1995 70 anni di vita alpina
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70° ANNIVERSARIO DI COSTITUZIONE
1995COMITATO ORGANIZZATORE Ognuno è solo
nel cuor della terra,
trafitto da un raggio di sole.
Ed è subito sera S. Quasimodo
Ma se al tramonto del nostro esistere
potremo dire di essere stati
vicini a chi è solo.
solidali con chi è nel bisogno,
sorgerà, luminoso,
il mattino dell'Eternità ANA Conegliano
Presidente:Battista Bozzoli
Segretario: Claudio Lorenzet
Membri: Luciano Barzotto, Giovanni Carlet, Mirko Cadorin, Giuseppe Cadorin. Ernesto Contessa, Gianni Dal Cin, Andrea Danieli, Bruno Danieli, Luigi Maretto, Michele Pilla, Giancarlo Razza, Sandro Rui, Luigi Zaccaron, Floriano Zambon, Giuliano Zanin
Segretario: Claudio Lorenzet
Membri: Luciano Barzotto, Giovanni Carlet, Mirko Cadorin, Giuseppe Cadorin. Ernesto Contessa, Gianni Dal Cin, Andrea Danieli, Bruno Danieli, Luigi Maretto, Michele Pilla, Giancarlo Razza, Sandro Rui, Luigi Zaccaron, Floriano Zambon, Giuliano Zanin
INIZIATIVA UMANITARIA
Trascorso l'anno internazionale della famiglia, e sullo spirito della celebrazione di 10 anni fa, quando fu realizzato in Mareno di Piave il laboratorio di lavoro guidato per la NOSTRA FAMIGLIA, la grande famiglia alpina di Conegliano si è data, come motivo principale dell'anniversario, un'iniziativa umanitaria che consiste nell'adozione a distanza di 30 bambini - uno per ciascun gruppo.
12 marzo 1995 - Inizio celebrazioni. - Esercitazione di Protezione civile
2 aprile 1995 - Commemorazione della Medaglia d'oro PIETRO MASET
9 aprile 1995 - Trofeo centri storici in Conegliano - Gara di orienteering - G.S.A.
26 maggio 1995 - Presentazione del libro del 70° - Apertura della Mostra storica TRUPPE ALPINE
28 maggio 1995 - Intervento operativo di Protezione Civile nel fiume Monticano
4 giugno 1995 - Adunata Triveneta - Conferimento della cittadinanza onoraria alla Brigata Alpina Cadore da parte della città di Conegliano - Giuramento solenne di reparto in armi
17 settembre 1995 - Raduno sezionale a Mestre - Offerta dell'olio alla lampada votiva perpetua della Madonna del Don
Trascorso l'anno internazionale della famiglia, e sullo spirito della celebrazione di 10 anni fa, quando fu realizzato in Mareno di Piave il laboratorio di lavoro guidato per la NOSTRA FAMIGLIA, la grande famiglia alpina di Conegliano si è data, come motivo principale dell'anniversario, un'iniziativa umanitaria che consiste nell'adozione a distanza di 30 bambini - uno per ciascun gruppo.
12 marzo 1995 - Inizio celebrazioni. - Esercitazione di Protezione civile
2 aprile 1995 - Commemorazione della Medaglia d'oro PIETRO MASET
9 aprile 1995 - Trofeo centri storici in Conegliano - Gara di orienteering - G.S.A.
26 maggio 1995 - Presentazione del libro del 70° - Apertura della Mostra storica TRUPPE ALPINE
28 maggio 1995 - Intervento operativo di Protezione Civile nel fiume Monticano
4 giugno 1995 - Adunata Triveneta - Conferimento della cittadinanza onoraria alla Brigata Alpina Cadore da parte della città di Conegliano - Giuramento solenne di reparto in armi
17 settembre 1995 - Raduno sezionale a Mestre - Offerta dell'olio alla lampada votiva perpetua della Madonna del Don
nel cuor della terra,
trafitto da un raggio di sole.
