1995 Il pellegrinaggio alla Madonna del Don - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

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1995 Il pellegrinaggio alla Madonna del Don

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MADONNA DEL DON
Fiamme Verdi Dicembre 1995
LA STAFFETTA GSA
OFFERTA DELL'OLIO ALLA LAMPADA VOTIVA
DELLA MADONNA DEL DON
UNA GIORNATA DEDICATA AL RICORDO
Mestre, 16-17 settembre 1995
Nell'ambito delle celebrazioni del 70° della sezione di Conegliano, trova spazio questo singolare dono alla Madonna del Don.

Chiesetta Madonna della Neve. Benedizione della fiaccola

Sabato 16 e domenica 17 settembre 1995 sono state due giornate memorabili per gli Alpini della Sezione di Conegliano: a Mestre hanno concluso solennemente il programma celebrativo dei 70 anni di fondazione della Sezione dando a tutti dimostrazione di quanto in noi siano radicati e saldi i valori che animano la nostra Associazione.

Preparata con meticolosità e perizia l'adunata sezionale in quel di Mestre è stata tutt'altro che l'ultimo scomodo e oneroso impegno di un anno che ci ha visto protagonisti nella vita sportiva, culturale e civile delle nostre Comunità, piuttosto si è rivelata il grande incontro con la spiritualità e la riflessione.

Calle Madonna della Neve. Parte la staffetta che porterà la fiaccola benedetta ad accendere la lampada votiva alla Madonna del Don.
Il primo cambio, nel giardino della sede sotto le insegne del 70°.

L'arrivo della fiaccola a Mestre

L'intero gruppo che ha partecipato alla staffetta

L'accensione della lampada votiva

Il gruppo dirigente, con l'ordinario militare e il vicesindaco di Conegliano prof. Feletto
Tutti impegni simboleggiati nella fiamma della fiaccola accesa alla Chiesetta dedicata alla Madonna della Neve quando, sabato mattina, gli Alpini si sono messi in marcia per Mestre dove nel pomeriggio i tedofori, al suono della Fanfare della Brigata Alpina Cadore, hanno acceso in Piazza Ferretto il tripode votivo accanto al quale l'indomani sarebbe stata stata posta la Sacra Icona della Madonna del Don dando così il via ufficiale al rigido cerimoniale che caratterizza e scandisce i tempi di tutta la manifestazione.
I primi spunti di riflessione, accompagnati dal brivido delle emozioni forti si sono avuti in serata sia nel corso della rievocazione dei fatti che hanno portato in Italia l'immagine della Vergine Addolorata ritrovata tra le macerie di una isba, in prima linea sul fronte del Don, da un Cappellano degli Alpini, Padre Narciso Crosara, che la mandò dal fronte alla madre perché la custodisse a conforto di tutte le genti in trepida attesa dei familiari che la guerra aveva portato lontano e sia nel corso del concerto tenuto nel Duomo di San Lorenzo durante il quale il Coro Torre Venezia dell'A.N.A. di Mestre, il coro della Brigata Cadore e il nostro Corocastel hanno dato saggio della loro bravura e di quanto il canto tradizionale sia espressione viva e genuina della cultura di un popolo.
Ancora emozione la domenica mattina quando la tromba dell'adunata è suonata tra le banchine ferroviarie della stazione di Mestre e ci ha chiamato a raccolta per sfilare, con in testa la Fanfara della Brigata Alpina Cadore e la nostra cara efficiente e disponibile Fanfara Alpina Sezionale lungo le vie cittadine sino a Piazza Ferretto da dove, dopo l'Alzabandiera, si è proseguito per il Palazzo Comunale ove è avvenuto l'incontro con le autorità civili, militari e religiose convenute per l'occasione.
Poi la Santa Messa al campo concelebrata dall'Ordinario Militare per l'Italia arcivescovo, Giovanni Marra in una piazza -gremita fino all'inverosimile da Alpini, familiari e fedeli.
Monsignor Marra nel corso dell'omelia ha saputo unire passato e presente, ha tracciato, attraverso la storia della Sacra Icone, il percorso che conduce dal dolore alla gioia sottolineando, con particolare riferimento alla vicina ex Jugoslavia, che l'indifferenza è da ascrivere tra i peccati più gravi del nostro tempo. Pace e concordia, ha gridato, alberghi i tutti gli uomini di buona volontà.
Infine l'offerta dell'olio alle lampade, perennemente accese, poste sull'altare della Madonna del Don presso la Chiesa dei Pp. Cappuccini con la particolare benedizione a tutti gli Alpini e il commovente pensiero a quanti sono andati avanti.
La compostezza e le emozioni del mattino hanno poi lasciato il posto alla tradizionale allegria degli Alpini. Come al suono della libera uscita in un batter d'occhio eccoli per le vie di Mestre allegri e scanzonati a battere il piatto presso il Gruppo di Pieve di Soligo che con la consueta dovizia aveva predisposto il mitico rancio.
E ancora tanta allegria in serata per le calli di Venezia al tramonto, in attesa dell'Ammainabandiera in Piazza San Marco con la Fanfara della Brigata Alpina Cadore a dar spettacolo per noi e i turisti piacevolmente sorpresi.
Rientro in tradotta come nelle migliori tradizioni, si smorzano le chiacchiere, si pensa al futuro, ritornano in mente le parole di Monsignor Marra, si fanno un po' di conti: noi che a Mestre ci siamo stati sicuramente un po' più ricchi torniamo alle nostre baite.
Nicola Stefani



ASCOLTA O DIO
Alla fine del novembre 1942, il giorno dopo una cruentissima battaglia sul fiume Don in Russia, un cappellano e un medico con alcuni alpini erano dediti al pietoso impegno di recuperare e seppellire le salme dei Caduti. Nella tasca di un alpino della divisione "Julia" (battaglione Tolmezzo) fu trovato un foglietto scritto a matita con la poesia sottostante. Il foglietto era macchiato del suo sangue. L'alpino si chiamava Pietro Torresan.

Ascolta o Dio
io non ho mai parlato con te, voglio salutarti.
Come stai?
Sai... mi dicevano che non esisti,
e io, povero sciocco, credetti che fosse vero.
Stasera quando stavo nascosto nel fosso di una granata,
vidi il tuo cielo...
Chi avrebbe mai creduto che per vederti
sarebbe bastato stendersi sul dorso.
Non so ancora se vorrai darmi una mano,
credo almeno mi comprenderai.
E' strano che non ti abbia incontrato prima,
ma solo in un inferno come questo.
Bene ho già detto tutto.
L'offensiva ci aspetta tra poco.
Mio Dio non ho paura
da quando ho scoperto che sei vicino.
Il segnale... bene devo andare.
Dimenticavo di dirti che ti amo.
Lo scontro sarà terribile...
Stanotte chissà...
Non sono mai stato tuo amico,
lo so, però...
mi aspetterai se arrivo da te?
Guarda come sto piangendo...
Tardi ti ho scoperto...
Quanto mi dispiace.
Perdonami.. devo andare.
Buona fortuna.
Che strano...

P. Torresan
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