1986 Assemblea sezionale
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ASSEMBLEA SEZIONALE
Fiamme Verdi Giugno 1986
L‘annuale assemblea sezionale dei delegati
Confortevole bilancio del 60° della Sezione
Confortevole bilancio del 60° della Sezione
A seguito avviso di convocazione diramato dalla Presidenza della sezione, il 2 marzo ha avuto luogo in Conegliano presso la sala riunioni della Parrocchia S. Pio X, l'Assemblea ordinaria dei Delegati per la trattazione e deliberazione del seguente ORDINE DEL GIORNO
1 Verifica dei poteri;
2 Nomina del Presidente e del Segretario dell’Assemblea e di almeno due scrutatori;
3 Lettura del verbale dell’ Assemblea precedente;
4 Rendiconto morale della Sezione per l’anno 1985;
5 Esposizione del rendiconto consuntivo anno 1985 e del bilancio preventivo per l'anno 1986;
6 Relazione sul periodico Fiamme Verdi »;
7 Relazione dei Revisori dei Conti;
8 Discussioni sulle relazioni;
9 Quota sociale 1987;
10 Nomina di otto Delegati all’Assemblea di Milano;
11 Elezione mediante votazione di n. 6 consiglieri in sostituzione di: Basso Luigi, Calderari Gianfranco, De Zan Pietro e Stella Tarcisio, scaduti e rieleggibili per un altro solo mandato e di Cusin Domenico e Dal Pos Antonio, scaduti ma non rieleggibili.
* * *
L’Assemblea andata deserta in prima convocazione alle ore 8, è stata dichiarata valida in seconda, convocazione alle ore 9 per la presenza in persona e per delega di n. 161 Delegati sui n. 161 aventi diritto.
Constatata la validità dell’ Assemblea e delle delibere a norma degli art. 7 e seguenti dello Statuto Nazionale, il Presidente Vallomy dopo aver rivolto un saluto ai presenti, invita i Delegati a nominare il Presidente e il Segretario dell’Assemblea ed almeno 2 scrutatori.
L’Assemblea nomina quale presidente il prof. Desiderio Viezzer e quale segretario Steno Bellotto; scrutatori vengono nominati: Moretti Alessandro, Dall’Anese Antonio e Pilla Michele.
Dopo aver ringraziato i presenti per la fiducia accordatagli il prof. Viezzer chiarisce che il punto i viene volutamente saltato in quanto la Verifica dei poteri verrà fatta alla fine in occasione della consegna delle schede di votazione.
Prima di dare inizio ai lavori dell’Assemblea invita i presenti ad ascoltare la lettura del verbale dell’Assemblea precedente a meno che non o diano per letto ed approvato in quanto ampiamente relazionato sul periodico «Fiamme Verdi» di giugno. L’Assemblea lo dà per letto ed approvato e si passa quindi al punto 40: alla relazione morale.
Cede pertanto la parola al presidente Vallomy che così si esprime:
Purtroppo durante l’anno sociale testé concluso alcuni dei nostri soci sono andati avanti, come si suoi dire, e penso che sia doveroso da parte mia dare inizio alla nostra assemblea ricordandoli.
Siccome sono diversi quelli di cui vi dovrò parlare, vi dirò di osservare un minuto di raccoglimento dopo, trovando inutile di farvi restare in piedi per tanto tempo, e se volete recitare un «Requiem» lo potete fare anche stando seduti ed in silenzio.
Il 3 marzo ricevo una telefonata dal Vice Presidente Bozzoli, ero appena tornato da un viaggio e da una sorpresa trovata in casa: ho trovato la casa sconquassata dai ladri. E’ una notizia ancora più grave, quella datami da Bozzoli un anno fa, la morte del nostro indimenticabile Presidente Nazionale Franco Bertagnolli. Lo ricordiamo! Non sarà dimenticata tanto presto la figura di Franco Bertagnolli, noi gli abbiamo voluto bene e soprattutto qui nel Veneto abbiamo potuto apprezzare la sua opera, che tanto bene ha fatto ai sinistrati del Friuli e che tanto bene morale ha dato alla nostra Ass. Naz. Alpini.
Domenica 29 Settembre alle ore 16 abbiamo accompagnato Lorenzo Vinera all’ultima Dimora. Un capogruppo benemerito e un alpino che ha fatto onore al gruppo di San Fior, La testimonianza e la presenza di tanti gagliardetti dei gruppi è la prova migliore del bene che noi si voleva a Lorenzo Vinera.