Ed è subito sera
potremo dire di essere stati
vicini a chi è solo.
solidali con chi è nel bisogno,
sorgerà, luminoso,
il mattino dell'Eternità
IL PRESIDENTE NAZIONALE
Carissimi Alpini della Sezione di Conegliano
è sicuramente un momento importante per la vita associativa di una Sezione A.N.A. raggiungere il traguardo dei 70 anni di attività; in questo caso il momento è importante anche per il Vostro Presidente Nazionale perché, con gioia, a 10 anni di distanza, ripete un sincero messaggio di augurio che già inviò nel 1985.
Con ciò voglio significare che negli ultimi 10 anni il nostro percorso è stato parallelo, improntato alla solidarietà, all'amicizia, alla difesa dell'alpinità.
Ed in questo contesto mi è rasserenante constatare che la manifestazione principale dei festeggiamenti per la fausta ricorrenza è il giuramento solenne nella vostra bella città delle reclute del 5° Sc. 95 della Brigata Alpina Cadore.
Ed allora, amici alpini coneglianesi, al di là dei vostri meriti espressi in questi anni nelle innumerevoli opere di solidarietà umana a favore dei meno fortunati, permettetemi di portarvi , oltre al saluto affettuoso, un ringraziamento per questo vostro atteggiamento di fedeltà alle irrinunciabili radici alpine del nostro modo di vivere e sentire.
Con questi sentimenti sono idealmente con Voi, Presidente di Sezione, Consiglieri Sezionali, Capigruppo ed Alpini tutti; ancora grazie ed un abbraccio.
Leonardo Caprioli
Carissimi Alpini della Sezione di Conegliano
è sicuramente un momento importante per la vita associativa di una Sezione A.N.A. raggiungere il traguardo dei 70 anni di attività; in questo caso il momento è importante anche per il Vostro Presidente Nazionale perché, con gioia, a 10 anni di distanza, ripete un sincero messaggio di augurio che già inviò nel 1985.
Con ciò voglio significare che negli ultimi 10 anni il nostro percorso è stato parallelo, improntato alla solidarietà, all'amicizia, alla difesa dell'alpinità.
Ed in questo contesto mi è rasserenante constatare che la manifestazione principale dei festeggiamenti per la fausta ricorrenza è il giuramento solenne nella vostra bella città delle reclute del 5° Sc. 95 della Brigata Alpina Cadore.
Ed allora, amici alpini coneglianesi, al di là dei vostri meriti espressi in questi anni nelle innumerevoli opere di solidarietà umana a favore dei meno fortunati, permettetemi di portarvi , oltre al saluto affettuoso, un ringraziamento per questo vostro atteggiamento di fedeltà alle irrinunciabili radici alpine del nostro modo di vivere e sentire.
Con questi sentimenti sono idealmente con Voi, Presidente di Sezione, Consiglieri Sezionali, Capigruppo ed Alpini tutti; ancora grazie ed un abbraccio.
Leonardo Caprioli
IL PRESIDENTE DELLA SEZIONE
La storia della famiglia alpina di Conegliano continua: così dopo il primo volume dei nostri ricordi edito nel 1985 sono lieto e onorato di presentare qui il seguito di quel lavoro, ossia il diario del decennio che va dall'85 ad oggi.
Ci sembra questo un degno modo di festeggiare il nostro 70° anniversario, nel riconoscimento di quanti alpini hanno contribuito in questi anni con l'entusiasmo e lo spirito di corpo che li contraddistingue a tenere alto il nome della Sezione e soprattutto a portare un concreto contributo di impegno e solidarietà civile nella nostra società.
Da questi esempi, da questi racconti, da queste immagini, dalla memoria del passato, insomma si traggono lo sprone e lo stimolo per continuare nella strada intrapresa con lo zaino in spalla e l'ideale nel cuore.
Ringrazio con affetto ed orgoglio tutti coloro che hanno lavorato alla ricostruzione di questa pagina di storia e con altrettanto affetto saluto gli Alpini di Conegliano che sono i veri protagonisti e i primi destinatari del volume.
Assieme a loro rivolgo infine un grato e riconoscente pensiero a tutti presidenti che mi hanno preceduto e in particolare al prof. Giacomo Vallomy nostra impareggiabile guida spirituale.
Luigi Basso
La storia della famiglia alpina di Conegliano continua: così dopo il primo volume dei nostri ricordi edito nel 1985 sono lieto e onorato di presentare qui il seguito di quel lavoro, ossia il diario del decennio che va dall'85 ad oggi.
