1983 Assemblea Sezionale
Attività > Attività 1983
ASSEMBLEA DEI DELEGATI
Fiamme Verdi Giugno 1983
La quasi totalitaria presenza dei Delegati dei Gruppi (128 su 142) ha significato l’interesse dei gruppi della sezione per gli argomenti di discussione all’Assemblea ordinaria svoltasi a Conegliano nella sala riunioni, messa a disposizione gentilmente dalla Parrocchia Pio X.
Dopo il saluto del presidente sezionale prof. Giacomo Vallomy, è stato chiamato a presiedere la riunione il cav. uff. prof. Desiderio Viezzer, mentre a fungere da segretario è stato nominato Steno Bellotto, e quali scrutatori i soci Gianpaolo Bazzacco, Alessandro Moretti e Vincenzo Signorotto
Il presidente dell’Assemblea, dopo aver ringraziato per la fiducia accordatagli, ha invitato i Delegati ad ascoltare la relazione morale del presidente Vallomy, il quale ha brevemente riassunto come segue l’attività svolta dalla sezione nei corso dell’anno 1982:
Penso di essere sufficientemente abile nel ridurre, semplificare la mia relazione nella quale esporrà delle cose che sono o che dovrebbero essere note a tutti voi, perchè già sono semestralmente illustrate dalla diligenza e dalla oculatezza del Comitato di redazione del giornale «Fiamme Verdi», il vice presidente Brunello, il segretario Steno e il direttore prof. Mario Altarui ai quali va il mio ringraziamento. Comunque sarà breve e mi atterrà ai fatti, e di questi metto in rilievo in modo particolare gli avvenimenti della sezione che hanno singolare risonanza.
Come tutti gli anni anche il 1982 ha avuto delle celebrazioni a carattere sezionale, che sono state tre:
A Corbanese, in marzo. Il capogruppo e i suoi collaboratori hanno organizzato una manifestazione che si distingue per lo scoprimento di un cippo e del nome alla scuola elementare, Notevole è stata la partecipazione dei gruppi e la rappresentanza di alpini intervenuti. L’organizzazione è stata accurata e il cav. Maset merita un riconoscimento per la cura con cui è stata preparata la festa. Non ci sono mai state stonature, forse l’unica stonatura, quel breve discorso del sottoscritto. Sono venuto via insoddisfatto di me stesso, nel senso che certe volte capita, ma non sempre si è ispirati felicemente, e in quella occasione la memoria mi ha tradito.
Poi, domenica 6 giugno, altra manifestazione importante e a carattere sezionale a Sernaglia, dove è stato celebrato il 200 anniversario della fondazione del Gruppo; è stata una giornata intensa. Mi ha colpito in modo particolare, durante la S. Messa, il discorso di Mons. Corazza: è stato un bellissimo discorso di lode agli Alpini, ma un discorso che ha occupato parecchio della mattinata, seguito poi da canti patriottici. Successivamente l’inaugurazione della “fontanella”, interessante! Poi riunione sul sagrato, consegna di Targhe agli Alpini anziani, discorso del maestro Gobbato, discorso del Sindaco, intervento di un vecchio alpino, breve discorso del Capogruppo Bortot, discorso dell’on. Corder e finalmente l’oratore ufficiale, sotto un sole cocente con la gente che se la squagliava. Intervento brevissimo del sottoscritto.
Perché vi ho letto tutta questa tiritera? Non per fare un torto a Bortot perchè la festa è realmente ben riuscita, però abbastanza noiosa . . . pesante.
Solo per dire che, in avvenire quando c’è la necessità di organizzare le manifestazioni, bisogna essere misurati nel pretendere la presenza degli oratori, per il resto anche a Sernaglia le cose sono riuscite inappuntabilmente.
Ma, dato che sono in argomento io vorrei pregarvi, e questo anche su suggerimento del cav. Maset che in un consiglio ha portato questo problema, quando in una manifestazione un Gruppo decide di scegliere chi deve parlare, bisogna normalmente cercare di evitare i politici puri, puri nel senso che hanno solo peso nel fatto politico. Bisogna che chi parla nelle nostre assemblee abbia un qualche addentellato con la vita alpina. Questo un suggerimento, ognuno naturalmente è libero di fare quel che vuole, però eviti possibilmente di trasformare le nostre manifestazioni in comizio. Questo naturalmente senza che nessuno se n'abbia a male; naturalmente, è un suggerimento che non è mio personale, ma che è stato discusso e approvato anche in sede consigliare.