Giovedì 31 ottobre altra grave notizia, altro grave lutto; Fossaluzza Egilberto, uno dei fondatori del gruppo S. Lucia, veniva accompagnato all’ultima dimora. Un banale incidente aveva stroncato la vita di un uomo che aveva si e no 60 anni e che era ben voluto da tutti.
La presenza di amici, di alpini e di tante persone nella Chiesa di S. Lucia hanno anche qui testimoniato la commovente partecipazione di tutti quelli che Io conoscevano.
Sabato 23 novembre, alle ore 15, abbiamo accompagnato Giacomo Soravia in Duomo. Giacomo Soravia ha avuto il conforto di vedere, come superstite dei fondatori della Sezione, la celebrazione del 60° della Sezione ed ha chiuso il 23 novembre la sua esistenza terrena di uomo retto, di cittadino probo, di amante del lavoro, della famiglia e degli amici.
I gruppi erano tutti rappresentati con gagliardetto; il labaro della sezione l’ha salutato ed il Duomo era colmo di alpini. Nell’occasione Monsignore ha pronunciato un’orazione funebre signorile, semplice e commovente. A nome della Sezione ho salutato in Cimitero la signora e la figlia.
Mi devo giustificare di un rifiuto ad un invito gentile, che mi era venuto da alcuni, di pronunciare un discorso al camposanto; non me la sentivo ed ho detto di no perchè il cuore in quel momento non mi consentiva di fare orazioni e di parlare, anche perchè talvolta si corre il rischio di fare della retorica su di una bara.
Martedì 12 novembre a S. Lucia ancora un alpino: il dott. Messina. E’ stato capogruppo di S. Lucia e benemerito di quel gruppo; anche lui ci ha lasciati stroncato da una malattia. Consentitemi in queste commemorazioni di fare anche il nome di un alpino, direi, di desiderio. E’ morto nel febbraio 1986 Luigi Pagot. Non era Alpino, ma l’anno scorso egli avrebbe voluto lavorare, giovane com’era, per il padiglione della Nostra Famiglia a Mareno. Non potendo perchè minato dalla malattia che doveva portarlo alla tomba, ha voluto elargire 300 mila Lire come contributo suo personale.
Un alpino di elezione, e noi lo ricordiamo. Ho scritto a suo tempo alla signora a nome di tutti gli alpini della Sezione per dire come sia stato apprezzato il gesto di suo marito.
L’anno sociale della Sezione 1985 si chiude oggi ed io mi accingo ad esporre i fatti salienti che sono stati più o meno letteralmente dominati dalle giornate del 31 maggio, 1 e 2 giugno, fatti che riassumiamo nella formula: 60° della Sezione.
I resoconti, i bilanci morali-economici, gli apprezzamenti, i giudizi positivi che sono stati espressi su quelle storiche manifestazioni, suppongo che nessuno di voi le ignori, tanta è stata la documentazione scritta, orale e fotografica.
Non penso sia ancora necessario rievocare quei fatti in quanto a suo tempo illustrati con resoconti fedeli e circostanziati. Capisco come sia naturale, umano compiacimento, sentir parlare di quegli avvenimenti che sono stati oggetto di lode ed ammirazione e sono la prova duratura di quello che sanno fare gli alpini della Sezione di Conegliano.
E’ stato uno storico ed esemplare successo additato anche ultimamente ad esempio nelle riunioni del Triveneto.
Il 22 febbraio, assieme al Vice Presidente Brunello, ho partecipato alla riunione del Triveneto a Vittorio Veneto e tra le altre cose all’ordine del giorno c’era anche una discussione sul modo di organizzare le riunioni del Triveneto. Ci ha fatto piacere e ci ha riempito di orgoglio sentirci dire di come è avvenuto a Conegliano per il Triveneto; non era un complimento ma una realtà.
Naturalmente io non vorrei che ci cullassimo, come si suoi dire, sugli allori del successo ed adesso riposiamo, come mi par di aver detto su Fiamme Verdi nel saluto augurale di fine anno. Quello è stato un traguardo bello e che abbiamo raggiunto, ma deve essere anche un punto di partenza, perchè la lezione dobbiamo averla imparata, verso la direzione in cui deve operare la nostra Sezione.
Detto questo non dobbiamo però trascurare quello che potremo chiamare l’ordinaria amministrazione; per questo anche oggi rimango fedele al mio metodo, passando in rassegna i fatti e gli avvenimenti degni di nota che hanno caratterizzato la vita di parecchi dei nostri 28 gruppi.
