Libro 60-52 Gruppo Vazzola
60 ANNI DI VITA ALPINA A CONEGLIANO
I GRUPPI NELLA STORIA DELLA SEZIONE


GRUPPO VAZZOLA

L'occasione che mi si presenta , attraverso la pubblicazione di questo libro che riassume la storia dei sessant'anni della nostra Sezione, di rivolgere un caloroso e fraterno saluto, personale e del gruppo che ho l'onore di rappresentare, al Presi-dente, ai Dirigenti, ai Capigruppo e a tutti gli Alpini della Sezione, mi riempie il cuore di gioia e di entusiasmo. Desidero rendere doveroso omaggio alle Penne Mozze, a coloro che ci hanno preceduti, agli anziani, che si sono battuti con un comportamento esemplare, per conservare ed accrescere la forza di quegli ideali, cui anche noi crediamo. Le varie iniziative promosse, in questa circostanza, la principale e la più nobile è senza dubbio quella di donare un laboratorio alla Nostra Famiglia per gli handicappati adulti, e questo atto di generosità ci esalta ed inorgoglisce, per l'alto significato umanitario. Faccio appello ai giovani perchè siano la continuazione dei nostri impegni morali e sociali, che siano portatori di pace e di concordia ed orgogliosi di appartenere all'Associazione Nazionale Alpini. Un ringraziamento rivolgo al Comitato organizzatore e a tutti coloro che si adoperano per la buona riuscita della nostra manifestazione, e a tutte le autorità che ci onoreranno della loro presenza.
cav. ERNESTO VISENTIN

NOTIZIE STORICHE
Vazzola si estende dal Piave al Livenza a mezzogiorno di Conegliano, dal quale dista undici km. ed è posta sulla destra del Monticano. Con le frazioni di Tezze e di Visnà, forma uno dei più vasti Comuni del mandamento, comprende 2775 ettari di terreno e intorno ai 5500 abitanti. Pare che la sua storia sia iniziata nel secolo IX da profughi friulani fuggiaschi per le invasioni dei Barbari. Il suo nome pare derivi dal verbo "lavare" nella forma del latino del basso Medio Evo "lavacium" da cui "lavaciola" e dopo varie modificazioni, "Lavazola" e, omessa la lettera "la" restò Vazzola. Una delle famiglie che ebbe rinomanza, potere e ricchezza fin da quei tempi, fu quella dei Conti Da Camino che avevano la loro residenza non molto lontano da Vazzola, a Camino appunto vicino ad Oderzo. Durante la permanenza dei Caminesi, i primi abitanti del Borgo, cominciarono a costruire abitazioni stabili e così, poco a poco, il paese andò raccogliendosi intorno al Favero che scorre nel mezzo. Nel Municipio si conserva una copia dello stemma dei caminesi; che potrebbe esser adottato come stemma del Comune.
Non è che quei tempi fossero sempre tranquilli; anche i paesi minori venivano spesso coinvolti con le discordie e i contrasti che sorgevano a volte tra le famiglie dominanti di una città o di un'altra, come quando i Caminesi si unirono in alleanza coi Trevigiani e coi Padovani per poterla spuntare sugli Ezzelini sempre più potenti e arroganti: alla fine sedevano intorno ad un tavolo e facevano la pace, "Come avvenne nel 1233 quando Guacelo e Tolberto da Camino "in generali consilio", cioè in consiglio generale, si fanno consorti e cittadini di Conegliano al quale cedono, con altre, le ville che ora formano il nostro Comune. Nel documento ci sono queste parole: "Lavazole, Visnadi et Tezzarum de Plavi" che vuoi dire "Vazzola, Visnà e Tezze di Piave". A questo consiglio generale anche "Guglielmo o Marchesino Dalla Vazzola" hanno potuto partecipare. Ma le lotte e contrasti si riaccendono, specialmente tra trevigiani, Conegliano e Caminesi, con funesta conseguenza tra paese e paese, che indussero lo stesso Papa Gregorio IX ad inviare fra Giovanni da Vicenza, a trattare la pace, che venne firmata dopo laboriose trattative. Da allora, Treviso riconosce la dipendenza di "Vazzola" da Conegliano al quale versano i tributi (le tasse). Nello stesso periodo (1292), il Podestà di Treviso comanda al "Capitano" di Oderzo di lasciar libero il Comune di Visnà di passare alle dipendenze di Conegliano.
