1989 Assemblea sezionale
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ASSEMBLEA ORDINARIA DEI DELEGATI SEZIONALI
Fiamme Verdi Giugno 1989
Il Gruppo Sportivo A.N.A. decolla con buoni e sani propositi
12 marzo 1989
Il Prof. Vallomy durante la sua relazione morale.
Il 12 Marzo presso L’Auditorium Fenzi ha avuto luogo l’annuale assemblea ordinaria dei delegati per la trattazione del seguente ordine del giorno:
1° — Verifica dei poteri;
2° — Nomina del Presidente e del Segretario dell’Assemblea e di almento tre scrutatori;
3° — Lettura del verbale dell’Assemblea precedente;
4° — Relazione morale anno 1988;
5° - Esposizione rendiconto consuntivo 1988 e preventivo 1989;
6° — Relazione dei Revisori dei Conti;
7° — Relazione sul periodico “Fiamme Verdi”;
8° — Relazione sul G.S.A.;
9° — Quota sociale 1990;
10° — Discussioni sulle relazioni e loro approvazioni;
11° — Nomina di n° 9 Delegati all’Assemblea Nazionale di Milano;
12° — Elezione mediante votazione di n° 6 Consiglieri in sostituzione di: DAL BO VITTORIO e TARDIVEL DAVIDE (scaduti e rieleggibili) BASSO LUIGINO, GRANZOTTO ELIO, PAGOTTO ANTONIO e STELLA TARCISIO, (scaduti e non più rieleggibili).
L’Assemblea andata deserta nella sua prima convocazione alle ore 8.00 è stata dichiarata valida in seconda convocazione alle ore 9.00 per la presenza in persona e per delega di n° 164 Delegati sui n° 171 aventi diritto.
Constatata la validità dell’Assemblea e delle delibere a norma degli art. 7 e seguenti del Regolamento sezionale, il presidente Vallomy, dopo aver rivolto un saluto ai presenti, invita i Delegati a nominare il Presidente ed il Segretario dell’Assemblea ed almeno tre scrutatori.
I Delegati nominano quale presidente il socio prof. Desiderio Viezzer, e quali segretari i soci Steno Bellotto e Michele Pilla.
Scrutatori vengono nominati i soci: Nicola Stefani, Giuseppe Nardi ed Emilio Maschietto.
Il Presidente dell’Assembla dopo aver ringraziato i presenti per la fiducia accordatagli informa che viene volutamente saltato il primo punto all’ordine del giorno in quanto la “verifica dei poteri” verrà effettuata all’atto della consegna delle schede di votazione.
L’ordine del giorno vorrebbe fosse data lettura del verbale dell’Assemblea precedente, verbale che viene dato per letto ed approvato in quanto ampiamente relazionato sul periodico sezionale “Fiamme Verdi”.
Si passa quindi al punto 4°, e cioè alla relazione morale che viene fatta dal presidente Vallomy, che così si esprime:
— “L’anno scorso, opportunamente, un capogruppo mi aveva detto che potevo saltare certi particolari, tutta la cronistoria di fatti, feste e festicciole della Sezione.
Ho accettato l’osservazione e questa volta spero di essere più sintetico anche perchè il tempo non permette lungaggini.
Comunque la tentazione di rievocare i sentimenti che mi sono rimasti nella memoria e nel cuore, dell'assemblea dell’anno scorso, sarebbe stata grande.
Lo stato d’animo di quel giorno, i sentimenti più o meno disparati o concordi sono disincantati adesso, resisto tuttavia alla tentazione di commentarli. Constatò solo che la fugacità del tempo è tremenda: quando avrete la mia età ve ne accorgerete.
La nostra sezione rivela grande vitalità, anche per il numero crescente degli iscritti, che sono 4.298, a cui si aggiungono 260 amici degli alpini.
Bastano queste cifre per far pensare che, tutto sommato, la nostra sezione merita la fama cha ha.
