1987 Un busto in memoria del gen. Dal Fabbro
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VERRÀ ERETTO UN BUSTO
IN MEMORIA DEL GENERALE ING. GIUSEPPE DAL FABBRO
IN MEMORIA DEL GENERALE ING. GIUSEPPE DAL FABBRO
Fiamme Verdi Giugno 1987
Su iniziativa dell’Associazione Italiana Combattenti Interalleati - Sezione di Padova e Belluno, è stato costituito un Comitato avente lo scopo di erigere un busto in memoria dell’alpino generale ing. Giuseppe Dal Fabbro, scomparso a Sedico di Belluno il 3 gennaio 1985, a 82 anni.
Gli alpini della sezione coneglianese Lo ricordano con simpatia ed affetto, in particolare per le doti che erano Suo patrimonio: la schiettezza, l’onestà, la generosità, l’umiltà, che congiunte alla nobiltà del Suo animo e alla cultura, Lo facevano un uomo eccezionale, e un vero Alpino. Infatti il seguente “curriculum” lo conferma:
Figlio di un Ufficiale di carriera (Tenente Generale del Genio), decorato dell’Ordine Militare di Savoia, segue, a sua volta, di servire la patria in armi.
Partecipa alla Guerra d’Etiopia e prende parte alla battaglia del passo Mecan ove la Bandiera del Gruppo di Artiglieria da Montagna il Gruppo “Belluno” attualmente acquartierato a Pontebba (UD) viene insignita della Medaglia di Bronzo al V.M.
Rientrato in Italia, si guadagna un Encomio Solenne per una impresa militare-alpinistica eccezionale; raggiunge, con la propria Batteria, la vetta della Tofana portandovi, oltre agli uomini, cannoni, armi e munizionamento.
All’inizio del secondo conflitto mondiale, partecipa alla campagna di Francia passando, poi, ai fronti di Grecia, Albania ed Jugoslavia.
Va in Russia ove prende parte alle azioni di guerra che valsero la Medaglia d’Oro al V.M. al III Rgt. Art. Alpina della Julia.
Ferito in combattimento, viene decorato di due Medaglie d’Argento al Valor Militare “sul campo”. Nella motivazione si legge ...volontariamente era dove più cruenta era la battaglia sostituendo ufficiali caduti... contribuendo in modo decisivo alla vittoria.
Nella motivazione della seconda, pure conferita per fatto d’arme in Russia, tra l’altro, si legge: “.. raccoglieva Ufficiali ed Artiglieri del reparto Comando e con essi contrattaccava alla baionetta, riuscendo a ricacciare l’avversario ed a sventare l’incombente minaccia di accerchiamento”.
Da parte del Comando Tedesco vi è stato il riconoscimento, alla pari, delle due medaglie al V.M.
L’onore militare gli impedisce, dato che era vincolato da un giuramento di fedeltà al Re, di collaborare, dopo l’otto settembre, con i tedeschi, per cui subisce due anni di internamento in Polonia e Germania.
Rientra in Patria riprendendo il servizio attivo. Durante le grandi manovre, Eisenhover e Montgomery lo encomiano.
Svincolato dai doveri militari nel 1960 inizia una prodigiosa attività civile di pace, tesa alla conservazione delle glorie nazionali nel superamento delle vecchie incomprensioni internazionali, specie con gli ex nemici.
Vice Presidente sezione A.N.A. Trento.
Presidente sezione A.N.A. - Padova.
Consigliere Nazionale A.N.A.
Consigliere Nazionale Ass.ne Artiglieri e delegato Regionale per il Veneto.
Membro dell’Istituto del Nastro Azzurro, dell’U.N.U.CI. dell’Ass.ne Ufficiali provenienti dal servizio attivo, dell’Ass.ne Combattenti e Reduci.
Presidente Prov.le della Ass.ne Italiana Combattenti Interalleati; membro dell’Ass.ne ex Internati, dei Reduci di Russia.
Presidente Onorario delle Associazioni Europeistiche Italo-Austriaca ed italo-Tedesca.
Nell’attività dell’A.N.A. ha raddoppiati i Gruppi; ha organizzato la favolosa adunata nazionale degli Alpini del 1976. Ha sovrainteso le operazioni per la ricostruzione del Friuli (Cantiere n. 1 a Magnano in Riviera e, nel 76, a Venzone).
Accorre a portare gli aiuti dell'ANA. anche in Irpinia, subito dopo quel terremoto.
Pacifista ed Europeista convinto, ha dedicato l’ultima parte della sua vita al superamento di confini ed antichi odi.
Viaggia per tutta Europa; Belgio, Olanda, Austria, Germania, Francia per contattare esponenti dell’Associazionismo di quei Paesi, con particolare riferimento alle Associazioni che, nel ricordo dei Caduti in Guerra, si dedicano ad opere di Pace.
Impossibile descrivere la mole di lavoro svolto anche presso coloro che lo tennero prigioniero per due anni basti pensare, però che tale sua attività gli venne riconosciuta con numerose onorificenze e decorazioni che gli vennero date nelle nazioni ove operò.