Il giorno 25 e 26 settembre si è celebrato a San Vendemiano un Raduno che ha avuto carattere intersezionale e che ha avuto una risonanza notevole nell’ambiente alpino della Sezione.
A parte il programma assai impegnativo anche finanziariamente — vero Citron? a parte il costo del magnifico gruppo bronzeo dello scultore Cillo, dell’alzabandiera e l’inaugurazione del Viale degli Alpini, la cerimonia è riuscita perfetta, direi grandiosa, sia per l’intervento delle Sezioni quali Valdobbiadene, Vittorio Veneto, Pordenone, Treviso, Verona, Padova e della Carnia che per l’intervento massiccio dei Gruppi della nostra Sezione.
Questo lo devo sottolineare. E’ segno di buona volontà e di senso di comprensione verso chi organizza la manifestazione e nelle tre manifestazioni di quest’ anno la presenza dei Gruppi è stata veramente esemplare.
Come ho potuto notare anche il 23 gennaio scorso per la commemorazione a Solighetto del 40° anniversario della Battaglia di Nikolajewka, i Gruppi erano degnamente rappresentati ed hanno dimostrato di sentire l’ importanza di questa commemorazione. Ho letto sull’Alpino un accenno del discorso del Presidente Nazionale avv. Trentini, che ha sottolineato questo fatto:
«l’unico settore armato del nostro corpo di spedizione che s’è distinto è stato quello degli Alpini, per riconoscimento stesso delle truppe russe che hanno ammesso che, solo gli Alpini sono riusciti invitti da questa tremenda battaglia; gli unici che non si sono piegati alla strapotenza nemica, gli unici che hanno rotto l’accerchiamento e che si sono portati in salvo con la forza della loro volontà e del loro coraggio».
Questo nel suo discorso a Brescia, ed è in quella circostanza che ha potuto sostenere, confortato da questi fatti, le tesi dell’indecorosa proposta di ridurre le truppe Alpine; proposta respinta perchè gli Alpini hanno dimostrato di essere validi sia sui monti che in pianura.
Altra manifestazione, anche se non programmata e non ha avuto carattere sezionale, moralmente però l’ha avuto, è stato il raduno di maggio al Col de Fer, dove si è celebrato il 15° anniversario della posa di un gigantesco cappello alpino che domina la vallata dalle magnifiche alture sopra Soligo.
L’iniziativa del comm. Battistella è stata gradita e la partecipazione, penso, lo abbia soddisfatto; anche perchè l’organizzazione è stata signorile e inappuntabile.
La presenza della Sezione non è mancata in altre circostanze nei paesi delle Sezioni vicine.
Il 13 giugno, con la partecipazione delle Sezioni di Feltre, Valdobbiadene, Pordenone e Bassano, siamo stati presenti alla inaugurazione di un sacello alla Madonna degli Alpini sul Colle di S. Rocco a Vittorio Veneto.
E’ stata una cerimonia improntata a carattere religioso e patriottico, commovente, sottolineata in modo particolare da un discorso alato, come sa fare lui, del prof. Salvadoretti.
Domenica 27 giugno, sono stato a Feltre, con alcuni rappresentanti della nostra Sezione, per la commemorazione del 60° anniversario della fondazione di
quella Sezione.
Oltre alle nostre solite doverose partecipazioni del 25 aprile, 4 novembre ed al Bosco delle Penne Mozze, abbiamo pure presenziato il giorno 8 dicembre ad una commovente ed importante manifestazione, sempre al Bosco delle Penne Mozze, dove è stata inaugurata una lapide in memoria dei Caduti del Battaglion Cadore.
Debbo soffermarmi su una particolare data: il 4 dicembre ed è quella della cena sezionale.
L’inizio dell’anno 1982/83 sembrava un anno di ordinaria amministrazione, invece è stato un inizio eccezionale.
