L.T. Gobbato.
Alla data della costituzione del Gruppo Alpini di Soligo fu madrina la Contessa Cristina di Bellegarde Brandolini.
IL PRIMO CONSIGLIO DIRETTIVO
Capogruppo Viezzer prof. Desiderio
Vice capogruppo De Conto Giuseppe
Segretario Tesoriere De Conto Costante
Consiglieri Ballancin Celeste Moschetta, Giuseppe, Donadel Giuseppe, Naibo Erminio, Donadel Pietro, Stella Giovanni, Dorigo Giocondo, Viezzer Luigi, Dorigo Giuseppe, Moschetta Nazzareno
Il Prof. Viezzer Desiderio è stato riconfermato nell'incarico di capogruppo durante il trentennio 1954/1983.
Nel 1974, in occasione del ventesimo anniversario della fondazione, il Gruppo di Soligo ha organizzato una grande manifestazione alla quale hanno partecipato centinaia di gagliardetti e vessilli non solo della Sezione di Conegliano, ma anche di tutta la Provincia e una grande massa di Alpini. La cerimonia ha avuto luogo il 6/10/1974: a perenne ricordo è stato offerto alla Scuola Elementare di Soligo, un cippo con targa, sul quale s'innalza un'antenna portabandiera.
Manifestazioni annuali tradizionali, oltre agli incontri periodici con i soci del Consiglio Direttivo, sono state la "cena sociale" e la gita sociale. Quest'ultima da qualche anno è stata costituita dall'incontro estivo sui colle di San Gallo, con tutti i soci e loro famigliari.


Cerimonia del 30° di fondazione
l CADUTI
Alpini Caduti del Gruppo di Soligo: Antoniazzi Mario, De Nardo Angelo, Dorigo Giordano, Dorigo Luigi, Dorigo Olivo, Magro Gregorio, Moschetta Giacomo, Naibo Erminio, Stella Angelo, Stella Vincenzo, Toffoli Angelo, Viezzer Gregorio, Viezzer Tarcisio, Viviani Ernesto.
Stele poste sul "Bosco dele Penne Mozze" in onore dei Caduti Alpini del Gruppo di Soligo: Naibo Erminio, Toffoli Angelo, Viezzer Tarcisio.
La sede le Gruppo Alpini di Soligo si trova a Soligo in vai San Gallo m. 1: è costituita da una vecchia casetta a due piani, alla quale si accede da un ampio portone, oltre il quale si apre un piccolo cortile fiancheggiato da un portico. La proprietà è del Comune di Farra di Soligo, proveniente dai beni dell'Ospedale di Soligo. La sua strutturazione ed agibilità è costata al gruppo mesi e mesi di lavoro e un grande impegno economico.
Domenica 27 maggio 1984 celebrazione del 30" anniversario della fondazione del Gruppo.
FORZA DEL GRUPPO 148 SOCI

IL CAMINETTO DA PIU' CALORE ALLA NOSTRA SEDE

Cav. Uff. Viezzer prof. Desiderio maggiore degli Alpini, socio fondatore del Gruppo Alpini di Soligo,
capogruppo del Gruppo Alpini di Soligo per 30 anni dalla fondazione 1954/1983,
consigliere della Sezione di Conegliano dal 1960 al 1982.
capogruppo del Gruppo Alpini di Soligo per 30 anni dalla fondazione 1954/1983,
consigliere della Sezione di Conegliano dal 1960 al 1982.