Vazzola, strettamente unita a Conegliano, partecipa a molti nuovi avvenimenti come la calata in Italia di Enrico VII, ma l'epoca più nefasta sarà la calata degli Ungari i quali, venuti dalla Dalmazia, hanno passato il Friuli e sono scesi nelle nostre contrade, e anche se vinti, si disperdono nei nostri paesi, avidi di saccheggi e di rovine. Questi avvenimenti sono successi nel 1356. Finalmente la pace del 1358 vie¬ne a tranquillizzare il nostro paese che segue le sorti di Conegliano sotto il Governo della Repubblica Veneta.
Cessate così le lotte che per tanti anni funestarono la nostra Regione, nei nostri paesi si svolge una vita più libera, più quieta e più attiva, si agevolano le comunicazioni, aumenta la popolazione, si costruisce la nuova Chiesa. Il grandioso palazzo del Tiepolo, ora Polacco, ricorda come alcune famiglie di patrizi veneti, stabilissero qui le loro villeggiature e fra questi il conte Giulio Vidal, condottiero della Repubblica, morto a Vazzola nel 1548. Vazzola continuò alle dipendenze della Repubblica fino alla caduta della stessa che avvenne quando l'Austria invase la regione (1813). Sotto l'oppressione straniera, anche nei nostri paesi ferveva il desiderio crescente di libertà. Di quelle epoche eroiche è doveroso ricordare il Comm. Generale Angelo Mengaldo di Tezze, amico e compagno di Manin. Per gli avvenimenti del 1866, ceduto il Veneto all'Italia, anche i piccoli paesi, reggendosi a libertà, poterono aspirare a quel benessere intellettuale e materiale che è sempre frutto di civiltà e di progresso. Venne eretta la nuova Casa Comunale, si costruirono scuole, si aprirono nuove strade nelle tre frazioni, famosa fra le altre la strada della Colonna che da Tezze porta alla stazione ferroviaria di Susegana, nominata così per una colonna che vi eresse Pietro Antonio Malanotte nel 1774 che era stata scoperta nel 1772 e dissepolta dai tempi di Attila. Anche l'agricoltura specialmente in questi ultimi anni, ebbe un largo sviluppo. A ciò fu ed è incentivo la speciale natura del suolo adatto alla coltivazione della vite, specialmente del rinomato raboso. E qui è doveroso ricordare i signori fratelli Bellussi, alla cui attività e costanza è dovuta la rimuneratrice coltura della vite. A Vazzola, in questi ultimi tempi, sono sorti parecchi fabbricati compresa la Chiesa parrocchiale, sorta sulle fondamenta di una costruzione antica, la cui consacrazione è ricordata nel 1940. È ornata da parecchie opere d'arte tra cui la pala di S. Macario del Beccaruzzi da Conegliano. Nelle carte si trova che Tezze fino al 1664 dipendeva totalmente da Vazzola. In quell'epoca Vazzola concesse a Tezze di fabbricare unA Chiesa col proprio denaro e mantenere un sacerdote per "l'ufficiatura". Nel 1659 poi con decreti del Consiglio del Vescovo di Ceneda, Tezze venne eretta a Parrocchia. Per appianare lo divergenze insorte tra i due paesi vennero eletti giudici nel 1664, che stabilirono le competenze e la divisione dei beni della Luminaria, confraternita che possedeva delle proprietà, come dimostrano numerosi documenti di contratti, cessioni e affittanze.
Detto questo per quanto riguarda il Comune di Vazzola, è pur doveroso ricordare l'antica famiglia La Vazzola o Dalla Vazzola che qui ebbe origine. In un antico elenco delle famiglie nobili di Conegliano e della Provincia di Treviso, si trova anche l'albero genealogico dei Dalla Vazzola che comincia dal 1138. Trasferitasi questa famiglia a Conegliano e quindi a Treviso, si spegneva nel 1400. Questa famiglia ha avuto molti personaggi illustri che ebbero anche importanti uffici come Guglielmo, testimonio nel 1233 al giuramento del Vescovo di Ceneda il quale si obbligava ad adoperarsi perchè la sede vescovile fosse trasferita a Conegliano. Ma il più illustre personaggio di questa famiglia è Giovanni Dalla Vazzola, giudice a Treviso; venne inviato, in epoche diverse, ambasciatore, per Treviso, al Papa Giovanni XXII, a Federico D'Austria e alla Repubblica di Venezia. Come abbiamo detto sopra, questa famiglia "in civitate clarissima" si estingueva nel ramo mascolino con Cristoforo nel 1400.