Ci sembra questo un degno modo di festeggiare il nostro 70° anniversario, nel riconoscimento di quanti alpini hanno contribuito in questi anni con l'entusiasmo e lo spirito di corpo che li contraddistingue a tenere alto il nome della Sezione e soprattutto a portare un concreto contributo di impegno e solidarietà civile nella nostra società.
Da questi esempi, da questi racconti, da queste immagini, dalla memoria del passato, insomma si traggono lo sprone e lo stimolo per continuare nella strada intrapresa con lo zaino in spalla e l'ideale nel cuore.
Ringrazio con affetto ed orgoglio tutti coloro che hanno lavorato alla ricostruzione di questa pagina di storia e con altrettanto affetto saluto gli Alpini di Conegliano che sono i veri protagonisti e i primi destinatari del volume.
Assieme a loro rivolgo infine un grato e riconoscente pensiero a tutti presidenti che mi hanno preceduto e in particolare al prof. Giacomo Vallomy nostra impareggiabile guida spirituale.
Luigi Basso
IL SINDACO DI CONEGLIANO
Per i settant'anni della Sezione Alpini di Conegliano, la Città si stringe intorno alle sue Penne Nere. Con l'Adunata Triveneta e il giuramento del 4 giugno, la Conegliano alpina consegnerà ufficialmente alla Brigata Cadore, la cittadinanza onoraria che il Consiglio Comunale Le ha unanimemente tributato.
L'Amministrazione Comunale si fa interprete del sentimento di stima che dal 1925 ad oggi gli Alpini della Sezione coneglianese hanno saputo conquistarsi e far crescere nelle comunità in cui operano.
Gli oltre cinquemila iscritti ai trenta Gruppi testimoniano il radicamento profondo della cultura alpina nella nostra società e ben rappresentano il cammino compiuto in questi settant'anni della Sezione. Questa cultura, fedele interprete del senso del dovere e dell'umana solidarietà degli Alpini , rimane impressa per sempre in opere, qualificati interventi e quotidiana dedizione verso la società e i più deboli.
Il recupero di monumenti, l'impegno in favore degli svantaggiati, l'intervento solidaristico verso le popolazioni colpite da calamità naturali, il disinteressato contributo ad iniziative pubbliche e private, rappresentano oggi la cultura e la testimonianza alpina, che ieri era senso del dovere, fedeltà alla Patria, ubbidienza alle Istituzioni.
Il Corpo degli Alpini, che fu d'esempio nella difesa dell'Italia, interpreta oggi, con rinnovata efficacia, i valori che hanno caratterizzato da sempre le Penne Nere. Ora è la cultura di pace e fraternità alpina, la cordialità e il solidarismo dei Gruppi che si va diffondendo nelle nostre comunità a mostrare a tutti il significato dell'essere Alpino.
L'orgoglio di aver indossato il glorioso cappello impegni tutti noi Alpini a far crescere la Sezione di Conegliano e con essa una società moralmente e civilmente avanzata.
Flavio Silvestrin
Per i settant'anni della Sezione Alpini di Conegliano, la Città si stringe intorno alle sue Penne Nere. Con l'Adunata Triveneta e il giuramento del 4 giugno, la Conegliano alpina consegnerà ufficialmente alla Brigata Cadore, la cittadinanza onoraria che il Consiglio Comunale Le ha unanimemente tributato.
L'Amministrazione Comunale si fa interprete del sentimento di stima che dal 1925 ad oggi gli Alpini della Sezione coneglianese hanno saputo conquistarsi e far crescere nelle comunità in cui operano.
Gli oltre cinquemila iscritti ai trenta Gruppi testimoniano il radicamento profondo della cultura alpina nella nostra società e ben rappresentano il cammino compiuto in questi settant'anni della Sezione. Questa cultura, fedele interprete del senso del dovere e dell'umana solidarietà degli Alpini , rimane impressa per sempre in opere, qualificati interventi e quotidiana dedizione verso la società e i più deboli.
