1970 Da Albino vescovo ad Alpino vescovo
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Da Albino Vescovo a Alpino Vescovo
Fiamme Verdi Giugno 1970
Albino Luciani - eletto Patriarca di Venezia - ha lasciato la Diocesi di Vittorio Veneto, e con le nostre espressioni di giubilo per il meritato riconoscimento delle sue doti di Pastore saggio e buono, desideriamo ringraziarlo per la paterna benevolenza che ha sempre dimostrata anche verso noi Alpini.
Mons. Luciani ebbe i natali in terra fertile di alpini ed ha avuto una giovinezza assai provata che ancor meglio gli fa intendere quali sacrifici vennero sempre riservati al montanaro in pace e in guerra. Ad ogni incontro ha avuto per noi espressioni di convinta simpatia e fiducia, ben sapendo che - grattando sotto la nostra scorza apparentemente ruvida - vi si trovano tutti i sentimenti, la carità, il desiderio di lavoro e di pace che sono requisiti cristiani; l’ultimo incontro pubblico è dolorosamente legato ai funerali di Mons. Sartor del quale ha tanto affettuosamente evidenziato le alte doti di Sacerdote e di Alpino.
Mons. Luciani ci ha lasciato solo in parte, poiché egli continua ad essere anche con noi in quanto a capo della Provincia Ecclesiastica Veneta, e il nuovo Vescovo si viene quindi ad aggiungere a questa fortuna.
S. E. Mons. Antonio Cunial è nato a Possagno ed è stato eletto Vescovo di Lucera sette anni or sono. Poco dopo l’ordinazione sacerdotale fu destinato - quale cappellano militare - in vari reparti combattenti fino all’assegnazione al Battaglione «Monte Berico» del 9° Reggimento Alpini; fatto prigioniero in Francia per gli eventi conseguenti all’8 settembre 1943, venne internato in vari campi di concentramento fino alla liberazione - avvenuta verso la fine del 1944 - a seguito dello sbarco alleato in Normandia.
Oltre a tutte le qualità pastorali che l’hanno fatto prescegliere per la nostra Diocesi, Mons. Cunial possiede quindi quelle doti di sensibilità umana che largamente si acquisiscono attraverso una dura esperienza vissuta tra i soldati e dietro i reticolati. Come Papa Giovanni XXIII, il cardinale alpino Giulio Bevilacqua, e l’inobliabile don Carlo Gnocchi - e tanti altri ancora che ebbero ad attestare il beneficio che la vita di soldato recò anche alla loro formazione sacerdotale - il nuovo Vescovo è giunto a noi dopo analoghe prove di sacrificio viste e vissute. Per tutto questo - nella convinzione di essere capiti nelle nostre idealità che sostanzialmente si fondano sulle naturali leggi di Dio, della Patria e della Famiglia - siamo certi che il Padre della Diocesi (e nostro Fratello nell’ANA) accoglierà il benvenuto affettuoso e il devoto ossequio dell’intera nostra Sezione.