1993 Congresso stampa alpina
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CONGRESSO DELLA STAMPA ALPINA
Fiamme Verdi Giugno 1993
Apprezzamenti ai periodici alpini., anche se non è sempre facile la loro collocazione.
Sabato 6 marzo sono stato a Milano per partecipare, presso la sede della sezione di Milano, all’annuale congresso della stampa alpina, e devo dire che é stato un’incontro costruttivo ed interessantemente interlocutorio.
Eravamo 41 rappresentanti di altrettante testate sezionali su 65 esistenti.
L’assemblea é stata presieduta dal geom. Bortolo Busnardo vice presidente nazionale e presidente della sezione di Bassano del Grappa.
Dopo i soliti convenevoli del presidente dell’assemblea, i saluti portati dal presidente della sezione di Milano inoltre quelli del presidente nazionale dott. Nardo Caprioli, si sono aperti i lavori con gli interventi del direttore responsabile de “L’Alpino” dott. Arturo Vita e del vice direttore dott. Vitaliano Peduzzi.
Vita ha fatto una breve e pacata relazione morale su “L’Alpino”, aggiungendo di aver dato ufficialmente le dimissioni da direttore per inderogabili motivi personali. Peduzzi ha fatto una panoramica sull’intessuto della “Stampa Alpina”. complimentandosi per la diversità degli argomenti, per la bravura e la particolareggiata stesura e per i contenuti, ammettendo che non é sempre facile stendere un giornale alpino. A tali apprezzamenti si sono associati il dott. Caprioli e il dott. Vita.
Sono seguite le osservazioni, le proposte e le domande dei congressisti.
Sono stati toccati argomenti di indubbia rilevanza. in un certo senso provocatori. Come ad esempio quelli dibattuti dal sottoscritto, dal direttore de “Fameja Alpina” della sezione di Treviso dott. Ziggiotto e di altri. Abbiamo chiesto al dott. Peduzzi con che criterio vengono scelti e poi riportati nella rubrica “Stampa Alpina” gli articoli ricavati dai periodici sezionali; suggerendo l’utilità e la convenienza che ogni giornale sezionale o di gruppo venga citato, prescindendo dall’entità qualitativa, anche perché agli attenti lettori, siano loro soci o amici, non sfugge neppur questo dettaglio.
Poi ho chiesto se è il caso di entrare nel delicato quesito dell’attuale discutibile moralità di alcune forze politiche, che penalizza fortemente la vita sociale e politica della gente onesta e quindi anche delle associazioni che operano - come l’ A.N.A. - nel campo del volontariato, con dedizione ed altruismo. Altro argomento scabroso, che ha suscitato un po' di animazione, è stato quello del reclutamento dei giovani nelle Truppe Alpine.
Per quanto concerne la rubrica "Stampa Alpina" Peduzzi mi sembra sia stato non sufficientemente convinto della nostra proposta, e quindi imbarazzato sull’atteggiamento da tenere.
In relazione alla domanda sul nostro comportamento di carattere politico, Peduzzi e poi Vita hanno ribadito che bisogna intervenire con cautela, con pacatezza, nel rispetto della verità, vincolati alla sincerità e alla coerenza. Nei caso venga riportata una lettera dal contenuto socio-politico, sia chiaro non partitico e di altre materie, essa deve essere distinta dal “carattere” della stampatura dalla risposta, la quale deve essere chiara e breve. Riguardo il reclutamento alpino e le sue funzioni, anche se è auspicabile che facciano parte delle Truppe Alpine giovani provenienti da località tradizionalmente alpine, non bisogna fare un dramma se anche giovani meridionali ne fanno parte.
In un articolo apparso su “Famiglia Cristiana” si legge: “La montagna unisce tutti”, ed io ne sono più che mai convinto.
Stiamo attenti a non farsi strumentalizzare dalla “Lega Nord”.
Alcuni hanno sollevato il problema dell’utilizzo della divisa o meno durante la libera uscita da parte delle reclute: anche qui si auspica che le giovani reclute escano durante la libera uscita in divisa: i vantaggi non sono trascurabili.
Alla fine il dott. Peduzzi ha invitato le “testate” ad intervenire nella carta stampata con una critica costruttiva, formando ed informando soprattutto su ciò che riguarda attività socio-umanitarie e culturali, senza però osteggiarsi. E’ stato suggerito di scrivere sui nostri periodici anche dei nostri bravi cappellani militari che hanno un difficile compito didattico, specialmente nell’era attuale. A titolo informativo comunico che esistono 65 testate sezionali in rappresentanza di 70 sezioni, 15 non ne dispongono, 6 sono le estere; mentre 55 sono i notiziari di gruppo. Al congresso era presente anche il ten. col. addetto stampa del 4° C.A. Concludendo questa mia sintetica cronaca, ribadisco l’importanza di queste riunioni a livello nazionale, perché vedo in esse un concerto significativo.
Renato Brunello