1967 Armando Piva M.A.V.M. - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

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1967 Armando Piva M.A.V.M.

1967
Medaglia d’Argento alla memoria di ARMANDO PIVA
Fiamme Verdi Dicembre 1967

Con decreto presidenziale del 14 agosto — pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 275 del 3 novembre — è stata conferita la Medaglia d’argento al valor militare alla memoria dello sventurato bocia Armando Piva, nato il 2 dicembre 1945 a Pederobba (Treviso), alpino del Battaglione «Val Cismon», matricola 37050, caduto a seguito dell’attentato a Cima Vallona il 25 giugno di quest’anno. Ecco la motivazione: «Alpino radiofonista si offriva volontario per una rischiosa azione di rastrellamento, conseguente ad un attentato dinamitardo verificatosi nel la zona di Cima Vallona. Nel corso dell’operazione veniva ferito mortalmente da un ordigno esplosivo precollocato sul terreno. Sereno e forte nel dolore, decedeva dopo oltre 12 ore di agonia, esempio fulgido di attaccamento al dovere e di spirito di sacrificio, per tutti gli alpini delle giovani generazioni. Cima Vallona (Alto Comelico), 25 giugno 1967».

La Medaglia d’argento è pure stata conferita alla memoria del sottotenente paracadutista Mario Di Lecce e del sergente paracadutista Olivo Dordi; anche il sergente maggiore paracadutista Marcello Fagnani — sopravvissuto alle gravissime ferite riportate nell’attentato — è stato decorato con la medaglia d’argento. Alla memoria del capitano dei carabinieri Francesco Gentile, caduto in detta circostanza, è stata conferita la Medaglia d’oro al valor militare.

Nell’atrio del municipio di Comelico Superiore è stata scoperta il 22 ottobre una lapide con la seguente iscrizione: «I nomi di Francesco capitano Gentile, Mario sottotenente Di Lecce, Olivo sergente Dordi, Armando alpino Piva, vittime del barbaro agguato di Cima Vallona, l’italianissima popolazione del Comelico ricorda — onora — tramanda alle future generazioni. 25 giugno 1967». Con i genitori dell’alpino Armando Piva, quelli del sergente Dordi e la vedova del sottotenente Di Lecce, erano presenti duemila persone e le autorità civili e militari fra le quali il gen. Marchesi, comandante del IV Corpo d’Armata, che rappresentava il ministro Tremelloni e il capo di S.M. dell’Esercito gen. Vedovato, il gen. Buttiglione, comandante della zona militare meridionale, in rappresentanza del capo di S.M. della Difesa gen. Aloia, il. gen. Annoni per il comandante militare della regione Nord-Est, il gen. La Verghetta comandante della brigata alpina «Cadore», i sindaci del Comelico e il sindaco di Valdobbiadene, il senatore Vecellio il quale ha commemorato i Caduti in rappresentanza del Parlamento.

Come abbiamo ricordato nei precedente numero, alle vittime dell’attentato è stata anche intitolata una strada della Borgata Sega Dinon nel tratto che dalla statale 52 porta a Cima Vallona.
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