Il recupero di monumenti, l'impegno in favore degli svantaggiati, l'intervento solidaristico verso le popolazioni colpite da calamità naturali, il disinteressato contributo ad iniziative pubbliche e private, rappresentano oggi la cultura e la testimonianza alpina, che ieri era senso del dovere, fedeltà alla Patria, ubbidienza alle Istituzioni.
Il Corpo degli Alpini, che fu d'esempio nella difesa dell'Italia, interpreta oggi, con rinnovata efficacia, i valori che hanno caratterizzato da sempre le Penne Nere. Ora è la cultura di pace e fraternità alpina, la cordialità e il solidarismo dei Gruppi che si va diffondendo nelle nostre comunità a mostrare a tutti il significato dell'essere Alpino.
L'orgoglio di aver indossato il glorioso cappello impegni tutti noi Alpini a far crescere la Sezione di Conegliano e con essa una società moralmente e civilmente avanzata.
Flavio Silvestrin
Ten.Col. Italo De Candido
Un alpino della Sezione A.N.A. di Conegliano alle gare di sci nazionali.
Ci sembra doveroso ricordare il nostro Ten.Col. Italo de Candido da ben 40 anni difende i colori della sezione coneglianese alle gare nazionali di sci indette dalla Sede Nazionale. Dopo le numerose gare vinte a livello triveneto di un tempo (ora non si organizzato più) continua a cimentarsi con i forti campioni alpini che rappresentano Sezioni agguerritissime nel settore sci alpino. Sempre classificato nei primi dieci, ha ottenuto al Passo del Tonale un brillantassimo terzo posto così come fece trent'anni or sono sul Nevegal: un esempio ai giovani Alpini della Sezione a seguirlo.
Un alpino della Sezione A.N.A. di Conegliano alle gare di sci nazionali.
Ci sembra doveroso ricordare il nostro Ten.Col. Italo de Candido da ben 40 anni difende i colori della sezione coneglianese alle gare nazionali di sci indette dalla Sede Nazionale. Dopo le numerose gare vinte a livello triveneto di un tempo (ora non si organizzato più) continua a cimentarsi con i forti campioni alpini che rappresentano Sezioni agguerritissime nel settore sci alpino. Sempre classificato nei primi dieci, ha ottenuto al Passo del Tonale un brillantassimo terzo posto così come fece trent'anni or sono sul Nevegal: un esempio ai giovani Alpini della Sezione a seguirlo.
FANFARA ALPINA
Su iniziativa degli alpini cav. Giobatta Zorgno, Giovanni Carlet e con la grande disponibilità di tutti i componenti, la fanfara alpina venne costituita tra la fine del 1987 e i primi del 1988, prevalentemente da suonatori alpini
Fu subito richiesta dalla Sezione per l'adunata nazionale di Torino (1988), e poi alle varie manifestazioni dei gruppi che si sono succedute.
Continua ad essere sempre impiegata nelle adunate nazionali ed è stata presente alle adunate trivenete di Portogruaro, Gorizia, Bolzano e Cortina.
E' stata pure richiesta dalle altre sezioni, Dicomano sez. di Firenze, Mezzano Primiero e Pressano della sezione di Trento, Vodo per la sezione di Cortina.
Si riunisce abitualmente per le prove settimanali presso la Sala parrocchiale di Bagnolo.
E' composta da circa 45 elementi, che mettono a disposizione la loro passione, il loro tempo libero e la loro professionalità per accompagnare al meglio le occasioni di incontro sezionali e le cerimonie dei gruppi dando la giusta cornice musicale alle nostre manifestazioni.
Diversi sono gli incontri che avvengono durante l'anno, in particolar modo in occasione della patrona della musica Santa Cecilia viene organizzato un incontro conviviale tra i componenti della fanfara e alcune persone che si sono particolarmente distinte per generosità e disponibilità nei confronti della fanfara, i rappresentanti della sezione di Conegliano e i rappresentanti dei gruppi.
Quest'anno in occasione delle celebrazioni del 70°, la fanfara accompagnerà la nostra sezione alle varie manifestazioni.
Il 23 ottobre 1994, in occasione del 10° di costituzione del gruppo M.O. Pietro MASET, malgrado l'inclemenza del tempo, ha accompagnato la sfilata ed animato il raduno.
