1995 Adunata triveneta un avvenimento
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70 ANNI DI VITA
Adunata Triveneta - Giuramento solenne Brigata Alpina Cadore - Adozione a distanza
Un avvenimento.
Conegliano ha festeggiato gioiosa e partecipe
Conegliano ha festeggiato gioiosa e partecipe
Fiamme Verdi Giugno 1995
Un risveglio dolce, sentito, atteso. Un po' militare forse, ma comunque gentile e la gente voleva anche questo. Domenica 4 giugno Conegliano ha ospitato l'Adunata Triveneta degli Alpini e il Giuramento Solenne delle reclute del 5° scaglione '95 della Brigata Alpina Cadore. Due importanti manifestazioni volute per celebrare degnamente i 70 anni di vita della Sezione di Conegliano dell'Associazione Nazionale Alpini.
ALZABANDIERA
Già domenica 28 maggio Conegliano era stata svegliata di buon ora dagli Alpini i quali, per far bella la città, mettendo in azione camion, ruspe ed oltre 200 uomini, avevano pulito un lungo tratto del fiume Monticano. Domenica 4 giugno invece la sveglia è stata diversa e intorno alle 8 l'area del Monumento ai Caduti in Piazza 4 Novembre ha cominciato ad animarsi per l'arrivo di autorità, dei rappresentanti dei gruppi con i loro gagliardetti e per una cerimonia immancabile: l'alzabandiera e la deposizione di una corona di alloro alla memoria di chi, per salvare la patria, è “andato avanti”. Tra i presenti si è parlato anche delle condizioni in cui versa il monumento e della necessità di provvedere presto ad un intervento di manutenzione; già la precedente amministrazione comunale aveva raggiunto un accordo con il presidente sezionale Basso ed ora un apposito comitato di restauro, formato dai 4 gruppi alpini di Conegliano (Città, Maset, Parè e Collalbrigo) sta studiando i tempi per procedere; l'intervento, che sarà coordinato da tre responsabili, Antonio Daminato, Silvano Armellin e Roberto Piccin, prevede la pulitura di tutta la parte in marmo, la sostituzione del primo gradino e la sistemazione del giardino del piazzale.
Per il prossimo 4 Novembre, data di chiusura dei festeggiamenti per il 70° della sezione, il monumento ai Caduti tornerà lucente.
La cerimonia dell'alzabandiera è stata un momento semplice ma significativo, alla presenza di ufficiali degli Alpini, del Vicepresidente Vicario Nazionale, il nostro Lino Chies, e del Presidente sezionale Luigi Basso.
Poi tutti in ordine ed in fila, gagliardetti bene in vista, la Fanfara Alpina della Sezione in testa al gruppo, e lungo corteo che ha attraversato il centro di Conegliano, sulle note delle marce più famose, annunciando l'inizio di una giornata importante. Con i primi coneglianesi già in strada, i pullman che continuavano ad arrivare, il corteo ha raggiunto Viale Spellanzon dove era previsto l'ammassamento.
AMMASSAMENTO
La felice conformazione di Conegliano e la possibilità di godere di ampi spazi di movimento, ha permesso di organizzare nel migliore dei modi il raduno. Viale Spellanzon, un tempo chiamato “ viale dei passeggi”, si presta particolarmente, per la sua larghezza, ad ospitare qualsiasi manifestazione ed è stato un luogo ideale per l'ammassamento.
Ordinati, seguendo le precise indicazioni riportare sugli alberi ai lati del viale, migliaia di Alpini hanno preso le loro posizioni attendendo l'inizio della sfilata. Non ci sono stati intoppi e tutti hanno potuto facilmente risalire al loro gruppo o alla loro sezione senza che ci fosse confusione o che nascessero equivoci.
Davanti alla chiesa di San Pio X l'attenzione maggiore era comunque incentrata sui muli che avrebbero partecipato alla sfilate. Un'attenzione particolare quella riservata a questi quadrupedi tanto cari agli alpini e mentre qualcuno discuteva sulla mancata partecipazione all'adunata nazionale di Asti (dovuta esclusivamente ad impegni familiari), qualcun altro notava il lucido crine dei muli e come gli zoccoli fossero anch'essi lucenti e brillanti, addirittura “tirati” con il lucido da scarpe.
