1987 Assemblea sezionale - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI
Sezione di CONEGLIANO
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1987 Assemblea sezionale

Attività > Attività 1987
ASSEMBLEA DEI DELEGATI SEZIONALI
Fiamme Verdi Giugno 1987
L'IMMAGINE ALPINA SI RIFLETTE NELLE OPERE SOCIALI ED UMANITARIE
8 marzo 1997
A seguito avviso di convocazione diramato dalla Presidenza della Sezione, 18 marzo ha avuto luogo in Conegliano presso l’auditorium della Casa “Fenzi”, messoci gentilmente a disposizione dall'amministrazione comunale, l’Assemblea ordinaria dei delegati per la trattazione e deliberazione del seguente ORDINE DEL GIORNO
1 - Verifica dei poteri.
2 - Nomina del Presidente dell’Assemblea, del segretario e al meno tre scrutatori.
3 - Lettura del verbale dell’Assemblea precedente.
4 - Rendiconto morale del Presidente sezionale per l’anno 1986.
5 - Esposizione del rendiconto economico consuntivo dell’anno 1986 e del bilancio preventivo per l’anno 1987.
6 - Relazione del periodico “Fiamme Verdi”.
7 - Relazione dei Revisori dei Conti.
8 - Discussione sulle relazioni.
9 - Quota sociale 1988.
10 - Nomina dei delegati (otto) all’Assemblea Nazionale di Milano. 11 Elezione mediante votazione di numero 7 consiglieri in sostituzione di Bozzoli Battista, Cais Antonio, Frare Lionello, Gai Paolo, Gava Fabrizio, Loschi Gilberto e Maset Mario, scaduti e non rieleggibili; dei revisori dei conti: Battistella Alfredo, Carlet Giovanni e Padovan Vittorio, scaduti e non rieleggi- bili; dei probiviri: Bortolotto Ferdinando, Piaia Raimondo, Rusalen Danilo, scaduti e rieleggibili; della Giunta di scrutinio: Battistuzzi Olindo, Bazzacco Gianpaolo e Pivetta Sergio, scaduti e rieleggibili.
L’Assemblea andata deserta in prima convocazione alle ore 8, è stata dichiarata valida in seconda convocazione alle ore 9, per la presenza in persona e per delega di N. 164 Delegati sui 164 aventi diritto.
Prende la parola il presidente della sezione prof. Giacomo Vallomy, il quale, dopo aver rivolto il saluto ai convenuti, invita i Delegati a nominare il Presidente e il Segretario dell’Assemblea e almeno tre scrutatori.
L’Assemblea nomina quale presidente il prof. Desiderio Viezzer e con funzioni di segretario Pilla Michele; scrutatori vengono designati: Tonon Gabriele, Stefani Nicola e Stefani Stefano.
Constatata la validità dell’Assemblea e delle delibere a norma dell’art. 7 e seguenti dello Statuto, il presidente Viezzer ringrazia per la fiducia accordatagli e ricorda che, per tutto ciò che avviene, deve esser seguito con riflessione, con serietà ed intervenire con critica costruttiva, dimostrando una raggiunta maturità di civismo.
Prima di dar inizio ai lavori, invita i Delegati ad ascoltare la lettura del verbale del congresso precedente, a meno che non venga dato per letto, in quanto è stato ampiamente relazionato sul periodico “Fiamme Verdi”, e approvano o meno. L’Assemblea ne prende atto e lo approva.
Si passa quindi al punto 4°: relazione morale dell’anno 1986. Viezzer cede la parola al presidente sezionale prof. Vallomy, il quale così si esprime.
“Cari alpini, signori delegati, ci sono delle operazioni d’obbligo, così dette di prammatica, esposizione di bilanci consuntivi e preventivi, operazioni elettorali. Questi adempimenti bisogna espletarli con grande precisione. la nostra associazione esige anche questo.
Però se ci limitassimo solo a queste cose, questi adempimenti rischierebbero di trasformarsi in aride formalità burocratiche, vivificate, amalgamate ed omogeneizzate dalla relazione di chi ha il compito di interpretarle moralmente e idealmente.
E il compito, delicato ed arduo, che compete al presidente della sezione.
La responsabilità di questo dovere l’ho sempre sentita, stendendo le mie relazioni negli scorsi anni. Oggi, più che mai, sono consapevole di questa responsabilità e mi pongo, e sottopongo alla vostra attenzione alcuni interrogativi, alcuni dubbi, ai quali cercheremo di rispondere e che idealmente tenteremo di chiarire.
Ricordo che l’anno scorso accennai alle responsabilità dei capigruppo, alle qualità che ad essi sono richieste per tener uniti gli alpini: pazienza, generosità, senso di onestà, di rettitudine, senso di umanità e del dovere, amicizia, e ancora “alpinità”, parola nuova, non so chi l’abbia inventata, ma che accetto.
Prima di continuare - scusa- temi se lo faccio solo ora - desidero ricordare tutti coloro che nel 1986 ci hanno lasciati, e a loro va il nostro pensiero riverente ed affettuoso.
Come ci siamo inseriti noi alpini nella vita civile, morale, culturale del nostro paese?  Questa domanda non è rivolta solo alla nostra sezione, ma può e deve interessare tutta la nostra associazione. Interrogativi riguardanti tutti coloro che si onorano di aver portato e di portare il cappello alpino.