Pare che la sezione di Conegliano sia molto apprezzata in Sede Nazionale, e ne ha ben donde; in fondo abbiamo cercato di se giure sempre gli ideali che hanno ispirato la nostra Associazione e penso che sgarri non ce ne siano stati, né abbiamo mai creato grane.
Ho letto ieri sul “Giornale” che c’è gran guerra tra Verona e Vicenza per la scelta della sede dell'Adunata Nazionale; a me pare una roba campanilistica e non degna della nostra Associazione, una gazzarra messa persino su “Il Gazzettino”senza che noi si dia un contributo con queste miserie.
L’anno che si chiude, è stato di grande impegno per la sezione e per l’Italia tutta, non solo per gli Alpini ma anche per gli italiani non dimentichi della gloria del nostro passato: l’anno delle commemorazioni del 70° della Vittoria.
Non siamo stati insensibili né avari, alla partecipazione di queste celebrazioni.
Ne abbiamo organizzate tre.
La prima, all’inizio della primavera, a Bibano in concomitanza con la celebrazione del 20° di fondazione del Gruppo. Cerimonia ben riuscita che ha aperto il calendario delle nostre manifestazioni sezionali.
Il 25 settembre è stata la volta di Pieve di Soligo, dove è stata inaugurato il viale degli Alpini e celebrato il 25° della ricostituzione del Gruppo.
Anche in quell’occasione nei discorsi ufficiali, è stato degnamente rievocato il 4 Novembre 1918 anno della Vittoria, soprattutto perchè il Quartier del Piave è stato il principale teatro di questa ultima italica Vittoria.
Con questo spirito a Falzè di Piave, il 19 e 20 novembre, sono continuate le commemorazioni che hanno meritato unanime consenso ed il plauso di quanti vi hanno partecipato.
Le celebrazioni di Falzè sono state arricchite con una pubblicazione commovente che ricorda il ritorno della popolazione, dei profughi, nel paese distrutto.
E un libro di storia, storia degli umili, storta di chi ha sofferto in silenzio, storia di chi non aveva armi ma solo il proprio cuore e la fiducia in Dio.
Ebbene, le manifestazioni di Bibano-Godega, di Pieve di Soligo e di Falzè di Piave hanno per noi, penso, onorato degnamente l’anno del 70° della Vittoria.
Quando saranno ultimati i lavori della sede adibiremo una stanza a biblioteca.
Vi troveranno posto il libro di Falzè, e tutte le opere ispirate alle vicende degli Alpini.
Fra le celebrazioni che dovremo organizzare quest’anno forse ci sarò anche quella del 70° di fondazione della nostra Associazione, infatti l’8 luglio 1919 venne fondata l'Associazione Nazionale Alpini.
Ho avuto l’onore, e direi la fortuna, di aver conosciuto l’iniziatore, il col. Andreoletti, che mi ha onorato della sua amicizia; il mio professore di lettere all’Università Cattolica di Milano, Carlo Calcaterra, figura nell’elenco dei fondatori dell'Ass. Alpini.
Dalla 40° Adunata Nazionale sono stato amico di Beppe Novello, pittore morto l’anno scorso novantenne, che come artista tanto aveva fatto per l'Associazione Alpini.
Apro una parentesi: non è esatto affermare che gli alpini, il corpo degli Alpini è nato nel 1872, data in cui Perrucchetti ha creato l'Arma degli Alpini; ho trovato un documento letterario, una documentazione importante dove riferiva che i primi alpini non portavano ancora le mostrine verdi ma vivevano nel verde delle nostre Alpi.
Quest’anno l’Europa è in fermento per il bicentenario della rivoluzione francese.
L’Italia è stata molto influenzata dalle conseguenze ditale rivoluzione, e se qualcuno ricorda un po’ di storia del nostro passato e dei primi ‘800 sa che Napoleone ha avuto buon gioco in pianura, ma nelle Alpi piemontesi i’ “giacobini” non sono passati.
I Giacobini, cioè coloro che volevano rivoluzionare il mondo sputacchiando anche i nostri ideali cristiani, sono stati fermati dai piemontesi.