Per i muli, per mantenere viva la loro tradizione, si fa questo ed altro, e la chiesa di San Pio X è stata lo sfondo per centinaia di fotografie visto che quasi nessuno dei presenti ha rinunciato a farsi immortalare con questi “animali” con le stellette.
Finiti i flash anche i muli hanno preso poi posizione in coda al gruppo.
SFILATA
Qualche minuto prima delle 9, in anticipo rispetto alla tabella di marcia, la Fanfara della Brigata Alpina Cadore ha dato il via alla sfilata. Preceduto da tre motociclette dei vigili urbani di Conegliano in alta uniforme, il corteo ha potuto cominciare a sfilarsi imboccando via Garibaldi per raggiungere il centro città dove era posizionato il palco d'onore. E fin dai primi passi delle Fanfare, dalle prime note lanciate dagli strumentisti, lo spettacolo della manifestazione ha cominciato a delinearsi in tutta la sua bellezza di colori variopinti, di veci e di bocia fieri della loro presenza, di suoni e di calore.
Tutti in fila per otto, rigorosamente, tutti a marciare con passo sicuro, anche chi, curvo sul peso degli anni, magari con il bastone a sostegno, a queste adunate non rinuncerebbe per nessun altra cosa al Mondo. L'amore degli Alpini e per gli Alpini si vede anche in questo frangente e la notevole partecipazione di gruppi e sezioni è stata un segnale di come la Sezione di Conegliano rappresenti un punto importante nel panorama alpino nazionale.
Perfettamente scandita nei suoi momenti dal bravo speaker, il vicepresidente Nicola Stefani, la sfilata ha cominciato a snodarsi per la città. Subito dietro la Fanfara della Cadore si sono posizionate le crocerossine, quindi i rappresentanti delle sezioni d'arma della città, avieri, artiglieri, bersaglieri, marinai, autieri, finanzieri, carabinieri, internati, vittime di guerra, reduci e partigiani; quindi hanno cominciato a sfilare le sezioni ospiti. Lungo i marciapiedi e i viali della città la gente applaudiva di continuo, specialmente nei corsi Vittorio Emanuele e Mazzini dove si è incontrato il maggior concentramento di pubblico.
Le note delle fanfare e le parole dello speaker hanno sancito la notevole partecipazione. Tante le sezioni e i gruppi giunti dalle altre regioni, dalla Lombardia, dal Piemonte, dall'Emilia, dalla Toscana, dall'Abruzzo, dal centro Italia. “Ecco la sezione di Torino. Ecco la sezione di Firenze, là dove nasce l'Arno”.
Gli altoparlanti diffondevano ogni singolo passaggio delle migliaia e migliaia di Alpini che procedevano nella sfilata passando davanti al palco delle autorità, posto ai piedi della Gradinata degli Alpini, dove gli onori di casa venivano fatti dal Presidente Luigi Basso e dal Sindaco di Conegliano Achille Ghizzo.
E poi è stata la volta delle sezioni del Triveneto, 25, tutte presenti ”Ecco gli amici dell'Alto Adige. Sfila ora la Sezione di Bassano, li sul Ponte ci ridarem la mano. Ed ecco gli Alpini di Mestre custodi della Madonna Don per onorare quanti non sono tornati”. La sfilata è proceduta lunga, appassionante, senza un attimo di respiro, con almeno 7000 alpini.
E l'ultima sezione è stata la nostra, Conegliano, con i suoi 30 gruppi, con davanti a tutti il nostro ormai famoso striscione (striscione che ha girato l'Italia) con la scritta “Conegliano culla del 7°”, dietro il vecchio Gagliardetto del 1925 portato da Giovanni Daccò e il vessillo sezionale; un fiume di penne nere che ha invaso le vie centrali. Poco prima delle 10 il gran finale con i muli, i tanto amati quadrupedi che l'amore degli Alpini ha permesso di salvare dalla macellazione; muli che sono diventati un simbolo e che degnamente hanno chiuso il lunghissimo corteo.
GIURAMENTO SOLENNE
Non c'era un centimetro di spazio libero allo stadio comunale.
Impossibile quantificare i presenti: chi ha detto 10 mila, chi 12 e chi addirittura 15 mila. Tre i palchi per le autorità, posizionati a ridosso della pista di atletica leggera, dove spiccavano, numerosi, i parlamentari delle nostre zone e tantissimi sindaci ed amministratori comunali.
