1962 La preghiera del mulo - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

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1962 La preghiera del mulo

1962
PREGHIERA DEL MULO
Fiamme Verdi Febbraio 1962

Non ridere, o mio conducente ma ascolta questa mia preghiera:

Accarezzami spesso e parlami, imparerò a conoscere la tua voce, ti vorrò bene e lavorerò più tranquillo.
Tienimi sempre pulito! Un giorno ho sentito dire dal capitano che «un buon governo vale metà razione». E’ vero; quando ho gli occhi, la pelle e gli zoccoli puliti, mi sento meglio, mangio con maggior appetito e lavoro con più lena.
Quando sono in scuderia lasciami legato lungo, specie di notte, affinché io possa giacere e riposare. Va bene che sono capace di dormire anche stando in piedi, ma, e credimi, riposo e dormo meglio quando sono sdraiato.
Se quando mi metti il basto e ne stringi le cinghie divento irrequieto, non credere che lo faccia per cattiveria, ma è perché soffro il solletico; abbi quindi pazienza, non trattarmi male e mettimi il basto e regolane le cinghie con delicatezza
Quando andiamo in discesa ed io vado più adagio di te, pensa che lo faccio perché voglio ben vedere dove metto i piedi: non incitarmi quindi a procedere più celermente, ma allungami il pettorale ed accorcia la braca affinché il carico non mi scenda sul collo e mi spinga a cadere.
E quando in salita io vado più in fretta non mi trattenere con strattonate e non ti attaccare alla coda perché io ho bisogno di essere libero nei movimenti per meglio superare i tratti più ripidi e più difficili del percorso. Accorciami il pettorale ed allunga la braca in modo che il carico non mi vada sulle reni procurandomi ferite o piaghe.
Se io inciampo, abbi pazienza: sorreggimi ed aiutami. E se lungo le rotabili passano quelle macchinacce che col rumore mi fanno tanta paura, non tirami per le redini per non farmi innervosire. Accarezzami invece, parlami e vedrai che rimarrò tranquillo .
Quando rientriamo in caserma o nell’accampamento non abbandonarmi subito anche se sei stanco ma pensa che anch’io ho lavorato e sono più stanco di te. Se sono sudato strofinami subito con un po’di paglia: per te sarà una fatica ben lieve e basterà ad evitarmi dolori reumatici, tossi e coliche.
Fammi bere spesso acqua fresca e pulita; se bevo troppo in fretta distaccami pure dall’acqua perché mi farebbe male, ma non agire con imprecazioni e con strattonate. Lascia poi che io torni a bere quando voglio, perché l’acqua non mi ubriaca e mi fa bene.
Quando poi sei di guardia-scuderia non dimenticare di passare la biada al setaccio per toglierne polvere e terra; mi eviterai così riscaldamenti e dolori viscerali.
Ricordati che io capisco benissimo quando il conducente vuol bene o è cattivo. Se ha cura di me sono contento quando mi è vicino e lavoro più volentieri. Quando invece mi tratta anale o lui fa dei dispetti. divento nervoso e posso anche essere costretto a tirar calci.
Allorché starai per andare in congedo e dovrai passarmi in consegna al conducente della classe più giovane, spiegagli bene i miei pregi ed i miei difetti e raccomandagli come deve trattarmi. Mi risparmierai così un periodo di sofferenze e, al dispiacere di vederti andare via, non dovrò aggiungere anche quello di capitare in mano ad un conducemmo poco pratico e cattivo.
Sii sempre buono, comprensivo e paziente, pensando che anche noi muli siamo di carne e ossa. E ricorda che anche migliaia di miei fratelli, per portare ai reparti armi e munizioni, viveri e mezzi, sono morti straziati dai proiettili e dalle bombe, travolti dalla tormenta e dalle valanghe, annegati nei torrenti e nel fango, esauriti dalle fatiche, dalla sete, dalla fame e dal gelo.
Ricordati dunque, mio caro conducente, che come tu hai bisogno di me io non posso fare a meno di te. Dobbiamo quindi scambievolmente conoscerci e volerci bene per formare una coppia perfetta.
Solo così il buon Dio ti aiuterà e ci benedirà.
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