1964 Obiettori di coscienza - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

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1964 Obiettori di coscienza

1964
OBIETTORI DI COSCIENZA
Fiamme Verdi Giugno 1964

LA DIFESA DELLA PATRIA E’ SACRO DOVERE DEL CITTADINO: è quanto afferma, all’art. 52, la Costituzione della nostra Repubblica e lo stesso articolo precisa subito che «il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né lo esercizio dei diritti politici».
L’articolo successivo ricorda che «tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva a e poiché un notevole «progresso» l’Italia l’ha fatto nelle evasioni fiscali, da qualche tempo si sta cercando anche il crisma della legittimità alle evasioni dal servizio militare.
Se il problema si fosse presentato duemila anni or sono il Cristo avrebbe aggiunto un giudizio in merito oltre a quello del «date a Cesare» con quel che segue, ma riteniamo che, esaminando bene le testimonianze evangeliche, qualcosa di positivo vi si potrebbe trovare anche in merito al dovere del cittadino di assolvere il proprio dovere militare.
Ciononostante, l’obiezione al servizio militare vi vuoi far ritenere un’estrema prova di coscienza religiosa mentre altro non è che una prova di viltà camuffata da falso pietismo.
Vorrei vedere un obiettore di coscienza di fronte a un individuo che gli dà un fracco di botte, che gli porta via beni, moglie e figli mentre lui se le sta buscando con soave rassegnazione; vorrei che un obiettore mi scrivesse chi andrebbe a fronteggiare questo avversario moltiplicato per migliaia e milioni di volte qualora venisse minacciata questa grande casa comune che è l’Italia, il suo popolo e i beni che sono la somma di civiltà e di fatiche di almeno diecimila generazioni.
Ma l’argomento del nostro colloquio non è questo, sia perchè «Fiamme Verdi» ne ha già parlato a suo tempo, ed anche perchè sarebbe necessaria una lunga disamina che non ci preoccupa affatto per l’oggetto ma per lo spazio che ci occuperebbe.
Abbiamo detto in altra occasione che la Francia ha già in corso di perfezionamento una legge che riconosce ai cittadini il diritto di rifiutarsi di indossare l'uniforme militare, prevedendo però una «ferma borghese» di durata doppia di quella militare e l’assegnazione a servizi presso ospedali o istituti civili.
Dal marzo scorso anche l’Italia sta studiando il problema e il sottosegretario alla Giustizia, on. Misari, ha risposto in tal senso alle interrogazioni dei deputati Pistelli e Paolicchi.
Speriamo che ci sia almeno un deputato disposto ad interrogare il governo sull’opportunità che il servizio militare di leva venga considerato utile agli effetti previdenziali anche se, all’atto della chiamata, la recluta è studente o ancora non svolga un lavoro alle dipendenze di terzi.
Che ci sia la possibilità di «impiego» degli obiettori in servizi civili non c’è dubbio e va sottolineata tale opportunità specie se la f«erma civile» sarà doppia di quella militare.
Anche l’esercito potrebbe valersi di questi coccoloni di obiettori per farne dei pazienti attendenti.
La figura dell’attendente va esaminata sotto vari aspetti e circostanze dalle quali si può ricavare che essa può essere utile o no, eroica o ridicola.
Per dirla in fretta: l’attendente dell’ufficiale, specie nel corso di una guerra, è utile e spesso eroico, mentre e assai disdicevole la funzione di attendente della moglie dell’ufficiale.
Un soldato deve vestire la divisa per servire la Patria e non la moglie (e figli) degli ufficiali; un militare non deve andare a fare la spesa con la sporta e reggere la cartella scolastica dei figli dell’ufficiale come se questi fossero dei caporalini che giocano coi soldatini di piombo; un soldato pulisca i cessi della caserma se è consegnato o di corvè ma non lucidi i pavimenti della casa dell’ufficiale, e che si prenda i calci nel sedere dal capitano ma non gli insulti di sua moglie.
Ciò che non è disdicevole per una donna di servizio lo è per il soldato anche se questi nello vita civile fa lo sguattero ad anche se sua madre fa la serva.
Con un mio articolo di sette anni or sono dicevo che, se occorre, non è affatto indecoroso che le mogli degli ufficiali si tirino su le maniche come la gran parte delle donne dei professionisti e degli altri impiegati dello Stato.
Ma ora c’è la possibilità di utilizzare gli obiettori di coscienza.
M. ALTARUI
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