I primi alpini furono montanari. Nelle Alpi occidentali, dal Monte Bianco e fino al Monviso, c’erano contandini, preti, frati, uomini e donne che non hanno lasciato passare i francesi.
Per ricordare questi antenati degli Alpini è stato pubblicato un libro, opera dello scrittore Giovanni Merlo dal titolo "O bravi guerrieri".
Mi son permesso appunto di sottolinearlo perchè effettivamente è l’arma in cui abbiamo combattuto e la nostra Associazione, nella quale continuiamo la nostra vita di Alpini, ha delle vicende legate alla montagna, legate all’amor patrio, legate alla nostra storia.
Prima di passare ad altri argomenti desidero accennare futuri programmi e precisamente alle feste di Soligo e di Mareno; sono due manifestazioni sezionati e sarà bene venga disposto per renderle veramente solenni.
So che questo argomento è stato oggetto di discussioni ora favorevoli, ora sfavorevoli in quanto c’è chi dice che noi "festeggiamo troppo".
C’e chi sostiene la tesi che una festa sezionate all’anno sarebbe sufficiente, altri invece sostengono che bisogna tener presente le iniziative ed i desideri dei 28 Gruppi che costituiscono la nostro Sezione; cercheremo di conciliarle queste tesi.
Le feste di quest’anno saranno appunto quelle che vi ho ora annunciato, salvo che dalla Sede Nazionale non si voglia indire una particolare manifestazione per il 70° della fondazione della nostra Associazione.
Per quanto riguarda la vita della nostra Sezione vi assicuro che i nostri rapporti con le autorità civili e militari sono sempre ottimi, direi anzi che sono migliorati.
Alla cena di fine anno invitiamo abitualmente sempre i rappresentanti delle varie unità alpine.
Quest’anno abbiamo avuto un contraccambio veramente simpatico: il 29 febbraio una nostra folta rappresentanza s’è recata alla Caserma “Piave” di Udine sede del “Gruppo Conegliano” art montagna — dove è stata accolta signorilmente e con spirito fraterno. Le impressioni riportate da coloro che vi hanno partecipato sono state veramente lusinghiere.
Purtroppo in quella circostanza chi vi parla, per una indisposizione frutto della stagione, non vi ha potuto partecipare.
Sono rimasto molto dispiaciuto perchè una caratteristica della nostra sezione è appunto quella di mantenere vivi quei rapporti, quei contatti di collaborazione e di simpatia tra gli Alpini in congedo; pertanto è bene continuare in questa direzione.
Anche i rapporti con le altre Associazioni d'Arma sono buoni, ne è prova il fatto che le ospitiamo spesso nella nostra sede, sia gli ex combattenti sia quanti altri ci chiedono di poter usufruire dei nostri locali per le loro riunioni.
A proposito della sede, è bene che passi ad un argomento che mi preme sottoporre atta vostra attenzione.
Lo scorso anno vi ho fatto un elenco dei lavori fatti nel giardino esterno della Sede, lavori che quest’anno hanno avuto una continuazione radicale nei locali interni.
Il benemerito motore, il “manager” dicono gli inglesi, di questi lavori è l’alpino comm. Giovanni Daccò, che non è voluto intervenire, preoccupato che lo applaudissimo.
Gli ho chiesto un piccolo resoconto, ebbene permettetemi che ve lo legga.
— “Illustre Presidente, Le invio i nominativi di quanti hanno lavorato in questi mesi ai lavori di restauro della Sede. Ne aveva proprio bisogno.” — (Il presidente Vallomy interrompe la lettura ed aggiunge.
“Abbiamo qui dei testimoni: il cav. Gai sorride e dice in cuor suo, che abbiamo fatto in tempo prima che il soffitto ci crollasse sulle spalle, perchè la calce nascondeva veramente dei pericoli disastrosi.”
— Quindi continua la lettura: -“Non è ancora il momento di fare una relazione definitiva per il grosso lavoro presentatosi subito dopo l’inizio dei lavori di risanamento della Sede; lavori che si sono dimostrati strettamente necessari per la precaria e pericolosa situazione ed in particolar modo per i travi di sostegno dei pavimenti.
