1967 Notizie varie luglio agosto - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI
Sezione di CONEGLIANO
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1967 Notizie varie luglio agosto

1967
NOTIZIE VARIE
Fiamme Verdi Agosto 1966      
Ricordo di Dorigo
Il 16 giugno è ricorso il venticinquesimo anniversario della morte della Medaglia d’Oro Sante Dorigo, primo Alpino  decorato della massima ricompensa al valore militare nato nella zona territoriale della nostra Sezione.
Ci eravamo ripromessi di cogliere l’occasione della ricorrenza per pubblicare un dettagliato articolo sulle gesta di  questo Eroe, in modo da integrare le poche notizie pubblicate in precedenza anche nel nostro giornale. Le ricerche sono  purtroppo assai più difficili di quanto si potesse prevedere, per cui ci riserviamo di adempiere a questo nostro impegno  ne1 più breve tempo possibile.
Non vogliamo intanto tardare a rendere omaggio al ricordo di questa eroica «fiamma verde» la cui medaglia splende sul  nostro vessillo sezionale.

VISITE IN SEZIONE
Gli Alpini del GRUPPO DI CASTELVECCANA della Sezione di Luino sono passati il 3 giugno per Conegliano, e hanno  gentilmente visitato la nostra sede ove sono stati accolti dai vice presidenti avv. Travaini e cav. Daccò e dal  consigliere sezionale cav. Fadelli; ai cari ospiti sono state illustrate le memorie storiche della nostra cittadina ove  sono nati due reggimenti alpini e la prima brigata di artiglieria da montagna.
Assieme al Capogruppo dott. Carlo Maragni è stato fatto un bel brindisi prima della partenza, con dotazione ai suoi  alpini di buona grappa nostrana per il lungo viaggio di ritorno.
*
Il 13 giugno abbiamo avuto in sede anche il rag. Bruno Zanetti, Vice Presidente della SEZIONE DI BELLUNO il quale ha  trovato il nostro segretario Giovanni Bozzoli e il consigliere Gianfranco Bellotto. Nel ringraziare per l’accoglienza ricevuta, il rag. Zanetti ci incarica di recare il suo saluto ed affettuoso abbraccio  a Meo Perini.
*
Il 15 giugno, ricevuto dal presidente comm. Curto, dal vice presidente cav. Daccò e dal nostro socio Sindaco di  Conegliano cav. uff. Mario Salvador, è giunto da noi il ten. col. Luciano Zani, medaglia d’oro di Russia; egli si è  trattenuto per alcune ore con i nostri dirigenti, conversando affabilmente e rievocando alcuni episodi di guerra dei  quali furono protagonisti alcuni nostri alpini coneglianesi. Il dott. Zani (nativo di Cormons e residente a Milano) era  tenente del battaglione «Val Chiese» del 6° Reggimento quando meritò la medaglia d’oro al valore militare con la  bellissima motivazione che cogliamo l’occasione per riportare: Comandante di compagnia alpina sul Fronte del Don organizzava e dirigeva personalmente ardite azioni di pattuglia e  colpi di mano, distinguendosi per cosciente audacia e spiccata capacità di comando. In tragica fase di spiegamento,  indomito animatore di epiche lotte, sosteneva con successo nove sanguinosi combattimenti d’avanguardia contro  preponderanti forze che sgominava aprendo, con gravi sacrifici, un varco alla sua colonna. Nel corso di successivi  cruenti combattimenti, caduti tutti i suoi ufficiali, gravemente ferito alle gambe, continuava impavido a dirigere  l’azione del suo reparto. Ferito una seconda volta, rimaneva al suo posto di dovere persistendo in lotta tenace. Quasi  esausto, rimasto isolato con pochi valorosi superstiti feriti, privo ormai di munizioni e viveri, non si dava per vinto  e, tra stenti inauditi, benché pressato dal nemico incalzante, proseguiva nella tormentosa marcia riuscendo, dopo  inenarrabili sacrifici sostenuti con stoica fermezza, a congiungersi a basi arretrate. Chiaro esempio di predare virtù  militari. Fronte russo, novembre 1942 - febbraio 1943.


