1968 Adunata nazionale a Roma
1968
ADUNATA NAZIONALE ROMA 1968
ROMA, 1968
Questa adunata conclude il ciclo delle celebrazioni del Cinquantenario della 1a Guerra Mondiale.
Dai ruderi del Colosseo all'Altare della Patria, si svolge l'imponente sfilata.
Sulla tribuna d'onore il Presidente della Repubblica Saragat.
Il Pontefice riceve in forma ufficiale il presidente dell'ANA e una rappresentanza di Alpini.
Piazza S. Pietro straripa di penne nere. Dal balcone della Basilica di S. Pietro, Papa Paolo VI appare affiancato dal presidente Merlini, e saluta: "Soldati della pace, saluto le vostre magnifiche canzoni, saluto le vostre belle bandiere. Saluto i vostri morti".
L’ADUNATA
Povero me, e beati voi.
Povero me, e beati voi.
Fiamme Verdi Aprile 1968 di Mario Altarui
Una parte della nostra rappresentanza durante la sfilata in via dei Fori Imperiali.
Alla 41° adunata nazionale di Roma hanno partecipato circa 400 soci della nostra Sezione, guidati dal vice presidente avv. comm. Francesco Travaini. Oltre al vessillo sezionale erano presenti i gagliardetti dei seguenti Gruppi Solighetto, S. Fior, Pieve di Soligo, S. Lucia di Piave, S. Vendemiano, Corbanese di Tarzo, Barbisano e S. Maria di Feletto. (Fotopress - Torino)
La 41° adunata nazionale io l’ho vissuta solo attraverso le immagini trasmesse alla televisione e dalle brevi cronache lette sui giornali. Una grande fregatura davvero.
Alla sera c’è almeno stata la novità del documentario presentato dopo la trasmissione del telegiornale e realizzato con la regia di Roberto Morrione, un ottimo giornalista della TV con il quale ho avuto il piacere di collaborare lo scorso anno per un’inchiesta televisiva che poi non ho nemmeno vista perchè ero in viaggio per Israele (dove non son potuto arrivare per la guerra scatenatasi in quei giorni e a causa della quale son finito in Turchia). Appena posso giro il mondo ma, naja boia, quando c’è l’adunata nazionale resto quasi sempre suonato.
Ho pure inteso che gli alpini hanno catturato due ladri che stavano rubando un’auto nei pressi della fontana di Trevi, e li hanno consegnati a una pattuglia della polizia; bene.
Ho saputo anche che gli alpini hanno saputo dare una lezione di serietà agli studenti universitari che, in quel solo giorno di sabato, hanno causato danni per oltre cento milioni (senza quello che hanno fracassato nelle strade e nelle altre sedi universitarie italiane); bene per gli alpini e male per gli studenti.
E questo mi dispiace, sebbene ci sia l’attenuante della teppaglia in filtrata in mezzo agli studenti: quella stessa che veniva a determinare disordini nelle nostre adunate e che ora con noi - si è fatta assai più cauta...
Ma mi dispiace ugualmente per l’ambiente universitario, per il quale (tempi belli e brutti nello stesso tempo, come quelli della naja) sento talvolta un po’ di nostalgia. Ho anzi scritto altre volte che - per me - i cappelli più belli del mondo sono quello dell’alpino e quello goliardico; per non breve tempo li ho portati... contemporaneamente. Ed è persino accaduto che - imprevedibilmente - mi sono imbattuto nel colonnello e nell’aiutante maggiore, capitati in mezzo ad un gruppo di studenti, mentre mi trovavo in divisa e col cappello goliardico in testa: immaginate che razza di saluto è venuto fuori! Ma mi è andata bene, come per tante altre fesserie che ho combinato all’8°.
Ma torniamo a noi, anzi a voi che all’adunata ci siete stati e che mi avete scritto la vostra soddisfazione e, in alcuni casi, qualche accaduta delusione.
Mi è stato detto e scritto, ad esempio, che non c’erano bandiere, e ciò è spiacevole anche se «vestire» Roma di tricolori è un problema (e soprattutto una spesa) non lieve. Ma frugando nei miei ricordi romani rammento che, in occasione della visita dello Scià di Persia (peraltro simpaticissimo), i Fori Imperiali abbondavano di bandiere italiane ed iraniane, e anche in Vaticano non fu possibile, eravamo alla fine del 1958, nemmeno vedere il buon Papa Giovanni perchè tutta Roma era indaffarata per l’illustre ospite.
L’adunata nella capitale ha comunque lasciato un ottimo ricordo, come nel 1954 (e forse meglio) e sicuramente ancor migliore - anche se non c’ero - di quella del 1934; e i partecipanti devono convincersi che il grande raduno è stato spiritualmente benefico principalmente per i romani ai quali è stato dato modo di vivere, a fianco degli alpini, alcuni giorni di sincero patriottismo e di rinnovata fiducia nei valori nazionali.
Indimenticabili e preziosi giorni anche per tutti gli alpini, per l’immediato omaggio potuto rendere all’Altare della Patria, per il bel sole tornato a risplendere proprio nella culminante giornata dello sfilamento, per la benedizione e le dolci incoraggianti parole avute dal Papa.
Noi che siamo rimasti a casa ci accorgiamo, forse più di voi che foste a Roma, che l’adunata del cinquantenario della Vittoria è stata meravigliosa: a voi non poca nostalgia, a noi tanto rimpianto.