1983 Anagrafe e notizie dicembre
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ANAGRAFE E NOTIZIE VARIE
Fiamme Verdi Dicembre 1983
ANDREA DACCO' VITTIMA DELLA MONTAGNA
Salire la montagna ha sempre significato intento di raggiungere più ampia visione delle bellezze della natura:
vuol dire farlo con le proprie energie, dominando passo a passo la croda in modo che la conquista della vetta riservi il premio agli audaci che in tal modo cantano il loro inno alla vita.
Ma il destino atroce ha troncato - il 23 agosto, sul Velo della Madonna, nelle affascinanti Pale di S. Martino - il canto di Andrea Daccò, amatissimo figlio dell’amatissimo nostro Giovanni, e dei suoi compagni di cordata Carlo Canciani e Aldo Fava.
La perdita del prof. Andrea Daccò - di 29 anni, insegnante di musica a Vittorio Veneto e che era in procinto di esplicare la sua professione anche al «Benvenuti» di Conegliano - è una perdita incolmabile per la sua famiglia ed altrettanto grave per le molte organizzazioni che beneficiavano della sua preparazione culturale e della sua sempre premurosa disponibilità. Il comm. Giovanni Daccò, presidente della Banda musicale cittadina, lo aveva preziosissimo collaboratore anche nel complesso bandistico di Conegliano.
Alle esequie - svoltesi nella chiesa di S. Martino, gremita di amici e di rappresentanze - si è avuta la riprova di quanto affetto meritarono Andrea e i suoi sventurati compagni, di quanta commossa partecipazione tutti hanno avuto per le desolate famiglie, assieme alle quali - e con particolare commozione per quella dell’amico Giovanni - piangiamo le tre giovani vittime immolatesi sull’altare del giovanile ardimento.
vuol dire farlo con le proprie energie, dominando passo a passo la croda in modo che la conquista della vetta riservi il premio agli audaci che in tal modo cantano il loro inno alla vita.
Ma il destino atroce ha troncato - il 23 agosto, sul Velo della Madonna, nelle affascinanti Pale di S. Martino - il canto di Andrea Daccò, amatissimo figlio dell’amatissimo nostro Giovanni, e dei suoi compagni di cordata Carlo Canciani e Aldo Fava.
La perdita del prof. Andrea Daccò - di 29 anni, insegnante di musica a Vittorio Veneto e che era in procinto di esplicare la sua professione anche al «Benvenuti» di Conegliano - è una perdita incolmabile per la sua famiglia ed altrettanto grave per le molte organizzazioni che beneficiavano della sua preparazione culturale e della sua sempre premurosa disponibilità. Il comm. Giovanni Daccò, presidente della Banda musicale cittadina, lo aveva preziosissimo collaboratore anche nel complesso bandistico di Conegliano.
Alle esequie - svoltesi nella chiesa di S. Martino, gremita di amici e di rappresentanze - si è avuta la riprova di quanto affetto meritarono Andrea e i suoi sventurati compagni, di quanta commossa partecipazione tutti hanno avuto per le desolate famiglie, assieme alle quali - e con particolare commozione per quella dell’amico Giovanni - piangiamo le tre giovani vittime immolatesi sull’altare del giovanile ardimento.
CONFIDENZIALE
Non stupro, non violenza e tantomeno rassegnata accondiscendenza. Sta di fatto che, e la notizia è fondatissima, la
nostra sezione è rimasta, per così dire, "incinta".
Diretti responsabili e padri carismatici di questo 28° figlio, non i soliti ignoti ma Carlo Breda, Giovanni Carlet, Mario Longhino e Mario Luca.
Confidandoci l’evento, che luna più luna meno avverrà nell’ottobre 1984 presso la zona patriarcale di Lourdes-Moro, ci hanno comunicato il nome che gli verrà imposto: GRUPPO CONEGLIANO M.O. PIETRO MASET.
Per dovere d’informazione abbiamo citato i nomi di quelli che ci son dati a sapere, quelli cioè che spingono l’iniziativa con entusiasmo e che hanno trovato subito ampia simpatia nei compagni Alpini.
Fatto il primo passo e conosciuta l’iniziativa sembra che le adesioni stiano veramente fioccando, tant’è che per la costituzione ufficiale c’è già qualcosa che bolle in pentola.
Al pargoletto il nostro benvenuto con i migliori auguri.
Diretti responsabili e padri carismatici di questo 28° figlio, non i soliti ignoti ma Carlo Breda, Giovanni Carlet, Mario Longhino e Mario Luca.
