1961 In franchigia numero di maggio - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

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1961 In franchigia numero di maggio

1961
IN FRANCHIGIA...
Fiamme Verdi Luglio 1961

CONSENSI
Il Presidente Nazionale Avv. Ettore Erizzo ci ha così scritto: «Mi rallegro vivamente con voi per la vostra nuova iniziativa che costituisce un bellissimo esempio della vitalità della vostra Sezione e formulo ogni più cordiale augurio per il vostro giornale che sarà indubbiamente degno di voi».
Il Generale Francesco Vida, Direttore de «L’ ALPINO» ha prontamente telegrafato: «L’ ALPINO si rallegra per la nascita di Fiamme Verdi cui auspica prospera attività nell’ambito sezionale ».
Espressioni di augurio ci sono inoltre pervenute dalla Signora Antonietta Passerelli, Presidente dell’Ass. Famiglie Caduti in Guerra, dal Comm. Orlando Spagnoli Direttore del Giornale «IL MONTE BALDO» della Consorella di Verona, dal Rag. Bruno Manfren Presidente della Sezione ANA di Treviso e da molti altri.
Ringraziamo e rinnoviamo la promessa di far in modo da non deludere l’attesa dei nostri soli e lettori.

Ci sono pervenute altre lettere che danno suggerimenti o chiedono spiegazioni, per cui abbiamo deciso di istituire la presente rubrica per poter rispondere pubblicamente ai quesiti di carattere generale.
Per consentire ai lettori di conservare l’anonimo, le generalità di coloro che ci scriveranno verranno sostituite dalle sole iniziali, salvo esplicita autorizzazione a pubblicare per esteso il nome.
Con ciò iniziamo la corrispondenza pervenutaci dopo la pubblicazione del primo numero.

ALTO ADIGE
«Non ho trovato alcun cenno, su FIAMME VERDI, della questione altoatesina e in particolare dei colloqui italo-austriaci di Klagenfurt iniziati il 24 maggio» - M. A. Conegliano.
Sapevamo della coincidenza della data del 24 maggio scelta come inizio della nuova serie di incontri italo-austriaci e ci siamo subito augurati che tutto finisca come «l’altro incontro») — durato quaranta mesi con l’incontestabile diritto italiano sull’Alto Adige, suggellato dal Bollettino del 4 novembre.
Dell’ Alto Adige avremmo parlato volentieri e sopratutto con tono meno paziente degli altri giornali; che la pazienza sia stata e forse continui ad essere troppa se ne è avuta la prova con l’ondata terroristica in atto e che va soprattutto a danno dell’economia e quindi della popolazione altoatesina la cui maggioranza ha i nervi e soprattutto la testa a posto.
I continui incontri, anche dopo il «processo del tribunale dell’ONU» non servono e non serviranno in futuro dal momento che le pretese austriache sono inaccettabili da parte italiana.
Quasi tutti si sono ora convinti che l’accordo De Gasperi-Gruber è stata una fesseria; non si doveva ammettere la riopzione in massa per l’Italia dal momento che avevamo problemi ben più gravi riguardanti i nostri veri fratelli di Briga e Tenda, di Pola e Fiume, trattati invece in modo assai peggiori dei sud-tirolesi senza bandiera. Avevano preferito il «grande Reich» nel 1939 con l’accordo Hitler-Mussolini? Se lo tengano! Non si può cambiare Patria come mutare d’abito.
Quanti non sono gli italiani di zone italiane tagliate dalla Madrepatria e che abbandonarono ogni avere per ritrovarsi poveri dove ancora sventola il Tricolore? Quanti sono gli altri popoli che han lasciato le terre invase per seguire il destino della Patria d’origine?!
Le leggi di guerra son purtroppo terribili e terribili sono state per l'Iitalia anche quando fu vittoriosa.
La parte di altoatesini che da austriaci son divenuti italiani, poi tedeschi e poi indebitamente ancora italiani se ne vadano fuori dei con…fini che c’è abbastanza da lavorare in Austria per ricostruire una economia che risente chiaramente di cento anni di sconfitte.
Ci tratteniamo dal fare legittime considerazioni più dure e chiudiamo con una meditazione che dovrebbero far propria i pochi altoatesini recalcitranti:
Meglio una generosa madre acquisita che una prostituta genitrice naturale.

PROLISSITA’
Marco G. di Belluno ci scrive: «A parte il grande piacere di ricevere il nuovo giornale alpino, vi suggerirei di essere più brevi negli articoli per evitare pesantezza nel leggerlo».
Siamo d’accordo cin ciò, essendo tale il suggerimento che ogni redazione giornalistica deve aver presente. Evidentemente il riferimento riguarda l’articolo sul Magg. Piovesana ma il nostro giornale non poteva non dilungarsi su uno dei più valorosi tra i propri soci, specie nella coincidenza dell’arrivo della Salma dall’Albania.
Abbiamo quindi voluto essere il più dettagliati possibile (non prolissi) anche perchè è nella natura dei nostri giornali «cadere» in simili apparenti lungaggini. Si potrebbe quindi dire che il nostro è un giornalismo «specializzato» che incorre necessariamente nei dettagli.
Nessun giornale avrebbe potuto parlare tanto per esteso di G Piovesana; è stato nostro dovere parlarne a lungo dato che i suoi amici avevano col tempo raccolto tante precise testimonianze sul suo operato pressoché ineguagliabile.

SUDTIROLESE AI FERRI
«Ha letto la notizia dell’arresto, avvenuto il 9 giugno a Bolzano, del ventisettenne Herhert Fischnaller che aveva rivolto dei gesti irriguardosi a un gruppo di alpini che passava per la strada? (G.A. Trento)».
Sì, lo sapevamo; il guaio è che si sia dato modo che le ingiurie si tramutino in pallottole.
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