Eccezionale perchè in quell’occasione, merito dell’abilità del consigliere nazionale e nostro vice presidente Chies, abbiamo avuto l’onore di ospitare il Presidente nazionale avv. Trentini accolto in sede dal sottoscritto, da Chies, Brunello, Bozzoli, Steno, Mario e dal Consiglio Direttivo della Sezione. A lui è stato affidato il compito di inaugurare la restaurata nostra taverna e dopo la visita alla Sede e la successiva bicchierata ci siamo portati a Pieve di Soligo, alla « Colomba » per la cena sezionale.
Il discorso del sottoscritto, di saluto e di benvenuto all’avv. Trentini, è stato un po’ un rapporto ufficiale, nel senso che ho esposto al Presidente la situazione della Sezione ed ho avuto il piacere di dichiararmi soddisfatto, e anche il Presidente sentendo i dati riportatigli si è dichiarato entusiasta. Gli iscritti nostri sono 3424 su 27 Gruppi, ed i Gruppi sono in massima parte efficienti.
Apro una parentesi: a proposito in quell’occasione tutti i Gruppi erano rappresentati, fuorché due. Che proprio tutti i gruppi abbiano la stessa vitalità non lo potrei dire, ce n’è qualcuno che sembra inesistente, bisognerebbe che ci fosse un’opera di resurrezione, di ristrutturazione. Chiusa la parentesi.
Nel mio rapporto, in quell’occasione ho parlato dei nostri rapporti con le autorità civili, con le autorità militari e la collaborazione con i tutori della Legge.
Gli Alpini della Sezione di Conegliano, interpreti degli ideali e dello spirito dell’associazione, sono in linea con le direttive della Sede Nazionale. Siamo sempre stati in linea, nel senso che, per il modo di comportarci, abbiamo anticipato certe direttive.
Comunque, leggendo il discorso pronunciato dal Presidente Nazionale il 19 maggio a chiusura dell’Adunata Nazionale, ho rilevato alcune idee madri in quel discorso, e precisamente: il nostro legame con le forze armate, e qui vorrei dire che Conegliano tale legame lo ha sempre curato.
In modo particolare il discorso del Presidente ha sottolineato l’importanza dei Capigruppo. Penso di non aver mai fatto una relazione senza aver sottolineato questo, da quando ho la responsabilità di questa Sezione; vale a dire il riconoscimento ai Capigruppo, che sono la colonna portante della Sezione.
Altra idea madre, che in fondo noi sentiamo ma che è bene mettere in evidenza, è che le nostre manifestazioni, ed in modo particolare le nostre Adunate Nazionali, sono un movimento di uomini liberi. Tenetelo presente! Di uomini liberi che non sono convocati né con la cartolina di precetto né con gli ordini di tessera. Uomini liberi, e questa è una caratteristica che dobbiamo conservare, che dobbiamo cercare di coltivare.
In quell’occasione abbiamo avuto il piacere di fare un omaggio al Presidente; l’omaggio di un bel volume che si riferisce alle antichità, agli editti di Conegliano, omaggio che è stato molto gradito.
Ha fatto seguito una simpatica cerimonia: la consegna della Croce di Cavaliere al nostro benemerito Battista Bozzoli, che ha avuto l’onore di essere «crocefisso» dal Presidente Nazionale.
Dopo cena, sempre in quella circostanza, la visita alla Sede del Gruppo di Pieve di Soligo e relativa « castagnata ».
Ottima l’organizzazione, cav. Gai, noi in quell’occasione siamo stati lieti di vedere una così bella Sede, quasi quasi ci faceva invidia. E qui mi è doveroso ringraziare Paolo Gai, in modo particolare, per aver contribuito in forma concisa per la buona riuscita della serata.
Per dire la buona impressione che ha avuto il nostro Presidente Nazionale del nostro raduno, mi è stata data conferma da un mio amico, il prof. Conciai di Bologna, che alcuni giorni dopo della visita di Trentini mi ha appositamente telefonato per dirmi:
« Dì ai tuoi Alpini che il Presidente Nazionale è stato contento dell’accoglienza e della situazione della Sezione di Conegliano ». E questo per merito di tutti Voi.