Confidandoci l’evento, che luna più luna meno avverrà nell’ottobre 1984 presso la zona patriarcale di Lourdes-Moro, ci hanno comunicato il nome che gli verrà imposto: GRUPPO CONEGLIANO M.O. PIETRO MASET.
Per dovere d’informazione abbiamo citato i nomi di quelli che ci son dati a sapere, quelli cioè che spingono l’iniziativa con entusiasmo e che hanno trovato subito ampia simpatia nei compagni Alpini.
Fatto il primo passo e conosciuta l’iniziativa sembra che le adesioni stiano veramente fioccando, tant’è che per la costituzione ufficiale c’è già qualcosa che bolle in pentola.
Al pargoletto il nostro benvenuto con i migliori auguri.
DONO DI MONS. RAFFAELE PIVETTA
Il nostro carissimo cappellano sezionale, mons. Raffaele Pivetta, ha realizzato in pregevolissimo fascicolo la raccolta
delle notizie sui Caduti alpini - dell’area in cui opera la nostra Sezione - nella guerra 1915-18.Il lavoro - che sicuramente è costato non poca dedizione e diligenza, per desumere e riclassificare i dati contenuti nel libro di M. Altarui «Penne nere trevigiane nella guerra 1915-18» - è altresì prezioso perchè l’accennata opera di Altarui è da tempo esaurita. E contiene, oltre al quadro delle cariche sezionali, una piccola raccolta di testi di canzoni della prima guerra mondiale.
Al caro mons. Pivetta rivolgiamo, con l’augurio per la sua salute, il ringraziamento nostro e delle famiglie dei nostri Caduti.
LUTTI
• Gruppo Conegliano - città
Profondo cordoglio ha suscitato tra nostri soci e tutta la popolazione coneglianese la scomparsa del maestro magg. Francesco Gugel, avvenuta il 14 agosto.
Ai funerali, svoltisi nella chiesa della Madonna delle Grazie, ha partecipato un’eccezionale folla. Molti gli alpini presenti, accompagnati dal Vessillo della Sezione e dai diversi gagliardetti dei gruppi. Alla fine della Messa, in un’atmosfera di palese commozione, il vice presidente Brunello ha dato l’addio al caro amico Francesco a nome di di tutti gli alpini ed amici.
Francesco Gugel - penna bianca, egli infatti aveva raggiunto il grado di maggiore - è stato per molti anni consigliere della Sezione ed ultimamente faceva parte del comitato dei probiviri. Amava i suoi alpini, amava la nostra associazione, era sempre disponibile e pronto a dare buoni consigli.
Egli fu per molti anni esemplare insegnante nelle scuole elementari. Dai suoi scolari viene ricordato con molta simpatia ed affetto, perchè è stato di esempio per la sua spiccata dote di umanità e modestia. Da qualcuno veniva chiamato il "guerriero", anche se qualche volta si dimostrava burbero e grintoso nei gesti, egli era buono, inflessibile e giusto.
Noi lo rammentiamo per la sua serietà e coerenza di ideali, che fanno onore all’uomo e all’alpino.
La sua lunga "naja" ebbe inizio nel 1935, quando dopo il corso ufficiali, di prima nomina quale sottotenente, fu a Vipiteno. Posto in congedo nell’ottobre 1937 vi rimase per poco tempo, poiché nel maggio del 1939 tu richiamato per esser inviato, con la nave ‘"Po", in Africa al 41° battaglione coloniale. Ivi combatté con il grado di tenente e nel settembre dello stesso anno, fu decorato di medaglia di bronzo dallo stesso Duca D’Aosta. Fece ritorno in Patria nel marzo del 1940, e dopo pochi giorni si sposò.
Nei 1942 fu nuovamente richiamato ed inviato in Francia. L’8 settembre 1943 fu fatto prigioniero dai tedeschi e portato nei campi di lavoro in Olanda e successivamente nei lagher della Polonia (Offenberg Siedee - Laudobasten), baracca n. 18. Fuggito durante un bombardamento, fu presto fatto prigioniero dagli inglesi, a Saltan. Finita la guerra, liberato, giunse in Patria e finalmente a casa, ad abbracciare i suoi cari, il 29 settembre 1945.
Gli alpini della sezione rinnovano ai familiari le più sentite condoglianze.
Profondo cordoglio ha suscitato tra nostri soci e tutta la popolazione coneglianese la scomparsa del maestro magg. Francesco Gugel, avvenuta il 14 agosto.
