1991 Cambio al Vertice della sezione: Luigi Basso è il nuovo presidente
Attività > Attività 1991
Cambio al vertice della Sezione
Giacomo Vallomy consegna il testimone al suo allievo Luigi Basso
Giacomo Vallomy consegna il testimone al suo allievo Luigi Basso
Fiamme Verdi Giugno 1991
Il professor Giacomo Vallomy ha affidato la “bacchetta” del comando della Sezione ad un alpino più giovane.
Gli abbiamo concesso una “allietante liquidazione”, permettendogli di incrementare la sua già “doviziosa” pensione statale!
La Sezione di Conegliano ha avuto, durante i suoi 65 anni di vita, presidenti prestigiosi, affiancati da diretti collaboratori, preziosi nel campo produttivo ed organizzativo, che hanno permesso la realizzazione di significative opere sociali ed umanitarie, rendendo possibile l'arricchimento dell'immagine della stessa associazione, permettendo, così, di tener alto il prestigio delle penne nere.
Il prof Giacomo Vallomy, a giudizio dei Dirigenti nazionali e delle Sezioni, è stato un Presidente Alpino dalle doti eccezionali, UOMO degno di rappresentare la nostra grande “Famiglia Alpina” . Tali apprezzamenti — che ho sempre condiviso — non sono un voler “incensare”, è solo un reale giusto riscontro.
Vallomy oltre ad essere un personaggio dal carattere grintoso — tipico della gente della montagna — (egli è, infatti, originario di un paese della Valle D'Aosta, che non ha mai cessato di amare), possiede una profonda spiritualità, è un abile oratore, dotato di una proprietà di linguaggio lessicale non comune (ancora oggi è chiamato a compiere conferenze di studio).
Gli alpini, specialmente i meno giovani, non possono dimenticare i suoi interventi — alcune volte rasenti “la filippica” — durante le varie manifestazioni e celebrazioni:
allocuzioni che hanno sempre suscitato ammirazione ed entusiasmo.
Durante i 16 anni della sua carismatica presidenza, ho avuto l’onore e il piacere di essergli accanto, oltre che come vice presidente, per ben otto anni, per altri impegnativi incarichi, ed ho sempre incontrato il maestro, il padre, il fratello e l’amico.
E se la mia opera in seno alla Sezione Alpini mi ha procurato delle soddisfazioni, sono stato,per di più, ricompensato dalla cultura, dalla saggezza, dall’acume del professor Vallomy.
Per la stima e l’affetto che serbo nei suoi confronti e per gli ideali a cui si ispira e sa trasmettere con dignità, senza inflessioni, voglio riportare qui di seguito, quale attributo, l’apologo di Fedro: ‘Ricchezze e povertà di Simonide”, dove traspare un fantastico, quanto realistico concetto dei valori che l’uomo sa di poter possedere, al di là del bene materiale.
Sempre il savio ha con sé la sua ricchezza.
Simonide che scrisse il canto raro, perché fosse più dolce povertà cominciò a visitare le famose città dell'Asia per comporvi lodi di vincitori, previo pagamento. Con questa professione s’arricchì, e pensò di tornarsene, via mare, in patria, ch’era l’isola di Ceo, dice la tradizione. S’imbarcò; ma una tempesta orrenda e la vecchiaia sfasciarono la nave in pieno mare.
S’arraffano cinture, borse oggetti di valore, i sostegni della vita; un tale fa, sollecito: «Simonide, tu, di quello che hai, non prendi niente?» «Tutto ciò che posseggo è già con me», rispose. Pochi, a nuoto, si salvarono, i più, fatti pesanti degli averi, perirono. Poi vennero i banditi a rapinarli ed a lasciarli nudi. C’era là presso una città, l’antica Clazòmene, ed i naufraghi v’andarono; qui abitava un uomo letterato che aveva molto letto il suo Simonide, e molto l’ammirava da lontano:
lo riconobbe solo al suo parlare e fu avido a volerlo ospite suo; per fargli onore lo fornì di vesti, denaro, servitù. Intanto gli altri mendicavano in giro con la loro tavoletta dipinta. Li incontrò Simonide per caso. «Già vi dissi che tutto do che è mio era con me. Ciò che voi arraffaste, è tutto morto.»