Sono ancora sufficienti gli scopi che l’A.N.A. si prefiggeva l’8 luglio 1919, giorno di nascita e di costituzione, data in cui venne compilata una bozza del nostro Statuto? Può bastare la tanta conclamata e mal compresa apoliticità?
Sarebbe opportuno intenderci una volta per sempre sul significato della parola “politica”. “Teoria e pratica che hanno per oggetto la costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello Stato e la direzione della vita pubblica “. - In questi termini mi pare che tutti i cittadini buoni dovrebbero occuparsi di politica.
Penso, quindi, che per decenni sia stata male interpretata l’apoliticità, che vuoi dire. “estraneità o indipendenza nei confronti della politica militante”. E pertanto penso che la parola “apoliticità” debba esser cambiata con la parola “apartiticità”.
Io penso che sia stato un nobilissimo movente politico a guidare i fondatori dell’A.N.A. nel 1919. E mi spiego. Quando a Milano il 4 Novembre 1920, regnavano le guerre e gli insulti agli ex Combattenti (1915/18), e si sputacchiavano i mutilati e gli Ufficiali, proprio la “gazzarra” aveva costretto le autorità comunali a togliere tutte le bandiere; l’unica che osò ancora sventolare fu la Bandiera degli Alpini, inchiodata ad un balcone della “Galleria” di Milano. Non è stato questo un gesto di eroica politicità, resistere a chi voleva la sovversione, lo sconvolgimento della vita civile italiana? E questo certamente un gesto, mi pare, che rimarrà nella storia dell’Associazione Alpini.
Tutte le iniziative, tutti i problemi che interessano la vita della comunità, della nostra Patria, devono interessare anche gli Alpini.
Ne abbiamo dato prova a Mareno di Piave, nel 60° della nostra fondazione, con un’opera a favore dell’istituto de “La Nostra Famiglia”.
In questa direzione abbiamo continuato a lavorare anche
nel 1986. A Costa di Conegliano sono ancora in corso importanti lavori di realizzazione di un ‘percorso vita”, che verrà utilizzato dai ragazzi handicappati de “La Nostra Famiglia“.
Questa iniziativa ha avuto il contributo di tanti, ma in particolare - con manodopera, con automezzi, con materiale - del cav. Paolo Gai e soci di Pieve di Soligo; di Aristide Zilio ed altri del gruppo M.O. P. Maset; di Lino Chies e soci del gruppo di Ogliano; di Silvano Armellin, Toni Cais, Giuliano Tocchet, Renato Sartor del Gruppo di Conegliano-città; di Gilberto Loschi; inoltre dal generoso contributo gratuito delle aziende:
l’impresa edile Armellin di Conegliano, l’impresa Edile Gai di Pieve di Soligo, La Tegola Canadese, la Sicof di Bocca di Strada, la ditta autotrasporti Canzian e la Montesel di Colfosco. Ho citato coloro che maggiormente si sono dedicati e si dedicano a questi problemi, elogiando e ringraziando pure quelli che hanno fatto qualche cosa e che non ho menzionato.
In questo spirito anche i gruppi hanno manifestato e si esprimono ed hanno agito.
Cito il gruppo di Parè, il quale con una cerimonia semplice ma assai toccante, ha voluto donare una carrozzella all’Istituto de “La Nostra Famiglia” di Costa di Conegliano. Mentre il Gruppo di Mareno di Piave prima, e una rappresentanza della sezione dopo, si sono recati al “laboratorio guidato” di Bocca di Strada, in occasione delle feste natalizie, ad offrire, con gli auguri, panettoni e dolci ai ragazzi e alle loro assistenti. A quell’ammirevole iniziativa ha partecipato pure S.E. vescovo di Vittorio Veneto, mons. Ravignani.
In quelle circostanze, si è potuto esternare il nostro affetto, la nostra amicizia, l’umanità dei nostri sentimenti, verso questi giovani, meno fortunati e perciò bisognosi di tanto amore, i quali con pari affetto ed amicizia hanno corrisposto, destando in tutti noi profonda commozione.
Il gruppo di Conegliano-città, anche quest’anno, ha avuto il tradizionale incontro con gli anziani della Casa di Riposo. Così come avviene a Santa Lucia di Piave, ove il locale gruppo interviene con generosità.
Altra manifestazione è stata organizzata qui in questo “Auditorium”, un incontro con i fratelli Friulani . E stata una prova meravigliosa di fraterna e ci vile solidarietà degli alpini della nostra sezione, nel decennale dell’evento catastrofico del Friuli. In quell’occasione è stato proiettato un film - opera di Fabris, con la collaborazione del
prof Ragonese che illustra i tragici effetti del terremoto del 1976e l’opera fraterna degli alpini nella ricostruzione del Friuli.
Un coro friulano e il Corocastel hanno solennizzato l’amichevole simbiosi. Quindi grazie a Piaia e a De Vido e ai loro collaboratori.