Io non so se sia il caso di parlare in questa sede delle ultime manifestazioni: dovrebbero avvenire a Mareno, S. Lucia, a Pieve di Soligo e a Parè; ad ogni modo saremo più precisi in avvenire e verrete informati in forma esatta.
Vorrei inserire una osservazione: anche quest’anno ho avuto contatti con i Gruppi sia per pranzi che per cene. Comunque dappertutto dove sono andato ho notato buona armonia, ma soprattutto ho trovato spirito alpino, e questo è quello che importa. Chiedo scusa ma a qualcuno non ho potuto aderire in quanto o per la contemporaneità con altri o perchè fatti alla sera; voi dovete capire che «stò vecio alpino» non può andare dappertutto.
La buona impressione che il Presidente Trentini ha avuto è dovuta in modo particolare ai lavori artistici e ben riusciti che sono stati fatti in Sede: rifacimento del tetto e la trasformazione integrale della taverna. E’ bene che in questa mia relazione io nomini tutti coloro che con l’interessamento per via di denaro o con lavoro diretto hanno collaborato a queste realizzazioni:
il comm. Battistella che personalmente ha offerto un milione, Giovanni Carlet che ha raccolto offerte per 400 mila lire e anch’egli ha dimostrato buona volontà per contribuire a sanare il bilancio di quelle spese; la Cassa di Risparmio con 200 mila lire, la Banca del Friuli e la Banca di Novara con 100 mila lire ciascuna.
Comunque noi abbiamo tra noi un buon «protettore», il cav. Brunello, che essendo quotato nel mondo del denaro ha contribuito per farci ottenere queste sovvenzioni.
Hanno inoltre collaborato con materiale e mano d’opera: Antonio Cais, e Steno Bellotto con l’offerta di una stufa, i fratelli De Martin con l’offerta di una porta a soffietto, Adriano Moretti con l’offerta delle mantovane, Giovanni Daccò con le placche, Antonio Lorenzon con materiale e mano d’opera, aiutato anche dal segretario del Gruppo Refrontolo, e inoltre Mario Basso, Giuliano Casagrande, Giuliano Zanin, Giuseppe Doro, Mario De Marchi, Sante Corbanese e Toni «Lecce».
Non vorrei in sia enumerazione però aver dimenticato qualcuno ma come vedete c’è chi collabora direttamente, chi indirettamente, ma in particolare posso dire che la frequenza delle visite alla nostra Sede è segno di amore per questa Associazione, e questo deve essere sottolineato e ve ne sono grato. Anche gli Amici frequentano la nostra Sede, la quale è aperta all’ ospitalità, e qui un grazie in modo particolare a De Zan, maestro di casa assieme a Mario De Marchi, per aver organizzato anche quest’anno il ricevimento alle autorità coneglianesi con un rinfresco.
La Sede è anche aperta alle altre associazioni: gli ex-combattenti e l’Arma di Cavalleria chiedono di tenere le loro riunioni, comunque questo è segno di solidarietà.
Ho lasciato per ultimo il cav. Paolo Gai per ringraziarlo a nome di tutti noi per la sovrintendenza e per l’amore con cui ha seguito i lavori, nonché per il contributo dato per la loro ottima riuscita. Grazie Gai.
Il nostro compito, cari Alpini, è sempre più delicato, direi più impegnativo per l’avvenire; perchè il nostro impegno morale è quello di essere degni di quelli che ci hanno preceduti partecipando alla S. Messa per gli Alpini caduti, a Conegliano e altrove, e ricordando i morti recenti, coloro che abbiamo conosciuto, in quanto gli uni e gli altri sono fratelli legati a noi dagli stessi ideali.