La Sezione ha raggiunto quota 3954 soci a cui si aggiungono 140 amici degli Alpini e l’aumento delle adesioni, soprattutto le adesioni da parte dei giovani, è quello che ci persuade e che ci dice che siamo sulla buona strada.
Ho qui con me l’elenco degli iscritti ai gruppi e vedo con piacere che il gruppo Città è in testa e si fa onore, sono 323 gli iscritti al gruppo città. Lo segue San Vendemiano con 240, Santa Lucia con 211, Bibano-Godega con 200, Gaiarine e Pieve di Soligo che rasentano i 200; anche Sernaglia è stata una vera sorpresa, anche perchè ho potuto vedere il senso dell’ unione e della concordia nei soci di quel gruppo.
Guardate però che non è solo il numero degli iscritti da considerare nella valutazione dei gruppi, ci sono tante altre cose da mettere in bilancio.
I gruppi sono il tessuto connettivo della sezione e non mi stancherò mai di ripetere che la vita della sezione e dell’Associazione è intimamente legata all’esistenza ed all’efficienza dei gruppi; è pertanto logico che nella mia annuale relazione io rivolga particolarmente l’attenzione e il maggior interesse alla vita dei gruppi, per segnalarne ed incoraggiarne le iniziative, per riconoscerne i meriti, per premiarne moralmente la buona volontà, lo spirito di dedizione e di alto senso di dovere dei capigruppo e dei loro collaboratori. Durante gli anni, e sono poi molti, in cui ho avuto l’onore di presiedere la Sezione di Conegliano ho potuto conoscere, capire ed apprezzare l’opera dei capigruppo
Non è un compito facile quello del capogruppo, come del resto di chiunque debba dirigere teste quadre come gli alpini. Non è facile mantenere l’unione, la concordia fra i soci, non è agevole manovrare le situazioni che sorgono secondo le circostanze sui vari problemi e farle convergere a conclusioni unitarie. Bisogna conoscere e compatire i contrasti tra vecchi e giovani, tra chi è ambizioso e chi è remissivo, tra l’egoista e l’altruista, tra chi ama emergere e mettersi in rilievo e chi è più modesto e quindi meno espansivo; c’è chi è paziente e chi impulsivo, chi è gentile e cortese e chi è duro e spinoso.
lo non credo di offendere il Vice Presidente e nostro tesoriere cav. Bozzoli citando una frase che lui ha scritto e che mi ha tanto commosso, che vi voglio leggere. Egli ha lavorato, presiedendo il comitato per le celebrazioni del 60°, con arte ed arrivati alla conclusione di quelle feste mi ha scritto una lettera in cui insieme diceva: «Mi ritiro!». Una lettera che poi sono riuscito a far rientrare e così pure le sue dimissioni. lo mi riferisco alla difficoltà di svolgere certi compiti e la sua lettera, nel congedarsi, diceva: «Ringrazio tutti i colleghi Consiglieri, quelli che mi hanno capito ed insieme hanno voluto lavorare, come pure coloro che palesemente o subdolamente hanno preferito snobbarmi e rendermi il lavoro oneroso ed amaro. Da tutti ho imparato qualche cosa.»
lo non credo caro Bozzoli d’avermi adesso meritato il tuo biasimo, ma ho voluto citare un esempio, estremo limite delle difficoltà, riferendomi alle difficoltà quotidiane che hanno i capigruppo ed i meriti ed i disagi che hanno nel guidare il gruppo. Do atto al merito di chi le sa superare; questo è il dovere e il compito anche di un presidente; compito anche morale di scoprirle e di capirle perchè talvolta sono nascoste.
Tutta questa analisi bisogna farla per valutare il merito di chi opera, dei capigruppo in particolare, ai quali io rivolgo in questa occasione il mio saluto e l’espressione della mia stima e della mia gratitudine, con l’esortazione di voler continuare e perseverare nell’opera di collaborazione e di contributo per il bene della nostra associazione.
Evidentemente non tutti i gruppi raggiungono un uguale livello di iniziative e di sensibilità per quanto si riferisce alla vita della Sezione.
Questo l’ho potuto constatare durante il periodo di preparazione alle celebrazioni del 60° della nostra Sezione.