Il dinamico Col. Rasero a colloquio con il nostro Presidente nazionale…


… e il sempre vigilante Gen. Vida sul quale è gravata la maggiore responsabilità organizzativa  anche di questa bella adunata.
Per il Signor Colonnello
ALDO RASERO
Capo dell’ Ufficio Stampa della 40° Adunata nazionale
presso L’ALPINO
20100 MILANO

Carissimo «Ras»,
come vedi ho persino messo il numero di codice postale per essere certo che la presente «missiva» Ti potesse giungere regolarmente e «tempestivamente»; la tempesta ora non c’entra perchè sono di buon’umore: e il buon’umore me l’hai infuso con le Tue cronache sull’adunata nazionale di Treviso apparse nei due numeri de L’ALPINO seguiti all’immenso abbraccio della mia città natia con gli Alpini d’Italia.
E’ attraverso i Tuoi articoli, e la Tua bella «filastrocca», che ho compiutamente goduto la 40° adunata nazionale; sembra impossibile quante belle cose avvengono durante i nostri incontri nazionali. Impegnati a badare a tante cose - specie se ci assilla l’impegno di cronisti - ci sfugge un’infinità di fatti, molto spesso proprio i più semplici e commoventi che costituiscono l’essenza e il miglior ricordo dei nostri raduni.
Cosa importa infatti se un alpino non sfila proprio bene allineato (lo senti il «mea culpa»?) quando quello stesso alpino sa dare le insuperabili prove di sincera fraternità alpina che sempre emergono particolarmente in occasioni come queste? Ne potrei raccontare tante anch’io; nei giorni in cui le ho vissute ho resistito imponendomi il «muso duro», ma come potrei dirtele oggi senza commuovermi? E mi ha fatto bene sentirne tante altre dalla Tua cronaca sempre così schietta e appassionata.
A Te - fedele «storiografo» della nostra vita associativa - desidero ripetere il mio grazie e la mia ammirazione; rileggerò sicuramente più volte, anche in futuro, i Tuoi resoconti su questa adunata che io -  come tutti gli alpini del Piave, del Grappa e del Montello - sognavamo che avvenisse specie in questo anno in cui ricorre il cinquantenario dell’anno 1917 tanto terribile quanto ineguagliabilmente glorioso.
Io ho collaborato all’adunata più mugugnando che lavorando; forse è il periodo di crisi in quanto non sono più un bocia e ancora non sono un vero «vecio». Ma il cuore
- Te l’assicuro - è sempre ugualmente alpino.
E adesso, al diavolo anche le «T» maiuscole che pur dovrebbero spettare a un vecio colonnello, e ti abbraccio anche a nome degli altri amici alpini di Conegliano
tuo M. ALTARUI

«Adamello» e «Levanna»
I superstiti «Adamellini» della V divisione, operante nella guerra 1915-18 nelle zone dell’Adamello, del Tonale, dello Stelvio e dell’Ortles, si sono radunati, come ogni anno, il 29 giugno al Passo del Tonale presso il sacrario dei Caduti.
Ha celebrato il rito religioso mons. Antonietti, cappellano alpino, fondatore e direttore della «Casa dell’Orfano» a Ponte della Selva; erano presenti anche larghe rappresentanze delle sezioni «Valcamonica» di Breno, di Trento e Bergamo.
La riuscita della manifestazione è dovuta all’infaticabile comm. dott. Vittorio Cortese che si definisce «furiere d’alloggio… a vita» dei superstiti «Adamellini», e che lo è anche dei reduci del battaglione «Monte Levanna» da lui chiamati a raccolta per altro commovente raduno il 2 luglio al rifugio Generale Papa sul Monte Pasubio.
I bei veci del «Levanna» si sono recati alla vicina chiesetta fatta erigere dall’eroico cappellano alpino mons. Gallone, e dove è stata murata una lapide - a forma
croce di guerra e modellata dal dott. Cortese - a ricordo del battaglione e delle sue forti compagnie 86°, 111° e 132°.
La cerimonia è stata indetta per ricordare il nostro conterraneo generale Busolli che durante la Guerra «15-18» comandò appunto il battaglione «Monte Levanna» del 4° Alpini. Gerolamo Busolli era nato a Pieve di Soligo l’11 gennaio 1878 e, oltre che in Libia, combattè sul Vodice, sul Pasubio e sul Grappa; mutilato e pluridecorato al valor militare (ebbe tra l’altro due medaglie d’argento di cui una sul campo dopo la battaglia combattuta sui Solarioli dal 24 al 30 ottobre 1918) il generale Busolli morì il 31 ottobre 1946 ed è sepolto a Rivoli Veronese.