Voglio ricordare a chi non lo sapesse o non avesse capito: che non è vero che invecchiando l’intelligenza si appanna. L ‘intelligenza “cristallizzata “, che coinvolge aree nelle quali le conoscenze sono già state acquisite attraverso l’educazione, mostra un progressivo, costante sviluppo pari all’accrescimento della saggezza. L’augurio è che il Buon Dio conceda al prof. Giacomo Vallomy di rimanere felicemente, ancora per molti anni, con i suoi cari, e con noi alpini a distribuire preziosi insegnamenti, ed essere presente con le sue gradite e significative allocuzioni nelle importanti cerimonie alpine. Al neo Presidente P.A. Luigi Basso, che, già fin dal suo insediamento alla guida della Sezione, ha dimostrato di avere le idee chiare, tracciando immediatamente un minuzioso e prezioso programma, con delle utili connessioni per lo sviluppo delle diversificate iniziative della Sezione e dei singoli Gruppi: un grido di incoraggiamento!
Mi è parso di intuire - già nella prima riunione del direttivo - quali sono i suoi progetti immediati, certamente consoni agli scopi e alle aspirazioni di un presidente degli alpini.
Ho apprezzato molto il modo in cui ha voluto approdare al suo nuovo prestigioso incarico. Accompagnato dal vice presidente Battista Bozzoli e dal consigliere Valerio Bortolotto, Luigino Basso, dopo aver assistito alla S. Messa nel Duomo di Conegliano, ha portato il saluto personale e degli alpini della Sezione all’arciprete mons. Felice Sacilotto, quindi si è recato al monumento ai Caduti a deporre un mazzo di fiori; poi si è trasferito in cimitero per collocare sulla tomba del socio fondatore Giacomo Soravia altri fiori, con visita alle tombe della MA Olindo Battistuzzi e del reduce di Russia Giovanni Drusian, nel ricordo di tutti gli alpini della Sezione scomparsi.
Infine ha fatto visita al sindaco di Conegliano rag. Flavio Silvestrin e al vescovo di Vittorio Veneto mons. Eugenio Ravignani.
Negli immediati giorni successivi ha voluto incontrare tutti i capigruppo, in una assemblea aperta e cordiale.
Sono convinto che l’esperienza acquisita negli anni in cui è stato consigliere e vice presidente della Sezione; che la saggezza, la cultura, la franchezza del “vecio” alpin e suo professore all’Istituto di Agraria e Enologia, Giacomo Vallomy, siano utili componenti per propugnare una valida guida di una associazione, quale quella alpina, la cui forza ed immagine non sono messe in discussione.
Il “testimone” che ha ricevuto è seducente, e lo zaino è idoneamente affardellato, ma sono persuaso che il presidente Basso avrà il massimo sostegno e tutta la comprensione dei vice presidenti, dei consiglieri, dei capigruppo e di tutte le penne nere della Sezione.
Al prof GIACOMO VALLOMY Presidente Onorario un GRAZIE!
Al P.A. LUIGI BASSO Presidente sezionale l’augurio di proficuo lavoro!
Renato Brunello
Il commiato del “vecio-saggio” presidente
Cari Alpini,
Il 3 marzo u.s. nella mia relazione morale all’assemblea dei delegati sezionali, parlando a braccia com’è mia consuetudine, ho voluto ricordare per nome e ringraziare tutti coloro che in vario modo hanno operato per il bene della nostra sezione; ma sono stato tradito dalla memoria e soprattutto dall’emozione, conscio come ero di parlare per l’ultima volta nell’assemblea sezionale in veste di presidente e sono incorso, perciò, in alcune gravi omissioni a cui oggi desidero riparare.
Alla fine poi della mia relazione, anziché procedere alla solita discussione, è accaduto un fatto che mi ha ancor oggi più commosso e confuso: l’annuncio della delibera dell’assemblea che mi eleggeva presidente onorario della sezione.
Vorrei dirvi qui ora la mia riconoscenza per questo legame affettuoso con cui mi tenete stretto alla Famiglia Alpina.
Grazie, grazie!
E un grazie particolare devo dire anche a nome di voi tutti a Renato Brunello, instancabile, appassionato e benemerito redattore di “Fiamme Verdi”, per la diligenza e l’impegno con cui tiene in vita il giornale, della nostra sezione: vi ricordo che “Fiamme Verdi” è stimato tra i migliori giornali dell’A.N.A.
Esso è certamente un valido, indispensabile mezzo di unione per i nostri gruppi, un vincolo di amicizia, una presenza positiva che tiene alto il prestigio della sezione di Conegliano.