L’apporto di opere organizzative, di offerte di varia natura, di manodopera dei gruppi è stato lodevole e generoso da parte di alcuni, moderato e stentato da parte di altri, nullo e scoraggiante da parte di altri ancora, bisogna dire le cose come stanno!!!
Io ricordo, c’è qui Chies? Ricordo l’espressione di scoraggiamento di Lino Chies, e insieme di Loschi, un giorno in cui sono andato a Mareno. Erano demoralizzati tutti e due perchè i muratori che sarebbero dovuti andar a lavorare erano pochissimi, troppo pochi. Ho avuto però fa constatazione che qualcuno, pochissimi, non è mai mancato a prestare la sua opera.
Devo forse farne i nomi?... Voi lo sapete meglio di me. Non è questo il luogo e il momento di fare dei nomi, né delle graduatorie, né tantomeno delle recriminazioni.
Qualora però qualcuno volesse riflettere, pensando alle realizzazioni del nostro 60°, dovrà dire sospirando: «lo non c’ero».
E’ accaduto nella Nostra Famiglia Alpina quello che capita in tante famiglie; c’è chi lavora e chi sta a guardare. Questo lo dico non per fare dell’inutile polemica, ma per amore di giustizia e per fare sì che, in avvenire in altre nobili imprese, tutti sentano la significativa verità di questo motto: «L’unione fa la forza».
Ci saranno altre iniziative e tra breve dovremo essere presenti per le celebrazioni del Centenario di Fondazione del 7° Alpini. Penso che la nostra Associazione si farà onore anche in questa circostanza, ed in quella occasione tanti potranno dimostrare la loro buona volontà.
Il numero di Fiamme Verdi, e qui chiedo venia se vi rimando alla lettura di quello che è stato scritto e alle relazioni fatte, è un numero formidabile, un numero che tutti dovreste conservare nel vostro archivio storico della Sezione.
Non posso esimermi di fare gli elogi pubblicamente, perchè meritati, a Renato Brunello che ne è il responsabile della compilazione.
Ma ripeto, per non tediarvi; e riguardo pure le due giornate celebrative del 13 e 14 Aprile di Susegana sono state da lui ben descritte e vi rimando alla lettura di Fiamme Verdi.
lo vi ho potuto presenziare solo in parte perchè domenica sono dovuto andare a Milano gentilmente ed amabilmente accompagnato da Geronazzo, il capitano, autista delle grandi occasioni. Ricordo sempre la formidabile corsa «Conegliano-Milano» che abbiamo fatto con la sua Volvo. Abbiamo però fatto in tempo, dopo aver assistito all’assemblea dei presidenti a Milano, di ritornare a Susegana per brindare ancora ed augurare ogni bene di buon proseguimento del 55° di Fondazione del gruppo, degnamente celebrato; e questo nonostante la febbre che già si aveva per le organizzazioni del 60°, nonostante fosse stato stabilito che la Sezione avrebbe dovuto limitarsi in queste manifestazioni perchè tutto doveva convergere verso il problema che voi sapete; comunque un 55° non si poteva lasciar scappare!
Dopo la pausa di chiusura delle celebrazioni del 60°, i gruppi sono stati chiamati a raccolta domenica 21 luglio per festeggiare il 50° Anniversario di Fondazione del Gruppo di Collalbrigo. Una barzelletta! Io ero su per i monti a guerreggiar quando mi sono visto arrivare tre giannizzeri venuti a rapirmi, parlo di due cari amici, gli alpini Bortot e Bruno Collodel, sono venuti a prendermi e m’han portato alla celebrazione del loro 50°. Sono venuto perchè soprattutto era mio dovere fare onore a chi aveva preparato questa celebrazione; al capo gruppo Paolo Da Ruos a cui noi rinnoviamo le nostre condoglianze per il lutto che l’ha colpito ultimamente.
La festa del gruppo Collalbrigo è stata un esempio di realizzazione, intonata allo spirito nuovo anche perchè per ricordarla hanno ristrutturato ed ampliato una sala parrocchiale che serve per riunioni sociali ed altre cose utili.
Molto ben illustrati questi problemi dal resoconto fatto su «Fiamme Verdi», mi pare da Steno Bellotto, rimprovero però il redattore di non aver neanche citato il nome del capo gruppo e del sindaco, sarebbe stato bello. Non ti faccio un rimprovero! Nobilissimo l’articolo nell’insieme generale, ma bisogna mettere in evidenza, per soddisfazione personale, chi opera in loco. Non avertene a male, si doveva citare almeno la madrina, la signora Maria! Anche se tutto l’articolo e validissimo non solo nella forma, ma pure nel contenuto. Il gruppo Collalbrigo ha dunque celebrato il 50° degnamente ed in stile con le nostre tradizioni, me ne compiaccio con il capogruppo e con i suoi collaboratori.