Anche il Gruppo di San Vendemiano ha preso delle iniziative che meritano degli elogi: la partecipazione attiva all’inaugurazione del bivacco “Bosco-nero’; che ricorda la tragedia alpina di tre giovani: Andrea Daccò, Carlo Canciani e Carlo Fava; inoltre gli incontri organizzati con il Gruppo Alpini di Campeglio di Faedis in Friuli.
Particolare menzione merita anche il gruppo di Sernaglia della Battaglia, il benefico sodalizio che ha stabilito con la locale scuola materna; ed ogni anno si presta ad accompagnare i bambini, seguiti dalle buone suore, lassù al Bosco delle Penne Mozze.
Uno dei compiti che l’Associazione Nazionale si è presa a cuore è la “Protezione Civile“. E una organizzazione alla quale siamo chiamati a partecipare generosamente. Ciò significa coltivare quel senso di bontà, chiamatela cristiana se volete - certamente umana, che è reazione all’egoismo, che purtroppo impera nella nostra società edonistica.
Non si dice di trasformare l’A.N.A. in un’organizzazione di samaritani, ma certo se vogliamo ringraziare la provvidenza di averci fatto trascorrere tanti annidi vita serena, facciamo la guerra al male, a chi non sente la necessità di aiutare il prossimo. Facciamo la guerra anche ai “commercianti”, spacciatori di droga e di morte. E un malanno pericoloso e molto grave. dobbiamo collaborare e vigilare con chi ha il compito preciso di provvedere alla lotta contro questo flagello da cui Conegliano e il circondario non sono immuni.
E forse fare politica se i gruppi, le nostre sezioni si interessano dei problemi che riguardano il popolo, o dobbiamo solo pagare le tasse, senza dire la nostra, quando coinvolge la comunità in cui siamo inseriti?
Ora voglio parlare delle montagne, di quei paesi posti sui monti e nelle valli, di cui noi tutti sentiamo grande nostalgia.
Sono da elogiare quei gruppi
che organizzano trasferimenti su località stupende delle nostre montagne, delle nostre Alpi, senza dimenticare che dobbiamo far scuola a chi deturpa il paesaggio con costruzioni “orribili”, a coloro che scaricano del la plastica ed altre sozzure nei nostri bei corsi d’acqua. Sono problemi che non possiamo trascurare.
Altra iniziativa promossa dai gruppi è quella della consegna della bandiera alle scuole che ne sono sprovviste. Accenno a quelle a cui ho avuto l’onore di presenziare. Sono stato a Pianzano il 4 novembre; il gruppo ha fatto dono del pennone con il Tricolore, alla scuola elementare, con una grande manifestazione, con una significativa cerimonia. Un plauso quindi al capo- gruppo Pradella e a quelli che lo hanno aiutato.
Ho partecipato pure alle due manifestazioni organizzate dal gruppo ‘M. O. P. Maset”, che con serietà e compostezza signorile ha promosso un incontro con le scolaresche delle scuole di via Lourdes e di Bagnolo, offrendo ad ognuna di loro il Tricolore: è stata una ventata di amor patrio, un inno alla purezza dei nostri ideali. Grazie pertanto al capogruppo Carlet, al consigliere sezionale Geronazzo e agli altri collaboratori.
Io penso che queste siano tra le più belle manifestazioni di gruppo — anche se un po’ più modeste rispetto alle tre grandi manifestazioni sezionali.
La prima è stata la celebrazione del 50° di fondazione del gruppo di S. Pietro di Feletto — il 24 e 25 maggio. In quell’occasione è stata fatta donazione di un pennone e della bandiera alla nuova scuola di Rua; celebrazione riuscita magnificamente, che rimarrà nella storia del gruppo. Complimenti al capogruppo Piccin, al segretario Miraval e agli aiutanti.
A proposito di storia, complimenti al redattore, il vice presidente Brunello (natore), anche alla cronaca di quelle giornate, ha fatto precedere una bella pagina di storia locale, molto interessante.
Un tempo si credeva che la storia dovesse narrare, tramandare ai posteri esclusivamente vicende di personaggi illustri, di Re, di Capi di Stato, di politici, di condottieri.
Oggi prevale un concetto nuovo della Storia. Questa nuova concezione ritiene che gli attori principali della Storia siano gli umili, i semplici, i soldati, gli Alpini, coloro che muoiono nel compimento del dovere. Anche le madri, le donne, gli operai hanno la loro Storia.
Il primo scrittore italiano che ha capito l’importanza degli umili è stato Alessandro Manzoni, che nel romanzo “I Promessi Sposi” ha scelto, come protagonisti dell’opera sua, due giovani del popolo.  Renzo filatore di seta —, e Lucia donna di casa —.
Incoraggiamo quindi il nostro Brunello, redattore di “Fiamme Verdi”, a coltivare la nostra storia locale e le nostre genuine tradizioni. Leggete il nostro periodico e cercate di capirne il significato.
Esprimo qui la mia viva gratitudine anche al direttore responsabile prof. Altarui.
Alla manifestazione di Fontigo del 15 giugno, non ho potuto essere presente e mi è dispiaciuto molto. Ho delegato i vice presidenti a rappresentare la sezione ed ho incaricato il consigliere Geronazzo di fare il discorso di circostanza. Ho letto sul nostro periodico il resoconto della riuscitissima manifestazione.