Si poteva accelerare con i lavori stessi ma è mia abitudine di far bene e in questo ho trovato tre collaboratori che più di me vogliono fare bene. Questi sono: Adriano Moretti per la parte di falegnameria, Vittorio Dal Bò altro formidabile collaboratore per la parte elettrica e l’amico degli alpini Fausto Soldan per la parte muraria, coadiuvati con mirabile volontà dai soci Gino Da Rè del gruppo M. O. Maset; Mario Calderola del gruppo Corbanese; Paolo Da Ruos con quattro soci del gruppo di Collalbrigo; Giuseppe Cadorin e Gino Citron con una quindicina di soci del gruppo di San Vendemiano; il socio Paolo Gai sempre pronto alle nostre richieste con consigli, delucidazioni ed interventi.”
Non posso e non voglio dimenticare l’intervento di drenaggio del giardino fatto da Zenildo Toffoli, che ringrazio, un bel lavoro fatto per deviare la falda d’acqua che accumulandosi nel giardino minava le fonda sul lato del Museo. Probabilmente qualche dimenticanza di nomi ci sarà stata, ad ogni modo il rapporto finale verrà completato a sito tempo, e vorremmo non dimenticare alcuno. Mi auguro vogliate continuare per quanto possibile, sia contribuendo con il lavoro sia anche, bisogna dirlo, con interventi monetari. Chies, oltre che vice presidente, è stato valido aiuto per la sua competenza di geometra. Desidero ringraziare i due vice presidenti per aver collaborato generosamente alle esigenze della vita sezionale. Ringrazio tutti quelli che hanno collaborato sia con iniziative di lavoro sia con interventi, aiuti e consigli. Desidero che questa parte della mia relazione venga ben sottolineata, e che sia realmente riconosciuto che la vita della sezione è opera di tutti loro. Naturalmente abbiamo due bravi segretari. in modo particolare quello del computer; caro Bellotto, grazie infinite per la tua precisione e per la meticolosità con cui guidi la parte burocratica, non è memoria di macchina, è la tua memoria, congiunta all’opera coscienziosa e silenziosa del collega Michele Pilla.
C’è poi da aggiungere la gratitudine che il Presidente della sezione e il Consiglio sezionale hanno verso i Capigruppo ed i loro collaboratori. I nostri Gruppi funzionano bene.
C’è qualche gruppo che ha un po' di magra nelle iscrizioni, altri sempre più nutriti, ma iniziative non ne mancano. Soprattutto noto una cosa che è segno di vitalità: l’interessamento per i problemi sociali. La sezione non ha mai dimenticato la "Nostra Famiglia".
Per iniziativa del vicepresidente Lino Chies, è stato effettuato un gesto simpatico ed umano a favore dei disabili de "La Nostra Famiglia": la partecipazione di Alpini ad un pellegrinaggio a Lourdes per aiuto e solidarietà.
Avevo promesso a Chies di parlarne oggi, non solo, ma di invitare a continuare per completare questa iniziativa che trovo veramente valida sia dal lato spirituale che morale.
Il comm. Daccò nella sua relazione mi aveva fatto un piccolo appunto per l’amico degli Alpini Francesco Crepaldi per il molto lavoro svolto ed un altro, sempre per il lavoro svolto, per le pulizie e per aver sopportato i legittimi sfoghi e il nervosismo dello stesso Daccò, per l’amico di tutti gli Alpini della sezione di Conegliano Mario De Marchi.
Che dire poi dell’entusiasmo che abbiamo trovato nelle manifestazioni patriottiche tra le quali la commemorazione di Nikolajewka a Solighetto, dove ho notato una bella presenza di alpini, di gruppi e di gagliardetti.