ONORIFICENZA
Congratulazioni ,vivissime al socio M.o Mario Salvador - Sindaco di Conegliano - recentemente insignito dell’onorificenza Cavaliere Ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica.

Sul Tomba
La commemorazione del cinquantesimo anniversario dei gloriosi fatti d’arme svoltisi sul Monte Tomba e la cui vittoriosa conclusione impedì alle truppe austro-ungariche di scendere nella nostra provincia compromettendo seriamente la difesa del Piave e del Grappa, è indetta dall’esemplare Gruppo di Cavaso per il 3 settembre prossimo.
Già dall’1 maggio è ripreso regolarmente il servizio religioso (viene celebrata la Messa alle ore 10 di ogni domenica o festa di precetto) dopo le riparazioni che sono state necessarie in conseguenza dei notevoli danni subiti dalla chiesetta in occasione delle calamità naturali dello scorso novembre. Anche le strade di accesso da Cavaso - e da Alano sono ora in ottime condizioni e consentono il passaggio di automezzi fino alla capacità di trenta posti.

In franchigia
Tempo fa avevo chiesto, a mezzo di un consigliere della sezione, di conoscere quale è il soprassoldo annuale per le medaglie al valore d’argento e di bronzo, interessando la cosa anche altri miei amici alpini. Non ho ancora letto nulla in proposito nel nostro giornale...
R. M. - S. Pietro di F.
Ci scusiamo del ritardo e diamo subito le notizie richieste. L’attuale assegno per la medaglia d’argento è di L. 16.500 all’anno, quello per la medaglia di bronzo L. 7.500 all’anno, e per la croce di guerra al valore militare L. 5.000. I decorati non hanno di che ingrassarsi troppo, ma non bisogna dimenticare che il soprassoldo dove essere considerato nel suo significato simbolico più che nella sua consistenza monetaria; ad ogni modo, sembra che ci sia l’intenzione di provvedere ad una adeguata rivalutazione come è stato recentemente fatto a favore dei decorati di medaglia d’oro.

In assetto di guerra sul Pomagagnon
Diciotto alpini del 7° Reggimento sono stati protagonisti il 14 giugno di una brillante operazione nel corso delle esercitazioni estive della brigata alpina «Cadore»; guidati dal ten. col. Pugliesi, gli alpini - suddivisi in varie cordate e in pieno assetto di guerra hanno scalato la grande parete sud del Pomagagnon, per la classica via aperta nel 1899 da Phillimore-Raynor con la guida ampezzana Angelo Dimai. Partiti dalla Val Gallina, gli scalatori hanno iniziato l’ascensione alle 9,30 superando la parete (700 metri con difficoltà dal terzo grado in su) e raggiungendo la vetta poco dopo le 3 del pomeriggio. La discesa è stata effettuata per altra via, lungo la quinta cengia del Pomagagnon, con arrivo alla base alle ore 17.

