1998 Bosco delle Penne Mozze - Associazione Nazionale Alpini Sezione di Conegliano

ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI
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1998 Bosco delle Penne Mozze

Attività > Attività 1998
BOSCO DELLE PENNE MOZZE
Fiamme Verdi Dicembre 1998

Grande partecipazione al 27° Raduno
Presente il neo Presidente Nazionale Giuseppe Parazzini
Onore ai Caduti



Nella verdeggiante cornice delle Prealpi, ove si erge maestoso il Monumentale delle "Penne Mozze", sotto la volta di un azzurro cielo, in cui un compiacente sole gratificava del suo calore i mille e mille convenuti nella valle di San Daniele, domenica 6 settembre ha avuto luogo l'annuale, solenne rito di omaggio e di preghiera per tutti i Caduti Alpini.
Il cerimoniale ha previsto l'alzabandiera sul pennone collocato sul promontorio del Bosco, gli onori ai Caduti, e la deposizione della corono, quindi i vari interventi ed infine la S. Messa.
Il Presidente del Comitato del Bosco, Claudio Trampetti, ha dato il benvenuto a tutti gli intervenuti, esprimendo la soddisfazione per la larga partecipazione, segno evidente - egli ha detto - che vengono condivisi i sentimenti e le attenzioni verso il Memoriale. Ha rivolto un ringraziamento particolare al neo Presidente Nazionale dott. Giuseppe Parazzini, per aver accettato l'invito, e così constatare quanto gli Alpini trevigiani hanno fatto e continueranno a fare in memoria dei Caduti, e quale sia l'attaccamento verso il Bosco delle Penne Mozze. Ha rivolto al neo presidente gli auguri di un proficuo lavoro e di condurre l'Associazione con quell'entusiasmo che gli è proprio, con lo spirito alpini, che le passate generazioni si sono tramandate.
La cerimonia - egli ha detto - si svolge nel luogo ove è stato eretto un nuovo altare, sovrastato da una campana, che "l'Associazione Penne Mozze" ha voluto collocare per significare un rinnovato sentimento di fratellanza, per quanti sono caduti con lo stesso ideale di Patria, di concordia fra tutti, pur nel rispetto delle diverse opinioni, per una democratica convivenza.
Ha annunciato che, a breve, avranno inizio i lavori per la costruzione di una struttura, ai margini del Bosco, per soddisfare quelle esigenze logistiche di servizio, con la speranza che la generosità finora dimostrata ci aiuti ad ultimare e risolvere in parte le necessità emerse nel tempo. Inoltre ha riferito che saranno informate le quattro sezioni trevigiana interessate, circa i nominativi di ulteriori Alpini Caduti, che dovranno essere ricordati al Bosco con una "stele", e così completare l'opera.
Ha poi parlato il sindaco di Cison, Gildo Salto. Ha introdotto il suo intervento ringraziando i partecipanti dal raduno, in particolare il presidente nazionale Giuseppe Parazzini, che per la prima volta è giunto al Memoriale in veste ufficiale. Quindi ha proseguito con parole che appaiono ammonitrici: direi che è stata una vera ".
"In questo periodo - egli ha detto - di grande confusione politica ed economica, le incertezze sembrano aumentare, la giustizia sembra ingiusta, i deboli sempre più soccombono ai forti. Solo partecipando al raduno degli alpini, si capisce invece che l'amicizia e la solidarietà, rinsaldate da dure prove superate assieme, è cosa duratura, che allarga i cuori e che fa ben sperare per il futuro.