Su iniziativa degli alpini cav. Giobatta Zorgno, Giovanni Carlet e con la grande disponibilità di tutti i componenti, la fanfara alpina venne costituita tra la fine del 1987 e i primi del 1988, prevalentemente da suonatori alpini
Fu subito richiesta dalla Sezione per l'adunata nazionale di Torino (1988), e poi alle varie manifestazioni dei gruppi che si sono succedute.
Continua ad essere sempre impiegata nelle adunate nazionali ed è stata presente alle adunate trivenete di Portogruaro, Gorizia, Bolzano e Cortina.
E' stata pure richiesta dalle altre sezioni, Dicomano sez. di Firenze, Mezzano Primiero e Pressano della sezione di Trento, Vodo per la sezione di Cortina.
Si riunisce abitualmente per le prove settimanali presso la Sala parrocchiale di Bagnolo.
E' composta da circa 45 elementi, che mettono a disposizione la loro passione, il loro tempo libero e la loro professionalità per accompagnare al meglio le occasioni di incontro sezionali e le cerimonie dei gruppi dando la giusta cornice musicale alle nostre manifestazioni.
Diversi sono gli incontri che avvengono durante l'anno, in particolar modo in occasione della patrona della musica Santa Cecilia viene organizzato un incontro conviviale tra i componenti della fanfara e alcune persone che si sono particolarmente distinte per generosità e disponibilità nei confronti della fanfara, i rappresentanti della sezione di Conegliano e i rappresentanti dei gruppi.
Quest'anno in occasione delle celebrazioni del 70°, la fanfara accompagnerà la nostra sezione alle varie manifestazioni.
Il 23 ottobre 1994, in occasione del 10° di costituzione del gruppo M.O. Pietro MASET, malgrado l'inclemenza del tempo, ha accompagnato la sfilata ed animato il raduno.
ESSERE ALPINI, OGGI
Spesso abbiamo scritto, anche su queste pagine, che era difficile rispondere a una domanda che sovente ci viene posta: «Che cosa significa essere alpini?» Non abbiamo parole per rispondere, dicevamo; non sappiamo esprimere ciò che è intrinseco nel nostro essere. Ed ora che tutto viene messo in discussione, questa domanda la poniamo a noi stessi: «Che cosa significa essere alpini, oggi»?
A tre quarti di secolo dalla fondazione della nostra associazione, all'alba del terzo millennio che vede la nostra società, nazionale ed internazionale, interrogarsi sul suo futuro condizionato da crisi economiche e sociali, da intense migrazioni intercontinentali, da profonde discriminazioni nella distribuzione delle risorse e delle ricchezze, è giusto che anche all'interno della nostra associazione ci si interroghi.
Essere alpino vuol dire forse vivere al di fuori della vita di tutti i giorni, dei suoi travagli, dei suoi dilemmi, in una sorta di limbo sociale e politico? Vuol dire forse assumersi volontariamente impegni in campi diversi solo per potersi autocelebrare o per compiacersi in un narcisistico stupore? Vuol dire forse astenersi dal compiere scelte o atti nel timore di allineare simpatia o elogi nei quali crogiolarsi soddisfatti?
Io sono certo di no. La nostra associazione ha vissuto sovente in dissonanza con il pensiero comune, con coerenza e testardaggine. Ha sempre professato apertamente i suoi ideali, indipendentemente dai tempi e «dall'aria che tirava», ha sventolato sempre il tricolore anche quando era considerato provocazione, ha gridato «viva l'Italia» anche quando sulle piazze si vedevano bombe e P38, ha seguito il suo presidente in «deliranti» iniziative o in «impossibili» imprese a varie migliaia di chilometri.
Ora però, che la nostra associazione vuole uscire dall'equivoco, dal contrasto dell'aggettivo «apolitico» del suo statuto con il suo quotidiano operare, si formano ampie sacche di dubbio e di contrasti. E allora poniamoci la domanda: ma che cosa vuol dire veramente essere alpini, oggi?
Non abbiamo più bisogno di inchiodare la bandiera all'asta, ma dobbiamo poter elevare alta la nostra voce: chiara, sicura, di fronte a tutto ed a tutti, senza paure.
Se vogliamo avere un futuro, come associazione, dobbiamo continuare ad adeguarci ai tempi, essere attuali.