Due sono stati i motivi che hanno ispirato quelle celebrazioni: festeggiare la ristrutturazione e l’abbellimento del Monumento Sacello (che è costato tanto sacrificio e tanto lavoro) e lo scoprimento della stupenda opera “Messaggio di Libertà“, realizzata e donata dall’artista, alpino Mario Balliana. Il capogruppo Stramare con suoi alpini meritano tutto il nostro plauso, come lo merita Steno Bellotto, non solo per la bella cronaca, ma anche per aver diretto con ordine la manifestazione. La nostra riconoscenza ed ammirazione va all’artista Mario Balliana.
Anche la terza manifestazione, quella organizzata dal gruppo di Refrontolo — il 13 e 14 settembre —, ha avuto grande successo, E’ riuscita magnificamente — grazie all’allora capogruppo Bortolotto ed ai suoi collaboratori, al sindaco alpino dr. Lorenzon — per la realizzazione di una fontana, posta lungo la via degli Alpini, inaugurate entrambe in quella circostanza e dove abbiamo potuto ammirare l’opera pittorica di grandissime dimensioni dell’al pino socio Manlio Anzetta; lavoro che raffigura le Penne Nere nell’atto di compiere il loro dovere a difesa della Patria e nella straordinaria attuazione delle opere sociali ed umanitarie.
Nella relazione di Brunello su “Fiamme Verdi”, avrei desiderato una più spiccata sottolineatura di quella parte del mio discorso in cui, senza mezzi termini, ho preso le difese del generale Bosio, accusato di aver insultato alcuni militari che avevano sconciato la caserma e conseguentemente denunciato alla Magistratura. Il gen. Bosio si era rivolto agli autori di quegli atti vandalici ed incivili, ed aveva, nei loro confronti, usato termini molto espressivi ed appropriati.
Dobbiamo sentire il dovere perenne di difendere questo nostro fronte, l’esercito, che è fronte italiano, che è fronte delle nostre tradizioni e della nostra storia; e se non lo sentiamo, allora vuol dire che non siamo più alpini.
Questa nostra solidarietà verso i dirigenti delle Forze Armate è stata molto gradita, lo hanno dimostrato, durante la cena annuale, gli ospiti ufficiali delle Brigate Alpine “Julia” e “Cadore “.
Ho espresso nell’Assemblea dell’anno scorso e lo ripeto oggi, la nostra riconoscenza ai capi- gruppo e ai loro collaboratori, per l’opera sacrosanta: essi svolgono compiti non sempre facili.
Rinnovo la mia gratitudine al redattore, all’estensore fedelissimo di “Fiamme Verdi” Brunello, che cura con entusiasmo, scrupolo educativo ed informativo la nostra stampa.
Tralascio pertanto la cronaca spicciola, che vi esorto a rileggere su “Fiamme Verdi”, in cui — tra l’altro — c’è una bella pagina sulla vita di don Gnocchi, un santo prete, portato agli onori degli altari; la vita di questo Cappellano Alpino, diffonde sulle Penne Nere d’Italia un ‘atireola di spiritualità.
Concedetemi che nello spirito di questa religiosità io citi il nome di un amico, mio compagno di studi, che divenne nell’avvenire illustre professore e Rettore dell’Università Cattolica di Milano, il capitano alpino Giuseppe Lazzati, maestro di scienza e di fedeltà al dovere.
Tra gli alpini vorrei circolassero dei buoni libri; le nostre biblioteche dovrebbero essere fornite di tante nostre pubblicazioni, che ricordano le nostre imprese. Per gli anni a venire, la nostra sede dovrà arricchirsi di una bella biblioteca.
Ringrazio nuovamente i due vice presidenti, Brunello e Gai, che tanto mi hanno aiutato, va a loro la mia stima e la mia riconoscenza, e così; pure a tutto il consiglio, che è stato l’organo motore della vita alpina di Conegliano.
Ringrazio i consiglieri che oggi vengono sostituiti, ed auguro ai nuovi eletti, che abbiano ad operare con spirito di sacrificio e con utilità per la nostra sezione.
La sezione ha una bellissima sede, apprezzata da tutti in particolare dalle autorità civili e militari. Teniamo/a sempre pulita ed in ordine. Il buon nome della nostra sede lo dobbiamo anche al nostro taverniere- Mario De Marchi e ai suoi collaboratori Mario Basso e Giuliano Casagrande.
I contatti con le autorità civili, sono stati egregiamente tenuti da/consigliere De Zan, e quelli militari, con altrettanta cortesia, dal consigliere Geronazzo. Infatti tutti mostri incontri in sede, riescono simpatici, in un clima di chiara amicizia.
I contatti con il sindaco e l’amministrazione comunale sono tenuti dal capogruppo Città, Piaia.
All’Adunata Nazionale di Bergamo non ho potuto partecipare, per motivi familiari. La presenza degli alpini è stata straordinaria, ma c’è stato qualche intoppo all’inizio della sfilata: ho incaricato i vice presidenti di scortare il Vessillo. Speriamo e ci auguriamo un miglior esito a Trento.
Trento ci attende e dobbiamo essere presenti numerosi, perchè è la città di Battisti. Trento vanta un monumento dedicato a Dante, nume tutelare della nostra Patria.