Sarebbe da tener ben presente questa celebrazione — “continua, caro Pansolin, in questa magnifica e meritoria iniziativa che affianca quella di carattere nazionale“ — perché è nostro dovere ricordare i Caduti ed è nostro dovere dimostrare in questa particolare circostanza il nostro doveroso omaggio a quanti hanno partecipato a quell’infelice spedizione in terra russa dove, tutto sommato, gli Alpini hanno salvato l'onore del Tricolore.
Salviamolo anche noi nel compimento quotidiano dei nostri impegni cittadini, Non dimentichiamo che è nostro dovere, non solo seguire i problemi della nostra Associazione, ma è pure nostro dovere seguire tutti i problemi che meritano interesse.
non è fare politica questo, ma è un buon esempio che dobbiamo dare nella partecipazione a tutte quelle iniziative che riguardano la vita del nostro paese.
Noi dobbiamo contribuire a salvaguardare quelli che sono il benessere e le norme del vivere civile.
C’è un grande problema oggi: nel 1918 s’è chiuso il periodo del Risorgimento d’Italia ed ora mi pare ci sia il risorgimento d’Europa, i grandi problemi che si affacciano alle nazioni che — come l’Italia, la Francia, la Germania, il Belgio, l’Inghilterra e l’Olanda — devono essere risolti per avviare finalmente quella benedetta Unità Europea, che aiuterà si, a migliorare il benessere, ma soprattutto aiuterà ad evitare altre guerre,
Voi Alpini non amiamo la guerra, prepariamo la pace e prepariamoci a divenire veramente dei cittadini degni di figurare nella futura Europa.
Prima di cedere la parola, permettetemi di ringraziare i consiglieri che non sono più rieleggibili e che hanno operato per il passato, a loro la nostra riconoscenza per la fattiva collaborazione e per aver partecipato attivamente ai lavori del Consiglio direttivo. Grazie!
Infine esprimo la mia stima a Renato Brunello, redattore e responsabile del periodico “Fiamme Verdi“ a cui va il nostro ringraziamento per la diligenza con cui tiene i contatti con i Gruppi, riferendo, e questo è un segno di vitalità che annulla paratie o compartimenti stagni tra i vari Gruppi tenendoli utili e solidali.
La nostra gratitudine va anche al prof. Mario Altarui direttore responsabile.
Il presidente dell’Assemblea dopo aver ringraziato Vallomy per la sua ampia e circostanziata relazione passa la parola al Tesoriere Battista Bozzoli per l’esposizione del rendiconto consuntivo 1988 e del bilancio preventivo 1989, Inoltre viene letta la relazione dei Revisori dei conti,
Prende la parola, per la relazione di “Fiamme Verdi”, Brunello che, dopo averla esposta così si rivolge ai Delegati: “I vorrei dire due cose, soprattutto in relazione alle osservazioni che mi vengono rivolte. Le critiche posso accettarle, solo quando queste hanno un indirizzo costruttivo, viceversa non hanno senso. Non hanno senso almeno nei confronti di coloro che lavorano e che cercano di farlo bene, con coscienza, con onestà ed equità; e se qualche piccolo errore avviene, questo è umanamente possibile e quindi ammesso. Un gruppo mi ha pregato di essere piè equo nella distribuzione dello spazio riservato ai gruppi. Non ho capito bene cosa intendesse dire. Dovrei forse lasciare lo spazio vuoto per il gruppo tale o tal altro? Se non ho notizie da pubblicare, devo inventarmele? E se qualche volta taglio, ci sono i motivi; è inutile dilungarsi in certi fatti o argomenti, ripetitivi, di troppa ordinaria amministrazione!
Spero mi capiate, e da persone intelligenti capiate qual’è il compito delicato del redattore. Mi pare che stia facendo abbastanza - scusate l’immodestia — è consuetudine lasciarmi quasi sempre solo. Chi mi affianca è solo Steno Bellotto (altri fanno troppo poco), su cui posso fare affidamento perchè se gli chiedo di fare qualche cosa lo fa con amichevole disponibilità; mi auspico la partecipazione di molti altri, perchè è inutile diversificare gli argomenti anche nella forma lessicale e letteraria. Pertanto ripeto fino alla nausea che ho bisogno del vostro aiuto per rendere “Fiamme Verdi” sempre migliore.