Ai funerali, svoltisi nella chiesa della Madonna delle Grazie, ha partecipato un’eccezionale folla. Molti gli alpini presenti, accompagnati dal Vessillo della Sezione e dai diversi gagliardetti dei gruppi. Alla fine della Messa, in un’atmosfera di palese commozione, il vice presidente Brunello ha dato l’addio al caro amico Francesco a nome di di tutti gli alpini ed amici.
Francesco Gugel - penna bianca, egli infatti aveva raggiunto il grado di maggiore - è stato per molti anni consigliere della Sezione ed ultimamente faceva parte del comitato dei probiviri. Amava i suoi alpini, amava la nostra associazione, era sempre disponibile e pronto a dare buoni consigli.
Egli fu per molti anni esemplare insegnante nelle scuole elementari. Dai suoi scolari viene ricordato con molta simpatia ed affetto, perchè è stato di esempio per la sua spiccata dote di umanità e modestia. Da qualcuno veniva chiamato il "guerriero", anche se qualche volta si dimostrava burbero e grintoso nei gesti, egli era buono, inflessibile e giusto.
Noi lo rammentiamo per la sua serietà e coerenza di ideali, che fanno onore all’uomo e all’alpino.
La sua lunga "naja" ebbe inizio nel 1935, quando dopo il corso ufficiali, di prima nomina quale sottotenente, fu a Vipiteno. Posto in congedo nell’ottobre 1937 vi rimase per poco tempo, poiché nel maggio del 1939 tu richiamato per esser inviato, con la nave ‘"Po", in Africa al 41° battaglione coloniale. Ivi combatté con il grado di tenente e nel settembre dello stesso anno, fu decorato di medaglia di bronzo dallo stesso Duca D’Aosta. Fece ritorno in Patria nel marzo del 1940, e dopo pochi giorni si sposò.
Nei 1942 fu nuovamente richiamato ed inviato in Francia. L’8 settembre 1943 fu fatto prigioniero dai tedeschi e portato nei campi di lavoro in Olanda e successivamente nei lagher della Polonia (Offenberg Siedee - Laudobasten), baracca n. 18. Fuggito durante un bombardamento, fu presto fatto prigioniero dagli inglesi, a Saltan. Finita la guerra, liberato, giunse in Patria e finalmente a casa, ad abbracciare i suoi cari, il 29 settembre 1945.
Gli alpini della sezione rinnovano ai familiari le più sentite condoglianze.
• Gruppi Conegliano e Corbanese
Era la notte del 14 settembre quando in uno schianto tremendo due giovani vite sono state stroncate, imprigionate tra le lamiere contorte di un’Alfa 2000, vittime inconsce della loro esuberanza ed inesperienza, e come altri loro coetanei, incapaci di valutare le insidie della strada; lasciando nello sconforto e nell’immenso dolore i loro cari di cui, per uno di loro, la nonna novantenne, e nel cordoglio gli amici e tutti quelli che li conoscevano.
Erano due amici alpini: Campo Dall’Orto Maurizio nato nel 1963, in servizio militare di leva - ancora per pochi giorni - presso la compagnia comando del battaglione Gemona a Tarvisio, figlio di Antonio classe 1928, anch’egli alpino del battaglione Cividale, come pure il fratello Paolo del 1961, che aveva prestato servizio di leva nel battaglione Tolmezzo; e Luca Alfredo nato nel 1960 artigliere da montagna del gruppo Belluno, orfano di padre, morto pochi giorni prima della tragedia.
Ai funerali svoltisi nella parrocchia della Madonna di Lourdes, dove è stata concelebrata una Messa in suffragio, hanno partecipato, oltre a numerosi alpini della sezione con gagliardetti, il capitano Vivian Francesco, il capitano cappellano militare don Carmelo e un plotone di commilitoni. Maurizio Campo Dall’Orto è stato sepolto nel cimitero di Conegliano, Alfredo Luca in quello di Corbanese.
Era la notte del 14 settembre quando in uno schianto tremendo due giovani vite sono state stroncate, imprigionate tra le lamiere contorte di un’Alfa 2000, vittime inconsce della loro esuberanza ed inesperienza, e come altri loro coetanei, incapaci di valutare le insidie della strada; lasciando nello sconforto e nell’immenso dolore i loro cari di cui, per uno di loro, la nonna novantenne, e nel cordoglio gli amici e tutti quelli che li conoscevano.
Erano due amici alpini: Campo Dall’Orto Maurizio nato nel 1963, in servizio militare di leva - ancora per pochi giorni - presso la compagnia comando del battaglione Gemona a Tarvisio, figlio di Antonio classe 1928, anch’egli alpino del battaglione Cividale, come pure il fratello Paolo del 1961, che aveva prestato servizio di leva nel battaglione Tolmezzo; e Luca Alfredo nato nel 1960 artigliere da montagna del gruppo Belluno, orfano di padre, morto pochi giorni prima della tragedia.
