1990 Festa dei veci del Cadore 50 anni dopo
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FESTA DEI “VECI” DEL “CADORE”
CINQUANTA ANNI DOPO...
CINQUANTA ANNI DOPO...
Fiamme Verdi Dicembre 1990
Tai di Cadore. 37° Anniversario della ricostituzione Btg «Cadore»
I veci delle varie sezioni sfilano con aria marziale
I “veci cunici” del glorioso BATTAGLIONE CADORE si sono riuniti, rispondendo all’appello di uno dei suoi Vecchi tenenti, lassù sul bel Cadore per ricordare la partenza delle “nappine rosse” del “7° Alpini” per il fronte greco-albanese, ed insieme rivolgere un sempre nostalgico pensiero a quei loro meno fortunati compagni che se ne sono andati avanti.
Ci siamo incontrati alle 9.30 in piazza Tiziano a Neve, poi è stata celebrata dal nostro cappellano militare Don Sandro la S. Messa nella chiesa arcidiaconale, messaci premurosamente a disposizione dal paterno mons. Saguì.
Messa celebrata col cuore ed altrettanto assistita dagli alpini e dalle loro “vece”. Usciti in piazza, ci attendeva una compagnia alpina con fanfara per rendere gli onori alla storica bandiera decorata di antica medaglia d’oro al V.M. del comune di Pieve di Cadore. Folla commossa e gioiosa, comandi di rito, deposizione di una corona in onore dei Caduti cadorini, fatta dal sindaco e dal comandante del Battaglione. Corteo e, con la vivace fanfara della “CADORE” in testa, sfilata fino alla caserma “P.F. Calvi” di Tai, fra una folla sorridente e partecipe, e qualche autista bloccato, un po’ mugugnante.
Sole sempre splendente, cortile della nostra vecchia caserma in trasformazione già affollata. Unitamente ad altre autorità civili, ad attenderci c'è il Gen. Papini, già comandante del Btg. Pieve di Cadore ed ora comandante della Brigata Alpina Cadore, insieme alla Sua gentile signora, ad altri ufficiali, già del Cadore e non. Ognuno prende il proprio posto, battaglione di formazione con fanfara schierato, onori alle autorità civili e militari, alle bandiere, deposizioni di una corona e di fiori al monumento che ricorda i Caduti del Battaglione. Atmosfera festosa e, forse, un po’ troppo “bisbigliosa” ma ciò non toglie che il Ten. Col. Zavattaro Ardizzi possa rivolgere un commosso ed affettuoso saluto a tutti i presenti, legati per motivi diversi al vecchio e caro Battaglione Cadore, che fra pochi giorni dovrà lasciare, destinato ad altro importante incarico. Un saluto particolarmente grato e beneaugurante ai giovani alpini alle armi per l’opera data e per quella di domani come esemplari cittadini in un futuro non facile.
A nome dei proprio “veci” risponde l’avv. Alessandro Tonolli della Bassa-Lodigiana, che per quasi quattro anni comandò il plotone mortai da ‘81 durante tutta la guerra in maniera assennata ed efficace, il quale, essendosi reso conto che la storia del nostro Battaglione nell’ultimo conflitto era generalmente poco conosciuta, ne fece un’ accurata, precisa, ed il più possibile concisa messa in chiaro di quanto fece il nostro battaglione dal 1940 all’8 Settembre ‘43 sempre al comando del T. Col. Perico.
Applausi commossi, onori di ritorno, rompete le righe, due chiacchiere, qualche colpo di commozione, ed alle 12,30 tutti a tavola, rancio speciale “tubi col ragù” e “spezzatino con patate” degni delle tradizioni dei cucinieri del “Cadore”. Tutti a tavola insieme, dal signor generale comandante ai “veci”, mogli, figli e nipotini in carrozzina, malgrado fossero stati sconsigliati nella circolare del burbero tenente organizzatore. Tutto bene ed ottimo ugualmente. La sezione di Conegliano era egregiamente rappresentata dal vice presidente cav. Paolo Gai, dal comm. Giovanni Daccò e da diversi alpini, naturalmente con il Vessillo sezionale.
A.M.