Affettuosa gratitudine devo al caro collega Viezzer, che con tanta pazienza ci comprende e ci aiuta.
Consentite ora che, prima di chiudere questa mia allocuzione, io compia un gesto di riconoscenza, a nome vostro e mio.
Bozzoli vieni! La sezione in ricordo in quanto hai fatto in vent’anni, quale segretario fedele, come contabile e quale presidente del comitato dei fe steggiamenti del 60° della nostra fondazione, poi ti consegna il papiro e le relative medaglie di Cavaliere Ufficiale della Repubblica .
Prima di chiudere col ringraziarvi dell’attenzione, è mio dovere informarvi di un importante contatto avuto con S.E. il vescovo di Vittorio, Mons. Ravignani, in relazione della chiesetta della Madonna della Neve. Ci ha riferito che, per ora, non dobbiamo provvedere ai lavori di restauro, perchè dovremo prima ottenere il beneplacito della Sopraintendenza alle Belle Arti di Venezia. Siamo ancora in attesa. Per tale scopo sono state raccolte ed accanto nate delle offerte, con una partita contabile a parte. Saranno utilizzate al momento opportuno. A tale proposito ringraziamo il solito “mecenate” comm. Battistella per la sua generosa oblazione.
Concludo scusandomi delle inevitabili omissioni, ma siate- ne certi che nel mio cuore regna il senso della gratitudine e di affetto verso tutti coloro che hanno fatto qualche cosa, e che si adoperano per il bene della nostra sezione.
Grazie ancora e auguri a voi tutti e alle vostre famiglie.
Il presidente dell’assemblea prof. Viezzer, dopo aver ringraziato il prof. Vallomy, per la sua parti colare relazione, — che più che una relazione è stata una panoramica dei fatti più salienti della nostra vita alpina, e, soprattutto, una lezione di cultura storica e morale; — avverte che prima di passare al 50 punto dell’o.d.g., crede opportuno di dar precedenza al punto 7°, che riguarda la relazione dei Revisori dei Conti.
Il presidente del collegio Batti- stella relaziona opportunamente le entrate e le uscite.
Si ritorna al punto 5° ovvero all’esposizione del rendiconto consuntivo 1086 e del bilancio preventivo 1987.
Il tesoriere Bozzoli espone con chiarezza e precisione i due bilanci, consuntivo e preventivo.
Il presidente dell’Assemblea in vita inoltre il tesoriere Bozzoli a comunicare ai presenti, quale è stata la proposta del direttivo, in relazione alla quota sociale del 1988 da applicare a favore della sezione.
Bozzoli dichiara che il consiglio direttivo ha deliberato di proporre ai delegati dell’Assemblea, che l’importo a beneficio della sezione sia lo stesso di quest’anno, e cioè di lire 3000, in più di quello richiesto dalla Sede Nazionale.
Si prosegue con il punto 6°, e cioè la relazione del periodico “Fiamme Verdi”.
Prende pertanto la parola il presidente del comitato di redazione Brunello, il quale dopo la lettura del bilancio consuntivo, e fatte al cune osservazioni di carattere locale, — in particolare, indicando a nuove iniziative e ad una maggiore collaborazione —, ragguaglia brevemente i presenti di quanto è stato discusso durante il Congresso della Stampa alpina di Milano, a cui ha partecipato.
Egli afferma che l’incontro dei redattori dei periodici alpini, curati dalle sezioni e da alcuni gruppi, è stato, senza dubbio, proficuo, e che, a suo avviso, sarebbe opportuno che questo avvenisse due volte all’anno.
A tale seminario hanno partecipato oltre al Presidente Nazionale dr. Caprioli, al direttore de “L’Alpino” dr. Vita e al presidente del Comitato di direzione dr. Paravia, un buon numero di testate alpine. Egli è convinto dell’utilità di queste rassegne, perchè hanno lo scopo di ottenere vantaggiosi scambi di esperienze, di progresso, in contesto redazionale politico di formazione ed informazione a livello culturale, sociale e anche sportivo (GSA).
Considera questo un bene, una prerogativa per la nostra stampa, sempre più letta ed esaminata da chi non fa parte del cantiere, quindi c’è l’eventualità della ricezione dei nostri messaggi.
Sostiene che dobbiamo trasmettere i nostri pensieri, i nostri ideali, la nostra etica morale e sociale, nel rispetto della verità, con coerenza e correttezza; nella realtà dei fatti e delle opinioni, con prudente responsabilità. e umiltà.
Afferma che, in quella circostanza, anche il Presidente Nazionale dr. Caprioli, ha messo in discussione l’indirizzo apolitico della nostra Associazione, poiché —come sostenuto dal Presidente prof. Vallomy, anche il nostro operato è un modo di fare politica; pertanto il sostantivo “apoliticità” dovrebbe essere sostituito con “apartiticità“ e che i dirigenti responsabili nazionali, hanno avuto parole di elogio per come vengono condotti e redazionati i periodici alpini, i quali superano, con grande volontà, le inevitabili difficoltà.
Prima di concludere, rinnova l’appello ai singoli soci alpini per un’attiva collaborazione; perchè la stampa alpina è una forza portante dell’A.N.A., è l’immagine di noi uomini-alpini, che viene comunicata con la penna del cappello, con la penna scrivente e con la penna del cuore.