Ai funerali svoltisi nella parrocchia della Madonna di Lourdes, dove è stata concelebrata una Messa in suffragio, hanno partecipato, oltre a numerosi alpini della sezione con gagliardetti, il capitano Vivian Francesco, il capitano cappellano militare don Carmelo e un plotone di commilitoni. Maurizio Campo Dall’Orto è stato sepolto nel cimitero di Conegliano, Alfredo Luca in quello di Corbanese.
• Gruppo di Conegliano - città
In settembre si è spento il socio Giovanni Zaia classe 1920, artigliere da montagna del gruppo Conegliano; aveva combattuto sul fronte greco-albanese e in territorio jugoslavo.
In settembre si è spento il socio Giovanni Zaia classe 1920, artigliere da montagna del gruppo Conegliano; aveva combattuto sul fronte greco-albanese e in territorio jugoslavo.
• Gruppo di Fontigo
Orlando De Luca della classe 1924 è deceduto il 3 ottobre. Ex internato, è stato promotore ed infaticabile animatore del gruppo.
Orlando De Luca della classe 1924 è deceduto il 3 ottobre. Ex internato, è stato promotore ed infaticabile animatore del gruppo.
• Gruppo di S. Maria - S. Pietro di Feletto
Benché da molto sofferente, vivissima commozione ha destato la repentina morte del vice capogruppo Giacomo Doimo, classe 1924, avvenuta alla fine di giugno. Ha lasciato un grande vuoto nella famiglia e tra gli alpini. Egli fu un onesto lavoratore, cittadino probo e stimato; fondatore e solerte animatore di tutte le attività del gruppo.
Portato a spalla dai suoi amici alpini, lo hanno accompagnato all’ estrema dimora tutti i soci del gruppo con il gagliardetto, inoltre i gagliardetti di Collalbrigo, Parè, e Refrontolo, e numerosa cittadinanza.
Ai familiari rinnovate condoglianze.
Benché da molto sofferente, vivissima commozione ha destato la repentina morte del vice capogruppo Giacomo Doimo, classe 1924, avvenuta alla fine di giugno. Ha lasciato un grande vuoto nella famiglia e tra gli alpini. Egli fu un onesto lavoratore, cittadino probo e stimato; fondatore e solerte animatore di tutte le attività del gruppo.
Portato a spalla dai suoi amici alpini, lo hanno accompagnato all’ estrema dimora tutti i soci del gruppo con il gagliardetto, inoltre i gagliardetti di Collalbrigo, Parè, e Refrontolo, e numerosa cittadinanza.
Ai familiari rinnovate condoglianze.
• Gruppo di Susegana
Partecipiamo al lutto anche degli alpini di Susegana per l'avvenuto decesso della madrina del Gruppo contessa Caterina Velluti Mocenigo.
Partecipiamo al lutto anche degli alpini di Susegana per l'avvenuto decesso della madrina del Gruppo contessa Caterina Velluti Mocenigo.
NASCITE
• Gruppo di Collalto
li socio Adriano Poi ha avuto, il giugno, in dono dalla sua sposa Mirella la Stella Alpina Erika.
Grande gioia anche in casa del socio Lino Padoin, per Patrizio, donato dalla sposa Firmina.
li socio Adriano Poi ha avuto, il giugno, in dono dalla sua sposa Mirella la Stella Alpina Erika.
Grande gioia anche in casa del socio Lino Padoin, per Patrizio, donato dalla sposa Firmina.
• Gruppo di San Fior
La stellina Daniela è giunta 18 novembre ad allietare la famiglia del segretario del Gruppo Giancarlo Perencin e della sua sposa signora Bertilla.
La stellina Daniela è giunta 18 novembre ad allietare la famiglia del segretario del Gruppo Giancarlo Perencin e della sua sposa signora Bertilla.
• Gruppo di Collalbrigo
La signora Katia, sposa del socio Livio Paganin, ha portato grande gioia in famiglia dando alla luce il primogenito Matteo.
Anche in casa del socio Alvise Zanco grande festa per il dono portato dalla sposa Maria Rosa del maschietto Luca, per la felicità anche della sorellina.
La signora Katia, sposa del socio Livio Paganin, ha portato grande gioia in famiglia dando alla luce il primogenito Matteo.
Anche in casa del socio Alvise Zanco grande festa per il dono portato dalla sposa Maria Rosa del maschietto Luca, per la felicità anche della sorellina.