Esorto qualcuno a frequentare di più questo luogo, e queste persone, anziché maldestramente diffamare - magari approfittando di una stampa compiacente - e diabolicamente censurare persone, cose e citazioni.
Invito questi vili pusillanimi, capitanati da qualche squallido ed amorale personaggio locale, a venire al Bosco delle Penne Mozze, per ritemprarsi lo spirito ed acquisire una corretta coscienza del vivere civile; di venire qui in questo luogo - ha concluso - in sui si commemorano solo atti eroici, fino all'estremo dono della vita per la Patria, qui dove si respira l'aria della vera Italia dei valori. GRAZIE ALPINI !
Infine il dott. Giuseppe Parazzini, dopo essersi presentato quale neo presidente nazionale, ed aver salutato tutti i presenti, così si è espresso: "Sono il successore di tanti altri presidenti che hanno portato l'Associazione Alpini ad essere riferimento di tante altre associazioni in Italia e all'estero. Come faccio di solito, mi viene quasi spontaneo, avendo fatto il vice presidente di Caprioli, di portare - in questa bella giornata - i suoi saluti, e vi prego di ricordarlo con affettuoso e caloroso applauso.
Sono così subentrato ad un uomo che ha dato moltissimo all'associazione, e me ne sto rendendo conto proprio in questi giorni. IN effetti oggi è il secondo incontro di una serie di giornate dedicate all'ANA. Ieri ho iniziato assistendo al giuramento, molto commovente, anche se caratterizzato da una pioggia battente, di 1200 reclute a Mezzolombardo. Al giuramento ha partecipato anche il Ministro della Difesa, il quale ha comunicato di aver accolto la richiesta dell'ANA, richiesta tendente a far sì che anche i giovani di leva, e non solo i volontari, possano partecipare alle operazioni di pace nel mondo. Proposta che dovrà essere studiata ed aggiornata. Il Ministro, inoltre, ha rivolto parole di elogio alla nostra associazione; questo non può che gratificarci. Era da un po' di tempo che ci si guardava in cagnesco, speriamo che tutto sia passato, ovviamente senza calare l'attenzione e la guardia.
Sono poi stato, nel pomeriggio, sul Tonale, ove si è svolta la mini staffetta ANA-CAI.
Oggi sono qui al Bosco delle Penne Mozze; è un luogo ideale per la memoria alpina. Ho potuto così percorrere i sentieri e quindi verificare e conoscere la storia e lo scopo di questo Memoriale, che vuole ricordare tutti i Caduti Alpini della provincia di Treviso.
La storia del Bosco - come sapete - inizia nel 1970, quando il capogruppo di Cison, Marino Dal Moro, accoglie la proposta dell'ideatore Mario Altarui, di ricordare i Caduti Alpini trevigiani, proposta sostenuta con vigore dal compianto Dott. Salvadoretti, e successivamente dalle altre tre Sezioni.
Nel 1972, in concomitanza con il centenario della costituzione delle Truppe Alpine, viene inaugurato. Sono seguiti, fino al 1994, i lavori dei sentieri, poste le "stele" delle medaglie d'oro e quelle dei 2349 Caduti Alpini. Posti anche "ceppi", monumenti di altre associazioni; realizzati anche gli "scudetti" delle sei Divisioni Alpine e le tre grandi "penne mozze", che ne sono diventate il simbolo.
Grazie alla generosità dei coniugi Mario e Antonietta Altarui, viene scolpita e collocata la Madonna del Bosco - opera dello scultore trevigiano Cagnato - che tiene tra le braccio un fascio di "penne mozze".

