1961 Cuore Alpino - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

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1961 Cuore Alpino

1961
CUORE ALPINO
Fiamme Verdi Agosto 1961

Un settimanale illustrato ha posto in giusto rilievo un generoso atto compiuto verso un povero alpino bresciano e che trova origine nelle vicende di Russia.
Durante la ritirata l’alpino della «Tridentina» Luigi Colosio era stato fatto prigioniero e depredato del cappotto e dell’orologio ma, cogliendo il momento favorevole, riuscì a fuggire nascondendosi in una buca; durante la disorientata marcia verso le linee italiane, il fuggitivo incontrò l’alpino Enrico Straparava e insieme ripresero il cammino con l’aiuto di un mulo che poi venne loro rubato durante la notte.
I due erano ormai sfiniti quando s’imbatterono in un terzo alpino della «Tridentina», anch’egli proveniente dai monti bresciani, il quale aveva «recuperato» una slitta con quattro muli: Rodolfo Cogoli, che si diede subito da fare con Colosio che era assai malandato e gli offrì grappa e un pezzo di capra squartata con decisione e perizia.
La slitta era troppo carica di feriti e Cogoli promise di ritornare il giorno successivo, dopo aver fatto ricoverare i compagni che gremivano l’unico mezzo di trasporto a disposizione.
Cogoli partì mentre Colosio e Straparava rimasero nel pagliaio che li riparava dal vento: i due ripresero però a marciare dopo poche ore considerando che difficilmente l’alpino-pastore avrebbe avuto la possibilità e il coraggio di ritornare in quell’inferno.
Ma Cogoli ritornò e non trovando gli altri due alpini si mise a cercarli nella steppa; li raggiunse quando aveva raccolto altri soldati sulla slitta, tra i quali un fesso di caporale che non voleva lasciarli salire dopo che la ricerca dei due era servita a salvare anche lui. Poiché «un alpin fa grado» Cogoli si mise ad urlare: La slitta è mia; o salgono tutti o restiamo tutti fermi a morire assiderati
Nei venti giorni successivi Cogoli condusse la slitta, procurò pericolosamente il cibo nelle isbe, cucinò, fece da infermiere e montò di sentinella; i partigiani gli ammazzarono anche un mulo con una fucilata, ma la slitta arrivò alla salvezza.
Finita la guerra, Colosio iniziò un fortunato commercio, Straparava continuò a fare l’idraulico e Cogoli rimase pastore.
Luigi Colosio, che sarebbe morto senza l’aiuto dell’amico, intervenne acquistando la casa e il porno a nome di Cogoli; straparava ha installato pure gratuitamente l’impianto dell’acqua.
Al pastore meravigliato che chiedeva spiegazione di tutto ciò, Colosio rispose: Tu non hai voluto che io fossi sfrattato dalla slitta, e io non voglio che tu sia sfrattato dalla casa dove sei nato.


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