Insieme all’amico Brunello, un altro Alpino vorrei ringraziare in modo particolare, un alpino che, - come il nostro Daccò ha fatto in modo egregio per la nostra sede - si è generosamente assunto il grave e delicato compito di portare a termine il restauro della chiesetta della Madonna della Neve - affidata alla custodia degli Alpini -, voi avete capito che parlo dell’alpino geom. Silvano Armellin. Grazie caro Armellin, a te e a tutti i tuoi collaboratori.
Grazie anche a tutti i validissimi capigruppo che con tanto spirito di abnegazione e di comprensione tengono uniti i più dei 4.500 alpini della nostra bella sezione.
Una particolare parola affettuosa la devo a quelli che sono stati i miei due ultimi vice presidenti, Paolo Gai e Nino Geronazzo, che hanno svolto con tanta sollecitudine e generosità compiti che io per varie ragioni non potevo assolvere. Ed ora mi rivolgo al mio successore Luigino Basso che mi è stato alunno carissimo in bei tempi lontani, per dirgli quanta fiducia io abbia in lui, quanto io sia certo che, con la sincera ed attiva collaborazione di tutti voi egli opererà, assai meglio di quanto io non abbia fatto, per rendere sempre più efficiente e benefica la nostra sezione.
Il vostro presidente onorario Giacomo Vallomy
Il saluto del neo presidente
Carissimi Alpini, un affettuoso e cordiale saluto e un grazie sincero per la fiducia che mi avete accordato nel pormi alla guida della Sezione Alpini di Conegliano: l’impegno assunto sarebbe maggiormente gravoso se non fossi sorretto dal Vostro incoraggiamento e dal Vostro appoggio.
Non sarà facile per me continuare l’opera del “vecio” presidente Prof. Vallomy. Conto di averlo comunque accanto come Presidente onorario, per potermi consigliare alla luce delle grandi doti di cultura e umanità, con le quali ha sempre tenuto alto il prestigio della nostra Sezione.
In questi primi giorni del mio mandato ho avuto l’opportunità di incontrare, accompagnato dai validi Vice-Presidenti e Consiglieri delegati, alcuni gruppi della sezione: devo dire che sono rimasto piacevolmente impressionato dal buon funzionamento e dallo spirito di iniziativa che vi ho constatato. In breve tempo cercherò di completare la visita degli altri gruppi per prendere atto delle loro attività e sentire le loro esigenze, in quel rapporto diretto e immediato, che è la forza portante della nostra associazione. Delle proposte emerse in queste occasioni terrò poi conto nella stesura del nostro programma.
Mi auguro che lo spirito di amichevole e fattiva collaborazione che ha caratterizzato questo primo scorcio del mio incarico, in particolare con i vice presidenti Antonio Cais e Battista Bozzoli, i capigruppo, i consiglieri delegati, il consigliere nazionale Lino Chies, e tutti coloro che ricoprono o hanno ricoperto incarichi di responsabilità all’interno della sezione, possa continuare in futuro per un buon esito dei nostri progetti e la continua crescita della solidarietà alpina.
A tutti zaino in spalla e buon lavoro.
Luigi Basso
DAL PRESIDENTE NAZIONALE AL PROF. GIACOMO VALLOMY
Carissimo Vallomy, il ritardo con cui rispondo alla tua “comunicazione di servizio” è voluto perchè, uno alla volta gli amici più cari, le persone che mi hanno onorato della loro stima e della loro amicizia, si stanno tirando in disparte: è giusto, probabilmente, ma per me che vedevo in voi come dei fratelli maggiori prodighi di affetto e di consigli, è doloroso.
Dirti grazie per quello che hai fatto forse è superfluo: lo hai fatto perchè alpino e lo hai fatto da alpino, cioè nel migliore dei modi.
Te ne sono grato e son sicuro che i tuoi alpini di Conegliano avranno sempre in te un valido esempio.
Ricordo sempre con simpatia il nostro primo incontro, a Vittorio Veneto, e la risata che mi feci quando, sul vostro giornale, lessi il saluto al nuovo Presidente Nazionale al quale tu ti rivolgevi dandogli del “Signor Presidente”, usando il Lei.
Anche Crepaldi ha lasciato la presidenza due mesi fa e ti saluta con affetto.
Da parte mia un grazie per l’amicizia che mi hai dato e un grosso, grossissimo abbraccio.
Nardo Caprioli