Dopo la parentesi estiva si è ripreso la vita normale: il 24 settembre la riunione del consiglio sezionale è stata tutta incentrata sulle entrate e uscite per la manifestazione del 60° da! presidente del comitato, e a dir il vero, con approvazione unanime, consenso e nessuna polemica.
Questa riunione del 24 settembre può essere così considerata la chiusura ufficiale delle celebrazioni del 60°.
Sabato 12 ottobre il presidente, i due vice Brunello e Bozzoli, il cap. Geronazzo addetto alle pubbliche relazioni e Piaia, capogruppo città, si sono recati in visita di conoscenza e di cortesia dal nuovo sindaco di Conegliano.
Incontro doveroso ed importante per i futuri problemi della Sezione. I buoni rapporti con le autorità civili, militari e religiose della città bisogna curarli e sono stati sempre mantenuti vivi e cordiali, e questa deve essere la norma di condotta anche per tutti i gruppi.
In primavera, normalmente, abbiamo sempre degli incontri cordiali con i rappresentanti delle autorità nel giardino della sede per una bicchierata, cosa questa che abbiamo fatto anche il 3 novembre dopo aver partecipato con il labaro alla manifestazione per la celebrazione della Festa delle Forze Armate.
Sabato 9 novembre la Sezione ha fatto celebrare una S. Messa a S. Pio X per l’Anniversario di Fondazione del Corpo Alpino e in suffragio di tutti i Caduti Alpini.
Ha celebrato il nostro cappellano Don Raffaele Lot. Una cerimonia veramente ben riuscita mercé la collaborazione e la presenza del Coro del Gruppo di Sernaglia, che ha realmente alzato il tono della cerimonia con i suoi canti ben eseguiti.
Domenica 8 dicembre, nella Chiesa dei Frati, la Sezione ha presenziato alla Commemorazione della battaglia di Ciaf Galina ed alla Messa in suffragio degli Alpini del Btg. Cadore Caduti in Albania.
Giovedì 19 dicembre, accompagnato dal comm. Daccò sono andato a Mareno invitato dalla direzione della Nostra Famiglia, alla Scuola di Lavoro Guidato dono degli Alpini, per fare gli auguri di Natale ai ragazzi che la frequentano.
Era presente anche il Vescovo che si è complimentato con noi Alpini facendoci gli elogi e gli auguri.
Incontro molto cortese, commovente direi, ricco di significati e sentimenti umani. Brave però quelle maestre e quelle dirigenti! Ho parlato loro a nome vostro e ho ricambiato gli auguri a nome di tutti; e con me erano presenti molti capigruppo e componenti del Comitato.
Ricorre quest’anno il 43° Anniversario della battaglia di Nikolajewka e come da tanti anni siamo stati presenti alle celebrazioni. A Solighetto è stata celebrata questa ricorrenza con un lodevole intervento dei gruppi, molte le rappresentanze d’Arma; è questa una manifestazione sentita e tenuta viva dalle premure dell’amico Capogruppo Pansolin, che ci ha offerto anche il solito tradizionale brulé.
A proposito di brulé e brindisi è bene fare un cenno anche alle riunioni conviviali che hanno, per constatazione personale, un carattere veramente nobile; non sono né delle bevute né delle abbuffate.
Le riunioni conviviali a cui ho partecipato quest’anno le ho trovate tutte improntate in uno spirito di concordia, di unità e di bontà. Questo anche per dire delle belle abitudini, e simpatiche, di invitare le signore, i membri della famiglia, gli amici e gli amici degli alpini.
Ho partecipato quest’anno agli inviti del gruppo Città, di Vazzola, di Sernaglia, di S. Pietro e S. Maria di Feletto, di Pieve di Soligo, di Orsago, di Godega e di Collalbrigo; altri inviti ho avuto, a cui però non ho potuto partecipare.
Ha colpito un po’ tutti il ricevimento organizzato a S. Vendemiano in onore del cav. Luigi Zago, una cerimonia veramente di grande splendore, perfino i confetti c’erano!