L’avvenire nostro è indubbiamente delicato: «E’ il momento di essere uomini — come diceva Bedeschi — cioè di essere veramente degni della denominazione di uomini civili, questo è il programma che noi ci dobbiamo prefiggere per l’avvenire; se non a collaborare alla difesa dei confini, ciò non ci spetta e speriamo non ci sia bisogno, ma di collaborare in opere sociali e in opere di solidarietà umana. In questo senso mi occorre richiamare alla memoria l’opera delicata e veramente generosa del gruppo di Conegliano-città (come lo fanno altri gruppi), ben diretto dal cav. Tullio De Vido, verso gli ospiti di Casa Fenzi, verso quelle persone che si sentono in certo modo emarginate. Anche il consigliere Cais ha contribuito in questo senso perché ha voluto che i canti e l’allegria delle canzoni alpine allietassero la mestizia degli anziani della Casa Fenzi, perciò io vi ringrazio e penso che per l’avvenire noi dovremmo metterci su quel binario. E giacché siamo in tema di anziani dovremmo pensare anche al nostro 60 anniversario di fondazione, che è alle porte. Io spero che, per quell’occasione e per quella preparazione, ci sarà al mio posto uno più degno e più giovane di me, comunque, sin da adesso noi dobbiamo mettere le mani avanti per vedere di non farci sorprendere, anche nel pensare ad una opera che sia degna del nostro programma e degna dei nostri ideali. Vi ringrazio.
La relazione del presidente prof. Vallomy è stata accolta con un fragoroso applauso di consenso.
Sono poi seguite le relazioni finanziarie del conto economico consuntivo e del preventivo della sezione dettagliatamente ed esaurientemente illustrati dal tesoriere cav. Bozzoli, e il conto economico del periodico « Fiamme Verdi » da parte del presidente del Comitato di redazione cav. Brunello.
Un solo intervento: quello di Brunello, il quale ha voluto ribadire quanto era stato detto in sede nazionale nella riunione dei presidenti di sezione a Milano, in relazione al taglio delle truppe alpine, e che successivamente
è avuto conferma, da parte degli Organi Responsabili politici
militari, che questo non avverrà più.
E il caloroso ed insistente invito del Presidente Nazionale Trentini, affinché tutte le sezioni siano fornite di un gruppo sportivo efficiente. Pertanto anche in seno alla nostra sezione dovrà sorgere un gruppo per
varie discipline sportive. Ha inoltre proposto di lasciar invariata la quota sociale spettante alla sezione, comunque non meno di duemila lire, in previsione delle particolari spese che saranno incontrate nel programma della manifestazione del 600 anniversario di fondazione. Per quanto riguarda « Fiamme Verdi» ha avuto la conferma che viene letto, in quanto sono state rilevate alcune involontarie
missioni ed errori di stampa.
Prima che si chiudessero i lavori, è nuovamente intervenuto il presidente della sezione Vallomy, il quale ha aggiunto: «Come critico di me stesso ho dimenticato di farvi una raccomandazione, superflua direte, ma bisogna farla: l’Adunata di Udine. Inutile dire che noi, vicini al Friuli, saremo con una rappresentanza formidabile. Qualcuno dirà perchè ad Udine. Quest’anno ricorre il millenario di fondazione della Città di Udine, che sembra sia sorta nel 983, e quindi perdonate questo mio intervento che è stato fatto unicamente per raccomandarvi sin da adesso di prepararvi ad intervenire in modo veramente degno, perchè Udine merita questo».
Infine il presidente dell’Assemblea prof. Viezzer, che ringraziando gli intervenuti nell’esporre i bilanci, per la loro chiarezza, ha messo in risalto la grande disponibilità e il sacrificio di Mario De Marchi nella quotidiana presenza e gestione della taverna, e che merita pertanto il riconoscimento di tutti gli alpini della sezione.
Chiuse le discussioni, il presidente dell’Assemblea ha chiesto la approvazione dei bilanci e delle proposte: l’approvazione è stata unanime. Si è proceduto alla nomina dei Delegati all’Assemblea Nazionale, e quindi sono seguite le operazioni di voto per il rinnovo parziale del Consiglio Direttivo. Dopo lo scrutinio delle schede e l’annuncio dei risultati, il prof. Viezzer ha dichiarato conclusa la riunione.