Sollecita infine il consigliere Citron a provvedere alla costituzione ufficiale del Gruppo Sportivo (GSA), con le iscrizioni dei soci e familiari alle varie discipline.
Prima di procedere alla discussione dei punti 8 e 9, viene data la precedenza al punto 10, con la no mina dei delegati all’Assemblea Nazionale di Milano.
Vengono designati i soci: (di diritto) il presidente della sezione prof. Giacomo Vallomy, Valerio Bortolotto, Floriano Zambon, Antonio Dall’Anese, Francesco Salvador, Nino Geronazzo, Lino Chies, Stefano Stefani; supplenti: Luigi Battistuzzi e Gildo Trivellato.
Il presidente dell’Assemblea ricorda ai delegati che essi rimangono in carica per un anno.
Si passa quindi al punto 8: discussione sulle relazioni e al punto 9: quota sociale 1988.
Si susseguono ora gli interventi.
Chiede la parola Calderari per avere maggiori delucidazioni sui bilanci presentati.
Il tesoriere Bozzoli si incarica di riesporre, con maggior chiarezza possibile, ogni cosa.
Grosso interviene per domanda re quali siano le specifiche incombenze dei vice presidenti, che, a suo avviso, sono j naturali sostituti del presidente.
Il presidente Vallomy assicura tutta la sua stima, il suo affetto ai vice presidenti. i quali si sono sempre dimostrati all’altezza del loro compito. Solo in una occasione ha voluto delegare il consigliere Geronazzo a pronunciare il discorso di circostanza, durante la manifestazione di Fontigo. Non per questo è venuta meno l’autorità dei vice presidenti, i quali hanno rappresentato la sezione.
Possamai si rammarica per l’arti colo, e più precisamente per il titolo affermato su “L’Alpino” di novembre ‘86: basta con le “sagrette”, che lo ritiene antipatico, quasi offensivo per i gruppi.
Risponde Brunello, ammonendo l’interlocutore, perchè non ritiene offensivo il titolo, e tanto meno l’articolo—che è poi un brano di un suo argomento dal titolo: “Il problema della partecipazione alle innumerevoli manifestazioni” (Fiamme Verdi dicembre ‘85). Anzi ringrazia sentitamente “L’Alpino” e il direttore dr. Vita, per aver riportato alcuni suoi scritti e spera nell’ospitalità futura.
Invita pertanto i soci di rileggere attentamente quanto è stato pubblicato. Assicura che non ha mai detto né scritto che i gruppi organizzano “sagrette”, anzi ma esorta affinché le manifestazioni non rappresentino un anacronismo con i tempi, e che non dobbiamo, quindi, sostituirci agli ideatori delle “sagrette paesane”. Riconoscendo che tutto quello che viene organizzato e realizzato dagli alpini ha un preciso motivo: coronare un’iniziativa socio-umanitaria.
Gai interviene per ringraziare il consiglio direttivo per avergli dato la possibilità e l’onore di essere vice presidente per un anno, e ringrazia i gruppi per averlo eletto consigliere per sei anni. Egli si impegna, per quanto gli sarà possibile, a continuare ad essere utile alla sezione. Augura buon lavoro ai nuovi eletti, perchè c’è molto da fare; incita ad essere tutti uniti, a pazientare, specialmente quando accadono involontariamente dei disguidi: niente campanilismi, le gare si fanno solo per fare il bene.
Bozzoli si rivolge ai presenti, per associarsi al collega Gai nell’esprimere la sua gratitudine a tutti coloro che lo hanno sopportato per vent’anni. durante la sua lunga attività sezionale, nei vari incarichi avuti, ed augura ai nuovi consiglieri proficuo lavoro.
Riferisce inoltre quanto è emerso dal gruppo di San Fior, e cioè il problema della tessera associativa. Prega i Delegati dell’Assemblea Nazionale di voler proporre a Milano un sistema di tesseramento con cartellino in plastica, tipo “bancomat” o “codice fiscale”. Siamo egli afferma — alle soglie del 2000 e pertanto pensa che questa proposta sia da non scartare. Manifesta inoltre le perplessità del gruppo di San Fior sull’aumento della quota sociale, perplessità manifestate anche da alcuni gruppi.
Piaia suggerisce alcune considerazioni. Asserisce che durante l’Assemblea di ogni anno, con la scusa del tesseramento, con il pretesto dell’esposizione e commento di rendiconti e dei vari problemi, ci si dimentica di soffermarsi su quanto viene espresso nella relazione morale del presidente sezionale. E una narrazione difatti e pensieri, attinenti alla nostra vita associativa, che ci invita ad alcuni attimi di riflessione. Al di là delle nostre cene, dei nostri incontri, dell’Adunata Nazionale, alla quale, senza dubbio, dobbiamo partecipare, è d’obbligo riconoscerei nella vita di tutti i giorni: cioè essere cittadini esemplari. Avverte l’importanza dei gruppi di aprirsi adeguatamente, serenamente, perchè saranno la nostra continuazione.
Ora si porta al microfono Chies per leggere un suo documento, manifesta il suo compiacimento per poter guardare i presenti negli oc chi, e quindi meglio esprimersi.
