1984 Annuale incontro con i comandanti
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Annuale incontro con i comandanti della «Julia» del «Cadore» e autorità
Fiamme Verdi Giugno 1984
Alle volte si rimane perplessi e timorosi di incorrere in ripetizioni inutili e riportare cronache che a prima vista potrebbero apparire superflue per la povertà del contenuto o perché trattasi di argomenti di ordinaria amministrazione. Ma quel poco che stiamo per scrivere, anche se si riferisce ad avvenimento ripetibile di anno in anno, merita tutta la nostra attenzione per il suo reale e prezioso significato.
Intendiamo riferirci all’incontro conviviale avvenuto prima di Natale dei dirigenti sezionali e capi- gruppo con ufficiali della Brigata alpina «Julia» e della Brigata alpina «Cadore» e con le autorità civili e militari del luogo.
L’ultradecennale esemplare iniziativa, ha lo scopo precipuo di coltivare i rapporti di uomini, che oggi in abito civile, hanno riproposto all’attenzione della società la nuova figura dell’ufficiale alpino.
Trova fondamento e giustificata preoccupazione nello specifico ruolo e nelle elevate mansioni, l’espletamento della propria funzione di chi ha la responsabilità culturale e giuridica dei giovani, che, sia pure per breve tempo, entrano a far parte di una organizzazione disciplinare subordinata, diversa nella sostanza, a quella civile. Ecco che nei contesto generale di una società che ha mille problemi, problemi che si riversano sui cittadino e in particolare sul giovane — alcune volte assai sprovveduto — essi rimangono in gran parte irrisolti. E questi giovani carichi di esperienze, o esperti nella parte negativa del comportamento individuale, vengono collocati a compiere un servizio, sostanzialmente delicato, a livello civico-culturale di formazione e di temperamento del proprio carattere.
Ciò è sentito e manifestato dai comandanti dei reparti alpini, i quali consci della grande responsabilità studiano e raccolgono utili indirizzi per il conseguimento, nei limiti possibili, di quegli obiettivi, che sono gli obiettivi di una sana società. Noi fraterna mente li incoraggiamo e auguriamo loro di fare parte di quegli educatori di cui abbiamo tanto bisogno.
A tale simposio hanno partecipato numerosi alpini della sezione, parecchi ufficiali delle accennate Brigate «Julia» e «Cadore», il sindaco dr. Giubilato e il comandante la tenenza delle Fiamme Gialle ten. Battaglini.
Il presidente sezionale prof. Vallomy, il col. Tognellini della Brigata «Cadore», il col. Bragagnolo della Brigata «Julia» hanno manifestato il proprio compiacimento e dato risalto al significativo appuntamento, augurando un buon Natale e un migliore anno nuovo, mentre il sindaco dr. Pietro Giubilato — dopo lo scambio di doni — si è così espresso:
Carissimi Alpini.
Ho accolto molto volentieri anche quest’anno il Vostro cortese invito a partecipare alla tradizionale cena sociale della sezione perché il ritrovarsi nella a- mica e simpatica famiglia alpina è un momento di felice incontro con chi più di ogni altro rappresenta per eccellenza il nostro esercito e quindi la parte più significativa dei cittadini.
E’ bello e gradito che ogni anno si ripeta questo simpatico incontro perché sta a confermare che il senso della amicizia, della familiarità, dello spirito di corpo non tramontano mai fra gli alpini e la comunità civile in generale e quella cittadina in particolare.
Voi infatti, che avete dimostrato di conoscere e vivere il sacrificio, il senso della solidarietà umana, il vero amore alla Patria e alle sue istituzioni, siete e dovete continuare ad essere un qualificato punto di riferimento sicuro, specialmente in questi momenti difficili che il nostro Paese ed il mondo intero stanno attraversando.
Il leggendario spirito di corpo che vi rende solidali tra voi si è dilatato più volte, in varie occasioni, in uno spirito di solidarietà fraterna che la comunità civile ha fortemente apprezzato.
La vostra epopea vi colloca idealmente sulle montagne, nella suggestiva cornice di rocce e ne- vi eterne, nel ricordo eroico delle gelate steppe russe e della rossa Vojussa. Ma voi oggi — non più in armi .— e però coscienti della vostra gloriosa storia volete rappresentare e sentire con diritto di essere, un lievito e una componente determinante della più sana e genuina comunità, esempio non solo ammirato ma imitato da tanti, come segno e sprone alla consapevolezza, alla responsabilità e alla concreta collaborazione morale e civile.
Vi ringrazio pertanto per tutti questi nobili sentimenti che suscitate e formulo fervidi auspici che essi, assieme alla vostra fede ed alla vostra volontà servano e contribuiscano positivamente all’aggregazione di tutte le forze sane e vitali che vogliono la nostra Patria viva e prospera nella libertà e nella giustizia.
Buon arrivederci!
R. BRUNELLO