Esercitazioni a fuoco della «Julia»
A Sella Nevea, tra l’altipiano del Montasio e il Canin, si è svolta il 3 luglio la manovra a fuoco della brigata «Julia», con la partecipazione complessiva di tremila uomini: il battaglione «Gemona», rinforzato da elementi del «Cividale» e del «Tolmezzo» , il gruppo di artiglieria da montagna Belluno integrato da montagnini dei gruppi «Osoppo» e «Conegliano» , e infine sei aviogetti dell’8° stormo di stanza a Treviso e reparti di artiglieria della divisione Mantova di stanza a Palmanova.
L’esercitazione - denominata «Racolana» dal nome della località di svolgimento, e durata complessivamente tre ore —-aveva come presupposto una eventuale infiltrazione nemica lungo tutto il fronte della valle, e come obiettivo quello di respingere l’avversario fino a Chiusaforte.
Erano presenti - tra le molte autorità militari - il comandante designato della terza armata generale Jannelli con l’ispettore generale della fanteria e cavalleria gen. Mereu, il gen. Concini comandante delle Truppe Carnia e il gen. Apollonio comandante della Julia
Sono stati eseguiti attraversamenti con maschere antigas di aree inquinate, cordate in parete, discese sugli sci; un intero reparto è salito per la vecchia via ferrata della parete del Montasio.
Per l’imprevisto scoppio di una bomba da mortaio 81, è rimasto ferito l’alpino del «Cividale» Luigi Cescato, di 22 anni, da Crocetta del Montello; trasportato con un elicottero all’ospedale civile di Udine, il bocia - al quale auguriamo una sollecita guarigione- è stato operato per l’estrazione delle schegge che l’avevano colpito in varie parti del corpo.
Il risultato delle manovre ha nuovamente dimostrato l’alto grado di addestramento degli alpini della «Julia» ai quali è andato il più ampio consenso delle autorità militari.

NOTIZIE VARIE
Una sezione dell’Associazione nazionale artiglieri d’Italia è stata costituita nel marzo scorso a Crespano dei Grappa con l’intervento del presidente provinciale M.o Cav. Attilio Innocente. La presidenza della sezione è stata affidata a Francesco Rigo; vice presidente è stato eletto Luigi Brion; cappellano della sezione don Andrea Zago valoroso ufficiale combattente.
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Il 21 maggio è stato benedetto il labaro del nucleo di Valdobbiadene dell’Associazione arma aeronautica ha celebrato il rito religioso il cappellano militare della 51° aerobrigata e hanno partecipato numerose autorità ed associazioni tra cui, numerosissimi, gli alpini della locale sezione.
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Domenica 25 giugno è stata benedetta la nuova bandiera della sezione di Vittorio Veneto dell’Associazione nazionale genieri.
Presenti il gen. Altamura, comandante dell’Arma del genio del V Corpo d’Armata, rappresentanze, il ten. col. Tosoni Gradenigo presidente regionale dell’Anget di Venezia, il ten. col. Luigi Onorati presidente delle sezione provinciale genio di Treviso, la signora Emma Tandura decorata ai valore militare e madrina della bandiera. E’ stato ricordato il geniere Paolo Bolzon eroicamente caduto in Russia.
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Un gruppo di fanti di Arezzo si è recato a Gorizia il 24 maggio; nel corso della visita all’Ossario di Oslavia, il partecipante Adelmo Charini ha potuto constatare, con comprensibile commosso stupore, che in un loculo sono custoditi i resti del fratello Costantino (67° fanteria, brigata Palermo) che era stato dato per disperso nel corso della ritirata di Caporetto.

Gara di Bocce
I soci del Gruppo di Pieve di Soligo hanno disputato domenica 2 luglio una festosa gara di bocce a coppie, svoltasi sui campi da gioco della trattoria all’Alpino. I premi erano molti e invogliavano i giocatori a battersi con entusiasmo: il capogruppo Alfredo Battistella aveva messo in palio una sveglia, il socio Girolamo Piccin una bella coppa, altri alpini del Gruppo hanno offerto bottiglie di «sgnapa» e di ottimo vino, oltre a premi in denaro (che poi sono andati a finire tutti in vino); il simpatizzante Alfonso Fiorin ha aumentato la dotazione con due bottiglie del rinomato vino di sua produzione. Infine, per accontentare tutti, l’alpino Alessio Antoniazzi ha offerto i suoi dolci «pandorini» ad ognuno dei partecipanti alla simpatica e allegra competizione.
La gara è stata combattutissima e ha dato i seguenti risultati: vincitrice la coppia Chiappinotto-Lucchetta (due bocia in gamba), seconda la coppia Dalla Betta-De Fa- veri («veci» e bravi), terza la coppia Piccin-Gai (mezzi veci), quarta la coppia Furlan-D’Agostini (bocie promettenti).
Poi, come al solito: nella sempre ospitale cantina del capogruppo Alfredo Battistella dove sono affluiti tutti i partecipanti (e che vino! mi hanno raccontato); la conclusione è però avvenuta da «Meto» con finale di canti alpini fin che è rimasta voce appena per dirsi «buona notte».
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