Tutto era preparato a dovere e tutto si è svolto con militare precisione. Alle 10.20 l'immancabile Fanfara della Brigata Alpina Cadore ha fatto il suo ingresso nel campo prendendo posizione e subito dopo c'è stato l'afflusso dei reparti, 364 reclute del 5° Scaglione ‘95. Quindi gli onori ai Labari, Vessilli e Gagliardetti delle associazioni combattentistiche e d'arma: ben 360, un esercito, tanto gli che mai in simili occasioni si era visto un cosi alto concentramento di bandiere.
Alle 10,42 l'inno nazionale è risuonato forte per gli onori al Labaro dell'Associazione Nazionale Alpini, Labaro scortato dal Vicepresidente Vicario Nazionale Lino Chies (il Presidente Nazionale Caprioli, che qualche mese fa aveva onorato Conegliano in occasione delle celebrazioni per Pietro Maset, era occupato in un'altra importante manifestazione che si svolgeva in Friuli).
Tutti in piedi poi per gli onori al gonfalone della Città di Conegliano e per gli onori alle bandiere di guerra del 7° Reggimento Alpini (il nostro, quello che vide la nascita a Conegliano) e per il 16° Reggimento “Belluno” che erano scortati dal Comandante del 4° Corpo d’Armata Alpino, Gen. Angelo Becchio, e dal Comandante della Brigata Alpina Cadore, Gen. Primo Gadia; i quali poi lasciavano il comando del campo al Col. Ottorino Resto, Comandante del 16° Belluno.
Sono seguiti i momenti celebrativi e suggestivi. La presentazione della Medaglia d'Oro al Valor Militare, Attilio Brunetti, e le sue gesta eroiche e valorose, e il discorso dello stesso Brunetti, carico di commozione, ma anche stimolo per le nuove generazioni.
La clemenza del tempo permetteva di procedere senza variazioni di programma ma la forte umidità presente sul terreno facevo vacillare qualche recluta. Un perfetto servizio d'ordine e di soccorso non modificava l’assetto dei reparti ed alle 11.00 in punto, a seguito dell’allocuzione del Comandante di Reggimento, un fortissimo “LO GIURO” urlato dalle 364 reclute liberava il pubblico verso un calorosissimo e lunghissimo applauso.
E mentre sulle tribune le lacrime di più di qualche mamma scorrevano veloci lungo le guance, la cerimonia è proseguita con la preghiera dell'Alpino, il rientro nei ranghi della bandiera del 16° Reggimento “Belluno”", lo scambio delle drappelle tra anziani e reclute e la consegna di oggetti ricordo da parte del Comune (con la graziosa e sottolineata presenza di tre damigelle della Dama Castellana in costume d'epoca) e l'intervento del sindaco di Conegliano il quale ha conferito la cittadinanza onorari della città, culla del 7° Reggimento Alpini, alla Brigata Alpina Cadore “per i vincoli di fraternità e di amicizia - ha detto Achille Ghizzo - e per l'affetto che lega gli Alpi alla nostra terra”.
L'intervento del Gen. Becchio ha quindi preceduto il termine della cerimonia che ha visto nuovamente gli onori alle Bandiere, al gonfalone della città e al Labaro Nazionale dell'A.N.A.; alle 11.40 il deflusso dei reparti ha chiuso il giuramento al campo ed ha contemporaneamente aperto i festeggiamenti dei familiari alle reclute.
BRIGATA CADORE
La presenza di tanti parlamentari al Giuramento Solenne era ampiamente giustificata. A metà maggio infatti, avuta certezza che da parte d’Esercito, nell’ambito dei tagli ai bilanci e con la volontà di ridurre le spese, era stato programmato lo smantellamento della Brigata Alpina Cadore, ben 170 parlamentari, capeggiati dall’Onorevole bellunese Paolo Bampo, hanno sottoscritto un documento in cui chiedono al Governo di far recedere l’Esercito da questo proposito, di salvare le quattro Brigate Alpine. Nessuno vuole che quello di Conegliano sia l'ultimo giuramento della Cadore.
“Dobbiamo difendere la Cadore - ha affermato Bampo - perché altrimenti gli alpini non avrebbero più un loro Corpo d'Armata”. E sul palco, alla presenza dei giornalisti, non è mancato uno scambio di battute tra l’onorevole bellunese e il Gen. Becchio.
“Non posso mantenere le quattro Brigate Alpine a scapito di qualcun altro - ha detto Becchio e quando uno ha troppe piante nel giardino ne deve tagliare qualcuna”.