Brunello riferisce sul Congresso della Stampa Alpina avvenuto a Milano l’11 marzo (ieri).
E' stato ribadito che la Stampa Alpina deve essere sì informativa, ma in un contesto formativo, come l’articolo scritto da Bellotto sulla manifestazione di Pieve di Soligo, e quello scritto da lui sulle celebrazioni di Bibano-Godega e di Falzè di Piave. Dunque nella parte informativa deve eccellere quella formativa in una semplicità letteraria, che raccolga anche il pensiero spirituale e morale, se vogliamo anche un pizzico di poesia, altrimenti si traduce in una cronaca nuda e cruda.
Il presidente dell’Assemblea prof. Viezzer dopo aver ringraziato Renato Brunello per la sua spontanea e sincera esposizione, invita il responsabile sezionale del Gruppo Sportivo Alpini - di nuova costituzione — Nicola Stefani a relazionare i Delegati sul programma svolto e da svolgere.
“Mi vien chiesto di stare stretto ma le cose da dire sarebbero tante, cercherò quindi di mettere il punto su almeno tre cose fondamentali ed importanti per questo G.S.A. Intanto vorrei precisare che non è il consigliere Nicola Stefani che vuole il G.S.A. ma è la sezione che dopo anni di tribolata sofferenza ha preso la decisione di istituire un nuovo servizio, cioè quello di creare un Gruppo Sportivo che valga sia per la sezione che per i gruppi.
Non è un’ulteriore onere, un altro lavoro, che viene scaricato sui Capigruppo o su quelle poche persone che si prendono l’incarico di fare qualcosa, ma è un servizio e come tale bisogna prendere a man salda le poche possibilità che ci sono, possibilità sia morali che economiche, tanto è vero che la sezione s’è prodigata in un ulteriore sforzo mettendoci a disposizione una somma nel caso ci fosse la necessità di dovervi attingere per iniziare ad avviare questo discorso promozionale valido per tutti e non solo per un numero ristretto. La seconda cosa da dire, innanzi tutto, è che chi lavora a questo G.S.A. è gente seria ed ha avuto un’escalation che è durata un anno.
Lo scorso anno, quale Consigliere, venivo incaricato ad affrontare l’argomento G.S.A. ed ho avuto i primi con- tatti dove, con alcuni soci del Gruppo Città, veniva lanciata l’idea di effettuare un Torneo di calcio a cinque, cosa che veniva fatta a settembre.
Ad ottobre effettuammo una gita in montagna ed a novembre abbiamo chiesto l’approvazione al Consiglio sezionale di fondare questo G.S.A. anche sotto l’aspetto burocratico; approvazione che abbiamo ottenuto anche dalla Sede centrale di Milano, e finalmente ora, a marzo dell’anno seguente, possiamo dire che esiste un G.S.A. sezionale. Un G.S.A. che consta già di 26 Soci e che provvisoriamente ha un presidente, un vice, un segretario e dei consiglieri.
Come dicevo prima questo Consiglio è provvisorio, nel senso che per forza di cose c’è stata la necessità di formare un comitato permetterci in regola con Milano, per creare questa struttura. Naturalmente speriamo di avere l’apporto sufficiente e la potenzialità dei Soci per poter indire un’assemblea generale ed indire libere votazioni.
Mi piace sottolineare che l’impegno profuso da chi ha costituito questo G.S.A. è tale da essere stato riconosciuto a livello nazionale. Infatti una settimana fa c’è stata a Bassano la riunione del Triveneto e due dei nostri associati sono stati eletti: uno Consigliere nazionale e l’altro proboviro all’interno del Consiglio triveneto. Quindi direi che questo è forse una della garanzie maggiori rispetto alla serietà dell’iniziativa. Il terzo punto che vorrei sottolineare è che le attività che vengono svolte da questo G.S.A. sono molteplici e non è detto che debba essere esclusivamente una attività agonistica o un'attività prettamente sportiva.