Il 22 marzo si è riunito il Consiglio, e dopo la lettura del verbale delle votazioni, il presidente prof. Vallomy ha ringraziato i consiglieri — cessati per mancata rieleggibilità come da regolamento sezionale — geom. Lino Chies, Elio Granzotto, cav. uff. prof. Desiderio Viezzer e Giuliano Zanin, esprimendo loro la gratitudine per l’operosa e fattiva collaborazione in seno alla sezione; ha dato quindi il benvenuto ai nuovi eletti, ringraziando fin d’ora per il contributo che vorranno dare per le ulteriori fortune della sezione stessa.
Pertanto il Consiglio Direttivo e gli incarichi sono stati così distribuiti:
Presidente: cav. uff. prof. Giacomo Vallomy; Vice Presidente enot. Luigino Basso e il cav. Renato Brunello; Segretario Steno Bellotto; Tesoriere cav. Battista Bozzoli; Consiglieri: cav. Olindo Battistuzzi, Ezio Berlese, cav. Battista Bozzoli, Antonio Cais, arch. Gianfranco Calderari, ing. Antonio Cancian, Domenico Cusin, Antonio Dal Pos, enot. Pietro De Zan, cav. Paolo Gai, Domenico Gava, Fabrizio Gava, Lionello Frare, Gilberto Loschi, cav. Mario Maset e Tarcisio Stella. Revisori dei conti: comm. Alfredo Battistella, Giovanni Carlet e cav. Vittorio Padovan.
Delegati all’Assemblea nazionale: prof. Giacomo Vallomy, cav. Igino Citron, cav. Giovanni Zanella, Luigi Battistuzzi, Antonio Lorenzon, enot. Pietro De Zan, cav. Paolo Gai e cav. Ernesto Visentin.
Giornale Fiamme Verdi: direttore responsabile comm. prof. Mario Altarui. Comitato di redazione e corrispondenti de «L’Alpino» cav. Renato Brunello presidente e Steno Bellotto. Probiviri: prof. R. Piaia, D. Rusalen e F. Bortolotto. Alfiere del Vessillo e addetto alla chiesetta della Madonna della Neve: cav. Olindo Battistuzzi. Addetto aI Museo della sede: Giuliano Zanin, Addetto alla manutenzione della sede sezionale: cav. Paolo Gai. Addetto alla taverna: Mario De Marchi. Addetto alle pubbliche relazioni: enot. Pietro De Zan. Organizzazione ricreativa e culturale: Antonio Cais. Addetti allo sport: enot. Luigi Basso e Ezio Berlese. Addetto ai rapporti tra gruppi e sezione: cav. Mario Maset. Responsabile per la banda musicale: Giovanni Carlet. Rapporti con il o Bosco delle Penne Mozze »: cav. Renato Brunello.
Ai componenti dei rinnovati organi sezionali auguriamo buon lavoro.
Ricordiamo con l’occasione i ricoperti incarichi di capogruppo:
BARBISANO - Giuseppe Busetto
BIBANO-GODEGA - cav. Vittorio Padovan
CONEGLIANO-CITTA’ - cav. Tullio De Vido
COLFOSCO - Angelo Collotto
COLLALBRIGO - Paolo Da Ruos
COLLALTO - Valerio Collet
CORBANESE - cav. Mario Maset
FALZE’ - Pietro Breda
FONTIGO - Fermo Stramare
GAIARINE - dott. Costantino Cavarzerani
MARENO - Francesco Salvador
OGLIANO - Mansueto Serafin
ORSAGO - Luigi Battistuzzi
PARE’ DI CONEGLIANO - cav. Giovanni Zanella
PIEVE DI SOLIGO - cav. Paolo Gai
PIANZANO - Virgilio Pradella
REFRONTOLO - Antonio Lorenzon
S. LUCIA DI PIAVE - Davide Bernardi
SAN FIOR - Remigio Chies
S. MARIA - S. MICHELE DI F. - Virgilio Da Dalto
S. PIETRO DI FELETTO - Narciso Piccin
SAN VENDEMIANO - cav. Igino Citron
SERNAGLIA - Livio Bortot
SOLIGO - cav. uff. prof. Desiderio Viezzer
SOLIGHETTO - cav. Giovanni Pansolin
SUSEGANA - Luigi Maretto
VAZZOLA - cav. Ernesto Visentin