Chiedo scusa a tutti i capigruppo che mi hanno invitato ed ai quali ho dovuto rispondere di no, ma spero sempre di essere stato rappresentato da uno dei miei vice presidenti o da rappresentanti della Sezione. Vi ripeto ancora una volta che il sottoscritto non è un nottambulo; partecipo volentieri alle riunioni durante il giorno, ma alla sera preferisco stare a casa.
Fra le realizzazioni semplici, a parte i banchetti, senza tanto scalpore e senza tanta propaganda, devo citare anche le opere fatte a favore della Scuola Materna di Sernaglia da parte di quel gruppo. Livio Bortot le ha realizzate bene e con semplicità, tanto che le suore nel loro apprezzamento mi han fatto gli elogi per l’appoggio che ricevono dagli Alpini.
Come vi dicevo prima il giornale «Fiamme Verdi» ha fatto un Tour de Force veramente eccezionale, e bisogna darne atto a Brunello; vi diranno quelli che parleranno dopo di me il costo in «Palanche». Non mettiamo in bilancio le fatiche e anche le difficoltà di ricavare le notizie di cronaca da parte dei gruppi. Vogliate bene a questo giornale, è veramente una cosa che aiuta tanto a tenerci uniti e che direi oggi, costi quel che costi, è una cosa irrinunciabile. Questo è il mio parere!
Voi direte: «E Lei scrive molto?». No! Mi limito a scrivere la pagina degli auguri, e l’ho sempre fatto in sintesi, dicendo quello che è il nostro spirito, quello che è il nostro ideale, ed in questo cercando di uniformarmi a quello che leggo su «L’Alpino». Su «L’Isola Verde» de «L’Alpino» da qualche tempo si leggono delle cose che bisogna meditare, bisogna leggere e ricordare, in modo particolare quelle scritte dal Presidente Nazionale Caprioli.
Questo per dirvi che la lettura della nostra stampa è utile, ci arricchisce e ci documenta.
Mi permetterei di dire, non so se l’ho accennato a Solighetto, che ultimamente il gen. Rasero, per tanti anni direttore de «L’Alpino», ha pubblicato un bellissimo libro, che ho letto con passione e che ho meditato, da cui attingo notizie sugli Alpini. E’ la storia dell’ eroica «Cuneense», la Divisione Alpina che ha lasciato il maggior numero di Caduti nella ritirata di Russia e che è stata sacrificata, per l’occasione, per motivi che noi tutti ignoriamo.
Lo consiglio a tutti quelli che hanno la possibilità di acquistano, leggetelo perchè è veramente una documentazione, non fasulla, non retorica, ma basata su realtà come sono basati su realtà i libri di Bedeschi; e non vi dovrebbe essere Alpino che ignori la bravura e il grande amore con cui Bedeschi ha scritto dei sacrifici degli Alpini. Scusate questa parentesi letteraria.
Al Bosco delle Penne Mozze la Sezione è presente annualmente la prima domenica di settembre, ed è presente anche, e ve lo dirà il bilancio, con un contributo.
La nostra sede, la vostra sede, quando andate per qualsiasi circostanza; per bere un’ombra, per un documento, per trovare un amico, penso che l’abbiate sempre trovata pulita, in ordine, ben tenuta. Allora trovo giusto di dire un grazie particolare
chi si adopera per far vivere la nostra sede, parlo del cav. Mario De Marchi, parlo di Casagrande, parlo di Mario Basso, il giardiniere, che mette tanta passione nella cura nell’ornamento della nostra sede.
Cito quelli che vedo sempre presenti, ce ne sono altri ben emeriti; il Consiglio tutto si interessa di questi problemi, in modo particolare il cav. Paolo Gai, a cui è stato affidato l’anno scorso il compito spinoso e rognoso dei lavori per la sede. Egli ha già realizzato un bel «terrazzamento», colmando un buco che era una stonatura, e questo è un miglioramento davvero notevole. Avrebbe dovuto lavorare anche per la chiesetta degli Alpini, pare che lavorerà mercé, appunto, l'iniziativa del comm. Daccò che, sfruttando l’amicizia che tutti abbiamo o abbiamo avuto per il povero Giacomo Soravia, ha chiesto ai gruppi e ai soci di dare un contributo, contributo che ha già fruttato circa 1 milione e che andrà a rendere sempre più decorosa la chiesetta della Madonna della Neve, affidata alle nostre cure.