C’è l’attività agonistico-sportiva e c’è l’attività che fuoriesce da questi schemi ed è l’attività promozionale che va dalle gite alle escursioni, dalle occasioni di incontri all’organizzazione di gare sportive dove si praticano degli sports forse meno conosciuti.
Come relazione non posso aggiungere nient’altro ma voglio solo dire che questo è un lavoro che avvicina i giovani ad un nuovo modo di operare all’interno della Sezione che, secondo me, è un lavoro che va approfondito e coltivato per avvicinare i Gruppi alla Sezione. Un domani, quando sarà costruita la struttura generale, ci sarà l’opportunità discendere al particolare che ogni Gruppo potrà costituire a proprio piacimento un Nucleo sportivo
Questa è la sostanza della mia relazione ed adesso, per completarla ed aver modo di conoscere i vari programmi, vorrei invitare il presidente di questo Comitato G.S.A., Piero Dottor, a farvi una carrellata sul programma di quest’anno.
Prende la parola Dottor che riferisce come siano state divise le attività, dando ad ognuna di esse un responsabile, come: Per il Calcio a 5 (calcetto) responsabile è lo stesso Dottor che riferisce d’aver iscritto una squadra al Torneo F.I.G.C. di calcetto che parteciperà nella serie provinciale.
Per le escursioni in montagna sono state programmate cinque gite di cui tre a livello amatoriale e due più impegnative (due giorni) il responsabile è Stefano Stefani.
Nicola Stefani curerà l’orienteering - disciplina che porteranno anche nelle scuole elementari.
Responsabile per il “Tiro a segno” è Razza Giancarlo. Per questa specialità il Dottor informa che ci saranno dei corsi di formazione che verranno svolti al poligono di Vittorio V. in otto lezioni. Riferisce che nel periodo di formazione del G.S.A. è stato fatto ben poco nel periodo invernale se non, agganciandosi allo Sci Club Colfosco, la partecipazione alla fiaccolata di Padola e la programmazione di un corso di sci e ginnastica presciistica.
Nelle riunioni fatte con i vari Gruppi della Sezione (11 su 28) hanno aderito quali responsabili del Gruppo: Dottor (S. Vendemiano); Marsura Ivano (Sernaglia); Bertazzon Albino (Pieve di Soligo); Peruccon Ivano (Fontigo); Liessi Efrem (Refrontolo); Cusin Domenico (Parè); Antoniazzi Fabrizio (Falzè); Pol Giuseppe (Barbisano); Toffoli Renzo (Vazzola): Rui Sandro Susegana: Tonon Gabriele (M.O. Maset); per i rimanenti non è stato fornito il nominativo di chi curerà la parte sportiva del Gruppo.
Queste persone hanno il compito di far conoscere il G.S.A. e divulgare le attività che il G.S.A. svolge.
A chiusura del suo intervento il presidente Dottor informa che per informazioni ecc; il Comitato si riunisce ogni venerdì in Sede e che il segretario Pilla prenderà i contatti con quanti intendessero aderire.
In relazione all’attività del G.S.A. intervengono Nino Geronazzo e Paolo Gai. Geronazzo afferma: "Ritengo opportuno dopo quanto abbiamo sentito su questa nascente attività di aggiungere solo che noi dobbiamo essere grati a questi giovani per quanto stanno facendo, E un’attività che ci può permettere di dire qualcosa di nuovo. È un qualcosa che ci avvicinerà ai ventenni, e noi dei ventenni e dei trentenni abbiamo bisogno; e se vogliamo avvicinarli dobbiamo fare delle attività che siano consone a questi giovani, altrimenti la nostra Associazione tenderà a pleurizzarsi nel tempo,
Dal canto mio auguro ed auspico che non si fermi al nucleo sezionale perchè, come ha detto Stefani, vuole solo promuovere le attività. C’è bisogno che nell’interno dei gruppi l’attività si estenda, non solo rivolta ai ragazzi e agli alpini che hanno terminato il servizio militare, ma anche ai nostri figli e alle nostre famiglie."