Antonio Maschio

Giovanni Bonotto
STORIA DEL GRUPPO
Innanzitutto, si precisa che la storia del gruppo, non essendoci dati e documenti, viene redatta su informazioni ricevute e di conseguenza ci si scusa per date errate od omissioni di avvenimenti e personaggi, che meriterebbero di essere citati.
Il gruppo di Vazzola è stato formato nell'anno 1947. Promotore di questo, è stato il Cav. Antonio Maschio, coadiuvato e sostenuto dai reduci delle guerre 1915/1918 e 1940/1945 o appartenenti alle truppe alpine in congedo. Luogo di ritrovo era "La Trattoria Alpina", a quel tempo gestita dall'alpino Marcon Pietro, mutilato di guerra e medaglia di bronzo al valor militare.
Il dialogo avveniva sorseggiando un buon bicchiere di vino, fu così che il cav. Maschio con Borsoi Vittorio, Brugnera Salvatore, Ceotto Giovanni, Chinazzi Aquilino, Da Dalto Adamo, Dalla Coletta ltalo, De Marco Ferruccio, Fedrigo Vittorio, Foltran Pietro, Franceschet Ernesto, Freschi Eugenio, Marcon Giovanni, Marson Virginio, Sardon Antonio, e Tonon Antonio e forse qualcuno altro non menzionato, costituirono il gruppo. Capogruppo fu eletto il cav. Antonio Maschio, alpino del 7° Reggimento, combattente nella guerra 1915-18, ferito e fatto prigioniero nei pressi del Col Bricon, fu condotto a Vienna, dove ci rimase circa un anno, venne decorato con Croce di Guerra e Medaglia di Bronzo al valor militare. Vicecapogruppo, venne nominato Foltran Pietro, cav. di Vittorio Veneto, classe 1885, tuttora vivente e animatore del gruppo e segretario Dalla Coletta Italo, sergente maggiore del 7° Alpini. Del consiglio, non siamo in grado di dare i nominativi.
Purtroppo l'11 settembre 1950 il cav. Antonio Maschio, lasciò la vita terrena ed i suoi Alpini, per salire in quel di Cantore. Gli succedette, non per votazione, ma per acclamazione, l'artigliere alpino Bonotto Giovanni del 3° Reggimento Divisione Julia, prese parte alle operazioni di guerra sul fronte francese e quello balcanico. Persona stimatissima, che si prese l'incarico di portare avanti quanto iniziato dal suo predecessore, cercando, pur riconoscendo le difficoltà di attuazione, il modo per ottenere il consenso di coloro che ritenendosi Alpini non aderivano alla nostra associazione.
Nel 1951 venne benedetto, da Monsignor Fiorot parroco di Vazzola, il gagliardetto donato al gruppo dal cav. Antonio Maschio; madrina fu la vedova Signora Vettorello Maschio Jone. La cerimonia si svolse in forma semplice ma significativa, senza festeggiamenti per la morte del donatore.
Il 16 aprile 1972 con tempo avverso, ma che nulla ha tolto all'entusiasmo degli Alpini e della popolazione, a Vazzola fu organizzata la prima festa a carattere sezionale, per ricordare il 25° anno di costituzione del gruppo, e nello stesso tempo il centenario della fondazione delle Truppe Alpine. Numerosi i partecipanti, con il vessillo della Sezione, c'erano i gagliardetti di numerosi gruppi e labari e bandiere di altre associazioni d'arma. Dopo l'ammassamento e breve sfilata, il corteo si è recato in Chiesa per la S. Messa. II parroco Don Altinio Boem, durante la predica ebbe parole di elogio per lo spirito di corpo e l'amor di Patria degli Alpini, con un devoto ricordo per i caduti di tutte le guerre. Il corteo si ricompose per recarsi al Monumento ai Caduti, dove fu deposta una corona di fiori alla loro memoria, e fu scoperta una targa marmorea a ricordo dell'avvenimento. Su detta targa sono incise le seguenti parole: "Il gruppo A.N.A. di Vazzola per rinnovare alle nuove generazioni il supremo olocausto dei soldati d'Italia nel 1° Centenario delle truppe alpine sul marmo e nel cuore questo ricordo incise. Vazzola 16.4.1972". Il discorso ufficiale Io tenne il vice presidente ten. col. Alberto Piasenti, illustrando un po' la storia del 1° Centenario delle truppe alpine, esaltandone il valore ed il sacrificio. Seguì il pranzo al quale hanno partecipato le autorità convenute e molti Alpini.