Mecenate era un gran signore che ai tempi dell’imperatore Augusto sovvenzionava scrittori e artisti ed il suo nome è passato alla storia come indice significativo di bene fattore. Per chi non lo ha capito sto parlando del comm. Battistella che di tanto in tanto fa generosamente il mecenate per la nostra sede: offerte in denaro e offerte in mobili. Ultimamente sapete cosa ha combinato? Fortunato in amore ed anche nel gioco, in occasione del pranzo del Gruppo di Pieve ha vinto nientemeno che una bellissima cucina a gas alla lotteria, penso sul mezzo milione. Egli, seduta stante, l’ha devoluta alla sede. Grazie! lo ho vinto una volta sola una bottiglia di grappa e me la sono portata a casa.
Non ho finito i ringraziamenti, oltre ai consiglieri e al comitato, un particolare ringraziamento a Geronazzo, che è addetto alle pubbliche relazioni e che ha tenuto molto bene i contatti con le autorità militari, perchè ha la possibilità di farlo date le conoscenze di cui gode presso la «Cadore» e la «Julia» ecc.; questo mi viene in mente perchè alla cena sociale di fine anno abbiamo invitato le rappresentanze degli alpini in armi. Quest’anno, come per il passato sono venuti, non in molti, invitati di altra provenienza; abbiamo avuto la presenza anche del nuovo sindaco di cui ricordo il nobilissimo discorso e le impressioni di stima ed il senso di collaborazione che ha manifestato mi han fatto molto piacere.
Per quanto riguarda il costo delle cene sociali ne parleranno poi gli esecutori dei bilanci.
A questo punto ho una paura matta di aver abusato della vostra attenzione, vi chiedo scusa se ho fatto involontariamente qualche omissione soprattutto nei confronti di chi si è adoperato per far andar bene la Sezione, per curarne la forma e l’unità, e tutti coloro che mi hanno aiutato sia con consigli sia per benevoli critiche.
Con questo prepariamoci a continuare il nuovo anno sociale ed essere sempre molto fiduciosi in noi stessi, in noi come Alpini, in noi come cittadini.
Quando avrete bisogno di contatti con la Sezione c’è sempre il nostro caro segretario Michele Pilla, coadiuvato intelligentemente da Steno Bellotto che io ringrazio in modo particolare; anche perchè voi due siete, non dico dei burocrati perchè è offensivo, siete dei tecnici. Loro manovrano aggeggi, manovrano computers, infatti, la nostra Sezione è ormai attrezzata con questi mezzi di progresso moderno. Quindi la segreteria è sempre aperta e modestamente anche il presidente ha il telefono; e anche se è rintanato nel suo buco non rifiuta di rispondervi e, spero, di trattarvi bene. Auguri e grazie
Il Presidente dell’Assemblea dopo aver ringraziato il presidente Vallomy per la sua dettagliata e circostanziata relazione, comunica ai presenti che prima di passare al PUNTO 5, per ragioni logiche e tecniche, crede più opportuno farlo precedere dal PUNTO 7 che riguarda la Relazione dei Revisori dei conti.
Invita pertanto a prendere la parola il comm. Alfredo Battistella quale Presidente del collegio dei Revisori dei Conti.
Battistella: Il collegio dei Revisori dei Conti, riunito il 2 febbraio scorso per esaminare il bilancio predisposto dal tesoriere della Sezione, dichiara di aver controllato ogni capitolo nel bilancio ed afferma che ogni voce sia in entrata che in uscita ha il suo corrispondente documento giustificativo. Fa presente che stato superato in positivo il bilancio preventivo predisposto dal Consiglio Direttivo lo scorso anno, grazie soprattutto alla positiva conclusione del 60°.
Certe previsioni di spesa risultano oltrepassate e rilevano che il fabbisogno per «Fiamme Verdi» è ben superiore di quanto preventivato.
Invitano il Consiglio Direttivo a predisporre per il 1986 un bilancio preventivo accuratamente dettagliato sia sulle uscite che nelle entrate».
Si è passati poi al PUNTO 5, ovvero all’esposizione del rendiconto consuntivo per l’anno 1985 ed al bilancio preventivo per l’anno in corso.
Prende la parola il Tesoriere cav. Battista Bozzoli che dopo averli letti ai presenti fa rilevare che dalla lettura del conto economico il volume del movimento è aumentato rispetto agli anni scorsi dovuto a nuove voci quali bicchieri, caraffe e libri.