Gai si meraviglia, quale capogruppo, che solo undici dei ventotto gruppi della sezione abbiano fornito il nominativo del loro rappresentante in seno al G.S.A. Sollecita i colleghi Capigruppo che non lo hanno fatto di fornire il nominativo e a farlo presenziare alle riunioni del G.S.A.
Vengono quindi approvate all’unanimità: la relazione morale del presidente, il consuntivo 1988 e il preventivo 1989, la relazione sul periodico “Fiamme Verdi” e la relazione del G.S.A. La quota sociale 1990 viene approvata all’unanimità nella somma di L. 3.000 (quota spettante alla sezione) più quanto ci verrà chiesto dalla Sede Nazionale.
Si nominano i delegati all’Assemblea nazionale del 28 maggio i soci: Giacomo Vallomy (presidente sezionale), Lino Chies, Antonio Daminato, Giovanni Grosso, Stefano Stefani, Marsilio Rusalen, Antonio Cais, Giovanni Zanella e Adriano Moretti.
Seguono le votazioni a scrutinio segreto per il rinnovo parziale del Consiglio Direttivo. Sono stati confermati per un’altro triennio: Davide Tardivel e Vittorio Dal Bò; mentre risultano eletti per la prima volta: Umberto Bortot, Luigi Zaccaron, Antonio Daminato e Marsilio Rusalen. Dopo aver dato lettura dell’esito delle votazioni ed aver invitato i Consiglieri in carica e i neo-eletti alla riunione di Venerdì 17 c.m. alle ore 20.45, presso la sede, il presidente dell’Assemblea prof Desiderio Viezzer dichiara chiusa la riunione alle ore 12.30.
Nella riunione di venerdì 17 marzo dopo la lettura del verbale dell’Assemblea, si è proceduto alla nomina dei due vice presidenti, mediante votazione segreta. Dopo lo spoglio sono risultati eletti Nino Geronazzo e Paolo Gai.
Pertanto il Direttivo e i responsabili della varie attività sono:
Presidente Giacomo Vallomy;
Vice Presidenti: Paolo Gai e Nino Geronazzo;
Tesoriere Battista Bozzoli;
Segretari: Steno Bellotto e Michele Pilla;
Consiglieri: Battista Bozzoli, Valerio Bortolotto, Umberto Bortot, Antonino Cais, Lino Chies, Vittorio Dal Bò, Antonio Dall’Anese, Antonio Daminato, Bruno Danieli, Antonio Possamai, Marsilio Rusalen, Nicola Stefani, Davide Tardivel, Zelindo Toffoli, Ernesto Visentin e Luigi Zaccaron.
Periodico “Fiamme Verdi”: direttore Mario Altarui; presidente comitato di redazione, corrispondente de “L’Alpino”, Biblioteca e Archivio: Renato Brunello; membri comitato: Steno Bellotto e Eugenio Pizzol;
Manutenzione Sede e “Madonna della Neve”: Paolo Gai, Lino Chies, Zenildo Toffoli e Giovanni Daccò; Protezione Civile: Lino Chies;
G.S.A. (gruppo sportivo): Nicola Stefani e Antonio Daminato;
Bosco “Penne Mozze”: Lino Chies, Paolo Gai e Mario Maset;
Cerimonie-manifestazioni: Nino Geronazzo, Nicola Stefani e Davide Tardivel;
Rapporti con autorità civili e ass.ni d’Arma: Valerio Bortolotto, Raimondo Piaia;
Rapporti con FF.AA.: Nino Geronazzo;
Attività culturali: Antonino Cais, Raimondo Piaia, Stefano Stefani. Umberto Bortot, e Luigi Zaccaron;
Cappellani: mons. Raffaele Lot e Padre Cappuccino;
Fanfara: Antonio Dall’Anese;
Museo: Mario Longhino e Medardo Mezzini;
Alfieri: Mario Longhino e Antonino Cais;
Taverna: Mario De Marchi, Giuliano Casagrande e Francesco Crepaldi.
S.B - RB.