Egli afferma che l’incontrarci a viso aperto, in un posto chiuso, deve dare ad ognuno la spinta determinante per esternare fraterna- mente le nostre idee, in maniera semplice e capibile da tutti gli alpini: affinché quanto detto e ridetto, da diverse voci e in diversi modi, possa dare una traccia per l’anno sociale che ci aspetta, e soprattutto che quest’anno dia frutti spontanei, cosa che i nostri soci stanno aspettando da noi, preposti alla cura di quel meraviglioso albero, che si chiama Associazione Nazionale Alpini, sezione di Conegliano, tra noi dobbiamo guardarci fisso, non dobbiamo scantonare strategica- mente, dobbiamo esprimerci con lo sguardo. L’espressione vocale è una conseguenza, e soprattutto è conveniente terminare sempre con un sorriso o meglio ancora con una risata, perchè, — come diceva giustamente il buon Giulio Salvadoretti — il sorriso ed il canto sono le più belle espressioni dell’uomo.
A noi alpini spetta essere portatori e fautori di tutto ciò, dobbiamo infonderlo in tutti i nostri iscritti ed espanderlo a macchia d’olio, contagiando quanti ci circondano quotidianamente.
Nel momento difficile della nostra sezione (vedi festeggiamenti per il centenario del 70 ed elezioni del Consiglio Nazionale) egli sostiene che bisogna essere più uniti, più sinceri tra noi; dimostrarci più aperti con i nostri alpini, far sì che il nostro comportamento non crei un isolamento di noi stessi nei confronti dei nostri iscritti, perchè questo porterebbe ad un’inevitabile e pericoloso vuoto alle nostre spalle, un vuoto incolmabile, che potrà condurre a spiacevoli prese di posizione dei soci. nei confronti
dell’Associazione stessa. La schiettezza e la sincerità saranno lo specchio che riflette la nostra immagine; la nostra luce dovrà proiettarsi nei nostri gio ani alpini, che una volta nelle nostre file, trovata l’armonia con i veci, si fermeranno a convivere sui nostri verdi prati, per dar mano forte e per entrare in prima linea, qualora l’Associazione lo richieda.
Conclude dicendo che dalle urne, dovrà uscire un Consiglio Direttivo con la “C” maiuscola, un direttivo pieno di buona volontà e con capacità tali da poter espletare il compito che gli verrà affidato, in sintonia con lo Statuto e con le direttive impartite dal presidente nazionale dr. Leonardo Caprioli.
Augurando buon lavoro ringrazia i delegati per averlo ascoltato.
Per ultimo interviene il capo- gruppo di Susegana, Maretto, il quale ritorna più ampiamente sull’argomento che aveva sfiorato
precedentemente — che non è stato riportato — e cioè sul tesseramento degli amici degli alpini.
Si chiede come mai il costo della tessera degli amici degli alpini sia superiore a quello del normale socio.
Ricollegandosi alla relazione del presidente Vallomy, quando dice che fare politica significa difendere i diritti dei cittadini, e pertanto anche di noi alpini, è pienamente d’accordo. Pone la domanda di chi porta a conoscenza l’opinione pubblica le nostre iniziative, le nostre opere; non certamente la stampa comune — se non in casi eccezionali —‘ che alle volte ha un indirizzo prettamente partitico e che riporta, in alcune circostanze, fatti ed opinioni non conformi alla realtà, alla verità. Invita, quindi, la stampa alpina, i nostri periodici a farsi porta voce di tutto il tessuto programmatico e operativo della nostra associazione, in altre parole della realtà alpina.
Allora non vede il motivo perché gli amici degli alpini, che sono coloro che ci sono più vicini, che condividono e recepiscono il nostro pensiero e il nostro operato, debbano pagare una quota associativa superiore alla nostra.
Consiglia perciò i delegati all’Assemblea Nazionale di Milano, a farsi promotori, in quella sede, affinché la quota di iscrizione degli amici, sia pari alla quota dei soci ordinari, o addirittura versino il costo dei nostri periodici; perchè, riafferma, sono coloro che potranno leggere la stampa alpina, e a loro volta potranno essere i trasmettitori del nostro serio modo di fare politica.
Si concludono così gli interventi.
Il presidente dell’Assemblea Viezzer e il presidente della sezione Vallomy ringraziano coloro che hanno voluto esprimersi, con chiarezza e utilità, sui vari argomenti.
Mentre tutte le relazioni, — morale e finanziarie — vengono approvate all’unanimità, la votazione per la quota spettante alla sezione per il prossimo anno — stabilita in lire 3000 ha ottenuto il seguente risultato: 148 favorevoli, 15 contrari, 1 astenuto.
L’esamina del 1 punto dell’o.d.g. verifica dei poteri, avviene con il ritiro delle schede di votazione.
Prima di procedere alla votazione segreta per il rinnovo dei sette consiglieri scaduti e non rieleggibili, il presidente dell’assemblea pro pone ai delegati, che la nomina dei Revisori dei Conti, dei Probiviri e della Giunta di Scrutinio avvenga per acclamazione previa presentazione dei nominativi per evita re inutili lungaggini ed un oneroso spoglio.