Sempre nel 1972, il capogruppo Bonotto Giovanni dopo 22 anni di guida, espresse il desiderio di essere sostituito; vennero fatte regolari votazioni e lo scrutinio delle schede diede il seguente risultato: capogruppo Visentin Ernesto, vicecapogruppo Foltran Pietro, segretario Gava Domenico. Nel 1973, ci fu la seconda festa, sempre a livello sezionale, a Tezze di Piave, perché essendo il gruppo formato dal capoluogo Vazzola, e dalle frazioni di Tezze e Visnà, il consiglio si era moralmente impegnato di fare una festa per paese, accontentando così un po' tutti. Era il 6 maggio: l'ammassamento avvenne nel recinto gentilmente messo a disposizione dalla locale "Cantina Sociale Cooperativa", quindi il corteo composto e ordinato con in testa la magnifica fanfara alpina di Pederobba, sfilò per vie e piazza Duca D'Aosta, per l'occasione pavesate a festa con striscioni e bandiere tricolori; poi si recò nella Chiesa Parrocchiale per assistere alla S. Messa, celebrata da Don Giuseppe Tonon, cappellano della sezione.
All'ingresso della Chiesa siamo stati accolti dal parroco Mons. Raffaele Pivetta, il quale pensò di darci il benvenuto con la canzone "Sul cappello che noi portiamo", suonata con l'organo. Terminata la funzione ci recammo bene ordinati al Monumento ai Caduti, per depositare una corona di fiori mentre la fanfara suonava "Il Piave" La madrina del gruppo Signora Trentin Maria ved. Marcon, tolse il drappo tricolore da una piccola targa in marmo, collocata ai piedi del monumento, nella quale sono riportate le seguenti poche ma sentite parole: "Il gruppo Alpini di Vazzola memori della loro tradizione nel 26° della fondazione del Gruppo-Tezze di Piave 6 maggio 1973". Il vicepresidente della sezione ten. col. Alberto Piasenti, con vibranti ed appropriate parole, mise in luce ancora una volta le doti degli Alpini. Come sempre era presente il vessillo della sezione, molti gagliardetti anche di altre sezioni, rappresentanti di altre associazioni con bandiere e labari.
Era l'anno 1976 e la vita del gruppo proseguiva, anche se un po' lentamente, con un continuo e costante incremento di iscrizioni di nuovi soci, sembrava che i giovani si svegliassero dal loro torpore e sentissero il desiderio di far parte della grande famiglia alpina, forse chiamati da una grande voce interna che diceva così: "Non hai portato anche tu il cappello con la penna?, ed ora ti vergogni?, quando sarai iscritto al gruppo troverai molti e fraterni amici, vicini e lontani, specialmente nelle adunate, allora vedrai quanto piacere è rivivere qualche momento del passato". L'ultimo nostro incontro si svolse, appunto nel 1976 in località di Visnà, con una stupenda manifestazione.
L'artigliere alpino, Chinazzi Aquilino di Visnà, ha donato al gruppo una campana, dedicata alla Madonna degli Alpini; altro dono significativo lo ha fatto il socio Tomasin Fiorenzo, di un cappello alpino in ferro battuto; e quindi con la collaborazione di tutti, Alpini e non alpini, nell'area del Monumento ai caduti fu eretto un arco in cemento, sistemando bene sia la campana che il cappello. Il 4 aprile, giornata di sole, Visnà si è vestita a festa, con tricolori e scritte inneggianti alle truppe alpine. Sfilamento per le vie del paese con fanfara in testa al suono del "Trentatré", S. Messa al campo celebrata da Don Giuseppe Tonon. AI termine, mentre la fanfara faceva vibrare le note del Piave, la signora Maria Trentin ved. Marcon, nostra madrina, scopriva il Tricolore, questa piccola ma bella opera e due reduci di Russia, Marcon Giovanni e Modolo Angelo, invalido di Guerra, appoggiarono al Monumento la rituale corona. Prendeva quindi la parola, il sindaco di Vazzola p.i. Francesco Bianchi, amico degli Alpini che, oltre al suo saluto, portava quello dell'Amministrazione Comunale e della cittadinanza. Il presidente della Sezione prof. Giacomo Vallomy fu l'oratore ufficiale e con toccanti parole ricordava il valore ed il sacrificio delle penne nere in pace ed in guerra e con fervore e sensibilità parlò dei momenti difficili che il nostro paese sta attraversando, esortando tutti, ma in special modo i giovani all'unione, al buon senso e all'amor di Patria.