“Ma non può tagliare quelle sane” ha detto di rimando Bampo ricevendo in risposta dal Gen. Becchio: “Allora qualcuno deve chiarirmi quali sono le piante sane e quelle che si possono tagliare”.
“Gli alpini rappresentano una potenzialità - ha concluso Bampo e in questo settore dobbiamo investire e non tagliare”.
Nessuno sa quello che succederà nei prossimi mesi e se l'azione dei 170 parlamentari troverà riscontri. Le speranze di tenere in vita la Brigata Alpina Cadore rimangono appese ad un sottilissimo filo.
Al termine nel piazzale del scuola media Grava ed all'interno della palestra le autorità presenti sono intervenute al rinfresco ufficiale. Si è continuato a parlare dei tagli alle Forze Armate, ma sono cominciati anche a piovere elogi sia per la perfetta riuscita della cerimonia del giuramento che per l'Adunata Triveneta organizzata dalla nostra Sezione.
CHIOSCHI
Finita la cerimonia del giuramento i 5 ristori posizionati in diversi punti della città sono stati presi d'assalto e in tanti altri punti sono sorti chioschi spontanei a dimostrazione che diversi gruppi erano arrivati con “l’arrangiamento” in pullman. I 5 ristori “regolari” hanno dovuto lavorare per diverse ore e fare più turni per soddisfare tutte le richieste e in totale sono stati distribuiti più 3000 pasti. Rimane un segreto quanto vino è stato consumato, tutti hanno lavorato a pieno regime fino al tardo pomeriggio, compresi anche i chioschi localizzati in più punti.
Non sono mancati i momenti di simpatia e di sostegno. Il Presidente Sezionale Basso ha voluto personalmente fare una visita ad ognuno dei 5 ristori ed in tutti ha ricevuto complimenti e applausi per il 70° della Sezione, complimenti ed applausi che Presidente ha girato ha quanti hanno lavorato per allestire le manifestazioni.
Al chiosco n° 5, nell'ex Piazza d’Armi, stand curato dal gruppo San Vendemiano, sono stati letteralmente fatti i salti mortali per accontentare tutte le richieste (le mancate prenotazioni creano sempre qualche problema) ma la preparazione e la velocità degli addetti alla cucina hanno permesso di accontentare tutti, compresi gli alpini del nostro Gruppo Città i quali, potendo contare al loro interno diversi componenti del Coro Castel, al termine del pranzo hanno dato vita ad un carosello di motivi che hanno felicemente allietato i presenti.
CHIUSURA
Nel pomeriggio Conegliano ha “sopportato” anche qualche goccia di pioggia, poca comunque, e breve, tanto da non interferire nei programmi di chi è rimasto in città ed ha cosi potuto ammirare le bellezze storiche e paesaggistiche che offre la nostra zona.
Numerose le visite alla Chiesetta della Madonna della Neve e le penne nere giunte dalle altre provincie e dalle altre regioni hanno potuto ammirare il lavoro di restauro effettuato dagli alpini coneglianesi, un altro atto amore verso la città che è costato impegno, lavoro e sacrifici con un buon ritorno, comunque, di complimenti e ringraziamenti.
Molti sono stati i visitatori che hanno raggiunto il castello per assistere all’ultima esibizione della Fanfara della Brigata Alpina Cadore che ancora una volta ha entusiasmato i presenti i quali hanno voluto chiedere un paio di “bis” e a malincuore, dopo i ringraziamenti vivi e sentiti da parte del Vicepresidente Sezionale Geronazzo, hanno lasciato andare i concertisti.
In città intanto cominciavano le partenze. Alpini, commilitoni, vecchi e nuovi amici, si scambiavano i saluti dandosi già gli appuntamenti alle prossime adunate delle penne nere in giro per l'Italia.
La città piano piano ha ripreso il suo volto normale.
Nel campo sportivo non c'era più traccia delle strutture servite per il giuramento solenne ma anche gli alpini locali, stanchi ma soddisfatti, avevano cominciato a smontare tende e capannoni.
Poco prima delle 18 il Monumento ai Caduti di Piazza 4 Novembre si è nuovamente riempito di penne nere per la cerimonia dell'ammainabandiera che ha posto fine ad una giornata importante ed intensa che la Sezione di Conegliano ricorderà nel tempo.
Roberto Zava