L’assemblea unanime approva e accetta i candidati presentati dal presidente. Revisori dei Conti: Battistella, Padovan, Carlet: supplenti:
Trivellato e Breda. Probiviri: Piaia, Viezzer. Giunta di Scrutinio: Pizzol, Casagrande, Battistuzzi, Grosso e Rusalen.
Segue la votazione, a scrutinio segreto, del rinnovo parziale del Consiglio Direttivo. I nuovi eletti sono: Tomasi Eusebio, Stefani Nicola, Toffoli Zenildo, Danieli Bruno, Bortolotto Valerio, Possamai Antonio, Visentin Ernesto. (sei so no al primo incarico in seno alla sezione).
Hanno Ottenuto voti: Pagotto Antonio, Rusalen Marsilio, Toffoli Avelino, Bellotto Steno e Tomasi Antonio.
Dopo aver dato lettura dell’esito della votazione, a quanti presenti in sala, il presidente dell’Assemblea prof. Viezzer dichiara chiusi i lavori, alle ore 14.20.
ESTRATTO DELLA RIUNIONE CONSILIARE SEZIONALE
Il presidente dell’Assemblea ordinaria dei Delegati prof. Desiderio Viezzer, ha convocato per oggi — 24 maggio 1987, alle ore 20.30 — il Consiglio Direttivo per dar lettura del verbale dell’Assemblea dell’8 marzo, e procedere alla nomina, mediante votazione segreta, dEi due vice presidenti.
Dallo spoglio risultano eletti Brunello Renato e Chies Lino.
Pertanto il Direttivo e i responsabili alle varie attività sono:
Presidente: Vallomy Giacomo
Vice presidenti: Brunello Renato e Chies Lino
Tesoriere: Bozzoli Battista
Segretario: Pilla Michele
Consiglieri: Basso Luigino, Bortolotto Valerio, Calderari Gianfranco, Citron Igino, Dall’Anese Antonio, Danieli Bruno, De Zan Pietro, Geronazzo Nino, Granzotto Elio, Possamai Antonio, Stefani Nicola, Stella Tarcisio, Tardivel Davide, Toffoli Zenildo, Tornasi Eusebio, Visentin Ernesto, Revisori dei Conti: Battistella Alfredo, Padovan Vittorio; Carlet Giovanni, supplenti: Trivellato Gildo, Breda Carlo
Probiviri: Piaia Raimondo, Gai Paolo, Viezzer Desiderio
Giunta di Scrutinio: Pizzol Eugenio, Casagrande Giuliano, Battistuzzi Luigi, Grosso Giovanni, Rusalen Marsilio.
Periodico: Fiamme Verdi: direttore: Altarui Mario; presidente comitato di redazione e corr. de “l’Alpino”: Brunello Renato; membri: Barro Silvestro e Pizzol Eugenio.
Cappellano: Lot mons. Raffaele
Alfieri-Museo: Longhino Mario, Chies Remigio
Taverna: De Marchi Mario, collaboratore, Casagrande Giuliano
Giardinetto: Basso Mario
FORZA DELLA SEZIONE
N° GRUPPO - SOCI - CAPOGRUPPO
01 BARBISANO - 63 - Busetto Giuseppe
02 BIBANO-GODEGA - 212 - Padovan Vittorio
03 CONEGLIANO-CITTA' - 312 - Piaia Raimondo
04 COLLALBRIGO - 160 - Da Ruos Paolo
05 COLFOSCO - 107 - Collotto Angelo
06 COLLALTO - 48 -  Collet Valerio
07 CORBANESE - 137 - Maset Mario
08 FALZE' DI PIAVE - 151 - Negro Pierangelo
09 FONTIGO - 64 - Stramare Fermo
10 GAIARINE - 189 - Trivellato Gildo
11 MARENO DI PIAVE - 174 - Salvador Francesco
12 OGLIANO - 98 - Serafin Mansueto
13 ORSAGO - 106 - Battistuzzi Luigi
14 PARE' - 169- Zanella Giovanni
15 PIEVE DI SOLIGO - 194 - Gai Paolo
16 PIANZANO - 140 - Pradella Virgilio
17 REFRONTOLO - 124 - De Luca Silvano
18 S. LUCIA DI PIAVE - 218 - Bernardi Davide
19 S. FIOR - 185 - Chies Remigio
20 S. MARIA D. FEL. - 66 - Da Dalto Virgilio
21 S. PIETRO D. FEL. - 77 - Piccin Narciso
22 S. VENDEMIANO - 250 - Cadorin Giuseppe
23 SERNAGLIA D. B. - 196 - Bortot Livio
24 SOLIGO - 184 - Calderari G. Franco
25 SOLIGHETTO - 90 - Pansolin Giovanni
26 SUSEGANA - 141 - Maretto Luigi
27 VAZZOLA - 80 - Visentin Ernesto
28 M. O. P. MASET - 43 - Carlet Giovanni
TOTALE SOCI 4.078
Ass. Naz. Alpini - Sezione di Conegliano
Via Beccaruzzi 17 - tel. 0438 21465
C.F. 00852290261
- Codice FE:  KRRH6B9
conegliano@ana.it
  sezione@pec.anaconegliano.it

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