Purtroppo dal 1976, dobbiamo rievocare anche un triste avvenimento. Il 6 maggio, un terribile terremoto, seminò strage e terrore in Friuli, città e paesi distrutti, ovunque morte e desolazione. In questa immane sciagura, perse la vita anche un nostro concittadino, Mutti Pierantonio, militare di leva, artigliere alpino, del "Gruppo Belluno", trovato dopo alcuni giorni sotto le macerie della caserma Goi a Gemona del Friuli. l funerali si svolsero a Vazzola, il nostro gruppo era presente con gagliardetto e corona di fiori per dare l'estremo saluto a questa giovane Penna Mozza. C'erano gagliardetti di altri gruppi ed un picchetto armato di suoi commilitoni, comandati dal cap. Casalotto. L'Associazione Nazionale Alpini, non per spavalderia, ma per quel sentimento di solidarietà, che è innato nella famiglia alpina, fece appello ai suoi soci, per l'opera di soccorso e di ricostruzione, ed immediatamente molti risposero. Furono costituiti ben 10 cantieri di lavoro, ed Alpini in congedo, di tutte le età, senza distinzione di grado e di professione si resero utili. Noi fummo presenti nel cantiere n. 10, a Pinzano al Tagliamento, con Visentin Ernesto, capogruppo; Franceschet Ernesto, valoroso reduce del fronte Russo, ora purtroppo deceduto; Soligon Giancarlo, e De Marco Romano, per 8 giornate lavorative, immensa fu la nostra gioia, per essere stati utili, nell'aiutare chi aveva bisogno, ma nello stesso tempo ci fu grande tristezza per vedere una tragedia simile.
ATTUALE CONSIGLIO DIRETTIVO
Capogruppo Visentin Ernesto
Vice capogruppo Gava Domenico
Segretario De Zotti Maurizio
Consiglieri Marson Afro, Ceotto Silvano, De Bianchi Angelo, Cescon Tiziano, Freschi Angelo, Baseotto Giuseppe, Modolo Luigi, Bressan Attilio, Bonotto Marino, Basset Giovanni, Freschi Onorato
Consiglieri anziani De Marco Ferruccio, De Zotti Antonio, Foltran Pietro, Fedrigo Vittorio, Freschi Eugenio, Ceotto Giovanni, Bonotto Giovanni, Marcon Giovanni

Pierantonio Mutti

Don Raffaele Pivetta
Vogliamo ricordare le Penne Nere , nel Comune di Vazzola, cadute nell'adempimento del proprio dovere nelle guerre 1915-18 E 1940-45 e tutte ricordate in quella grandiosa opera che è il "Bosco delle Penne Mozze", con la posa di una stele in lega d'acciaio, opera dello scultore Benetton. Perché resti in noi la loro memoria riportiamo i loro nomi:
Guerra 1915-18: Bornia Giuseppe di Antonio, Bressan Antonio di Luigi, Zanella Francesco di Giovanni;
Guerra 1940-45: Biasi Giacomo, Cadorin Giovanni, Cerinato Bortolo, Cescon Gusmon, Dal Col Francesco, Dalla Cia Mario, Gava Pietro, Maccari Antonio, Maccari Emilio e Cescon Giancarlo.
A tutti questi eroi, che hanno sacrificato la loro giovane vita per un'Italia migliore, vada il nostro commosso riconoscimento.
I NOSTRI DECORATI
Per i decorati al valor militare, citiamo il nostro artigliere alpino Cerotto Giovanni, ferito e decorato di croce di guerra sul campo a Pljevlja.
MONSIGNOR PIVETTA
Abbiamo l'onore di avere nostro socio Mons. Raffaele Pivetta, classe 1901, che fu per molti anni parroco di Tezze. Apparteneva all'8° Regg. Alpini e nonostante l'età, partecipa con fervore ed interessamento alla vita del gruppo. Arrivato alla pensione si è trasferito a Gai di Cison, ed attraverso le affettuose insistenze, del presidente Prof. Vallomy, ha accettato di fare il cappellano della Sezione, che poi ha dovuto abbandonare per incidente irreversibile alla salute. Da pensionato, oltre a non tralasciare la sua missione ecclesiastica, si dedicò alla stesura di un bellissimo libretto, intitolato "Penne Mozze nella guerra 1915-18", riportando i nominativi di tutti coloro che sono caduti, della sezione di Conegliano, ne fece omaggio alla stessa ed a tutti gli iscritti del gruppo di Vazzola. Grazie Monsignore.
FORZA DEL GRUPPO 89 SOCI