Come i nostri fondatori in quella famosa bandiera in Galleria identificavano emblematicamente il loro impegno associativo, noi oggi dobbiamo avere il coraggio di esporci. E' il prezzo del futuro, ma è un prezzo che la nostra maturità associativa può pagare.
Alzi la mano chi non si è mai vantato degli atti di coraggio della nostra associazione. E dov'è ora quel coraggio? Dobbiamo avere noi il coraggio di una scelta attuale.
Lo dobbiamo alla attualità della nostra associazione, alla sua maturità, al suo futuro e a chi verrà dopo di noi. Lo dobbiamo anche a noi stessi, al nostro presidente nazionale che dopo tanti anni di equivoco ha avuto il coraggio di sollevare il problema. Lo dobbiamo anche a te, alpino, che stai leggendo ora.
Questo, vuol dire essere alpino, oggi!
Spesso abbiamo scritto, anche su queste pagine, che era difficile rispondere a una domanda che sovente ci viene posta: «Che cosa significa essere alpini?» Non abbiamo parole per rispondere, dicevamo; non sappiamo esprimere ciò che è intrinseco nel nostro essere. Ed ora che tutto viene messo in discussione, questa domanda la poniamo a noi stessi: «Che cosa significa essere alpini, oggi»?
A tre quarti di secolo dalla fondazione della nostra associazione, all'alba del terzo millennio che vede la nostra società, nazionale ed internazionale, interrogarsi sul suo futuro condizionato da crisi economiche e sociali, da intense migrazioni intercontinentali, da profonde discriminazioni nella distribuzione delle risorse e delle ricchezze, è giusto che anche all'interno della nostra associazione ci si interroghi.
Essere alpino vuol dire forse vivere al di fuori della vita di tutti i giorni, dei suoi travagli, dei suoi dilemmi, in una sorta di limbo sociale e politico? Vuol dire forse assumersi volontariamente impegni in campi diversi solo per potersi autocelebrare o per compiacersi in un narcisistico stupore? Vuol dire forse astenersi dal compiere scelte o atti nel timore di allineare simpatia o elogi nei quali crogiolarsi soddisfatti?
Io sono certo di no. La nostra associazione ha vissuto sovente in dissonanza con il pensiero comune, con coerenza e testardaggine. Ha sempre professato apertamente i suoi ideali, indipendentemente dai tempi e «dall'aria che tirava», ha sventolato sempre il tricolore anche quando era considerato provocazione, ha gridato «viva l'Italia» anche quando sulle piazze si vedevano bombe e P38, ha seguito il suo presidente in «deliranti» iniziative o in «impossibili» imprese a varie migliaia di chilometri.
Ora però, che la nostra associazione vuole uscire dall'equivoco, dal contrasto dell'aggettivo «apolitico» del suo statuto con il suo quotidiano operare, si formano ampie sacche di dubbio e di contrasti. E allora poniamoci la domanda: ma che cosa vuol dire veramente essere alpini, oggi?
Non abbiamo più bisogno di inchiodare la bandiera all'asta, ma dobbiamo poter elevare alta la nostra voce: chiara, sicura, di fronte a tutto ed a tutti, senza paure.
Se vogliamo avere un futuro, come associazione, dobbiamo continuare ad adeguarci ai tempi, essere attuali.
Come i nostri fondatori in quella famosa bandiera in Galleria identificavano emblematicamente il loro impegno associativo, noi oggi dobbiamo avere il coraggio di esporci. E' il prezzo del futuro, ma è un prezzo che la nostra maturità associativa può pagare.
Alzi la mano chi non si è mai vantato degli atti di coraggio della nostra associazione. E dov'è ora quel coraggio? Dobbiamo avere noi il coraggio di una scelta attuale.
Lo dobbiamo alla attualità della nostra associazione, alla sua maturità, al suo futuro e a chi verrà dopo di noi. Lo dobbiamo anche a noi stessi, al nostro presidente nazionale che dopo tanti anni di equivoco ha avuto il coraggio di sollevare il problema. Lo dobbiamo anche a te, alpino, che stai leggendo ora.
Questo, vuol dire essere alpino, oggi!
Giuliano Perini