Egli riferisce che allo stato patrimoniale il materiale in giacenza (arredamento, bandiere, macchine per la segreteria ecc.) viene evidenziato con un valore di mille lire. Al passivo risulta un debito per la stampa di «Fiamme Verdi» di dicembre e per la pubblicazione della seconda edizione del libro.
li presidente dell’assemblea dopo aver ringraziato il tesoriere per la esauriente e precisa esposizione contabile, passa la parola al presidente di redazione cav. Renato Brunello per la esposizione del bilancio del periodico «Fiamme Verdi». Brunello ragguaglia i presenti sulle poche voci di entrata ed uscita, soffermandosi in particolare sull’introito delle inserzioni e delle modeste offerte, oblazioni che si possono ascrivere a soli due gruppi, mentre i rimanenti gruppi si sono dimostrati piuttosto avari. Inoltre sollecita i capigruppo e i singoli soci a voler maggiormente cooperare alla redazione del periodico, con particolari articoli: cronache sulle attività dei gruppi, aneddoti ecc., per rendere più interessante la pubblicazione.
Prima di procedere alla discussione dei punti 8 e 9, si procede alla nomina dei delegati all’Assemblea Nazionale di Milano; vengono designati i soci: il presidente della Sezione prof. Giacomo Vallomy, Antonio Lorenzon, Luigi Battistuzzi, Igino Citron, Giuseppe Cadorin, Eugenio Pizzol, Bruno Danieli, Marco Paganello; quali supplenti: Battista Bozzoli e Renato Brunello.
Il presidente dell’assemblea ricorda ai delegati nazionali che essi rimangono in carica per un anno.
Prima di procedere alle votazioni delle varie relazioni, si apre una lunga discussione per stabilire la quota sociale 1987. Intervengono con proposte e risposte: Pietro De Zan, Battista Bozzoli, Nino Geronazzo, Carlo Breda, Paolo Gai, Igino Citron, Renato Brunello, Giacomo Vallomy, Steno Bellotto, Raimondo Piaia, Giovanni Grosso e Luigi Maretto.
Mentre tutte le relazioni - morale e finanziaria - vengono approvate all’unanimità, la votazione per l’aumento della quota ha ottenuto il seguente risultato: 94 favorevoli, 46 contrari, 16 astenuti.
Infine si è passati al 10 punto dell’o.d.g.: la verifica dei poteri, la quale è avvenuta con il ritiro delle schede di votazione.
Si è quindi proceduto al rinnovo di un terzo del Direttivo; sono stati riconfermati, poiché rieleggibili: Luigino Basso, Gianfranco Calderari, Pietro De Zan, Tarcisio Stella; e (in sostituzione di Domenico Cusin e di Antonio Dal Pos, non rieleggibili) sono stati eletti Igino Citron e Davide Tardivel.
Presidente: VALLOMY GIACOMO;
Vicepresidenti: BRUNELLO RENATO (addetto alla stampa alpina, alla redazione di Fiamme Verdi e al Bosco delle Penne Mozze), GAI PAOLO (incaricato ai lavori della sede e alla chiesetta della Madonna delle Neve);
Tesoriere: BOZZOLI BATTISTA;
Segretario: PILLA MICHELE;
Consiglieri: BASSO LUIGINO - BOZZOLI BATTISTA - CAIS ANTONIO (attività culturali) - CALDERARI GIANFRANCO (cooperatore lavori) - CHIES LINO (protezione civile) - CITRON IGINO (attività sportive GSA) - DALL’ANESE ANTONIO - DE ZAN PIETRO (pubbliche relazioni) - FRARE LIONELLO - GAVA FABRIZIO - GERONAZZO NINO (rapporti con autorità militari) - LOSCHI GILBERTO - MASET MARIO (collegamento gruppi) - STELLA TARCISIO - TARDIVEL DAVIDE - VISENTIN ERNESTO;
Revisori dei Conti: BATTISTELLA ALFREDO (presidente) - CARLET GIOVANNI - PADOVAN VITTORIO;
Probiviri: BORTOLOTTO FERDINANDO - PIAIA RAIMONDO - RUSALEN DANILO;
Direttore di «Fiamme Verdi»: ALTARUI MARIO;
Cappellano della Sezione: LOT mons. RAFFAELE;
Alfiere e responsabile del museo: LONGHINO MARIO;
Responsabile della taverna: DE MARCHI MARIO;
Responsabile del giardinetto: BASSO MARIO;
Comitato reperimento fondi ed esecuzione lavori della chiesetta: DACCO’ GIOVANNI - PAOLO GAI - LOSCHI GILBERTO - MASET MARIO.