1977 Al Bosco delle Penne Mozze si attende la nostra collaborazione
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Al Bosco delle Penne Mozze si attende la nostra collaborazione
Fiamme Verdi Dicembre 1977
Il 4 settembre si è svolto al Bosco delle Penne Mozze, nelle montagne di Cison di Valmarino, il 6° raduno provinciale al quale sono intervenuti - con alcuni dirigenti della nostra Sezione e numerosi capigruppo e soci - il vessillo sezionale e i gagliardetti dei Gruppi di Collalbrigo, Collalto, Falzè di Piave, Fontigo, Ogliano, Orsago, Parè, Pieve di Soligo, Refrontolo, San Fior, S. Maria di Feletto, San Vendemiano, Sernaglia della Battaglia, Solighetto e Vazzola.
Una partecipazione quindi assai significativa, che con le altre sezioni della provincia e le molte rappresentanze di associazioni combattentistiche e d’arma e di sezioni e gruppi alpini giunte pure da altre regioni, hanno fatto ascendere a parecchie migliaia gli intervenuti a questo raduno assai bene riuscito e per il quale ha celebrato la Messa il compianto nostro cappellano sezionale don Giuseppe Tonon.
Tralasciando la cronaca, è rilevante ricordare che quest’anno sono state collocate al Bosco 157 nuove stele (costate L. 55.000 ciascuna, e per il nuovo anno il prezzo sarà sicuramente più elevato) per il cui pagamento le sezioni alpine della provincia ebbero a suo tempo ad assicurare il proprio appoggio presso i gruppi dipendenti affinché - a titolo orientativo - ogni gruppo della provincia potesse contribuire in misura di una stele all’anno (oppure una ogni 2 o 3 anni per i gruppi con pochi soci), oltre che con eventuali prestazioni per i necessari lavori di manutenzione del Bosco e che comprendono lo sfalcio dell’erba, il trasporto e posa delle stele, la ricorrente sistemazione dei sentieri.
La Sezione di Conegliano, dal cui giornale - nel numero di ottobre 1968 di Fiamme Verdi - è stata proposta l’idea di realizzare il Bosco a ricordo di tutte le Penne mozze della provincia, che cosa ha dato e fatto finora?
Meglio prima dire quanto è stato fatto dall’apposito comitato per il Bosco per quanto riguarda i Caduti alpini della zona di operatività della nostra Sezione.
Nella battaglia di Adua dell’1 marzo 1896 è morto anche Giuseppe Faraon (alpino del 7°) da Tarzo per il quale non si
ritenuto di accertare se è nato nella frazione di Corbanese dove esiste il nostro Gruppo; comunque è stata fatta la stele, come sono state fatte quelle a ricordo di cinque Caduti della campagna di Libia sicuramente nostri (due di Pieve di Soligo e uno per ciascuno dei Comuni di Godega S. Urbano, San Vendemiano e Susegana).
Della guerra 1915-18 sono state eseguite più di cento stele alle quali ne sono da aggiungere almeno una decina riferentisi al Gruppo di Soligo (frazione del Comune di Farra che ha avuto, compresa l’altra frazione di Col S. Martino, 35 caduti).
Va ora fatta una parentesi per dire che il comitato per il Bosco doverosamente comunica ai vari Comuni quando vengono programmate - secondo l’ordine cronologico per guerra e alfabetico di Comune - le stele dei propri Caduti della guerra 1915- 18, e nell’informare dell’entità della spesa, viene richiesto un possibile contributo. Dei 14 Comuni dell’area di competenza della Sezione di Conegliano (le cui 110-115 stele complessive sono - considerando la media dei prezzi - costate circa cinque milioni) hanno risposto soltanto - e li ringraziamo nuovamente - il Comune di Conegliano con L. 100.000 e il Comune di Mareno di Piave con L. 80 mila; gli altri 12 Comuni non hanno risposto nemmeno per dire che della faccenda non gliene frega niente.
Per i Caduti dell’ultima guerra sono state realizzate (sempre per il territorio della sezione coneglianese), tredici stele perché specificatamente pagate da Gruppi della Sezione o da congiunti dei Caduti cui vennero intitolate.
Per le stele (sono state fatte per non escluderle rispetto a quelle degli altri giovani commilitoni trevigiani) degli sventurati bocia morti a Gemona per il terremoto del 6 maggio dello scorso anno - Guido Da Re da Godega S.Urbano, e Pierantonio Mutti da Vazzola - nessuno ha tirato fuori una lira (nemmeno la spesa di un francobollo per ringraziare); si crede forse che sia il governo a pagare?
Cosa rimane ancora da fare? Per la guerra 1915-18 mancano da eseguire (sempre per la zona della Sezione) circa 60 stele; per la campagna d’Abissinia sono tutte da fare (anche quella di Spellanzon, Medaglia d’oro!); dell’ultima guerra ne rimangono non meno di 200 (tra cui quella del Presidente della Sezione magg. Piovesana).
Quale è stato l’appoggio della Sezione di Conegliano e dei suoi Gruppi?
A parte le offerte personali di qualche socio (primo tra tutti il comm. Alfredo Battistella), nei sei anni di lavori al Bosco le contribuzioni dei Gruppi (nulla è stato versato come Sezione) sono state le seguenti: Falzè di Piave (che ha donato le stele per tutti i propri Caduti delle due guerre! Se tutti facessero così il Bosco sarebbe già completo) L. 294.000; Sernaglia della Battaglia L. 165.000; Corbanese L. 100.000; Ogliano L. 84 mila; Collalbrigo L. 50.000; Pieve di Soligo L. 47.000; Solighetto L. 25.000 (il prezzo che a quel tempo aveva la stele); S. Vendemiano L. 5.000. Totale L. 770 mila (a fronte della spesa sostenuta dal comitato e che si aggira sui sei milioni di lire).
Cosa farà in futuro la Sezione?
Circa 400 Alpini ed Artiglieri da montagna, nati nella zona del Coneglianese, sono morti nelle varie guerre; possibile che varie generazioni di alpini vivi degli stessi paesi non possano versare un po’ di soldi anziché tutto il sangue?
M. Altarui