Il discorso ufficiale del Presidente Nazionale Giuseppe Parazzini



Parazzini ricorda anche che sono stati individuati altri 50 Alpini Caduti, le cui "stele" saranno, in un prossimo futuro, collocate.
"Il 24 maggio - egli aggiunge - è stata inaugurata l'ultima opera commemorativa del Bosco. Trattasi della "Campana" che suona per ricordare tutti i Caduti Italiani, in particolare gli Alpini.
Questa campana, realizzata grazie alla generosità dei fratelli Zecchella, ha una storia molto importante, che parte da lontano.
Ha inizio nel gennaio 1943, in un luogo gelido e desolante della pianura russa, dove un Alpino di nome Vittorio ZECCHELLA cadde nella tragica ritirata. Prima e dopo di Vittorio Zecchella - come tutti sappiamo - caddero combattendo in Patria e in terra straniera altre centinaia di migliaia di giovani; giovani - ricordiamocelo - identici ai nostri figli, ai nostri nipoti, i quali, rientrando a casa, incontreremo questa sera. Giovani, allora, additati con ammirazione ed accomunati tutti dall'adempimento di un solo ed eguale dovere. I più fortunati - si fa per dire - sopravvissero alla tragedia, nella quale altri li avevano coinvolti. I più sfortunati caddero o si trovarono dalla parte sbagliate, nella quale, sempre altri, li avevano scaraventati. E così gli Italiani si trovarono psicologicamente divisi in buoni e cattivi.
Il primo settembre 1997, l'alloro presidente nazionale Leonardo Caprioli, da grande alpino galantuomo, disse che sarebbe stato giusto ricordarli assieme a tutti gli altri; un desiderio che ho condiviso allora e condivido oggi pienamente.
Continui, quindi, a suonare la campana ogni sera, in memoria di quanti hanno dato la propria vita p, divisi da un fronte tracciato dagli uomini, ma eguali nella morte. I Caduti, che onoriamo, chiedono a noi tutti di essere come Loro, uniti in pace, perché tra Loro non vi sono differenze.
Questo "Bosco" ne è la testimonianza, è un luogo di commemorazione, ma anche di riconciliazione, di unità e di fiducia nel futuro che ci attende.
Così facendo, noi alpini attaccati agli ideali irrinunciabili, pur continuando a mugugnare, legittimamente, per molte cose che non vanno come vorremmo, continueremo ad offrire alla nostra Italia il nostro esempio, nato dall'esempio dei Caduti, che qui onoriamo.
Vi faccio, quindi, un incitamento: forza Alpini d'Italia, dobbiamo continuare ad essere la più bella associazione, come lo sono i fiori della montagna, che sono i più belli; sono i più belli perché non guardano da una parte né dall'altra, ma guardano, soprattutto, in cielo: così dobbiamo fare noi.
Viva l'Italia, viva gli Alpini !
Dopo l'allocuzione del dott. Giuseppe Parazzini, Roberto Prataviera ha recitato la "Preghiera di tutti i Caduti", successivamente è stata consegnata al presidente nazionale la medaglia ricordo del Memoriale.
Quindi è seguita la S. Messa, concelebrata da mons. Agostino Balliana, già cappellano generale militare e da don Domenico Perin, anch'egli alpino.
Alla fine Paolo Gai, presidente della sezione di Conegliano, ha letto la "Preghiera dell'Alpino", mentre il Coro ANA di Vittorio veneto, sommessamente, sottolineava le parole con il canto "Penne Mozze".
Oltre ai sopra accennati dirigenti, erano presenti le seguenti autorità civili e militari. I sindaci: Giancarlo Gentilini di Treviso, Floriano Zambon di Conegliano, Claudio Casagrande vicesindaco di Vittorio Veneto; il col. Renato Genovese del comando FTASE; i generali in pensione Franco Bettin e Italico Cauteruccio; i consiglieri nazionali Fioravante Piccin e Balestra; il presidente dell'AsPeM Lorenzo Daniele; i presidenti delle sezioni di Conegliano Paolo Gai, di Pordenone Giovanni Gasparet, di Treviso Francesco Zanardo, di Vittorio Veneto Donato Carnielli; la vedova della M.O. Enrico Reginato signora Imelda, Maria Pia Altarui sorella di Mario, Gabriella vedova di Marino Dal Moro.
Molte le rappresentanze associative, alpine e d'arma presenti.
C'erano i gonfaloni dei Comuni di Cison e Follina; i vessilli delle sezioni alpine di Bassano, Belluno, Cadore, Conegliano, Feltre, Pordenone, Torino, Treviso, Valdobbiadene e Vittorio Veneto; le bandiere in rappresentanza dell'ANPI di Treviso, degli Artiglieri di Follina, della Cavalleria di Treviso e Zero Branco, dei combattenti e Reduci di Cison, Montebelluna, S. Martino - Colle Umberto e Vittorio Veneto; degli ex Internati di Follina, Mareno, S. Lucia; delle Famiglie caduti e Dispersi di Caerano, Montebelluna, Treviso; dei Mutilati ed Invalidi di guerra di Treviso e Vittorio Veneto; dei Paracadutisti di S. Lucia e Treviso; dell'Unione Nazionale reduci di Russia di Treviso; dei Trasmettitori di Treviso. Massiccia la partecipazione dei Gruppi Alpini, provenienti dalla nostra provincia, dal Triveneto e da altre regioni - 150 gagliardetti presenti - che sarebbe oltremodo lungo citare individualmente.
Concludo affermando che tra le diverse Messe, quelle celebrate per i Caduti, alla presenza degli ancor viventi compagni d'arma, e di coloro che in qualche modo la guerra l'hanno vissuta, delle donne che hanno sofferto e pianto per la perdita dei loro cari e dei loro affetti, e dei giovani che la tragica storia conoscono , sono le più dense di sentimenti. Il mistero della Messa e il cameratismo degli Alpini conferiscono a queste cerimonie silenziose un carattere singolare di pietà, di intimità e di dignitosa mestizia.
Il raduno al Bosco delle Penne Mozze vuole e deve essere, quindi, espressione di sentimenti religiosi, di omaggio e di riconoscenza verso tutti Coloro i quali hanno immolato la vita per un grande ideale: una pace duratura.
Renato Brunello

I celebranti: don Perin e Mons. Balliana


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